Capitolo 1

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Tutto in questa stanza mi fa pensare a ciò che avevo fatto. Le sbarre, le manette, le guardie che ti controllano qualunque cosa tu faccia, i volti dei tuoi genitori che ti guardano delusi, quando loro sono uno dei motivi per cui sei finita dietro le sbarre.
Il magistrato mi aveva dato due anni da passare all'IPM di Nisida, per poi essere trasferita nel carcere femminile di Napoli una volta maggiorenne, a meno che non mi comporti bene così da farmi solo due anni dentro questo posto di merda.

Ho ammazzato una persona, è vero, ma se lo meritava. Dovrebbero tenere conto del fatto che voleva stuprarmi e non era nemmeno la prima volta, ma fortunatamente la volta prima che ci ha provato un angelo custode ha deciso di salvarmi. Mentre quel porco stava per strapparmi la maglietta, un ragazzo di cui ricordo solo gli occhi verdi mi ha salvata, urlando come un matto di andarsene mentre il suo amico, un ragazzo moro con gli occhi grigi, mi teneva fra le braccia per rassicurarmi.
Quando sono tornata a casa e ne ho parlato ai miei genitori, non hanno detto niente, né una denuncia, né una parola di conforto.
Ed ecco perché oggi mi trovo su quest'auto della polizia, pronta ad iniziare un nuovo capitolo della mia vita.

Arriviamo dentro al carcere e quella che presumo sia la guardia delle ragazze, mi apre lo sportello per farmi scendere.
X:"Ciao, io sono Liz. Come ti chiami?" Mi fa un sorriso rassicurante, ma qua c'è ben poco di rassicurante. Fortunatamente ho un carattere forte e non mi faccio mettere i piedi in testa dal primo criminale che passa.
Io:"Margherita."
Liz:"Bene Margherita, vedrai che qua ti troverai bene." Dice iniziando a camminare con me al seguito.

Noto che ci sono due campi fuori, uno da calcio e uno da pallavolo.
Il campo da calcio è pieno di ragazzi che, una volta che mi vedono, si attaccano alla rete iniziando a fare commenti sgraditi. Li guardo con una faccia schifata prima di girare l'angolo per entrare, presumo, nell'ufficio della direttrice.
Liz bussa alla porta e una voce molto dolce ci da il permesso di entrare.
All'interno della stanza è presente una donna bionda con un bastone, un uomo con i capelli ricci ed un altro molto più impostato.
P.V:"Ciao Margherita, io sono Paola, la direttrice. Accomodati pure, così ci conosciamo meglio." Sfodera un sorriso magnifico, ma nella vita ho imparato a non fidarmi di nessuno.
Io:"Cosa volete sapere?" Chiedo allungandomi sul tavolo per appoggiare il mento sulle mani.
P.V:"Qualsiasi cosa tu voglia dirmi, per esempio, cos'è successo che ti ha fatta venire qua?" Ma se ha i fascicoli perché non li legge?
Io:"Lo può leggere sul fascicolo."
P.V:"Io voglio saperlo da te." Già non la sopporto questa.
Io:"Ho ucciso un uomo." Dico alzando le spalle.
P.V:"E come mai?" Fatti i cazzi tuoi.
Io:"Volete sapere troppo, tanto il risultato non cambia. Ho ucciso una persona e ne pago le conseguenze." Dico con un tono duro, incrociando le braccia al petto.
X:"Ragazzina, non iniziare a comportarti così perché non vai da nessuna parte." Mi giro verso la provenienza della voce, ovvero l'uomo impostato.
P.V:"Massimo! Scusalo Margherita, il comandante a volte esagera." Ah ecco chi è.
Annuisco disinteressata, facendo finta di ascoltare le cose che mi dice la direttrice, fino a che non sento bussare.
La direttrice fa entrare la persona che si rivela essere un ragazzo. Ha i capelli mori, gli occhi grigi e ha i baffetti, mi sembra di averlo già visto da qualche parte.
P.V:"Milos! Ben arrivato. Lei è Margherita, una nuova arrivata, falle fare il giro della struttura e poi raggiungete gli altri in sala comune."
Che razza di nome è Milos? Boh.
Il ragazzo annuisce così mi alzo, pronta ad andarmene, quando una voce mi ferma.
M.E:"È inutile che fai la dura, se fai così qua duri poco." Ma che cazzo vuole il comandante?
Io:"Non la faccio, lo sono." Dico guardandolo dritto negli occhi, facendogli capire che la mia non è scena. Non mi sono mai fatta intimorire in vita mia e non saranno quattro ragazzini a farmi spaventare.

Milos:"Io sono Milos, piacere." Dice il ragazzo allungando la mano, che stringo presentandomi a mia volta.
Io:"Margherita. Allora Milos, che si fa da queste parti?" Chiedo mentre inizia a farmi vedere i luoghi all'interno del carcere.
Milos:"In realtà siamo molto più liberi di quello che pensi. Ragazze e ragazzi mangiano e fanno tutte le attività insieme, si può giocare a pallone, ci sono corsi d'arte, di musica, ci sono le lezioni scolastiche. Insomma, è come un collegio, l'unica differenza è che la sera si dorme nelle celle." Detto così non sembra nemmeno male.

X:"Milos ti fai la ragazza e non ce la presenti?" Una voce dietro di me mi fa girare, portandomi a guardare male la persona da cui proviene.
Io:"Non sono sua amica, figuriamoci la ragazza." Dico al rosso che ha detto questa stronzata.
T.A:"Scusa bellezza. Io sono Totò, mentre loro sono Gaetano detto Pirucchio e Gianni, detto Cardiotrap. Tu invece?"
Io:"Nessuno di cui ti debba importare. Milos, continuiamo il giro per favore?" Chiedo sorridendo al ragazzo, probabilmente l'unico simpatico qua dentro.
In lontananza vedo due ragazzi fissarmi, uno ha gli occhi verdi ed i capelli biondo cenere/castani, mentre l'altro sembra il ritratto del diavolo: occhi neri come la pece, capelli neri perfettamente laccati e tagli al sopracciglio.
Mi squadrano da capo a piedi, mentre io li guardo con un sopracciglio alzato.
Anche il ragazzo dagli occhi verdi mi sembra di avere già visto.
Milos:"Vuoi andare o vuoi continuare a fissare i miei amici?" Chiede lui ridendo sotto i baffi.
Io:"Non fisso nessuno, andiamo."

Capirò presto dove ho visto sia Milos sia occhi verdi.







Ciao ragazze, come state? Come promesso, ecco la nuova storia su Ciro. Fatemi sapere che ne pensate💖

Le forme dell'amore/Ciro RicciWhere stories live. Discover now