Capitolo 15

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Mi trovo a due centimetri dalle labbra di Ciro Ricci ed anche se il mio cuore dice di baciarlo, il mio cervello ha messo dei paletti ben evidenti.
Non posso baciarlo, io non sono ancora pronta, così mi scanso e recupero le stampelle.
So di aver fatto la cosa giusta anche se noto il suo evidente fastidio, ma infondo non sa cos'ho passato, altrimenti penso che mi capirebbe.

Io:"Ciro, non ci rimanere male. Non sei tu il problema e non te lo dico perché in queste circostanze si dice, ma è la verità. Ho un passato segnato alle spalle, un passato da cui ancora non sono riuscita a staccarmi e di cui ancora purtroppo non riesco a parlare apertamente, ma ti prometto che prima o poi avrai le spiegazioni che ti meriti." Sono triste perché non vorrei mai ferirlo, vorrei che fosse sempre felice come quando mi faceva volare tra le sue braccia.
C.R:"Non farti troppi film mentali, per me sei una come tante." È proprio un pezzo di merda, ed io che speravo che fosse sincero!
Io:"Ah sì? Allora vaffanculo Ciro, vattene da questa cella." Gli urlo addosso talmente tanto che Milos e Carmine corrono a controllare ma non me ne importa. Questa volta ha esagerato pure per i suoi standard, soprattutto non ha considerato il fatto che io non sono una di quelle ragazzine che si fa attirare dal fascino del camorrista, non gli correrò dietro.
Lui fortunatamente se ne va, così resto da sola con i miei amici, anche se non vorrei vedere nessuno in questo momento, così prendo le mie stampelle e mi dirigo in cortile, so che è pieno di gente ma almeno ci sono le panchine libere.

Una volta arrivata in cortile noto con molto dispiacere che tutte le panchine sono occupate, quindi vado a sedermi di fianco all'unica persona che in quel momento volevo vedere.
Quando i suoi occhi verdi si sono posati su di me ho capito che qualcosa non andava, lui si è alzato per darmi la possibilità di sedermi e poi gli ho chiesto cosa stesse succedendo.

E.C:"Non so spiegarlo, ma ho il presentimento che stia per succedere qualcosa..." Lascia la frase in sospeso ed io mi guardo intorno per capire a chi si sta riferendo.
Io:"Chi pensi possa riguardare?"
E.C:"Lo sai." Cerco con lo sguardo quel ragazzo che fino a qualche minuto prima era in cella con me, ma non lo trovo da nessuna parte.
Io:"Dov'è Ciro?"
Edo fa le mie stesse mosse, na nemmeno lui riesce a trovarlo, così si alza di scatto ed inizia a vagare per l'istituto, io cerco di stargli al passo ma per ovvie ragioni non riuscivo.

E.C:"Margherì resta qui, stanne fuori." Odio i ragazzi quando fanno così, è vero probabilmente avrei aggiunto solo a loro una preoccupazione, però io non posso lasciarli da soli.
Solo per questa volta decido di dargli retta, anche perché conosco Edoardo quando s'incazza e non è un bello spettacolo.
Mi risiedo sulla panchina e vengo raggiunta a Silvia e Rosa.
Fa strano dirlo, ma la piccola Ricci mette addosso un'allegria smisurata, ama la danza e vederla ballare spensierata la fa sembrare una persona come tante, una persona che non ha demoni e che non appartiene ad una famiglia mafiosa, ma io poi la sento la notte quando non riesce a dormire, quando si rigira nel letto nervosa. È solo una ragazzina come noi che sembra abbia vissuto due vite in più.

R.R:"Come ti senti?" Chiede accarezzandomi il volto.
Io:"Mi fa un po' male il ginocchio, ma tutto sommato bene. A proposito, grazie per avermi difesa."
R.R:"Sei una sorella per me, quella che non ho mai avuto, farei qualsiasi cosa per te." Le sorrido spontaneamente, è da proteggere una persona come lei.
Mentre la guardo noto che ha dei segni rossi sul collo.

Io:"Cos'è successo Rosa? Chi ti ha fatto del male?" Chiedo abbastanza dura, non sopporto la violenza in generale, specialmente contro una persona a cui voglio bene.
R.R:"Nulla Margherì sta tranquilla." In silenzio mi alzo e vado a cercare Edoardo dato che è passata più di un'ora e ancora non è tornato, anche gli altri ragazzi non so che fine abbiano fatto.
Mentre vado a cercarli sento delle urla provenienti dal laboratorio di pizzeria, così mi avvicino ed entro.
Lì dentro vedo Ciro, Edoardo, Carmine e Milos che prendono a calci Mimmo o per lo meno ci provano, dato che sembra farsi valere.
Appena Mimmo mi vede scatta verso di me e mi toglie le stampelle, facendomi cadere per terra come un sacco di patate.

Mimmo:"Come ho fatto del male a Rosa non ci metto niente a fare del male anche a lei. Volete continuare o la chiudiamo qua?" Sento il coltello che mi preme contro la gola, ho paura. Ho lo sguardo terrorizzato e sembra che anche Ciro abbia paura.
C.R:"Lasciala stare pezzo di merda!" Appena Ciro fa un passo, Mimmo spinge il coltello e sento un po' di sangue scorrermi sul collo.
Milos:"Devi lasciarla stare!" Milos si lancia contro Mimmo colpendolo in pieno viso, così dà l'occasione a Ciro di prendermi e tenermi con lui mentre gli altri picchiano Mimmo.

E.C:"Basta! Margherita si spaventa!" Urla Edoardo, avendo prima l'approvazione di Ciro.
Gli altri portano via Mimmo ed io mi ritrovo da sola con Ciro per la seconda volta in quella giornata.
Questa volta però è diverso, sono tra le sue braccia e mi sento protetta. Piango per lo spavento e lui mi asciuga le lacrime, mi fa sedere sul bancone aiutandomi a poggiare bene la gamba, mentre mi disinfetta la ferita sul collo.

Io:"Grazie Ciro." Gli accarezzo il volto e penso che non siamo mai stati così vicini, sta mattina non conta, non mi aveva salvato la vita.
Spero non succeda niente a Milos e gli altri, non potrei perdonarmelo.

C.R:"Farei qualsiasi cosa per te, non dimenticarlo mai."
E poi non prova a baciarmi come sta mattina, semplicemente mi abbraccia ed io penso che dentro a queste braccia ci starei volentieri tutta la vita.

Le forme dell'amore/Ciro RicciWhere stories live. Discover now