Capitolo 6

211 20 16
                                    

«Ti ucciderei in questo momento» mormorai a quell'infame di mia sorella mentre un cameriere ci fece gentilmente accomodare nella sala della pasticceria.
L'ambiente era molto fine ed accogliente anche se io ero un fascio di nervi pronta a esplodere in qualsiasi istante. L'interno era tutto sui toni del marrone e bianco come le divise dei camerieri. Una volta sedute ad uno dei tavolini rotondi, mi sistemai due ciocche che erano scappate dal mio raccolto dietro alle orecchie. Il ragazzo di cui non sapevo il nome era seduto proprio al tavolo dietro al nostro. Io ero seduta in modo da poter vedere sia lui che Kat, che gli dava le spalle. Mia sorella mi sorrideva innocente con il mento posato sulle dita intrecciate tra di loro.

«Pensa piuttosto a cosa dirgli non appena attirerò la sua attenzione»

«Dici seriamente?! Io ti rinchiudo in manicomio e butto via la chiave»

Presi il menù dal tavolo e dedicai tutta la mia attenzione ai dolci che le avrei volentieri spappolato in faccia.

«Ascoltami. Ho un piano! Io ora mi alzo per "incipriarmi il naso", fai finta di averlo visto solo ora, sorridi, lo saluti e ci inizi a parlare»

«No non potrei e non ho tutta questa confidenza»

«Ho un'altra idea! Ti alzi tu, finta di inciampare e cadi a terra! Ti verrà di sicuro in soccorso e così potrai conversarci oltre che aggrapparti a lui»

«Non se ne parla nemmeno!!! Morirei istantaneamente»

«Ma perché di adiri così tanto? Non ti piace quel ragazzo?»

Perché le tue idee sono folli! Morirei istantaneamente!

Lo sapeva che non oserei mai fare il primo passo con le persone e mai riuscirei a mettere in atto l'assurda messa in scena che ha ideato.
Alzai lo sguardo su di lei per poi rivolgerlo al ragazzo seduto alle sue spalle. Stava leggendo il giornale acquistato poco prima con un'espressione concentrata, mentre un altro cameriere gli stava servendo una tazza di caffè. Il mio cuore accelerò di nuovo e distolsi lo sguardo presa dall'ansia.

«No! Non ho mai detto di essere interessata a lui e non sono interessata ai ragazzi ora!»

«I tuoi occhi a cuoricino dicono il contrario»

«Non ho gli occhi a "cuoricino". Si, ammetto che è molto affascinante ma non sono interessata a lui. Figuriamoci se poi dovessi fare donzella in difficoltà»

«Ma è così romantico» disse con voce delusa e continuo

«Non arriverei mai a tanto. Inoltre dovrebbe essere l'uomo a corteggiare la donna»

«Gli uomini solo alquanto ottusi. Devi farti notare fargli capire che sei tu interessata a loro. Per questo ci agghindiamo con gioielli, profumi e strane acconciature. Tu però non fai nulla di tutto questo»

«Sinceramente considero queste cose al quanto stupido. Sono futili vanità»

Il cameriere di prima tornò da noi da noi per prendere le nostre ordinazioni. Io ordinai una cioccolata calda mentre Kat un thè bianco al gelsomino. Approfittai della sua distrazione per guardare di nuovo il ragazzo vestito di nero corvino. Se ne stava seduto con le gambe elegantemente accavallate l'una sopra all'altra. Sembrava immerso nella lettura del giornale e di ogni tanto sorseggiava il suo caffè.

Stava facendo finta di leggere o non mi aveva notata per davvero? Chissà se leggeva libri. Non mi sembra una persona da romanzo. No, decisamente. Forse è più un tipo da poesia...

«Ma guarda chi c'è qui!»

Riconobbi subito quella voce falsamente smielata. Era Caterina Racoviță.

Hunters: Black EmpireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora