Capitolo 30 - parte II

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Ci vestimmo con le nuove divise e salimmo su un calesse addentrandoci poi nell'oscurità della notte. Dovevo ammettere che avere quella divisa addosso faceva un certo effetto. La divisa era molto aderente e prevedeva una specie di bustino dove tenere coltelli e spade e un'armatura scomposta che copriva le parti allo scoperto permettendo sempre il movimento. Abbassai la stoffa nera che mi copriva dal naso in giù per prendere aria e guardare il cielo rosso fuori dalla porticina.


Ho una brutta sensazione. Viaggiare durante un'eclissi lunare non era una buona idea o forse sono i pensieri omicidi di Caterina che mi stanno dando il tormento.


Caterina aveva ufficialmente puntato il nostro trio, se così si poteva definire, siccome lei non accettava di essere la seconda. Avrebbe di certo mantenuto la parola di rendere il resto della mia vita un inferno. Di colpo il calesse si fermò e dovetti impugnare la mia arma e scendere insieme agli altri. Mi coprii il volto, guardando fra gli alberi se ci fosse qualcuno di "loro" ma ne li vidi, ne avvertii la presenza. Gabriel, che guidava il calesse, richiamò l'attenzione nostra e degli altri cacciatori che viaggiavano insieme a noi. Attraversammo la coltre di alberi e l'immagine che si presentò davanti a noi fu raccapricciante. Un intero villaggio raso al suolo con le strade imbrattate di sangue e corpi. Entrammo nel villaggio con le armi sguainate. I cacciatori si divisero sotto comando di Jurij ma noi nuovi e Gabriel non avremmo combattuto, avremmo semplicemente aiutato in caso ci fosse stato bisogno. Camminammo per le strade, piene di cadaveri smembrati e con le case lasciate incustodite, sembravano provenire da dei romanzi dell'orrore. Non c'era alcun sopravvissuto più, i corpi con i colli dilaniati dei cittadini giacevano per le vie e sentii qualcuno vomitare per via della mostruosità della strage.

«Questa è di certo opera dei vampiri. Sono tutti schiavi. Non hanno nulla non avrebbe di certo senza depredare questo villaggio» commentò Gabriel con gli altri cacciatori esperti.

Ordinò di adunare i corpi dopo aver verificato che questi non si fossero trasformati per bruciarli, anche se ne dubitavo che ci fossero dei sopravvissuti. Mi feci il segno della croce e iniziammo a spostare i corpi nella piazza, allineati uno accanto all'altro. Jan mi aiutò dato la mia scarsa forza fisica mentre per Anna sembrava un gioco da ragazzi anche se era straziante come lavoro. Raccogliemmo donne e uomini di ogni età, tranne che bambini per fortuna. Vedevo il terrore stampato sui volti di ciascuno di e non potevo fare a meno di ripensare a quanto avessero sofferto. Io e Jan entrammo in una casa e trovammo un uomo rimasto integro e con i vestiti imbrattati di sangue. Facemmo per sollevarlo ma non appena lo sfiorammo questo si ridestò invocando aiuto. Jan corse fuori a chiamare il supporto medico e io cercai di far tranquillizzare l'uomo. Lui prese immediatamente a piangere invocando la morte e io lo afferrai per la mano impietosita. Portavo dei guanti neri privi di dita e quindi potei avvertite il calore ancora presente e allo stesso tempo sentii come un fulmine trapassarmi. L'uomo davanti a me e la stanza si fecero sempre più lontani e mi ritrovai nuovamente nella foresta ma da sola. Udii delle urla strazianti provenire dal villaggio, assieme a rumori di lotta e versi disumani. Entrai dentro il villaggio e vidi i vampiri banchettare con gli abitanti del villaggio esattamente come un branco di lupi affamati con un gregge di pecore. Dovevano essere tutti vampiri neonati dato il colore rosso vivo delle iridi. Secondo il libro che Gabriel mi diede tempo fa, i vampiri venivano suddivisi in varie classi in base al colore degli occhi che riflettevano l'energia demoniaca che essi emettevano o anche sotto forma di aura, se questi riuscivano a sprigionarla. Gli occhi rossi erano di base ma quanto più era scuro e profondo il rosso più questi erano pericolosi. Ma si potevano distinguere anche altri colori come verde, viola, giallo, neri, arancione, bianchi e blu e tutti questi erano indicatori del loro potere. Lo scenario cambiò di nuovo. Vidi l'uomo di prima ferito alla gamba e mentre si nascondeva fra vicoli mentre i neonati vampiri litigavano fra di loro per il cibo. Poco dopo questi furono uccisi e riconobbi subito le divise imperiali. Comparvero davanti a me i volti familiari del maresciallo Stan, il Maresciallo Petrov, il vampiro che aveva tentato di ipnotizzarmi e a donna scura che era all'ospedale con loro altri. Tutti e quattro stavano maciullando gli umani e senza pietà e tutti loro avevano occhi splendenti nella notte. Gheorghe aveva gli occhi azzurri, segno che era un vampiro agonista erano dei tipi amavano l'ebrezza della lotta ed erano molto veloci e reattivi. Il biondo con i capelli lunghi aveva gli occhi viola, che indicavano un manipolatore psichico e dopo lui sbucò uno giovane dagli occhi arancioni dello stesso colore della luna del cacciatore: un vampiro con una forte indole assassina e spiccate doti fisiche e poi la donna che aveva degli occhi molto particolari. Erano verdi ma presentavano anche il viola e poteva forse indicare un qualche potere psichico e poi Petrov che, non aveva nulla, nemmeno la sclera. I suoi occhi erano completamente neri erano esattamente come due buchi. La scena nuovamente cambiò. Un gruppo di uomini armati di falci e torce stava puntando le armi contro un unico uomo, vestito con un lungo giaccone nero e dorato. L'uomo dai capelli lunghi alzò il capo rivelando il suo volto, sfoderando due spade ricurve, e mostrando l'ampio sorriso demoniaco che altri non era che Darcy. Gli uomini si lanciarono contro di lui ma furono tutti decapitati in un secondo. Due lame scintillarono nella notte facendo piovere sangue a fiumi e l'uomo che ho trovato prima si dà alla fuga mentre i suoi amici venivano uccisi. Il demone comparve davanti a loro, tagliandogli la strada, e si girò verso di lui mostrandomi il volto estasiato imbrattato di sangue come le sue spade e gli occhi...

«Allah, abbi pietà!» urlai con voce non mia pregando il demonio.

«Pietà? Dovrei mostrare pietà a un cane schifoso come te che ha abbandonato i suoi compagni per salvarsi la pelle? HAHAHAHAHA. Scappa, e vedi di farmi divertire reietto, vedi di vivere una vita dignitosa prima che ti apra in due!»

L'uomo fuggì ma fu inutile che il secondo dopo un vampiro dallo sguardo folle color cremisi lo prese e pose fine alla fuga.
Tornai bruscamente alla realtà, indietreggiando contro la parete e cadendo a terra con il cuore a mille.


Cos'era stato?!


Anna e Gabriel si fiondarono dentro la stanza assieme a Jan, tenendo le armi puntate sull'uomo che però era già morto. La bionda mi aiutò ad alzare anche se mi sentivo ancora in fibrillazione per ciò che avevo vissuto.

Avevo una visione nel passato, non era mai successo prima d'ora. La nonna era in grado di guardare nel futuro ma non nel passato.

La mia amica mi scosse per le spalle, perché non la rispondevo e quando rialzai il capo trovai i suoi guardarmi con estrema preoccupazione, quasi impauriti. Mi rimisi in piedi e cercai di far sembrare che stessi bene ma l'uomo era morto e con lui anche l'intero villaggio. Uscimmo in strada, trasportando il suo corpo esanime vicino agli altri e mi approfittai del momento in cui io e Gabriel rimanemmo da soli.

«Capitano» richiamai la sua attenzione.

«Quale tipo di vampiro ha occhi rossi e sclera nera?»

Lui spalancò gli occhi lasciandosi cadere la pistola argentea dalle mani. Con quella semplice domanda sembrò perdere trent'anni di vita e questo era un segno davvero preoccupante.

«C-cosa hai detto?»

«Un vampiro con la sclera nera, l'uomo blaterava di aver visto un vampiro con occhi rossi e sclera nera prima di spirare»

Si portò una mano dietro al collo e prese a imprecare in olandese prima di darmi una risposta

«La sclera nera esiste sono in quelli che categorizziamo come vampiri speciali. Sono vampiri fuori dal comune. Sono i più forti e hanno capacità differenti dai comuni vampiri e sono altamente pericolosi. Non ne ho mai affrontato uno ma so che non gli puoi uccidere con i metodi tradizionali. Prega di non trovartene mai uno davanti, perché la tua fine sarebbe inevitabile.»


Eravamo nei guai.

Avevo appena "visto" contro chi avevamo a che fare, mentre stava massacrando di innocenti. Darcy era pericoloso oltre che crudele nessuno sarebbe stato in grado di affrontarlo. Il mio collo prese a formicolare e l'uomo che avevamo appena trasportato si ridestò all'improvviso e fece per attaccare me Gabriel. Saltai su di lui buttandolo per terra prima che i lunghi artigli lo trapassassero e udii degli spari nella notte. Un buco enorme aveva trapassato il cuore dell'uomo, creato non da ben cinque proiettili. Ci voltammo tutti verso Jan, che era lontano metri di distanza mentre impugnava in una mano una semplice pistola in direzione dell'uomo. Jan abbassò la pistola e si rimise gli occhiali sul naso rimanendo sempre in allerta. Gabriel richiamò la mia attenzione per farmi notare che ero ancora avvinghiata su di lui con le mani sul suo petto. Mi alzai di scatto arrossendo in faccia per poi aiutarlo a rialzarsi.

«Quel ragazzo è un vero e proprio cecchino. Ottimo lavoro occhio di falco!» si complimentò alzandogli anche il pollice

«Mi dispiace, sembrava morto. Sono stata inutile di nuovo» dissi abbassando il capo e con gli occhi che mi pizzicavano. Ancora, Gabriel mi mise le mani sulle spalle dandomi conforto e facendomi rialzare la testa in modo da poterlo guardare.

«Non piangere. Se vuoi diventare forte devi darti tempo mia cara. Io credo in te ma tu non puoi mollare»

Il mio cuore perse un battito al sentire le sue parole. Quell'uomo sapeva sempre cosa dirmi sempre al momento giusto. Quel giorno giurai di diventare una vera cacciatrice, per me per quelle persone e per la mia famiglia. Avrei protetto tutti noi, con qualsiasi mezzo lecito o meno.

Hunters: Black EmpireWhere stories live. Discover now