Capitolo 9 - Artem

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Hope ha i capezzoli più belli di tutto l'universo. È abbastanza solo il pensiero per farmelo diventare duro.

La schiena gli si inarca immediatamente quando passo le mie dita sul suo inguine. Anche il modo in cui le sue guance si dipingono di rosso mentre sono indaffarato a spingerle le dita dentro mi fa impazzire.

-Terra chiama Artem!- La voce di Marcus mi catapulta alla realtà e scaccia via i flashback della notte prima.

-Che hai intenzione di fare con Jason? È furioso. Tutta Rockport non fa altro che parlare di te che hai trasformato in un campo da wrestling la festa di fidanzamento.- Mi chiede Liam dopo aver fatto un sorso di birra direttamente dalla lattina. Tiro un colpo di tosse, mi lecco il labbro superiore che sa di erba. Lascio scivolare la schiena poggiata sul tronco dell'albero di qualche centimetro, fino a sdraiarmi completamente sul prato.

-Ma non ci doveva essere tutta la squadra?- Cambio volutamente discorso. Non ho voglia di pensare a come ero riuscito a distruggere la torta, fare a pezzi la scultura di ghiaccio e i calici di cristallo, a come ero riuscito a ferire Hope e a spaccare il muso a mio padre.

Almeno di quest'ultima cosa me ne pento un po' meno.

-Sono tutti via per le vacanze estive.- Biascica le parole Ethan steso sul prato anche lui, di fianco a me. Casa di Liam si rivelava essere molto utile in quelle torride giornate di Agosto, ed erano anni che in compagnia di Marcus ed Ethan ci trovavamo a passarci del tempo. Richiudo gli occhi, sono completamente strafatto. Vedo ciocche di capelli rossi danzare, mani dappertutto.

-Artem.- Sento Marcus chiamarmi con tono sospettoso, e decido di non rispondere. -Artem che ti prende?- Mi conosce molto bene. Ci facciamo spesso, e non è l'erba a farmi sentire in quel modo. È un altro tipo di droga e si chiama Hope. A Marcus non riuscirei a nascondergli nulla in condizioni ordinarie, figuriamoci dopo tre birre e una canna.

La stringo tra le labbra, do un tiro e :- Mi faccio Hope.- Lo dico tutto d'un fiato e mi sento già più leggero. Non li guardo neanche in faccia e seguo con lo sguardo una nuvola che sembra avere la forma del culo perfetto di Hope, ma riesco comunque a immaginare i loro occhi spalancati e l'aria incredula disegnata sulle loro facce.

-Stai scherzando, non è vero?- Fa Liam. Do un altro tiro e :- Per niente. Ci facciamo dal compleanno di Marcus, da quando siamo entrati in quella casa. Tecnicamente è colpa vostra. E per farci intendo soltanto preliminari. Hope è ancora vergine. Prima ancora che mi insultiate: so già di essere un figlio di puttana.-
-Artem sei da rinchiudere in un manicomio!- Mi rimprovera Marcus. -Che facciamo con Jason adesso?-

-Voi nulla. Devo pensarci io, ho fatto questo casino e cercherò di risolverlo. Dovete fidarvi di me e non dire niente.- Li guardo finalmente negli occhi. Ethan acconsente con un cenno della testa.

-Solo se lo farai molto presto. Artem, non possiamo tenerti il gioco per troppo tempo, o diventeremo tuoi complici e non vogliamo esserlo.- Mi dice Marcus mentre allunga la mano verso la mia togliendomi la canna stretta tra le mie dita.

-Lo farò! Lo farò presto! Nel frattempo dovrete soltanto stare zitti e non fare le spie per alcuni giorni. Concordato?-

Dopo aver stracciato a FIFA Liam, saluto i ragazzi e salgo sulla mia Jeep. Si è fatto già buio, metto in moto e alzo il volume della radio a spacca timpani.

-Ma che cazzo?- Grido e premo con forza freno e clacson e l'auto riesce a fermarsi a giusto un metro di distanza da una figura che non riesco a riconoscere a causa della nebbia.
Abbasso il finestrino e porto fuori la testa. -Ti ha dato di volta il cervello? Stavo per metterti sotto!- Urlo furioso mentre riesco a intravedere la sagoma di una ragazza che pian piano diventa più vivida, e non ci metto molto a riconoscere gli occhi ambrati di Hope.

#LOVEME - Tutta colpa di un bacioWhere stories live. Discover now