Capitolo 4

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Una nuova alba sorgeva su Napoli ed io, come consuetudine ormai, non avevo chiuso occhio.
Guardavo l'alba arrivare e mi chiedevo come fosse possibile che una città così bella come Napoli fosse anche territorio di tanta cattiveria e criminalità.
Ormai erano le 7 e di lì a poco Liz sarebbe venuta a svegliarci per portarci a fare colazione, così in autonomia mi alzo e, dopo essermi lavata nel piccolo bagno a disposizione nella cella, mi metto un paio di jeans strappati e un top rosa.
Le ragazze stanno ancora dormendo e mi chiedo come facciano a riposare su un materasso così orribile, ma sorrido vedendole addormentate.
Dopo una mezz'oretta passa Liz che con la sua voce squillante sveglierebbe anche i morti, il che mi fa sbuffare sonoramente.

Liz:"Già sveglia?" Chiede Liz guardandomi teneramente.
Io:"Non ho proprio dormito." Affermo dura. Già non sopporto parlare con le persone qua dentro, figuriamoci se non ho dormito ed è prima mattina!
Liz sembra capirlo ed infatti, dopo aver svegliato Silvia e Naditza, va via senza dire niente  dando il tempo alle ragazze di vestirsi.
Fortunatamente nemmeno loro parlano molto al mattino, cosi in silenzio ci dirigiamo in mensa per fare colazione con i ragazzi.

Appena arriviamo in mensa tutti si girano a fissarci ed io cerco lo sguardo di Milos tra la folla. Appena noto che mi sta guardando gli sorrido e lui prontamente ricambia, noto che pure i suoi amici mi guardano sorridendomi, ma non ricambio, Milos è mio amico, loro no.

Dopo aver preso la colazione, io e le ragazze ci sediamo al primo tavolo libero, proprio accanto a quello di Ricci, il cui sguardo sembra voglia letteralmente bruciarmi.
Milos si alza e viene a sedersi accanto a me, posando un bacio sulla mia guancia, sotto lo sguardo shockato di tutta la mensa.

Io:"Volete una foto? Dura di più." Dico guardando tutti in cagnesco.
Milos:"Hai dormito male?" Chiede ridendo sotto i baffi.
Io:"Non ho dormito proprio, non vedi le occhiaie?" Chiedo indicando i miei occhi, contornati di nero.
Milos:"Si effettivamente sembri un panda." Dice, per poi scoppiare a ridere seguito dalle ragazze. Ma guarda te questo!
Faccio la finta offesa incrociando le braccia, quando sento un commento che mi manda in bestia.

X:"Cosa le farei alla nuova, ma la chiaverei a sangue." Mi giro di scatto per capire da dove proviene la voce e vedo un ragazzo con i rasta, tutto sporco sorridermi, mi viene da vomitare.
Mi alzo facendo strisciare la sedia sul pavimento, ammutolendo tutti quanti, mentre vedo Edoardo guardare la scena con un sorrisino in volto.
Mi avvicino a quello che presumo sia uno zingaro e mi abbasso al sul livello.
Io:"Senti zingaro di merda, ancora una parola su di me e ti faccio saltare tutti i denti gialli che ti ritrovi, ci siamo capito?" Non urlo, non faccio scenate, semplicemente lo guardo con un'espressione che non trapela emozioni e successivamente gli tiro il bicchiere con il latte dritto in faccia.
Io:"Spero che almeno questo ti lavi."
Detto ciò, esco a fumare una sigaretta, non ascoltando le persone che mi chiamano.
Mi siedo sulla panchina accanto al campetto da calcio e aspiro il fumo in silenzio, quando una presenza copre il sole ed io alzo la testa per vedere chi è che mi disturba.
Due occhi verdi si posano su di me ed io lo guardo interrogativo.
Io:"Cosa vuoi?" Chiedo sbuffando. Edoardo non ha fatto niente di male, ma qua dentro sopporto giusto Milos e le ragazze. Carmine non l'ho più visto dopo l'altro giorno, magari è uscito.
E.C:"Non mi hai ancora detto come ti chiami."
Io:"Se non te l'ho detto è perché non deve interessarti." Dico alzando le spalle.
E.C:"Ascolta ma perché fai cosi? Che cazzo di problemi hai? Voglio solo essere gentile." Dice sbuffando e sedendosi accanto a me.
Io:"Non sono io che faccio la cagnolina del boss. Ti ho visto accendergli la sigaretta, scena abbastanza pietosa." Affermo dura, non sopporto chi si fa mettere i piedi in testa, dimostra di non avere carattere.
E.C:"Io a Ciro devo tutto, se sono quello che sono è grazie a lui. Non sai un cazzo, non hai diritto di parlare in questo modo." Ha lo sguardo vuoto, forse ho sbagliato a giudicare prima di conoscere, ma sono abituata a dire tutto ciò che penso.
Io:"Margherita. Mi chiamo Margherita." Dico abbozzando un sorriso.
E.C:"Hai gli occhi puri, perché sei qua?"
Io:"Ho ammazzato una persona, mi voleva stuprare, di nuovo." Affermo abbassando lo sguardo, mi vergogno di ciò che ho fatto, ma non avevo scelta.
E.C:"Una volta ho salvato una ragazza da uno stupro, era distrutta, posso immaginare la sensazione. Anche la sorella di Milos si è uccisa per questo motivo. L'hanno stuprata e lei non è riuscita a superarla, così una mattina si è buttata dal nono piano. Era la mia migliore amica." Non avrei mai immaginato che Milos, ma anche Edoardo, avessero passato tutta questa merda.
Gli stringo la mano e lui sussulta, come se non se lo aspettasse e lo capisco, nemmeno io avrei mai pensato di farlo.

Dopo un po' escono tutti dalla mensa e noi ci stacchiamo, sia mai che i suoi amici lo vedano vulnerabile!
Gli lascio un sorriso ed entro nel campo femminile, sotto lo sguardo attento del boss.
Vedo Nad e Silvia dirigersi verso di me sorridenti, per poi iniziare a parlare.
Nad:"Che ci facevi con Edoardo?" Chiede ammiccando.
Io:"Ma secondo voi ogni volta che parlo con un ragazzo è perché ci sta provando o viceversa? Ma crescete un po'!"
Ecco cosa non sopporto delle persone della mia età: l'immaturità.

Le forme dell'amore/Ciro RicciWhere stories live. Discover now