Capitolo 18

1.8K 42 6
                                    

Arriviamo al campetto da calcio che sono ancora in spalle a Ciro e ridiamo come matti, tutto ciò è molto imbarazzante.
E.C:"Vi siete svegliati bene sta mattina eh." Afferma ridendo anche lui, dopodiché Ciro mi parcheggia letteralmente sulla panchina.
Io:"Ciroo voglio andare da Rosa e Kubra." Gli dico facendo il labbruccio, lui sta per rispondermi quando veniamo interrotti dall'arrivo del camion dalla polizia penitenziaria.
Gennaro e Lino aprono e scendono tre ragazzi: uno veramente piccolo, avrà su per giù 14 anni, uno di colore ed uno che sembra un armadio con i capelli lunghi.

Io:"Chi sono?"
E.C:"I rinforzi." Sorride e non ne capisco il motivo, rinforzi per cosa?
Guardo Milos che a sua volta guarda il nuovo arrivato, la cosa mi puzza.
Decido di lasciar perdere almeno per il momento e vado da Rosa e Kubra.

Io:"Ragazze!" Loro si girano e mi vengono incontro sorridendo.
R.R:"Come stai? Milos ha fatto il bravo?"
Io:"Tutto benissimo ragazze, voi invece? Che si dice di là?"
K.H:"Tutto sotto controllo, Rosa mette tutti al proprio posto." Afferma ridendo.
Ci passano davanti i nuovi arrivati e si bloccano quando ci vedono.
X:"Piacere belle ragazze, io sono Micciarella." Si presenta il più basso e piccolo. Lo guardo e mi viene da ridere, ma mi trattengo per evitare ulteriori danni.
R.R:"Sapete bene chi sono io. Lei invece è Margherita, mentre lei è Kubra." Stringo la mano ai ragazzi che si presentano a loro volta e vedo Dobermann fissare un po' troppo Kubra.
L.D.M:"Che hai fatto?" Mi chiede il ragazzo che si è presentato come Cucciolo.
Io:"Nulla di che, una zoccola ha deciso che per noia voleva rompermi il ginocchio. A proposito, non è che mi aiuteresti ad alzarmi?" Sembro una nonnina bisognosa ed odio dover dipendere da qualcuno, ma il dottore mi ha detto che se sforzo troppo c'è il rischio che mi debbano operare e, sinceramente, non ho proprio voglia.
Cucciolo mi aiuta, anche se stiamo per cadere in due dato che ci mette troppa forza.
Milos:"Oh ma vuoi stare attento?" Milos corre subito da noi, si preoccupa come nessuno.
Appena mi volto verso di lui vedo tutti i ragazzi schierati, se non li conoscessi avrei veramente paura di loro.
Io:"Dai ragazzi, non l'ha mica fatto apposta! Calmatevi. Grazie mille Cucciolo." Finalmente posso andare in bagno!

Pov's Ciro
Quando vedo Margherita che rischia di cadere e farsi male il mio cuore perde un battito, non mi sono mai preoccupato per nessuno in vita mia, ma con lei non riesco proprio a farne a meno.
Io:"Quello là deve stargli lontano." Affermo guardando Edoardo. Non mi piace che un altro ragazzo, all'infuori di noi, le metta le mani addosso.
Milos è scattato verso di loro incazzato nero e questo mi fa solo piacere, so quanto tiene a lei ed alla fine lui è un bravo ragazzo.

Io:"Allora ragazzi, sapete perché siete qua dentro?"
R.D.M:"Per chiavare quella con le stampelle ovviamente!" Scoppia a ridere seguito da Dobermann, ma a me non fa ridere per un cazzo.
Io:"Stammi bene a sentire, non me ne frega un cazzo che sei un moccioso, se ti azzardi anche solo a guardare Margherita ti appendo da qualche parte per farti fare da arredamento, ci siamo capiti?" Affermo prendendolo dalla maglietta.
Il fratello gli tira uno scappellotto dietro la nuca, almeno lui ha capito come ci si comporta.

Pov's Margherita
Con molta fatica torno dai miei amici e mi siedo in mezzo ad Edoardo e Milos, poggiando la testa sulla spalla di quest'ultimo. Lui mi posa un bacio in fronte e continua a guardare davanti a sé, molto pensieroso.
Lo guardo e gli faccio cenno che dopo avremmo parlato, ma vengo interrotta dal comandante che mi chiama per un colloquio. Chi sarà?

Arriviamo in sala colloqui e davanti a me vedo un uomo robusto e pelato, così mi siedo e aspetto che parli.
S.R:"Ciao Margherì, io sono Don Salvatore Ricci, il padre di Ciro e Rosa." Annuisco, come se m'interessasse.
S.R:"Mi hanno detto che sei una ragazza con le palle, hai tenuto testa a mio figlio e sono in pochi a farlo ed a sopravvivere. Perciò sto qua, mi piaci e ti vorrei nella mia famiglia."
Io:"Con tutto il rispetto, ma voi per me non siete niente. Tengo ai vostri figli e farei qualsiasi cosa per loro, ma voi e loro siete due cose ben distinte." Faccio per alzarmi ma lui mi blocca.
S.R:"Non scherzare con me, che ti ritrovi con una pallottola in fronte."
Me ne vado più incazzata che mai, devo parlare con Ciro.

Appena lo trovo in cortile corro, per modo di dire, nella sua direzione urlando il suo nome.
C.R:"Dimmi Margherì."
Io:"Perché cazzo tuo padre è venuto a minacciarmi? Che vuole da me?" Lui sbianca e stringe i pugni, forse non sapeva niente ma ne dubito.
C.R:"Cosa stai dicendo? Non ti credo."
Io:"Chiedi al comandante se non mi credi, mi ha minacciato davanti a tutti. Lo hai mandato tu?"
C.R:"Ma ti sei rincoglionita? Non ho mandato proprio nessuno!" Si sta arrabbiando e lo vedo, ma io sono più arrabbiata di lui.
Io:"E perché dovrei crederti? Non mi stupirei!"
C.R:"Perché dovresti credermi? Perché mi sono innamorato di te!"

Le forme dell'amore/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora