Capitolo 30 - parte III

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Isabella's POV


Venni sbattuta al tappeto da Caterina per l'ennesima volta. Lasciai un gemito di dolore mentre lei se la rideva proprio davanti a me. In tre giorni non avevo fatto molti progressi e sentivo che il mio corpo era in procinto al cedere alla stanchezza ma tenevo duro perché mi rifiutavo di arrendermi così presto. Nonostante il corpo dolorante, riuscii a rialzarmi lo stesso e a rimettermi in posa di guardia. La cosa non sembrò piacere a Caterina. Il suo obbiettivo era ovvio: mandarmi al tappeto e farmici restare giù ma io non ero della stessa idea, e dovevo ammettere, che ci godevo ogni volta a mandare in fumo le soddisfazioni. Anna e Jan al contrario mio avevano fatto dei progressi notevoli. Noi tre, Caterina, Mircea eravamo stati affidati alla supervisione di Gabriel che era ufficialmente il nostro capitano. Gli addestramenti erano coordinati da lui Jurij e ogni tanto la madre di Caterina ma noi e solo noi eravamo sotto la sua ala protettiva. Si sentirono delle urla da fuori le porte della sala degli allenamenti e poco dopo entrò Anna con faccia rossa e gonfia e Jurij che la seguiva furioso, incurante di essere davanti a noi tutti. Anna cercò di ignorarlo ma non appena lui l'afferrò per il polso Gabriel decise di intervenire, intimandogli di lasciare stare Anna. Per tutta risposta Jurij gli rise in faccia e lo colpì il naso con un pugno diretto.

«Ora non hai più un bel faccino. Dimmi te lo scoperesti ancora questo tipo se avesse la faccia da storpio eh?!»

Senza accorgersene che Gabriel si fosse ripreso, Jurij venne colpito da un pugno proprio sullo zigomo seguiti da altri due molto violenti che lo fecero letteralmente volare via. Gabriel aveva una forza pari ad un orso ed era altrettanto bruto nella lotta. Jurij si ripulì la bava che gli usciva dalla bocca per poi afferrare una delle spade che stava intorno a lui per scagliarsi su Gabriel disarmato. Quest'ultimo non si fece intimidire e affrontò lo stesso Jurij che aveva perso completamente il controllo. Era intenzionato ad affondare la spada nell'addome di Gabriel ma quest'ultimò aggirò Jurij per colpirlo con un calcio all'addome.

«Bastardo» digrignò a denti stretti e l'olandese lo colpì con altri due poderosi pugni.

Jurij cadde di nuovo a terra vicino alle gambe del suo avversario e mosse la spada con intenzione di tagliarcele. Urlai coprendomi la bocca con le mani, convinta che il colpo sarebbe andato a segno ma invece, Gabriel fu più veloce e fece un salto all'indietro atterrando qualche metro più in là delle attrezzature da combattimento. Si affrettò ad estrarre una lancia per combattere e tornò davanti a Jurij carico di rabbia. Una volta che il russo si rialzò da terra, i due non persero tempo ad attaccarsi a vicenda sotto gli sguardi allibiti di tutti noi. Era un combattimento feroce dove gli avversari avevano abilità e esperienza quasi alla pari. Gabriel fece volteggiare la lancia sopra la sua testa e dietro la schiena per poi colpire con un affondo deciso con l'estremità non affilata della lancia nello stomaco di Jurij tramortendolo definitivamente e senza causargli ferite serie.

«ORA BASTA» urlò la Contessa appena giunta nella sala. Si avvicinò rabbiosa ai due cacciatori, confiscando le armi ai due uomini.

«Quale vergogna vedere due cacciatori combattere per delle sciocchezze! Aspettatevi un'ammonizione disciplinare a entrambi voi seguitemi!»

Una volta che Jurij si rialzò a fatica dopo essersi ripreso, e i tre lasciarono la stanza, ma la contessa poi però si fermò davanti me e la figlia lanciando occhiate di fuoco a entrambe.

«Volkova e Gardner, venite anche voi!»


Io? Cosa aveva da dirmi? Non avevo fatto nulla!


Seguimmo tutti la contessa senza fiatare attraverso i corridoi aperti del monastero dove alloggiavamo. Era un monastero in stile gotico all'apparenza abbandonato ma in realtà era la sede dei cacciatori nel cuore della Transilvania. Le parti di granito ingiallito davano un aspetto falsamente fatiscente quando in realtà c'era molta vita tra quelle mura. Arrivati davanti l'ufficio dovetti aspettare fuori perché la contessa voleva parlare con me di altro ma sentii lo stesso il loro discorso attraverso le porte. Già i due cacciatori si erano scontrati ieri perché Gabriel era stato scelto come capitano della seconda squadra e Jurij non era affatto contento della decisione perché era Anna era nella squadra, e dopo oggi i due si trovavano davvero nei pasticci.

Hunters: Black EmpireWhere stories live. Discover now