80*

830 18 6
                                    

« E invece esiste.. ed è la costante paura di poterti perdere perché tu possa trovare qualcuno meglio di me perché parlandoci seriamente.. ci sono milioni di ragazze più belle di me, più magre.. perfette.. e tu meriti tutto questo non una come me che va ancora dietro allo studio cercando ancora un futuro adatto per lei. »

Sussurrai tra i singhiozzi sentendo il bisogno di dirgli davvero ciò che pensavo.
Non lo facevo da tanto, questa lontananza aveva accumulato tante cose di noi, cose che prima facevamo e che adesso non più.

« Giulia.. io ho scelto te, e sceglierò te per il resto dei miei giorni non perché qualcuno me l'ha imposto.. ma perché sono innamorato di te, del tuo essere così dannatamente bella, del tuo sorriso enorme.. del tuo profumo, del colore dei tuoi capelli e della bambina che sei e che resti anche tra 30'anni.. io non me ne faccio niente di tette rifatte.. preferisco guardare te mentre cerchi di alzare le tue con i tuoi reggiseni semplici.. preferisco guardarti sfiorare le pagine di un libro di scienze soltanto perché hai timore, paura e vergogna di far sentire al mondo la tua voce e quindi ti ostini a diplomarti per poter lavorare in qualche cazzo di istituto.. »

Lo guardai appoggiando la schiena al muro della stanza girando la testa al vuoto..
Come lui nessuno.

Sentii gli occhi andare a fuoco da tutte le lacrime
Versate e le sue dita che si erano appicciata sul mio viso bagnato.

« Mi dispiace.. scusa.. » sussurrai a bassa voce
« Dimmi che sei qui.. che resti qui con me per sempre, che è il nostro nuovo inizio e che farai sempre ciò che hai desiderato fare.. dimmi che non te ne vai, per favore.. »

Tirai su col naso poggiando la mano a della mia felpa bianca per asciugarmi gli occhi e sussurrai a Bassa voce :

« Mercoledì.. Ero a scuola e rileggevo la lettera che mi hai fatto dopo il giorno del funerale di papà.. così sono rimasta tutto il giorno a pensare a quelle parole, e poi sono andata a ripetizione dal prof e.. continuavo a pensare e ripensare, sentivo la testa scoppia e quando sono tornata a casa.. ero sola Ciro.. mi guardavo intorno e non avevo nessuno.. non c'era nessuno con cui anche soltanto parlare un minuto.. e così ho pensato che alla fine io non avevo bisogno di qualcuno.. io avevo bisogno di una sola persona e quella persona era a miglia di lontananza da me.. così ho capito che l'unica cosa fare era mollare tutto e correre da te.. »

Nemmeno finí la frase.. deglutì appena sentendo le sue labbra sulle mie..
Inizialmente non ricambiai ma soltanto dopo lo feci, e nel momento in cui le sue labbra erano ormai fondate con le mie del tutto e le nostre lingue non avevano bisogno altro che toccarsi..

Capì che lui non sarebbe mai riuscito a baciare labbra che non erano le mie, ad amare donna che non ero io.. e sicuramente nemmeno io ci sarei riuscita..

Le sue mani finirono sul mio maglione che tolse subito e l'aiutai a togliermi i vestiti che indossavo volendo soltanto in quel momento sentire lui, sentirlo in me, sfamare la voglia che avevo di lui..

Finimmo sotto le coperte a fare l'amore per tutto il pomeriggio, sembrava che entrambi non avessimo abbastanza dei nostri corpi e io non potevo farne a meno.

« Resti con me.. per sempre? »
« Per sempre.. »

Sussurrai contro le sue labbra mentre aveva il corpo sul mio ma senza fare pressione del tutto mentre le mie gambe erano attorno al suo bacino.

« Mamma mi Giù.. ti giuro da 15 giorni che stavo andando in tilt.. »

Capii cosa volesse dire e scoppiai in una risata alzando appena il collo mentre avevo la testa tra i cuscini e lo guardai sorridere come per dire "è vero".. scossi la testa accarezzandogli i bicipiti e sussurrai a bassa voce:

« Quante ne hai appresso Ricci? »
« Cient femmn nun fann a fammn c teng ca.. »
« Sei un ruffiano.. »

Lo guardai sorridere e lo spinsi appena dal petto facendo una smorfia lèggerà col naso siccome era ancora in me e sentì un leggero piacere stringendogli le dita al lato destro del collo.

Poggiai le labbra sulle sue ma non lo baciai, morsi il suo labbro inferiore tirandolo appena tra le mie labbra e lo guardai sorridere.

« Non fare la stronza con me.. »
« Per quasi un ora l'hai fatto tu con me.. »
« Io posso tutto.. ah, non so se questa cosa ti fa eccitare di più ma.. sto imparando a cucinare, sai.. gli uomini che cucinano sono più sexy.. »

Soffiai una risata guardandolo pensando a quando gli dissi quella sera prima che lui partisse quelle cose e gli lasciai baci sulle labbra a stampo.

« Mamma mia.. non mi eccita.. di più.. »
« Tu si proprij na stronz.. »
« Sono pur sempre la donna di Ciro Ricci.. »
« Giulia.. »

Smisi di sorridere accarezzandogli il mento con le dita con un leggero filo di barba e alzai gli occhi ai suoi aspettando che parlasse:

« Ti amo.. ti amo assai Giu.. te lo giuro sei stata i miei due anni più belli della mia vita.. »

Sorrisi guardandolo e poggiai le labbra sulle sue come per fargli capire che per me era lo stesso, che l'amavo così incondizionatamente tanto da non voler nient'altro dalla vita.

Riprendemmo a fare l'amore come stavamo facendo pochi istanti prima.
-

« Ma quanta roba hai portato? »
« Eh amo.. ho ancora altro a casa.. »
« Ma te lo compri qui, si scem? »

Lo guardai sospirando mentre rimasi avanti allo specchio ad asciugarmi i capelli.

Eravamo appena usciti dalla doccia e lui già era vestito, voleva a tutti i costi portarmi in giro e mi aveva già detto che la sera dopo avrebbe voluto uscire a cena fuori io e lui, ed era strano visto che un appuntamento serio io e lui non l'avevamo mai avuto..

Oppure diciamo che il nostro appuntamento era sempre stato "Gigino a mergellina" quel famoso panino porchetta completa che entrambi amavamo alla follia.

« Metti qualcosa così poi domani vai a comprarti quello che vuoi.. »
« Amo, ma non è che sei milionario eh.. »

Non ero ancora abituata alla sua vita, diciamo che ero rimasta ad un "piccolo" Ciro che lavorava h24 per guadagnarsi 150€ a settimana.
E invece adesso era qui, lontano un miglio da casa, riscattando la vita.. con i suoi milioni all'anno.

Lo guardai farmi una finta risata come per dirmi "nono, prendo poco" in modo ironico e sorrisi appena sussurrando:

« Edoardo non è più tornato.. »
« Fa sempre così, vive qui ma ha un altro l'appartamento al piano superiore e sicuramente è lì a parlare con mia sorella.. »
« Ti sta bene questa cosa? »
« Finché non la fa soffrire va bene così.. »

Sorrisi guardandolo e posai il fono.

Pazzo di te.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant