Capitolo 8 (part2)- Hope

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-Hope!- qualcuno batte insistentemente con la mano dietro la porta bagno.

-È un'ora che sei dentro a quella vasca da bagno! Sverrai lì dentro!-

È mia madre. Ok. Calma, Hope. Intanto sfila quella mano incastrata tra le tue gambe, mi rimprovero. Per lo spavento quasi non finivo annegata. E prendi aria! Stupida! Mi rimprovero ancora.

Ho imparato a parlare da sola con me stessa quando avevo solo sei anni, forse per colpa della severità con cui sono stata cresciuta dai miei genitori.

Il grillo parlante è sempre qui, a sussurrarmi cosa devo e non devo fare. E, nonostante ciò, Artem supera tutte le mie barriere e mi rende così. Mi rende questa persona di cui mi vergogno. Una persona che si tocca nella vasca pensando al ragazzo con cui tradisce ripetutamente il suo fidanzato: al diavolo tutte le difese.

Penso tra me e me, e quasi mi viene da piangere quando mi accorgo che purtroppo ci sono dentro fino al collo.

-Mamma! Arrivo!- urlo tirando fuori tutta l'aria che ho nei polmoni quando sento, all'improvviso, battere forte fuori dalla porta. E quasi mi gira la testa quando lo faccio, tirandomi su di colpo.

Mia madre mi consiglia sempre di evitare di fare il bagno troppo caldo, soprattutto quando siamo in estate inoltrata, ma come al solito non le presto mai molta attenzione e finisco con lo stare male ogni volta.

Oggi però lo sento chiaramente, la pressione bassa non è il mio unico problema. Mi sento come in quel periodo in cui stavo sempre male a causa delle mie crisi dansia, e che pian piano ho superato, anche grazie alla vicinanza della mia migliore amica Lexie.

Lei era ed è l'unica davvero in grado di calmarmi, ha una capacità davvero speciale di aiutarmi a fare ordine tra il caos dei miei pensieri.

Le viene facile, e secondo lei io mi faccio sempre troppi problemi.

-sto per avere una crisi d'ansia, di nuovo- le scrivo di getto in chat, mentre mi avvolgo delicatamente nell' accappatoio rosa pesco.

I capelli gocciolano per terra ma prima di riuscire ad afferrare l'asciugamano per tamponarli, mi sento ancora più male, come se mi si fosse stretto il petto.

L'unica cosa che vorrei davvero è scrivere ad Artem, correre da Artem, sento davvero che è l'unica cosa di cui ho bisogno.

Peccato che tutto ciò che mi circonda non faccia altro che ricordarmi quanto sia sbagliato tutto ciò.

I miei genitori non fanno altro che parlare della lite della sera della festa di fidanzamento del padre di Jason, Jason non fa altro che biasimare Artem con me e con i suoi amici o postare storie su Instagram con evidenti frecciatine contro di lui.

Se corressi da lui, se gli scrivessi, se lo invitassi di nuovo qui? Prendo il telefono e clicco sulla sua chat. È online. Cosa faccio? Non riesco neanche a decidere che noto in entrata una telefonata di Lexie. Rispondo immediatamente. -Hey, Lexie se puoi- boccheggio.

-Sto arrivando- mi zittisce, ma con un tono dolce che solo lei possiede. Quasi mi sento già meglio sapendo che sta guidando verso casa mia. -Grazie, Alex- pronuncio già in un mare di lacrime.

Sento che sorride dietro la cornetta e riattacca. Lei è l'unica persona della quale non mi spavento.

Sa tutto di me, non importa quanto grave o imbarazzante. Riesce a sedare ogni mia agitazione perché mi accetta esattamente come sono.

Ecco perché quando la sento spesso piango, posso essere chi sono, senza fingere. Senza recitare, senza dover dimostrare. Quando sento un clacson sotto casa suonare a intermittenza sono passati solo 4 minuti.

Mi affaccio dalla finestra -Sali! Devo ancora asciugare i capelli!- grido, infischiandomene dei vicini che non sono abituati a una tale vivacità da parte mia. Ma è così che lei mi rende. Libera.

SPAZIO ✍️ :
Cari amici e amiche, eccomi dopo tanto, troppo tempo. Ho ripreso la storia da dove l'avevo lasciata. Vi chiedo scusa per l'assenza, dovuta a tanti motivi di cui magari parlerò più in là. Oggi penso solamente a gioire con voi per questo ricongiungimento e per la forza di riprendere in mano la penna ❤️

#LOVEME - Tutta colpa di un bacioWhere stories live. Discover now