Chapter 4

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Gli scalini in pietra erano freddi e decisamente troppo alti per non affaticare una persona

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Gli scalini in pietra erano freddi e decisamente troppo alti per non affaticare una persona. Molte finestre costeggiavano l'intero perimetro del dormitorio centrale, facendo entrare così quanta più luce possibile.

Sembrò quasi non ci fosse nessuno al suo interno, forse perché tutti gli abitanti del Castello dell'Esilio erano alle prese con le loro mansioni, da terminare entro la fine della giornata.

Jungwoo era un tipo molto alto, sicuramente più di Althea. La sua veste grigio scuro copriva la sua intera figura, annullando le forme del suo corpo. Un cappuccio a punta ricadeva dietro la sua schiena, scoprendo così il suo collo e la sua pelle pallida.

La ragazza pensò subito avesse un viso buffo. I suoi occhi erano scuri e grandi, il suo sorriso era troppo contagioso. Emanava una bella energia, composta di tranquillità e ottimismo, per questo le sue preoccupazioni si annullarono all'istante non appena lo vide.

Jungwoo teneva le mani nelle tasche della sua tunica, riparandosi così dal leggero vento freddo. Continuava a toccare l'enorme mazzo di chiavi che costudiva, trovando pace nel tintinnio.

Era sulle spine, ansioso e quasi imbarazzato, era la prima volta che vedeva una nuova anima entrare all'interno del castello e per di più era la prima volta che l'avevano incaricato per un tale ruolo. Era molto importante, lui avrebbe dovuto accompagnarla per l'intero spazio, spiegandole nei particolari le attività, gli usi, le abitudini, la storia e i diversi edifici del Castello dell'Esilio. Per anni l'avevano addestrato per questo, ma ora che era giunto il momento si sentì sprofondare in un baratro di insicurezza.

<< Eccoci qui, questa è la tua nuova stanza >> disse dopo essere arrivati al secondo piano del dormitorio est, nel corridoio dell'ala ovest.

Althea alzò lo sguardo verso di lui e infine verso la porta. La superficie in legno era leggermente scheggiata, la maniglia dorata risplendeva.

Jungwoo prese definitivamente fuori il mazzo dalla sua tasca, mostrandole la moltitudine di chiavi che presentava. Alcune era molto grosse, altre più sottili e piccole, in altre invece erano incise lettere e puntini. Forse era un modo per lui per riconoscerle.

E infine l'aprì, rivelando una piccola camera buia e infestata di puzza di chiuso. Il ragazzo si precipitò alla finestra per spostare le spesse tende, che stavano oscurando l'ambiente.

Non appena la vista di Althea si stabilizzò, davanti ai suoi occhi, si manifestò un letto attaccato alla parete e vicino un comodino basso. Dall'altra parte un piccolo tavolino e una sedia, del tutto impolverati. Affianco un armadio un po' sgangherato e con i cassetti rovinati.

<< Non appena i tuoi abiti saranno pronti verrò personalmente a portarteli, non temere >> disse a bassa voce, riacquistando l'attenzione della ragazza.

<< Abiti? >> domandò, cercando di capire come mai quelli che avesse indosso non andassero bene.

<< Sì, all'interno del castello ci sono delle sarte che cuciono i nostri vestiti, li stirano, li sistemano, ne staranno già facendo alcuni per te >> rispose con un enorme sorriso, cercando di rassicurarla.

<< Io cosa dovrei fare? >> per un attimo si sentì come un pezzo di un enorme puzzle, o di una macchina sociale perfettamente funzionante. Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso e così si chiese quale fosse il suo, pensando fosse già destinata a un lavoro.

<< Quello che vuoi, lo capirai solo con la visita che tra poco faremo >> e questo pensiero agitò ancora di più il povero Jungwoo, pensando di non essere all'altezza del suo ruolo.

Guardò il cielo fuori dalla finestra e capì che ben presto avrebbe tramontato il sole, lasciando spazio alla notte. Dovevano muoversi, non poteva fare altrimenti.

<< Vuoi andare ora? >> chiese impaziente.

<< Jungwoo... Scusami... Io penso di non riuscirci ora... Possiamo farlo domani? >> rispose con un'altra domanda, infine si toccò le tempie, massaggiandosele lentamente per cercare di far passare il lieve mal di testa.

<< C-certo assolutamente! >> esultò con una piccola risata, tirando un sospiro di sollievo

<< Stai bene? >> le chiese poi percependo il suo stato di salute precario. Si avvicinò a lei, guardandola attentamente e sgranando gli occhi.

<< Sì, forse, dovrei solamente riposare >> disse sedendosi sul letto, nonostante non amasse particolarmente quel posto. Ancora non aveva capito dove fosse di preciso e come mai fosse finita lì. Così tanti visi nuovi la destabilizzarono, tutti ormai si conoscevano, lei invece si sentì quasi un pesce fuor acqua.

<< Con il definitivo calare del sole ci sarà la cena, nella mensa centrale, io ti aspetterò alla fine del corridoio. Per qualsiasi cosa, se hai fame, mi troverai lì >> la voce di Jungwoo si fece quasi dolce, perché per un attimo ricordò quando capitò a lui di entrare all'interno del castello. Si immedesimò in lei e percepì il suo malessere, rivivendo di conseguenza il suo.

<< Grazie >> e Althea riuscì a sorridergli debolmente.





<< Scusami Jungwoo, posso chiederti una cosa? >> gli domandò prima che uscisse definitivamente dalla sua camera.

<< Certo >> rispose intrecciando le mani al petto e coprendole con le maniche lunghe della tunica.

<< Come mai si chiama il Castello dell'Esilio? >>

Lui sudò freddo, pensò che una tale risposta sincera potesse essere troppo crudele e repentina per lei, che era appena arrivata. Eppure Jungwoo non voleva mentirle, quello era il suo compito, spiegarle tutta la storia e gli orrori che si compiono su quel castello.

Sarebbe stato traumatico per lei, eppure quella era la realtà.

<< Althea... >> disse prendendo un lungo respiro profondo << perché noi siamo esiliati qui, le nostre anime sono esiliate qui per sempre, non c'è modo di scappare >>

<< E perché proprio noi? >> continuò titubante. Il suo cuore soffriva eppure aveva bisogno di risposte.

<< Leggenda narra che siamo le persone che hanno più sofferto nella loro vita sulla terra >> e infine le diede le spalle, uscendo definitivamente dalla sua stanza.

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Exile | Kim DoyoungWhere stories live. Discover now