Chapter 36

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Gli zoccoli dei cavalli trasportarono con sé i ciuffi d'erba alti e pungenti, fino a quando non iniziarono a sporcarsi di un fango melmoso, scuro, che l'acqua piovana creò una volta entrata a contatto con la terra

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Gli zoccoli dei cavalli trasportarono con sé i ciuffi d'erba alti e pungenti, fino a quando non iniziarono a sporcarsi di un fango melmoso, scuro, che l'acqua piovana creò una volta entrata a contatto con la terra.

Questo significava solo una cosa, erano finalmente giunti in prossimità del Castello dell'Esilio.

Era notte, secondo le previsioni il sole sarebbe sorto dopo due ore, eppure quel giorno avrebbe faticato notevolmente, per via delle fitte nuvole che ormai circondavano il cielo da molto tempo.

Il guardiano del dormitorio est, Jungwoo, suonò l'allarme, muovendo le campane con tutta la forza che teneva in corpo. Dopo i primi accorgimenti, i primi movimenti notati a poca distanza dalle mura, accorse a risvegliare gli abitanti e soprattutto i guerrieri dell'armeria.

Yuta, insonne dopo il maltrattamento ricevuto da Taeyong quella notte, scattò in piedi sentendo tutti i suoi arti informicolati per la mancanza di sonno.

Tutti uscirono dalle loro camere nello stesso istante, per questo motivo il ragazzo fece fatica a raggiungere l'attico dell'edificio, facendosi largo tra gli uomini e preparando il suo arco per fermare i nemici.

Sapeva già che si trattava dell'imperatore Sicheng, tutti loro non avevano bisogno di una conferma.

Il suo unico obiettivo, imposto da Sir Eluard in persona, era quello di ucciderlo prima che riuscisse ad addentrarsi all'interno del castello con i suoi uomini. Fermarlo sarebbe stato alquanto difficile, ancora non poteva sapere della sua nuova abilità, ottenuta grazie a re di Invideo Ten e quest'ultimo mai avrebbe pensato che il suo dono avrebbe aiutato l'altro in un'impresa così tanto malefica.

Una volta raggiunto il suo collega e dopo aver ispezionato l'area circostante, li vide avanzare con i suoi occhi. Erano tutti in sella ai loro cavalli, le loro criniere al vento si confondevano con l'oscurità incombente.

Dell'imperatore Sicheng nessuna traccia. Come era possibile? Cercò di visualizzare ancora una volta i loro volti, ma purtroppo nessuno di questi corrispondeva con il loro accerimo nemico. Così abbassò la freccia e l'arco, riflettendo sul da farsi.

<< Perché non li attacchi? Che succede? >> chiese un uomo alla sua destra, uno degli uomini che prendeva parte alle assemblee dell'armeria.

E Yuta non riuscì a rispondere. Si allontanò e in poco tempo scese velocemente dalle scale, con il cuore in gola, mentre continuava a ripetersi che quella era solo un'imboscata.

L'imperatore Sicheng era già lì, ma ancora non poteva esserne certo.

Questo, dopo le direttive date ai suoi guerrieri, decise di riflettere più meticolosamente sul piano di attacco, tanto che arrivò alla conclusione che per sconfiggerli, avrebbe dovuto architettare qualcosa di più intricato. Non sarebbe arrivato con loro, in bella vista, anzi, avrebbe fatto un pezzo a cavallo e uno a piedi, arrivando al castello in piena notte. Nessuno si sarebbe accorto di lui, nessuno avrebbe udito i suoi passi, si sarebbe potuto nascondere tra i cespugli, per poi entrare dal buco e sgattaiolare dietro gli edifici.

Exile | Kim DoyoungWhere stories live. Discover now