Chapter 26

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Erano passati alcuni giorni dalla fatidica lettera ricevuta da Ten, re di Invideo

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Erano passati alcuni giorni dalla fatidica lettera ricevuta da Ten, re di Invideo. Nel Villaggio del Fiore Bianco regnava la calma, tutta la popolazione era all'oscuro dei piani esoterici dell'imperatore Sicheng.

Quest'ultimo era nella sua reggia, intento a studiare alcuni libri antichi. Tutti impolverati e dall'odore di vecchiume, di carta datata e rigida. I titoli dei capitoli erano scanditi con una calligrafia appariscente, con decorazioni vegetali e altre geometriche.

Sicheng non era ancora riuscito a risalire all'autore di quei libri, di quelle note di diario prese con così tanta meticolosità e osservazione.

Il villaggio era immerso nell'oscurità, nonostante ci fossero alcune fiaccole accese fuori dagli edifici e dalle botteghe. Le fiamme illuminavano parzialmente le stradine ciottolate, riflettendo le ombre dei pochi uccelli che solcavano con il loro volo il territorio vicino, insinuandosi nelle profondità delle vie buie.

In quel preciso momento, sotto la noncuranza di Sicheng, Sir Eluard e i suoi uomini erano alle prese con una missione molto importante, che avrebbe cambiato irrimediabilmente le sorti delle due fazioni opposte.

Dopo aver attraversato i terreni aridi e dopo essersi spinti verso le zolle più fangose ed erbose, riuscirono ad arrivare alle mura del Villaggio del Fiore Bianco.

Aspettavano da tante settimane quel momento, da quando Sicheng era salito al trono. Eppure, dato l'attacco da parte degli abitanti del cielo e il duro colpo ricevuto, decisero di posticipare la missione, promulgandola non appena le loro forze si fossero riassestate.

Taeyong, nel pieno della sua energia, da vero condottiero, si assicurò che almeno l'entrata all'interno delle mura li avrebbe fatti passare indenni. E così fu. I sorveglianti, appostati sulle torri di controllo, si erano fortunatamente addormentati sulle loro sedie, appoggiando le armi affianco al loro corpo. Il destino era dalla loro parte, non c'era dubbio, così decisero di non aspettare un secondo in più e infine entrarono, calandosi verso alcune aperture finestrate.

Yuta, seppur più agguerrito che mai, restò cauto, tenendosi strette le frecce e l'arco dietro alla sua schiena. I suoi capelli neri, lunghi ormai oltre le spalle, gli finirono ben presto sul volto per l'aria notturna, accarezzandogli così le guance.

Come prestabilito si divisero in tre gruppi, insinuandosi tra le vie più buie del villaggio, stando altamente alla larga dalle zone di luce. Il loro obiettivo era arrivare alla torre centrale, per infine raggiungere Sicheng e mettere fine una volta per tutte alla sua carica di regnante. Impresa ardua, certo, perché erano in territorio nemico, eppure la forza di volontà era nettamente superiore.

Non appena furono al portone principale Taeyong riuscì a mettere fuori gioco i due soldati appostati davanti. Tappando loro la bocca e trafiggendoli con la spada, senza alcun risentimento. Quindi entrarono, facendo il meno rumore possibile. Taeyong e il suo gruppo avanzò per gli scalini, mentre il secondo gruppo si assicurò che nessuno entrasse al suo interno per soccorrere l'imperatore, infine il terzo, salendo su per la reggia con le funi, avrebbe raggiunto i restanti condottieri.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora