Capitolo 49

150 9 4
                                    

Isabella's POV


Dopo diverse ore, passate a guardare le montagne al di fuori della mia finestra, due giovani domestiche entrarono nella stanza e si presentarono, interrompendo i miei pensieri sul castello e Maximilian. Le due giovani erano state mandate per aiutarmi a preparare per la cena ma rifiutai l'aiuto, dicendo semplicemente che avrei fatto da me, ma le due non avevano intenzione di andarsene fino a che loro non avessero finito il loro lavoro.
Seguii le cameriere che mi portarono in uno dei bagni più belli che avessi mai visto e incredibilmente grande che sembrava una stanza termale.
Dopo essermi fatta il bagno ed asciugata, le due domestiche mi misero degli oli profumati su corpo e capelli, rendendoli entrambi morbidi e con un delicato sentore di fiori. Una volta ritornata in camera vi trovai al suo interno altre due cameriere, una più giovane e un'altra più anziana. Quest'ultima voltò verso di me e mi raggiunse in pochi passi con un'espressione austera e tirata.

«Prego signorina da questa parte, il padrone ci ha chiesto di aiutarla a prepararvi per la cena»

Con gesto della mano, mi fece notare l'elegante vestito che era stato posato sul mio letto. Era di un azzurro tendente all'argento ed assieme ad esso c'erano delle scarpe col tacco abbinate.

«Quel vestito è per me?» Chiesi indicando l'abito di seta

«Non voleva farla sentire a disagio»

Forse mi sentivo molto più a disagio.

Decisi di continuare ad essere collaborativa dato che comunque non se ne sarebbero andate e sbuffai pesantemente.
Afferrai il vestito per le bretelle che coprivano solo le spalle e presi ad osservarlo. Nella sua semplicità era bellissimo, liscio e senza troppi fronzoli, anche se troppo scollato per i miei gusti.
La donna anziana rimase immobile a fissarmi per alcuni istanti per poi battere le mani, richiamando le due domestiche che mi affiancarono e, letteralmente, mi obbligarono a sedermi davanti alla toletta piena di cosmetici che dovevano aver portato loro.

«C-Cosa fate?!» chiesi raddrizzando la schiena osservandole attraverso lo specchio

«No aspettate, è troppo, vi ringrazio per la vostra gentilezza e per il vestito ma non dovete truccarmi, veramente non voglio recarvi ulteriore strugio!»

«Facciamo semplicemente il nostro lavoro, il padrone ci ha ordinato di prenderci cura di voi, vuole che siate bella per lui»

Iniziarono prima di tutto a pettinarmi i capelli, i quali legarono in un raccolto alto più tosto elaborato ed elegante. Intanto che una domestica mi faceva i capelli, l'altra mi truccava sotto le direttive della cameriera anziana.
Mi misero del kajal nero sopra e sotto gli occhi, accentuando il loro taglio affusolato, e misero dell'ombretto argento nell'angolo interno dell'occhio, sfumando poi il kajal verso l'alto sfumando il tutto.
Finito con i capelli, la seconda cameriera si avvicinò con della polvere rosa in mano e con l'aiuto di un pennello grosso me picchiettò un po' sugli zigomi, dandomi un tocco di colore in più.
Per ultima, l'anziana aprì una boccettina scura e intinse un pennellino al suo interno, prendendo del liquido talmente rosso e denso che pareva sangue, ma che capii essere rossetto una volta che questa me lo mise sulle labbra.
Appena finì col rossetto, le due domestiche presero il vestito e senza nemmeno farmi guardare allo specchio, mi infilarono il vestito senza stando attente a non farmi inciampare nelle lunghe gonne.
La donna anziana mi chiese di andare davanti allo specchio intero per ammirare il tutto e lei si mise dietro di me, speranzosa di avermi compiaciuta. Fui semplicemente sbalordita del tutto, sembravo una di quelle aristocratiche dell'alta borghesia pronta per il ballo di stagione, nemmeno Katia sarebbe mai apparsa così. Il vestito mi metteva in evidenzia i punti giusti senza farmi apparire troppo volgare, come se fosse stato fatto su misura per me. Fra l'altro non misi nemmeno il corsetto perché il vestito ne aveva uno incorporato che mi metteva in risalto la vita sottile. Anche il seno faceva la sua figura grazie allo scollo quadrato che si fermava "molto" più sotto delle mie clavicole. Il trucco poi mi dava uno sguardo molto più intenso e misterioso, per non parlare del rossetto color vermiglio che attirava l'attenzione sulle mie labbra a forma di cuore.
Nonostante mi chiesero di levare il rosario per farmi mettere un'altra collana, rifiutai categoricamente quella richiesta perché mai e poi mai mi sarei levata il mio rosario, non stonava per nulla col tutto. Il filo di perline nere scendeva sul petto, terminando con la croce argentata che accarezzai in cerca di conforto.

Hunters: Black EmpireWhere stories live. Discover now