Capitolo 16

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Per settimane non feci altro che pianificare quella notte. Sarei uscita di casa e mi sarei messa a seguire le guardie imperiali e avrei fatto sputare il rospo a Dimitri Petrov. Ero sicura che lui avrei trovato altre risposte.

Mi assicurai, innanzi tutto che mio padre non sarebbe venuto a controllarmi così gli misi delle gocce di sonnifero nella tisana prima che lui andasse a letto.

Mi dispiace padre ma dovevo andare ad indagare fino infondo per i miei fratelli, sarei impazzita altrimenti.

Scesi nel cortile, stando ad attenta che non ci fosse nessuno e poi raggiunsi lo stalliere che mi aspettava al di fuori del cancello.

«Signorina Isabella mi farete passare i guai così» disse a bassa voce con la paura in corpo

«Non devi preoccuparti. Tornerò a casa prima dell'alba e nessuno si accorgerà di nulla» dissi lanciandogli il borsellino con i soldi che gli avevo promesso all'interno.

«Questa cosa deve rimanere tra di noi va bene?» dissi al ragazzo che stringeva le mani nel sacchetto come appiglio

«Certamente, ma siete in grado di cavalcare?»

«Che domande...»

Montai sul cavallo con un'unica spinta. Prendevo lezioni di equitazione da quando avevo sette anni, ero più che in grado di cavalcare. Mi coprii la testa con il mantello per poi partire verso la capitale. Dopo dieci minuti a cavallo, arrivai in città. Le strade erano illuminate dalle candele poste nei lampioni così che la gente potesse camminare senza problemi. Non era ancora molto tardi, quindi vi si potevano trovare donne e uomini nei locali o che passeggiavano tranquillamente. Lasciai il cavallo ad uno stalliere che si trovava in centro, promettendogli di dargli il doppio se avrei ritrovato il mio cavallo sano e salvo, e lasciandogli anche il mantello. Avevo nascosto i lunghi capelli sotto un berretto grigio topo, abbinato alla giacca e ai pantaloni maschili dal tessuto duro che mi ero fatta dare da Emil.

Va bene, mi sta un po' enorme ma di certo non potevo rubare dall'armadio di mio padre. Emil era l'unico con una corporatura esile e mi dovevo arrangiare con i suoi abiti.

Sistemai la giacca lunga che scendeva fin oltre il mio sedere e chiusi il colletto della camicia color burro. Siccome la giacca e il gilet erano grossi, non c'era bisogno di fasciarmi il seno per camuffarmi e anche i fianchi erano ben nascosti grazie al pantalone largo. Il gilet forse era l'indumento più grosso ma me lo sarei fatta andare bene. Ricontrollai il mio trucco dal riflesso di una vetrina. Mi ero disegnata le sopracciglia più spesse e aveva cercato di rendere i tratti del viso più duri col trucco, in modo tale da sembrare più mascolina, anche se sembravo più un ragazzino smilzo che un uomo. Comunque, non sembravo io. Mi incamminai alla ricerca delle guardie, sapendo che vagavano sempre per le strade e mi appostai davanti al tabaccaio, che si trovava in un vicolo vicino alla pizza, in attesa di vedere qualche divisa nera e dorata arrivare. Sicuramente qualcuno tra loro fumava e quello era l'unico aperto a quest'ora. Dopo circa una mezz'ora, vidi arrivare tre uomini vestiti con i mantelli neri e dorati e tra di loro c'era Dimitri Petrov. Aveva l'espressione chiaramente irritata, più del suo solito, e guardava davanti a sé con fare altezzoso mentre camminava di fretta seguito dagli altri. Entrò nel tabaccaio a prendere delle sigarette e non appena se ne andò, mi misi a seguirlo. Dopo diverse svolte arrivammo davanti al Tiche, il più grande Casinò di Bucarest e centro della vita notturna della capitale. C'era sempre qualche mascalzone e di conseguenza, anche un gran numero di guardie imperiali che giravano nei dintorni. I tre entrarono nel casinò e anche io dopo di loro tirandomi giù il berretto sulla fronte. L'interno era immenso. Il soffitto era pieno di lampadari di cristallo e le pareti erano adornate con affreschi rinascimentali. Il piano di sotto pullulava di uomini che giocavano alle carte o alla roulette. C'era un baccano assurdo. C'erano risate, rumore di fiches, urla e bestemmie che sovrastavano persino i miei pensieri. Vidi gli uomini che stavo seguendo dirigersi in fondo alla sala. Percorsi svariati metri prima che una donna, sbucata dal nulla e vestita con uno sfarzoso vestito a corsetto, mi prendesse per il braccio

Hunters: Black EmpireWhere stories live. Discover now