Capitolo 23

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Il giorno di Natale finalmente è arrivato ed io sono felice come una bambina! Il Natale è sempre stato uno dei miei momenti preferiti dell'anno, non tanto per l'atmosfera anche perché vivendo a Napoli non abbiamo la neve e tutto il resto, ma era bello svegliarsi la mattina ed avere tutta la famiglia in casa, i regali sotto l'albero e tutti gli addobbi. Crescendo, queste cose sono svanite pian piano, ma io, Erik e Simone ci eravamo promessi che avremmo passato tutti i Natali insieme e così è stato, finché Simone è rimasto con noi, poi io ed Erik abbiamo smesso di festeggiare ma oggi è diverso. Sono in un posto nuovo ed anche se si tratta di un carcere ho nuove persone con cui festeggiare.

Io:"Buongiorno ragazze, buon Natale!" Sveglio le mie amiche urlando e loro per tutta risposta mi lanciano i cuscini.
Io:"Dai ragazze sveglia!" Dico tirando letteralmente giù dal letto Rosa e Kubra.
R.R:"Margherì ma che vuoi? Fammi dormire." Afferma girandosi dall'altra parte.
Io:"Dai che il tuo bel Carmine ti aspetta! E lo stesso vale per Pino!" Sapevo che avrei vinto così, ed infatti le mie amiche sono scese dal letto belle pimpanti iniziando a parlare della cena di stasera.
Stando in un carcere e non potendo festeggiare con i nostri parenti, la direttrice ed il comandante hanno deciso di farci fare una tavolata tutti insieme in cortile e Tonino, il nostro maestro di pizzeria, ci preparerà la cena.

Appena arriviamo in mensa corro verso Milos e gli salto in braccio.
Io:"Buon Natale amico mio!" Urlo, per poi fare gli auguri a tutti.
Appena arrivo davanti a Ciro mi blocco, però alla fine a Natale si è tutti più buoni, no?

Io:"Buon Natale Ricci." Affermo dandogli un bacio sulla guancia.
C.R:"Buon Natale Saggese, tra un po' arriva il tuo regalo." Lo guardo un po' storto e poi vado a prendere posto vicino ai miei amici.

E.C:"Come mai così di buon umore oggi?"
Io:"Amo il Natale, l'ho sempre amato, tu no Edo?" Lui in risposta scuote la testa e abbassa gli occhi, ho toccato un tasto dolente?
Sto per chiedere qualcosa ma Liz chiama me, Rosa e Ciro ai colloqui.

Arrivo in sala colloqui facendo gli auguri a tutti quelli che incontro, quando arriva il Natale divento automaticamente una bambina di due anni.
Entro sorridente e appena vedo mio fratello gli corro incontro.
Io:"Ciao fratellone, buon Natale!"
M.S:"Buon Natale piccolina, come stai?" Mi siedo e con la coda dell'occhio vedo Rosa e Ciro con loro padre.
Io:"Sto bene, tutto sommato qua si sta bene. Tu come stai invece? Novità?"
M.S:"Sto lavorando per liberare tutti o per lo meno ci provo. Fuori si parla molto di te e Ciro, è successo qualcosa?"
Sto per rispondere ma sento un rumore di schiaffo che mi distrae.

R.R:"Papà ma sei impazzito?" Mi volto verso la famiglia Ricci e vedo Ciro più incazzato che mai, sua sorella che guarda in cagnesco il padre e lui che non muove un muscolo.
Mi giro verso Marco che guarda divertito la scenetta, è impazzito pure lui?
Io:"Marco, perché sei così divertito?" Chiedo alzando un sopracciglio.
M.S:"Perché la famiglia si sta spaccando ed è proprio quello che voglio." Annuisco non sapendo cosa rispondere.
Dopo aver parlato del più e del meno, il comandante mi richiama per andare in cortile.

Io:"Comandante dov'è Edo?" Chiedo guardandomi intorno.
M.E:"È uscito in permesso."
Io:"È successo qualcosa?" Lo vedo un po' inquieto, chissà come mai.
M.E:"Non so, ho un brutto presentimento ma spero di sbagliarmi." Annuisco e raggiungo gli altri in cortile.
Vedo Ciro seduto in disparte pensieroso, così decido di sedermi accanto a lui.
Io:"Mi presti l'accendino?" Lui sobbalza, non aspettandosi la mia vicinanza evidentemente.
Mi allunga l'accendino e riprende a fumare senza nemmeno guardarmi.
Io:"Va tutto bene?" Chiedo sedendomi accanto a lui.
C.R:"Ho paura che mio padre abbia venduto Edoardo." Lo guardo accigliata non capendo a cosa faccia riferimento.
C.R:"Prima al colloquio mio padre ha detto che ogni cosa si sarebbe sistemata con i Di Salvo appena Edoardo fosse uscito in permesso."
Io:"Edo è già uscito, giusto?" Lui annuisce preoccupato.
C.R:"All'infuori della mia famiglia Edoardo è la persona a cui tengo di più al mondo. Se dovesse succedergli qualcosa io non so cosa farei, anche se dentro di me so che non è colpa della famiglia di Carmine il mio sangue richiama l'odio che provo per loro."
Io:"Non sei obbligato a fare niente Ciro, non sei obbligato ad uccidere nessuno. Guarda Carmine, è un Di Salvo eppure non è come la sua famiglia." Lui mi prende la mano e la stringe forte ed io in risposta appoggio la testa sulla sua spalla.
Io:"Andrà tutto bene, vedrai."
Lui annuisce e tira fuori un pacchettino dalla tasca.
C.R:"Buon Natale piccolina."
Apro il pacchetto e dentro trovo una collana con il ciondolo rappresentante il mare.
È probabilmente la cosa più carina che Ciro abbia mai fatto per me.
Io:"Non dovevi Ciro, io non ho un regalo per te." Affermo un po' triste.
C.R:"Non importa, io non voglio un regalo, ho già te. L'amore che provo per te è un regalo, mi fa andare avanti ogni giorno sapendo che qualcosa di buono nella mia vita esiste ed esisterà a lungo. Mi dispiace di non essere la persona che meriti, ma voglio impegnarmi a lungo per diventarlo."
Sorrido e gli accarezzo una guancia, per poi dargli un lieve bacio sulle labbra.
Io:"Ti amo anch'io Ciro e sono sicura che prima o poi potremo stare insieme. Te lo prometto." Lui annuisce con la fronte appoggiata alla mia ed io vedo un lieve bagliore di speranza per noi due.

Ormai è ora di cena e noi siamo tutti fuori in cortile a mangiare.
Rosa e Carmine si scambiano sguardi d'amore e frasi dolci, venendo puntualmente presi in giro da me e Ciro.
Quest'ultimo sembra più rilassato riguardo la storia di Carmine e sua sorella, fortunatamente ha capito che anche loro meritano di essere felici insieme.
Mentre Micciarella tenta di rubarmi la pizza, venendo prontamente preso a paccheri da Milos e Cucciolo, sentiamo degli spari in lontananza.
Io e Rosa ci guardiamo negli occhi e iniziamo a correre verso il cancello avendo un solo pensiero in testa: Edoardo.
Le urla di Ciro e Carmine che ci dicono di fermarci non le ascoltiamo nemmeno, usciamo dal cancello e vediamo Edoardo ferito ad una spalla così mi lancio verso di lui per evitare che venga colpito ulteriormente e, proprio quando sto per raggiungerlo, ecco che una pallottola colpisce me allo stomaco.
L'ultima cosa che vedo è Ciro urlare come un dannato e spingere tutti per venire da me.
Scusa amore mio, non so se avremo un futuro insieme, ma almeno Edoardo è salvo.

Le forme dell'amore/Ciro RicciWhere stories live. Discover now