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10 Agosto. 19:30

Ciro era già da un mese fuori, ogni cosa sembrava nuova per entrambi e diciamo che in qualche modo credo che la nostra relazione era ufficiale da quando aveva messo piede fuori da quell'istituto.

Io facevo ancora volontariato li, ma vi giuro che era proprio vuoto L'IPM senza lui, Edo, e anche delle ragazze che avevano avuto le messe in prova.

I giorni insieme a lui passavano così velocemente, quasi sembravano che tutto ciò che non abbiamo mai fatto da quando ci siamo conosciuti cercavamo di farlo ogni giorno.

Lui oltre a lavorare per la pizzeria aveva ripreso a giocare a calcio, e Edo aveva ripreso musica. Per di più Ciro aiutava anche il suo papà e la sua famiglia, adesso che anche suo fratello aveva preso a lavorare.

Non conoscevo ancora la sua famiglia ma per il semplice fatto di non voler correre e dare tempo al tempo le cose giuste, mentre lui conosceva soltanto il mio Papà, da quando quel giorno mi portò a casa..

E in realtà una volta li beccai anche al bar insieme, non chiedetemi cosa stessero facendo perché non mi avevano mai detto realmente che ci facevano li.

Avevo scoperto un nuovo Edoardo, spensierato, casinista insieme al suo migliore amico Ciro e forse stava aprendo il suo cuore a quella chiattilla dolce di Teresa, col quale stavo prendendo un bel rapporto anch'io con lei da quando ci stavamo frequentando fuori L'IPM.

Non chiedetemi se Ciro è a conoscenza di ciò che era successo prima che uscisse dall'istituto, perché no.. non ero mai riuscita a dirgli di quella situazione scomoda tra me e Valletta. Ma per il semplice motivo che sembrava che tutta quella mischia adesso fosse lontana da noi, ed eravamo abbastanza felici.

Dentro di me, c'è un'insoddisfazione perenne che mi accompagna da sempre. È come una sensazione di non detto o di non fatto..
È come quando fai un viaggio bellissimo e quando torni semplicemente vorresti non essere tornato allora per qualche giorno
-fino a che non ti abitui-
hai una specie di vuoto dentro ogni posto che vedi non lo vorresti vedere e tutta la gente che incontri non la vorresti incontrare, non ti sembra abbastanza, capito?

Ecco io questa specie di vuoto qui ce l'ho addosso di continuo sembra sempre che non è abbastanza, certe volte sembra che questa non sia la mia vita ma un film muto che io guardo da fuori, e da fuori posso dire che forse nessuno mi conosce davvero, perché nessuno conosce le mie riflessioni notturne tutti i sorrisi che ho acceso e spento in un momento
-chissà poi perché-
tutte le volte che volevo parlare e sono rimasta zitta.

Una volta m'hanno detto che ognuno di noi è esattamente quello che dice in mezzo a un sacco di gente che parla quello che dice, insomma, senza essere ascoltato.
Si tratta delle parole, che vorremmo dire ma non ne siamo certi che vorremmo far uscire ma che, forse, pensiamo non sappiano volare.
Me l'hanno detto una volta e ci ho creduto.

Dentro di me c'è qualche cosa di irrisolto e forse certe volte vorrei solo qualcuno che possa sentire me dentro a un mare di gente che possa ascoltare le parole che ho paura di dire anche se poi non le capisce, farci caso, insomma sentirle tra le tante
che trovare un paio d'occhi tra una folla
è cento volte più facile di trovare le parole non dette tra un sacco di parole coraggiose abbastanza da imparare a volare. lo non lo so se siamo le parole che non diciamo.. posso dire che io sono sicuramente quello che ho il timore di dire e di fare quello che non dico e non faccio, insomma.. eh si.. esattamente quello
tutto quello che trattengo dentro che non ho il coraggio di far uscire.
Dentro di me c'è un'insoddisfazione perenne che mi accompagna da sempre..

ma quando sto con Lui, giuro che si spegne.

-

« Pà.. stasera non torno a casa.. »
« Perché dove vai? »
« Te l'ho detto due secondi fa.. »
« Eh oh.. non mi ricordo.. »
« Vado a dormire da Vale.. »
« Vale sarebbe il tuo fidanzato? »

Lo guardai trattenendo il sorriso e scossi la testa.
La cosa che mi preoccupava maggiormente era il mio papà che stava spesso dimenticando molte cose in quel periodo, stava facendo un paio di vise e per il momento stavano andando bene le cose.

« Non devi dirmi le bugie.. preferisco tu mi dica "papà sono con Ciro" e preferisco tu faccia la brava. »
« Ma dai papà.. tranquillo.. »
« Si come no. Vedi che domenica, Christian porta la fidanzata a casa, magari puoi far venire anche Ciro.. ci sarà anche Peppe e Giada »
« Ti aggiornerò.. »

Sorrisi appena prendendo la borsa guardandomi per l'ultima volta allo specchio abbassando subito lo sguardo al cellulare:

- Amore, sono fuori, esci? -

Alzai la testa a mio padre sistemandomi i capelli dietro all'orecchio sentendo leggermente caldo e mormorai.

« Pà io vado! »
« Giuli.. stat accort »

Gli lasciai un bacio sulla guancia lasciando casa e dopo aver fatto le corse per le scale del mio palazzo arrivai giù guardando Ciro in tutta la sua bellezza in una di quelle sue tute odiose nere.

« Penzav e m fa viecchij ca basc.. »
« Che simpatico.. »
« Oggi ero indeciso su quale tuta mettere! Mi piaceva di più la grifa ma ho preferito la nera »

Lo guardai facendo una smorfia, sapeva che lo odiavo quando indossava le tute grigie, lo guardai sorridere e salii dietro di lui sul suo SH bianco poggiando subito le mani sul suo petto.

« Amo.. sei pronta per passare una notte da Dio? »
« Ma perché devi fare sempre il perverso? »

Lo spinsi appena sentendola ridere e trattenni il sorriso mentre lui prese a guidare.

Era la prima vera notte che passavamo da soli, semplicemente perché volevamo stare un po' soli visto che da quando era uscito stava lavorando come un non so che.. e per di più spesso aveva i controlli a casa.

Guidò fino a Mergellina dove mangiammo un panino da quei camion enormi seduti sul muretto dove divideva il mare dalla strada.

Ecco cosa intendevo io per amore, un semplice panino, delle semplici risata insieme.. tutto questo lo stavo scoprendo adesso.

Pazzo di te.Where stories live. Discover now