Chapter 60

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La luna era alta nel cielo, ricoperta da un sottile strato di nuvole

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La luna era alta nel cielo, ricoperta da un sottile strato di nuvole. Le stelle erano sparite, eppure, al di là dell'atmosfera, esse esistevano, più cariche che mai.

La lama della spada di Johnny tranciava l'aria, separandola attraverso colpi netti e precisi.

All'interno del campo di allenamento, le sue scarpe, proprio per via dei movimenti, alzavano sabbia di continuo, immergendo il suo corpo in un leggero involucro di polvere ambrata.

La sua fronte era grondante di sudore, tanto che questo, attaccandosi ai suoi ciuffi corvini, gli inumidì i capelli.

Johnny roteava su se stesso, come se stesse ballando sotto una melodia armoniosa, quando in verità era solamente lì per allenarsi e per mettersi al pari delle abilità degli altri suoi compagni, molto più eccellenti di lui che da poco era entrato nell'armeria.

Ormai ripeteva questa routine ogni sera, quando i condottieri erano a dormire nei propri letti e Sir Eluard era fin troppo stanco per accertarsi che i suoi uomini fossero tutti all'interno del dormitorio. Così fuggiva segretamente, un po' come faceva Althea un anno prima, quando si vedeva segretamente con il protettore.

Johnny non poteva immaginarsi niente di tutto ciò, eppure, ogni suo gesto era già stato compiuto precedentemente.

Vari passi sul ciottolato della strada principale del Castello interruppero il suo allenamento. Così cercò di non distrarsi e di tornare più concentrato di prima, impugnando meglio la sua spada e focalizzando il movimento.

Non gli importava che qualcuno potesse vederlo o che qualcuno potesse venire a rimproverarlo, quello era tempo prezioso per lui. Eppure non era nulla di tutto ciò, né un assistente dell'imperatore, né un suo compagno, né Sir Eluard in persona.

I passi si fermarono in corrispondenza della recinzione e così Johnny diede una rapida occhiata per capire chi fosse.

I capelli biondi, in netto contrasto con la sua figura scura, ma perfettamente continui al suo incarnato pallido, catturarono la sua attenzione.

Nessuna espressione sul suo volto, semplicemente se ne stava lì ad osservarlo.

<< Non badare a me >> gli disse, incitandolo a proseguire con un cenno di capo.

Il suo viso, non perfettamente visibile per via della rete metallica, gli ricordò comunque quello dell'imperatore Ten. Non poteva che essere lui.

Johnny aggrottò le sopracciglia, guardandolo male e infine ricominciò con il suo allenamento. Ma poco dopo si fermò, sentendo i suoi occhi profondi puntati addosso.

<< Potresti andartene? >> gli intimò con voce severa e irritata, fulminandolo con lo sguardo.

<< Sai chi sono? Non potresti rispondermi in questo modo >> rispose con la stessa intonazione.

Exile | Kim DoyoungDonde viven las historias. Descúbrelo ahora