21*

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Avevo cenato stesso nella stanza, inventando la scusa di non sentirmi bene e Liz era appena andata via dicendomi di non farmi venire niente perché il giorno dopo ero quasi obbligata ad andare con loro.

Rimasi stesa sul letto col cellulare tra le mani:
- Hai idee per domani? -
- Ti lascio carta bianca.. casomai ti assecondo -
- D'accordo.. -
Lasciai il visualizzato a Teresa e mi alzai avvicinandomi alla finestra della stanza.

Davvero non riuscivo a capire come riuscivano a stare chiusi h24 qui dentro.. perché avere due ore al giorno d'aria in cortile di sicuro non cambiava niente..

La maggior parte di noi, crescendo, sperimenta solitudine, confusione, paura, diversità e smarrimento, e quando la famiglia non è di supporto, ma ci mette il carico da novanta per farti sentire ancora più un alieno, allora le cose si possono fare davvero difficili da gestire.
La disperazione diventa una compagna inseparabile e la via d'uscita sembra inesistente.
Se c'è una cosa che ho veramente imparato, durante la mia infanzia prima e l'adolescenza poi, è stato sentirmi sbagliata, inadeguata e sola. L'unica certezza che avevo era che così com'ero non andavo bene, ma nessuno sapeva dirmi come avrei dovuto essere.
E sentirsi rifiutati credo sia la cosa più dolorosa al mondo, perché finisci per odiare il tuo stesso DNA, odiare tutto di te, e sei condannato a vagare per questa Terra cercando ogni volta di "andare bene" nella speranza di essere accettato, di essere amato e non più così disperatamente solo.
E quando si è disposti a tutto pur di mendicare briciole di affetto, si finisce per incontrare un sacco di gente che se ne approfitta.
Quello che ho capito diventando adulta è che non bisogna mai smettere di cercare la via d'uscita dal labirinto di specchi, perché l'uscita c'è sempre, a volte è a un passo da te, a volte ci vogliono anni per trovarla tentando tutte le strade possi-bili, altre volte basta un aiuto esterno, un amico, un mento-re, o anche un buon libro. L'importante è non dire mai "è andata così"
, quello è il vero peccato mortale, perché se tu vai
incontro alla vita, lei ti ricompensa sempre.
Il passato non molla mai la presa, ma si impara a lasciarlo chiuso in un baule in soffitta e a tirarlo fuori solo in rare occasioni, per constatare che è qualcosa di inutile, polveroso e pieno di tarme.

-

« Giulietta.. »

Mi girai di scatto sentendo i miei pensieri tornare alla realtà.. era l'unico a chiamarmi così dopo Vale. Mi girai appena guardandolo alzando un sopracciglio.

« Che ci fai in giro a quest'ora? »
« Lino.. mi aiuta spesso.. »
« Entra prima che ti beccano.. »

Mormorai sospirando appena facendolo entrate chiudendo la porta alle spalle.

« Ma che ore sono? »

Chiesi andando a guardare il cellulare sul comodino, spento.

« Credo quasi le 23.. »
« Ma tu sei impazzito? »
« Volevo parlare un po' con te, per un intero mese ci vedevamo ogni giorno e avevamo sempre qualcosa da dirci.. adesso che siamo più vicini a stento mi parli.. »
« Lo so, non lo faccio apposta.. »

Sospirai appena sedendomi sul letto guardandolo sedersi accanto a me.. girai lo sguardo verso di lui e alzai le spalle sentendolo:

« Hai litigato con quel cretino? »

Scossi la testa in un no girando lo sguardo nel vuoto.

« Gli ho semplicemente detto la verità.. »
« Giuliè.. ma tu c vuo..? »

Non lo sapevo, io per la prima volta non sapevo cosa volessi e non era un bene per niente..

« Allo? »
« Nun o sacc.. »
« Allora.. te lo richiedo diversamente.. il tuo cuore cosa vuole Giulietta? »

Alzai le spalle sentendo che quel mio silenzio ormai stava diventando solo un fastidio rumore, alzai gli occhi girando poi la testa verso di lui.

« Voglio essere felice Ci.. »
« E sei sulla buona strada? »
« No.. sembra che qualsiasi cosa faccia non vada bene e allora me ne resto ferma.. »

Mi accorsi soltanto dopo della sua mano nella mia, deglutì guardando le mani mentre il suo pollice accarezzava il dorso della mia mano.

« Chi è stu uaglion? »
« Si chiama Nicolas.. è un militare, l'ho conosciuto due anni fa quando venne a scuola per delle dimostrazioni.. »
« Quanti anni ha questo? »
« 22.. »
« Ah.. benissimo. Ma tu tien 17 ann.. »
« E quindi? »
« Ci vuole un ragazzo della tua stessa età.. »

Lo guardai soffiando una risata guardando il suo sorriso, intendeva "se stesso" scossi la testa mordendomi il labbro inferiore e poi girai lo sguardo sentendo il rumore del mare..
Mi alzai avvicinandomi alla finestra e dopo poco sentì la sua voce dietro di me.

« Bell eh? »
« Assai.. »
« Non sto parlando del mare Giù.. »

Girai il corpo verso di lui e deglutì appena:

« Sto parlann e te.. »

Mi strinsi subito a me stessa sentendo qualcosa in più di quello che avevo provato per un bacio di Edo, morsi il labbro inferiore e lo guardai avvicinarsi allungando poi le mani al mio viso prendendo le mie guancia tra le sue mani..

« Il profumo che i tuoi capelli lasciano ogni volta che scappi via.. »

Avevo già sentito quelle parole..

Pazzo di te.Where stories live. Discover now