Capitolo 34

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Ciro mi guarda come se avessi quattro occhi e non risponde da circa due minuti, così gli sventolo una mano davanti agli occhi per risvegliarlo.

C.R:"Sei seria?" Chiede prendendomi la mano e portandosela al petto.
Io:"Sì sono seria, la mia famiglia sei tu e se tuo padre mi accetterà vorrei farne parte a tutti gli effetti." Dico sorridendo dolcemente per poi accarezzargli il viso.
Lui mi prende in braccio felice e comincia a girare come un bambino, mi fa cadere i biscotti ma non importa, è felice e questa è l'unica cosa che conta.
Io:"Ciro calmati, mi fai girare la testa così!" Dico ridendo.
C.R:"Scusa piccolì, ma non posso crederci! Vuoi diventare una Ricci a tutti gli effetti!" Non faccio in tempo a rispondere che lo sguardo di Edoardo e Rosa cambia radicalmente, se prima erano curiosi ora sorridono contenti guardandomi.
R.R:"Ho sentito bene?!" Chiede venendo da noi.
E.C:"Sono contento per te Margherita, ma io ancora non ho perdonato vostro padre per quello che è successo." Ed è vero, se non fosse stato per Don Salvatore io ed Edoardo non saremmo mai finiti in ospedale, ma io lo voglio fare per Ciro non per il padre.
Io:"Io lo faccio per Ciro, non per suo padre." Dico alzando le spalle.
Edo sorride scuotendo la testa e Ciro mi guarda come se avesse visto la cosa più bella del mondo ed è proprio così che mi sento quando i suoi occhi si posano su di me.
R.R:"Quindi sarai a tutti gli effetti mia sorella?"
Io:"Assolutamente si baby Ricci!" Dico battendole il cinque felice.

M.E:"Ciro, Rosa, a colloquio!"
C.R:"Può venire anche Margherita?" Il comandante annuisce stranito così tutti e quattro ci dirigiamo alla sala colloqui.
Prima di farmi entrare il mio ragazzo e sua sorella mi dicono di aspettare, penso che debbano chiedere una sorta di permesso al padre. Aspetto fuori tormentandomi le unghie finché Ciro si gira verso di me e mi fa cenno di andare. Prendo un respiro profondo e mi avvio al tavolo.

Io:"Buongiorno." Dico aspettando il permesso di sedermi.
S.R:"Buongiorno Margherì, accomodati pure. I miei figli mi hanno detto che vorresti entrare a far parte della nostra famiglia, ma il nostro ultimo incontro non mi sembra sia stato amichevole."
Io:"Ha ragione, ma le cose sono diverse. Io amo suo figlio più della mia vita e tengo a Rosa come se fosse mia sorella, farei qualsiasi cosa per loro. Inoltre so che la mia famiglia, se così si può definire, è immischiata con voi quindi in un certo senso sono sempre stata destinata a voi." Dico seria tenendo il contatto visivo con lui.
Don Salvatore mi guarda attentamente, soffermandosi sulle mie labbra.
S.R:"Che hai fatto al labbro?" Chiede alzando un sopracciglio.
Io:"È stato mio padre al colloquio prima, ha scoperto che sto con suo figlio e mi ha preso a schiaffi." Dico stringendo i pugni.
S.R:"Nella mia famiglia le donne non si toccano, se tu hai deciso di farne parte devi sapere che qualunque cosa accada sarai sempre protetta, non importa se non sei mia figlia di sangue, ti accetterò come tale." Dice, per poi alzarsi e darmi due baci sulle guance.
Io:"La ringrazio molto Don Salvatore, non se ne pentirà." Dico sorridendo.
S.R:"Dammi pure del tu, ormai sei di famiglia. La prossima volta ti faccio conoscere Pietro, il mio primogenito." Annuisco contenta per poi tornare con gli altri in cortile, sorridendo come un'ebete.
C.R:"Sei contenta?" Dice avvolgendo le braccia intorno ai miei fianchi.
Io:"Sono proprio felice Ciro, non sono mai stata così felice in vita mia." Dico dandogli un leggero bacio a stampo.
C.R:"Allora devi sapere una cosa importante." Sospira e si siede su una panchina facendomi poi sedere sulle sue gambe.
C.R:"Qua dentro succederanno alcune cose, devi sapere che là fuori la mia famiglia e quella di Carmine si fanno la guerra da che ho memoria, io ho l'obbligo di mandare un avvertimento attraverso Carmine." Non mi guarda nemmeno negli occhi, ma io gli prendo il viso e lo costringo a farlo.
Io:"Ci siamo in due in questa storia, okay? Non ti lascio solo." Appoggio la fronte sulla sua e lui mi dà un piccolo bacio sul naso.

Dopo un'oretta Liz ci richiama per andare a mangiare e così facciamo, ci sediamo al solito tavolo con le solite persone ma Carmine non si siede con noi, forse per quello che mi ha detto Ciro.
Guardo Rosa, sapendo i sentimenti che prova, e vedo che ha lo sguardo assente, triste.
Io:"Rosa andiamo un po' fuori solo io e te?" Dico sorridendole e lei annuisce.

Una volta fuori le offro una sigaretta e inizio a parlarle.
Io:"Stai così per Carmine?"
R.R:"Io sono una Ricci e questo non cambierà mai, non importa di chi mi innamorerò, non potrò mai stare con un Di Salvo." Dice con gli occhi lucidi.
Io:"Devi decidere tu per la tua vita Rosa, non è che se fai parte di questa famiglia allora devi per forza seguirne le orme."
R.R:"Proprio tu parli? Io almeno ci sono nata." Afferma ridendo un po'.
Io:"Appunto, come ho scelto io puoi scegliere anche tu." Dico dandole un bacio in fronte per poi andare da suo fratello.

Io penso che Rosa dovrebbe imparare a scegliere, vorrei dirle di fare del bene e di essere coraggiosa. Deve avere coraggio nel lasciare ciò che non è suo, avere il coraggio di lasciare ciò che non va bene, scegliere sempre una via, ma scegliere. Deve scegliere sempre. La vita è piena di possibilità, di fiumi, ruscelli, oceani e stagni. I fiumi saranno le sue decisioni più difficili, sconvolgeranno la sua comfort-zone, saranno decisioni drastiche e non le daranno subito la sensazione di averci visto giusto. Dovrà arrivare fino alla fine per capirlo. Il ruscello sarà quella piccola, piccola possibilità che si presenterà a lei velatamente, mascherato dalla quotidianità, o dalla semplicità della situazione in cui l'ha raggiunta. Le sembrerà quasi insignificante.  Nell’oceano c’è ciò che ha scelto, è dove è arrivata, ed è pieno del nuovo. Dovrebbe fare del bene, trovare ciò che cerca, conoscere ciò che è ignoto. Dovrebbe guardare, ascoltare, toccare, sentire e trovare ciò che vuole ed una volta fatto, può sempre ripartire e scegliere di nuovo. Il lago, lo stagno, sono i suoi punti morti, ciò che le farà capire dove non vuole stare. Qui si sentirà chiusa, inutile, confusa, ed è qui che capirà dove non vuole stare e allora sceglierà di nuovo, ma con una conoscenza in più, perché ora sa cosa non vuole.

Mi ritrovo seduta di fronte la finestra a guardare il mare e fumare, Ciro come al solito è da Edoardo e mi ha detto di aspettarlo sveglio.
C.R:"Amore mio, sono qua." Annuisco lievemente tenendo comunque lo sguardo sul mare, così lui si avvicina.
C.R:"Che succede?" Chiede cingendomi da dietro.
Io:"Stavo pensando a tua sorella." Dico sinceramente.
C.R:"Rosa sa tutto, ha sempre saputo queste cose, anche a me dispiace per lei ma non possiamo farci niente." Annuisco e mi giro per dargli un bacio.

C.R:"Ti amo Margherita Ricci."
Io:"Ti amo anche io Ciro Ricci."

Le forme dell'amore/Ciro RicciOnde as histórias ganham vida. Descobre agora