Confronti

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Quel bacio. Quel bacio era stata la mia rovina. Continuavo a pensarci da giorni, ormai. Mi tormentava, dovevo saperne di più. Perché lo aveva fatto? Che cosa aveva significato per Sabo? Ma, soprattutto, che cosa aveva significato per me? Qualunque fosse stata la risposta, quel bacio era stato potente. Era riuscito persino a quietare le presenze che mi rimbombavano in testa, fino quasi ad annullarle. Era da tanto tempo che le mie labbra non si posavano su quelle di qualcun altro, e quel gesto apparentemente banale aveva risvegliato qualcosa in me. Dovevo ancora capire cosa, di preciso.
Un pugno, che mi arrivò a due centimetri dal naso, mi distolse dalle mie riflessioni.
«Si può sapere dove hai la testa?» chiese Hack, infastidito.
Sbattei le ciglia un paio di volte e cercai di concentrarmi su quella sessione di allenamento.
"Sapessi..." pensai tra me e me, evitando di pronunciare quelle parole ad alta voce. Erano passati cinque giorni da quella famosa sera e quel maledetto Rivoluzionario biondo, insieme ad un gruppetto di suoi colleghi, era partito per una missione di cui non mi era dato sapere nulla. Dopo quella notte non l'avevo più rivisto e non avevo avuto modo di chiedergli spiegazioni. Visto il soggetto, sospettavo che in parte l'avesse fatto apposta. Perché dovevo avere a che fare con persone così enigmatiche e sadiche che ci tenevano a rimanere a guardarmi - o comunque a pensarmi - mentre il mio cervello si tormentava in cerca di risposte? Ero convinta che ci fosse un girone dell'Inferno anche per loro. Se così non fosse stato, sarei scesa personalmente nell'Ade e lo avrei creato. Parola mia, l'avrebbero pagata. Tutti. Law, Marco, Sabo. Tutti. Uno per uno.
«Allora?» la voce dell'uomo-pesce mi richiamò di nuovo alla realtà. Lo osservai. Si era fermato, aveva le braccia incrociate e stava nervosamente picchiettando un piede contro il suolo.
«Sì, scusa. Riprendiamo,» dissi in un sospiro e rimettendomi in posizione d'attacco. Hack alzò un sopracciglio e non si mosse.
«La Tonalità dell'Osservazione è un tipo di Haki che si può apprendere e padroneggiare solo se si ha la mente sgombra. Non per niente si basa sulla percezione,» rimarcò, per poi sbuffare. Spostai lo sguardo altrove. Non aveva tutti i torti. Anzi, quella volta aveva proprio ragione. Dovevo rimanere concentrata, o sarebbe stato inutile. Tuttavia il tempo stringeva e sebbene fossero passati appena cinque giorni dall'inizio di quell'addestramento intensivo, non vedevo risultati. Anzi, non vedevo nessuna possibilità di miglioramento. Non era perché non mi fidassi del mio "coach", ma piuttosto perché credevo che quello non fosse il metodo giusto per me.
«Se io ti attaccassi adesso, riusciresti a prevedere la direzione dalla quale arriva il colpo?» La domanda di Hack, forse per la decima volta quel giorno, mi strappò dalle mie riflessioni. Scossi la testa con convinzione. Non era assolutamente possibile che io ci riuscissi. A stento riuscivo a controllare le presenze nella mia mente, figurarsi prevedere un attacco.
Vidi il maestro di karate assumere un'espressione seria per qualche istante, dopodiché il suo viso diventò ermetico.
«Scopriamolo,» affermò piatto, appena prima di darsi la spinta e lanciarsi verso di me, che ero inerme qualche metro più in là.
Spalancai gli occhi, atterrita. Non me lo aspettavo. Portai istintivamente la mano destra nel punto in cui di solito era riposta la mia ascia, ma quella volta non era lì. Avevo lasciato la mia Mr. Smee e i miei coltelli in camera, perché il Rivoluzionario sosteneva che non mi servissero per quello che dovevamo fare. In un'altra situazione avrei sbuffato una risata. Mi aveva dato una bella fregatura.
Schivai il pugno per miracolo, spostando la testa e il corpo a sinistra. Se non l'avessi fatto, mi sarei presa in pieno un potente colpo. Senza temporeggiare e d'istinto, strinsi con le mani l'avambraccio teso di Hack per tenerlo fermo, poi alzai velocemente la gamba sinistra e spinsi con forza il piede sul bicipite del mio avversario, che piegò leggermente il braccio. In quel breve momento ne approfittai per salirvi sopra, costringendolo così ad abbassarsi per sopportare meglio il peso. Sempre stringendo il suo polso, poggiai la gamba sinistra a terra, ruotai il corpo, spostai il busto verso il basso e provai a sferrargli uno dei calci rotanti che mi aveva insegnato Bepo. Tuttavia non andò a segno, perché con un abile e veloce scatto della testa lo schivò e approfittò dell'istante in cui persi l'equilibrio per liberare anche il braccio dalla mia presa. Alla fine, non sapevo come, mi ritrovai immobilizzata in ginocchio, chinata in avanti e con entrambe le braccia dietro la schiena, tenute ferme da Hack con una sola mano. Grugnii. Anche questa volta ero stata battuta con una facilità disarmante.
«Devi rimanere concentrata, devi riuscire a percepire ogni singolo movimento, ogni respiro, ogni battito di ciglia dell'avversario. Devi imparare a conoscerlo, solo così potrai capire le sue intenzioni e avrai una possibilità di batterlo,» affermò Hack, appena prima di sospirare e di liberarmi.
Sbuffai, mi rialzai e mi tolsi la polvere dai vestiti. Quelle stesse parole, tra lui e il nostro navigatore, le avevo sentite ripetere migliaia di volte. E, tutte le volte, sembravano entrarmi da un orecchio e uscirmi dall'altro. C'era qualcosa che non funzionava.
«Ti affidi molto alla vista, ma la vista, in una battaglia, non è la cosa fondamentale. Devi aprire la tua mente, connetterti con ciò che ti circonda e captare i pensieri di coloro che hai davanti,» rimarcò l'uomo-pesce.
Mi voltai verso di lui e lo guardai, grattandomi la nuca. Aveva le braccia incrociate e un'espressione seria ma tranquilla. Gli davo ragione fino ad un certo punto. Per lui la vista non era importante, per me, però, era fondamentale. In una battaglia potevo affidarmi solamente a quella. Forse era proprio in quello che sbagliavo. Forse dovevo imparare a cambiare prospettiva e mettermi in testa che c'erano altri modi per combattere e che potevo usufruire di altre doti in combattimento.
«Forse dovremmo cambiare il metodo di addestramento,» proposi, cercando di usare un tono che non fosse né saccente né presuntuoso. «Un metodo che magari sia più efficace e più mirato e che si adatti meglio a me.»
Per un breve momento mi parve di vedere Hack ghignare e mi stupii non poco.
«Cosa proporresti?» mi chiese, d'un tratto interessato. Accompagnò le sue parole con un rapido cenno del capo. Non mi aspettavo che si mostrasse incuriosito. Ero convinta che avrebbe messo il broncio e che avrebbe respinto la mia proposta su due piedi.
Schiusi la bocca e mi preparai a parlare, ma non feci tempo ad emettere alcun suono.
«Camilla-san,» mi richiamò una voce. Sia io che il mio addestratore ci girammo verso di essa.
«Dragon-sama vuole vederla,» mi comunicò l'uomo, una volta che fu sicuro di avere la mia attenzione.
Corrugai la fronte ed ebbi un breve scambio di sguardi con Hack.
«Sì, di solito ci vediamo verso le sei, quando tramonta il sole.» Osservai il cielo con occhi sottili. Ad occhio e croce, a giudicare dalla posizione del corpo celeste, non doveva essere più tardi delle quattro e mezzo. Tempo addietro Bepo mi aveva insegnato alcuni trucchetti da navigatore. Non che ci capissi molto, ma questo l'avevo imparato subito.
L'uomo di fronte a noi fece una blanda alzata di spalle. «A quanto pare desidera vederti ora.»
Non che lo biasimassi, lui non sapeva niente e il suo unico compito era quello di recapitare i messaggi che il Grande Capo destinava ai suoi collaboratori.
Mi parve di sentire l'uomo-pesce sbuffare, proprio nell'esatto momento in cui io sospirai. Gli diedi un'ultima occhiata fugace e lui mi diede il permesso di abbandonare l'allenamento con un cenno del capo. Prima di muovermi lo guardai di nuovo, come a chiedergli conferma e lui annuì debolmente. A quel punto lo ringraziai con lo sguardo e mi avviai verso l'interno della Base. Supponevo che l'indomani mi avrebbe aspettato un faticoso addestramento. In quel momento, però, i miei pensieri si concentrarono su altro. Che cosa potesse volere da me Dragon - e per giunta di così urgente, al punto da interrompere i miei allenamenti con Hack - non ne avevo idea.

Lost girl - ONE PIECEOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz