compassione

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Finisco di posare l'ultimo libro nel borsone prima di tirarmelo su a tracolla.
Lancio un ultimo sguardo veloce alla stanza cercato con lo sguardo altri oggetti da portare, non sembra esserci però più niente di importante.

il mio sguardo però viene attirato dalla foto di famiglia nascosta dietro la fila di libri sulla scrivania.
sospiro.

Ecco ora arriva la parte difficile,uscire.

Esco dalla stanza e mi dirigo in cucina trovando mamma intenta a cucinare qualcosa.

- mamma io sto andando da nonna in pizzeria-
la avviso mentre mi sposto verso il salotto per posizionarmi più vicina all'uscita, anche se a lei non sembra interessare più di tanto perché neanche mi guarda.

- umh, torni a cena o mangi la? -

ecco appunto, ora, Come te lo spiego che non torno per almeno una settimana?
Prendo un respiro profondo prima di lanciare la bomba.

- non torno mamma, sto da nonna per un po'-

È proprio in questo momento che mia madre si decide a girare lo sguardo su di me osservando me e i miei due borsoni che tengo tra le braccia.

Il suo viso si trasforma in una espressione confusa.

- tu cosa? perché mai?-
Mi mordo leggermente il labbro per poi rispondere.

- perché si, voglio cambiare un po' d'aria-

Mamma mi guarda con uno sguardo che non riesco a decifrare, sto per scapparmene via prima che lei mi blocchi qua quando lei decide di sorprendermi.

- Va bene-
La mia bocca si spalanca di stupore,per fortuna però riesco a elaborare la risposta in modo veloce e prima che cambi idea le faccio un ultimo cenno del capo per poi andare verso la porta di casa.

- Non saltare neanche un giorno di scuola però! vedi che ti vengo a prendere io stessa eh-
la sento urlare prima di lasciarmi la porta alle spalle.

Prendo un altro grosso respiro e mi dirigo in pizzeria tra vento e biglietti della metro gelidi.

Non riesco a non pensare a cosa ho appena fatto, cosa mia madre aveva approvato.

Non erano stati giorni facili, tra la cicatrice che ancora bruciava il braccio e l'aver paura di guardare mio padre negli occhi, neanche la mia stanza riusciva più a rassicurarmi, lui poteva entrare ogni volta che voleva e quando voleva.

È questa cosa aveva scoppiato la piccola bolla di stabilità che avevo creato, non avevo più la musica a calmarmi e la pressione era diventata troppa.

Così ho capito che dovevo andare via da là per un po', non per sempre però, un paio di settimane, il tempo di lasciarmi questo alle spalle.

La sensazione che provo in questo momento è indescrivibile, il fatto che non vedrò mio padre per un bel po' mi tranquillizza e non poco.

- Ué bellissimaaa come vaa?-
La voce di Fabio entra nelle mie orecchie e io non posso che ricambiare il sorriso.

- bene tu? -
- bene bene se non fosse per Bruno-
alzo gli occhi al cielo ridendo, sempre il solito.

- che ha fatto sta volta?-
- forse non viene più -
la mia mascella cade immediatamente e guardo Fabio con espressione confusa.

- cosa.... perché?-
- vallo a chiedere a lui, viene un giorno sì e una settimana no, Rosa lo vuole licenziare-

Ok se mia nonna lo vuole licenziare la situazione è grave, ma che cavolo succede quando non ci sono?

- oggi c'è?-
Lui mi annuisce per poi darmi le spalle iniziando a impastare l'impasto.

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