Capitolo 6

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L'affermazione di Edoardo mi lascia abbastanza perplessa. Non avrei mai pensato che uno dei due ragazzi a cui devo la vita sia proprio lui ne tantomeno avrei immaginato che l'avrei ritrovato qua dentro.
Resto immobile davanti a lui, mentre lo guardo con occhi lucidi e lui fa lo stesso. Di slancio lo abbraccio, deve capire quanta importanza ha avuto per me il suo intervento quella sera.

Io:"Grazie Edoardo, mi hai salvato la vita." Dico in lacrime. Lui mi stringe forte e mi posa un bacio tra i capelli.
E.C:"Dovere principessa. Ringrazia anche Milos, era lui l'altro ragazzo." L'avevo immaginato, ora capisco dove li ho visti.
Io annuisco al ragazzo dagli occhi verdi per poi salutarlo e tornare in cortile con Liz.
Liz:"Qua dentro ci sono tante teste di cazzo, ma ci sono anche bravi ragazzi nati semplicemente dalla parte sbagliata ed Edoardo e Milos ne sono l'esempio." La guardo e sorrido, perché si vede lontano un miglio quanto tiene ai ragazzi qua dentro, fa tanto la dura ma le viene proprio male, soprattutto quando si tratta di Edoardo.

Io:"Perché tieni così tanto ad Edoardo?" Le chiedo sinceramente, non voglio farmi i cazzi suoi, voglio solo capire.
Liz:"Vedi tesoro, io lavoro qua da sempre. Quando ero più giovane, c'erano altri ragazzi, altre storie, in particolare c'era un ragazzo, si chiamava Attilio e aveva diciassette anni. Io mi sono impegnata tanto con lui, gli ho fatto prendere la licenza media e lui ha iniziato a comportarsi veramente bene. Purtroppo però, ha scambiato le mie attenzioni da mamma come altro e, al momento del mio rifiuto, è andato fuori di testa. È tornato il criminale che era prima di entrare qua dentro. Una sera, lui era in permesso ed io ero a casa. La notte ho sentito bussare prepotentemente alla porta, ho aperto e c'era lui terrorizzato, non l'ho fatto entrare, era tardi e mio marito non c'era, avevo paura. Il giorno dopo ho trovato la notizia sui giornali: gli avevano sparato un colpo in testa, Attilio era morto ed io in parte avevo contribuito alla sua morte. È per questo che tengo così tanto ad Edoardo, lui mi ricorda Attilio ed io non voglio commettere gli stessi errori del passato." Non avrei mai pensato che avesse passato una cosa simile, non è riuscita a salvare quel ragazzo ed ora, con ogni persona che un minimo glielo ricorda, si sente in dovere di salvarla.
Io:"Adesso non sei sola Liz, siamo in due a voler salvare Edoardo. Lui mi ha salvato la vita una volta ed io sarò in debito con lui per tutta la vita." Abbozzo un sorriso e lei mi stringe forte. Non lasceremo mai solo Edoardo, anche se dovesse fare i peggio casini, lo aiuteremo sempre.

Liz:"Ora vai dalle tue amiche dai, ti stanno aspettando. Ah Margherita, sono convinta che Edoardo non sarà l'unico che salverai." E se ne va, lasciandomi piena di domande e perplessità.

Mentre mi dirigo dalle mie amiche, mi sento chiamare così mi giro, ma purtroppo noto che è Ciro a chiamarmi. Che cazzo vuole adesso?

Io:"Dimmi." Cerco di mantenere la calma, non ho voglia di litigare.
C.R:"Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Io sono Ciro, Ciro Ricci." Lo guardo perplessa mentre mi allunga la mano, forse però ha ragione, meglio stare calma qua dentro.
Io:"Margherita Saggese." Mi squadra da capo a piedi con la sigaretta tra le labbra ed io inarco un sopracciglio.
C.R:"Perché sei qua dentro?"
Io:"Omicidio. Tu?"
C.R:"Pure." Sembra sconvolto dalla mia affermazione, pensava che fossi qua per traffico di peluche?
Io:"Ci vediamo Ricci." Affermo girando i tacchi e raggiungendo, finalmente, le mie amiche.

Io:"Nad! Dov'è Silvia?" Chiedo non notando la mora in giro.
Nad:"È in permesso, torna dopodomani!" Beata lei, non sapete quanto darei per uscire anche solo qualche ora per andare al mare.
Annuisco e mi siedo sulla panchina, ho un mal di testa che la metà basta oggi. Non so se è causato per le miriadi di notizie ricevute oggi o se per il strano comportamento di Ciro, ma mi sembra di avere un martello in testa.

Io:"Comandante! C'è qualcosa per il mal di testa?" Chiedo all'uomo che è appena arrivato.
Com:"Vieni con me, ti porto in infermeria." Annuisco e lo seguo ed appena arriviamo in infermeria e noto che c'è Milos, così guardo il comandante in attesa di risposta.
Com:"Ha solo un po' di febbre, non ti preoccupare." Non gli rispondo e ingoio la pillola che mi ha dato l'infermiera.

Finalmente è ora di cena, ho una fame micidiale anche se il cibo che ti danno qua non può essere definito vero cibo.

Io:"Maro Nad, non vedo l'ora di mangiare!" Affermo massaggiandomi la pancia.
Nad:"Ah tu mangi anche? Sei talmente perfetta che sembri fatta di ceramica!"
Io:"Sei una cretina!"
X:"Però ha ragione, sei perfetta." Mi giro per capire da dove proviene la voce e vedo un ragazzo dagli occhi azzurrissimi che mi sorride dolcemente, non l'ho mai visto qua.
Io:"Tu sei?"
X:"Piacere, mi chiamo Pino!" Ha un entusiasmo contagioso, sembra simpatico.
Io:"Margherita." Mi presento sorridendo per poi dirigermi in fila per mangiare.

Appena mi siedo, noto un bigliettino sotto al mio piatto:

Sei bellissima, sarai presto mia.

Sbuffo e lo strappo, per poi gettarlo nel cestino e tornando al mio posto, notando che abbiamo compagnia: Milos ed Edoardo sono seduti a tavola con noi, invece che con i loro amici.

Io:"Come mai qua?"
E.C:"Non sei contenta? Hai due bellissimi ragazzi a cenare con te!"
X:"Tre bellissimi ragazzi."

Riconosco questa voce: Ciro.
Che palle, deve lasciarmi stare!

Le forme dell'amore/Ciro RicciWhere stories live. Discover now