Capitolo 7 (part2) - Artem

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-Artem! Artem!- la voce di Hope mi sveglia di colpo facendomi sussultare.

-Che succede?- balbetto confuso non appena Hope, scuotendo la mia spalla, mi invita ad abbandonare immediatamente la stanza senza proferire parola. Sembra praticamente impazzita.

-Hope va tutto bene? Sei sveglia?- riesco a riconoscere la voce della madre di Hope squillare da dietro la porta. La sento bussare ininterrottamente provando a spingere la maniglia della porta senza successo.

-Oh cazzo!- bisbiglio terrorizzato alzandomi rapidamente dal letto.

-Art, mi dispiace ma... DEVI uscire dalla finestra! Adesso!- conclude Hope, mentre frettolosamente raccoglie i miei vestiti sparsi sul pavimento e li accartoccia assieme.

-Sì mamma, arrivo!- assicura mentre mi lancia da lontano vestiti.

È praticamente il risveglio più traumatico della mia vita. Mi ritrovo dal dormire beato accanto alla ragazza più bella del pianeta ad essere mezzo nudo con i vestiti in mano fuori dalla finestra.

Cerco di vestirmi più velocemente possibile per scappare da lì all'istante, prima che la madre di Hope scopra che ho passato l'intera notte in quella stanza. Non saprei cosa sarebbe in grado di fare se sapesse che tra me e Hope c'è qualcosa.

Quello che so per certo, è che ne è valsa la pena.

Dopo essermi vestito alla rinfusa, prima di calarmi giù dal balcone, mi avvicino per rubarle un bacio sulle labbra. Dopo essermi precipitato giù, ci diamo un ultimo sguardo.

Direttamente dal ventunesimo secolo: Romeo e Giulietta!

Nel momento in cui i miei occhi rivolgono l'ultimo sguardo sui suoi, nel suo viso si forma un sorriso. Quel sorriso che dà vita a quella dolcissima fossetta che non mi sarei mai stancato di guardare.

Mi accovaccio per non farmi notare da nessuno, mentre velocemente giro l'angolo ritornando in posizione eretta. Salgo in macchina e appena poso le mani sul volante sento il mio cellulare vibrare.

"Mi dispiace per quello che è successo ieri sera. Spero tu stia bene." È un messaggio di Amelia.

A causa della lite, ieri mi ero completamente dimenticato di lei. Non so nemmeno con chi sua ritornata a casa.

"Artem sei un disastro!" Mi rimprovero.

Non visualizzo il messaggio e preferisco andare a darmi una ripulita per scusarmi di persona.

Premo l'acceleratore e in pochi minuti sono già davanti casa mia. È una villetta molto piccola ma accogliente. Si affaccia sul mare ed è composta da tre piani, di cui la soffitta è la mia parte preferita. Ha una finestra circolare che si affaccia sul mare e da lì il panorama è imperdibile. Mi ha regalato molti tramonti mozzafiato, per non parlare di certe notti di luna piena, dove la luce pallida si riversa nell'acqua scura. 

Entro in casa e mi precipito al piano di sopra.
Mi libero del vestito elegante della sera prima e mi faccio una doccia ghiacciata. Sono le dieci di mattina ma fuori ci sono già 34 gradi. Indosso dei larghi shorts, una t-shirt nera e le Vans. Scendo al piano di sotto con ancora i capelli bagnati, e mi reco in cucina dove decido di prendermi una pausa dal mondo, seppur brevissima, bevendo un caffè.

Dopo qualche minuto, sento mia mamma rientrare in casa. Quando mi vede, lancia il mazzo di chiavi che teneva in mano e la sua borsa sulla poltrona di fianco alla porta d'ingresso e si scaraventa verso di me abbracciandomi.

-Artem che hai combinato? In ospedale non si fa altro che parlare della lite di ieri! C'era tuo padre? Che è successo? Stai bene? Sei ferito?- mi chiede preoccupata, mentre con una mano mi afferra il mento cominciando ad ispezionare il viso.

#LOVEME - Tutta colpa di un bacioWhere stories live. Discover now