E mo'?

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È passato un mese da quando ho scoperto di essere incinta, da quel giorno tutto è andato bene, la mia vita ha preso una svolta positiva da quando nella mia pancia batte un cuore in più.
Oggi io ed Edo siamo in giro per le strade di Napoli, è metà ottobre ma c'è una giornata stupenda, l'ideale per una passeggiata.
"È da un po' di tempo che penso a una cosa" butto fuori di punto in bianco, quando ci sediamo su una panchina
"Che cosa?" chiede subito cercando il mio sguardo
"Se dovesse essere un maschio.. quando crescerà lavorerà con voi?" il suo sguardo è colmo di dolcezza, infatti nonostante l'ansia che ho di sentire la risposta non riesco ad agitarmi, mi accarezza una guancia sorridendo
"Solo se lo vorrà, sarà lui a decidere, non lo obbligherò a fare niente, l'unica cosa che so è che voglio che sia felice e al sicuro" caccio un respiro di sollievo
"Sono d'accordo" gli sorrido, lo stesso fa lui
"Però ij vuless na principess" scherza dopo facendomi sorridere.

Proprio quando riprendiamo a camminare vedo un bambino e una bambina molto piccoli, si assomigliano tantissimo, stanno giocando a rincorrersi e si divertono tantissimo, sorrido e d'impulso mi accarezzo la pancia che sta iniziando, anche se di pochissimo, a prendere forma. Noto che anche Edoardo li sta guardando e, come me sta sorridendo, la cosa che più vogliamo entrambi in questo momento è tenere tra le braccia nostro figlio o nostra figlia, e vedere qualsiasi bambino aumenta ogni giorno di più questo desiderio.
"Non vedo l'ora di poter tenere nostro figlio tra le mie braccia peccrè" butta fuori avvicinandosi
"Pure io" rispondo sincera, poi ci abbandoniamo a un bacio dolce.

Di sera siamo in macchina per raggiungere i nostri amici, andremo insieme a mangiare qualcosa. Quando arriviamo al parcheggio in cui ci siamo dati appuntamento per decidere dove andare li troviamo tutti lì
"Bellissimi buonaseraa" saluto esuberante quando scendo dalla macchina
"In orario, ci stai prendendo l'abitudine eh" mi prende in giro Filippo
"Oh sentite, non lamentatevi, per una volta che non fa tardi" Edoardo parla prima che possa farlo io
"Esatto, piuttosto, addo' jamm ca teng fam?" cosí dicendo Totó ci fa ridere tutti, poi ci decidiamo e torniamo in macchina per andare nel posto concordato.

"Maró wagliù amma venì 'cchiu spiss" tutti diamo ragione a Ciro quando lo dice
"Ah raga possiamo andare a fare un giro sulla lungomare, hanno aperto una nuova gelateria che fa cose sfiziose" propone Nina, noi accettiamo, così ci mettiamo in macchina.
Siamo in strada quando le luci della strada si spengono
"Edoà e mo?" chiedo impanicata
"Niente, accendo i fari" risponde tranquillo
"Ah giusto" dico sorridendo timida quando lo fa, avevo dimenticato di essere in macchina.
Dopo qualche minuto sento un rumore di gomme di auto che strisciano, che si avvicina sempre di più
"Vengono verso di noi!" grido ad Edoardo, e un attimo dopo sento un rumore fortissimo. Non abbiamo nemmeno fatto in tempo ad accorgercene che una macchina ci è venuta addosso correndo talmente tanto che l'impatto è stato pesantissimo.
"Ma vir nu poc a stu strunz! A patent te le 'cattat?!" grida Edoardo scendendo dalla macchina ma ormai è troppo tardi, l'altra è già sfrecciata via.
Sento un rumore di sportelli e subito dopo i ragazzi si precipitano verso di noi
"Ragà state bene?" chiedono preoccupati, è proprio quando lo chiedono che mi rendo conto di avere un dolore allucinante alla pancia, quando notano la mia espressione si preoccupano
"Oh Sofí"
"Sofí che tieni?"
"Ti senti bene?"
"Sofí ce fai mett paur!"
Non riesco a rispondere perchè ho notato una cosa, ho perso del sangue.
L'unica ad accorgersene è Nina, che sgrana gli occhi e assume un'espressione preoccupatissima
"Dobbiamo correre all'ospedale subito! Il bambino è in pericolo!" Edoardo si gira di scatto a guardarmi e quando si accorge di quello che è successo in men che non si dica mette in moto la macchina, con una mano guida, con l'altra stringe la mia mano che è poggiato sulla pancia.
Nel tragitto per andare in ospedale nella mia mente frullano un sacco di cose, ho desiderato e desidero così tanto diventare mamma, e se adesso tutto finisse? Non riesco a pensarci che delle lacrime si liberano dai miei occhi facendosi spazio sulle guance, lui se ne accorge
"Oh peccrè stai tranquilla, nun succer nient, siamo quasi arrivati, non piangere perfavore, non riesco a vederti così"
"Ho paura per il bambino" confesso singhiozzando
"Non gli succederà nulla, andrà tutto bene, te lo prometto" cerco di farmi calmare da queste parole, senza riuscirci, il pensiero di poter perdere mio figlio o mia figlia mi distrugge.

Arriviamo subito in ospedale, Edoardo è andato velocissimo, e quando arriviamo mi prende in braccio a mo di sposa per non farmi affaticare, i ragazzi che sono arrivati insieme a noi corrono per il corridoio dell'ospedale urlando
"Abbiamo bisogno di un medico! È incinta, una macchina si è schiantata contro la loro e lei ha perso sangue!" subito delle infermiere con una barella vengono verso di noi e mi ci fanno stendere sopra
"Vengo con lei" dice deciso Edoardo
"Non può" controbatte una di loro
"Sono il marito, posso"
"Non può, aspetti insieme ai suoi amici, la terremo aggiornato" ripete calma
"Amore fai come ti dicono, aspettami lì insieme agli altri, arrivo subito" gli dico con la voce spezzata azzardando un sorriso debole,lui mi guarda, ha gli occhi lucidi, cerca di sorridermi, poi annuisce e lascia la mia mano.

Se è con te. ||EDOARDO CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora