Capitolo 4

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«Padre siamo tornate!» urlò entrando nell'ingresso di casa seguita da Katia

«Bentornate ragazze. Com'è andata?»

«Meravigliosamente. La professoressa di educazione domestica si è complimentata di come canto. Mi ha persino proposto di farmi da mentore» disse Kat mentre lasciavamo le nostre giacche e le cartella al nostro maggiordomo Edoardo.

«Oh che lieta notizia! E tu Bella?»

«Non è successo nulla di particolare. Mi è piaciuta la lezione di matematica. Siamo passati alla trigonometria»

«Me la ricordo bene... All'università ero una schiappa.»

Alzo lo sguardo dalle carte per postarlo su di me notando che camminavo po' zoppicante

«Sei caduta?» chiese corrugando la fronte

«Non è nulla di grave. È una semplice sbucciatura»

Kat puntò gli occhi su di me e lanciai uno sguardo di intesa per dirle di non farne parola

«Te l'ho detto che sei ancora troppo piccola per scarpe così alte» continuò mio padre

Lo guardai indignata. Almeno una volta al giorno doveva fare un commento sulle mie amate Mary Jane. Non erano così alte come diceva lui ed erano molto comode e femminili.

«Non esistono scarpe migliori. Sono eleganti e comode»

«Ce ne sono un'infinità che ti potresti comprare ma ti ostini a metterti sempre quelle»

«Sono le uniche che mi piacciono!»

Sciolsi i miei lunghi capelli neri scuotendoli leggermente con le mani per liberarli meglio. La senzasione di sciogliersi i capelli dopo una lunga giornata di scuola era indescrivibile. Detestavo davvero tenerli legati anche se non li legavo in maniera particolarmente stretta.
Era ancora presto, quindi decisi di prendere un libro e di leggere prima di mettermi sullo studio. La luce dorata del sole entrava soffusa dalla grande finestra alla sinistra di mio padre, era stata messa in una posizione strategica così che potesse entrare solo la luce indiretta del sole in qualsiasi ora del giorno.Nel salotto vi c'era l'atmosfera perfetta per dedicarmi alla lettura così presi il nuovo libro che avevo comprato dalla libreria e mi sdraiai comodamente sul divano verde foresta di fronte a mio padre mentre mia sorella, che intanto si era andata a cambiare, ritornò con un ricamo incompleto tra le mani, sedendosi sulla poltrona opposta al divano.

«Domani io Bella vorremmo andare in città dopo la scuola» iniziò Kat non appena si sedette.

«In città? A fare cosa?» chiese mio padre sollevando un sopracciglio

«Compere.»

«Ragazze, non è proprio il periodo migliore per rincasare tardi»

Nostro padre tirò fuori il giornale da sotto il tavolino di legno il quale riportava propeio in prima pagina la notizia delle persone scomparse. Strinsi le labbra tra loro imponendomi di non lasciarmi scappare neanche un commento.

«C'è un rapitore in questo periodo che fa vittime proprio in città»

«Oh santo cielo padre non vogliamo di certo tornare a mezzanotte passata! Il tempo di prendere dei vestiti e torneremo»

Kat lanciò uno sguardo, allargando leggermente gli occhi.

Voleva che aggiungessi qualcosa per convincerlo ma cosa avrei dovuto dirgli? Lo sapeva che non mi piaceva andare in città

«S-si padre, torneremo presto. Non ci prolungheremo più di due o tre ore»

«Come mai vai anche tu in città? È una novità questa»

Hunters: Black EmpireWhere stories live. Discover now