Capitolo 14 (part1) - Hope

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Dopo che Penelope Clarke, la nostra stravagante guida di Yale, aveva finito di distribuire a ciascuno di noi le chiavi per sistemarci nelle nostre stanze, ci "offre" (anche poco gentilmente) una scarsa mezza giornata per sistemarci nelle nostre stanze, pranzare e presentarci nell'aula magna di Yale, la Woolsay Hall, dove si terrà la presentazione dei corsi laboratoriali e lo smistamento degli allievi a seconda della loro scelta. Sarei pure eccitata, se solo non avessi una notte terribilmente ansiogena alle spalle e... zero ore di sonno, penso tra me e me, mentre con la tessera magnetica in mano mi dirigo verso il corridoio dei dormitori in attesa di scoprire con chi condividerò la stanza.
Numero 22... sono quasi arrivata.
-Ah, ecco ecco ecco... Sono finita insieme alla bella addormentata!-, una voce odiosa e stridula mi sorpassa dandomi volontariamente una spallata e aprendo violentemente la porta del dormitorio dopo aver provato a scannerizzare la chiave magnetica con eccessivo vigore (senza riuscire subito  nell'intento a causa delle lunghissime unghie ricostruite).
Oddio. Aspetta. Cosa significa tutto questo? No... No, No! Non sono davvero finita in stanza con Melanie!- Penso tra me e me strabuzzando gli occhi quando me la trovo davanti. Tiro su la mia tessera magnetica e la guardo bene, sperando che sotto i miei occhi increduli il numero 22 cambi forma all'ultimo minuto.

-Sei sicura di essere nella 22?- chiedo, fingendo candore e indifferenza. -Cos'è, un modo per dirmi "non voglio stare in camera con te"? Pensa se IO voglio stare in camera con una finta suorina e depressa del cazzo!- dice con tranquillità, come se mi stesse facendo un complimento. La guardo in cagnesco per un secondo, l'istinto con lei è sempre, inevitabilmente, quello di finire a litigare. Siamo davvero come acqua e fuoco. Giro i tacchi e mi viene in mente la tentazione di andare in fretta in cerca di Penelope, forse posso ancora salvarmi. Deve aiutarmi, o questo sarà solo l'inizio di un incubo che durerà tre giorni. Non ho la lucidità necessaria o serenità, per adesso, per occuparmi anche di Melanie. Non posso tollerare un solo altro minuto con lei che respira la mia stessa aria.

Percorro a ritroso la strada compiuta finora e, per fortuna, Penelope è ancora dove la avevo lasciata. Mentre mi vede arrivare da lontano il suo viso si  piega in un'espressione di nausea. Mi fermo qualche passo prima di raggiungerla del tutto e alzo le mani in alto in segno di resa. Poi sbattendo le palpebre più del dovuto, come sempre quando sono agitata, mi confesso, -È davvero questione di vita o di morte!- pronuncio disperata. Penelope inizia a camminare velocemente in direzione opposta alla mia. -Mi sembra che tu stia benissimo!- Poi si gira di scatto a guardarmi. -Niente sanguinamenti, escoriazioni, ossa rotte. Sopravviverai- sospira e torna a camminare velocemente. -Penelope! Ehm... Signora Clarke! La prego! Si tratta della mia compagna di stanza... La prego! Non mi faccia sprecare l'occasione della mia vita, con Melanie in camera finirebbe così!-, a quest'ultima frase la signora Clarke sembra tentennare un attimo.
Ok. Colpita e affondata.
Si è fermata.
Esito un attimo e poi corro verso di lei, -non c'è alcun modo di farmi cambiare stanza?- Le chiedo sfoderando lo sguardo più indifeso che so fare. -Va' in segreteria e di che ti mando io. Non ti prometto nulla e adesso sparisci!-, pronuncia scattante, e quasi si spaventa anche lei. Oddio quanto è... Inquietante.
Ma l'importante è aver "quasi" raggiunto il mio obiettivo. Non mi resta che cercare la segreteria che si occupa del dormitorio. E non ci metto molto, seguendo le indicazioni sui cartelli super dettagliati di Yale.

-Salve... Scusi. Io... Ho un problema con la mia... Con la mia stanza. È troppo rumorosa, e ho bisogno di cambiarla!-esce tutto d'un fiato. Mi chiedo se si capisca che sto dicendo una bugia. -Sempre se è possibile- mi correggo, facendo un passo indietro. -Signorina- una vecchia signora con una voce grossa e grave mi squadra dalla testa ai piedi, senza nascondersi. -Qui le stanze sono tutte rumorose. Sono dormitori, nei dormitori ci stanno gli studenti... E gli studenti...-.

-Ok! Ok! Ho afferrato! Dico velocemente, pensando già a quale altra scusa addurre per convincerla. -Non vado d'accordo con la mia compagna. È una bulla, e io...- Continuo mentre alzo lo sguardo verso la signora, che adesso mi guarda con aria interrogativa. -Ma quanti anni hai? Cinque? Sveglia, Signorina, siamo a Yale!- dice come se parlasse mentre dorme, senza alcun accento espressivo. -Potrebbe almeno mettermi alla fine del corridoio?- invento, facendo un sorrisino maldestro.-

#LOVEME - Tutta colpa di un bacioWhere stories live. Discover now