La cosa giusta

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Mentre stiamo tornando in hotel incrocio lo sguardo di un uomo, mi sembra di averlo già visto, ma essendo a Roma fatico a ricordare dove, poi realizzo e improvvisamente il mio respiro si fa pensante.
Scuoto il braccio di Edoardo
"Edo, Edo, Edo"
"Oh crè?"
"È lui.." gli dico a bassa voce indicando l'uomo
"Lui chi? Di che stai parlando?"
"Quello... quello che ha ucciso mio padre" lui sgrana gli occhi
"Ne sei proprio sicura?" annuisco senza togliere gli occhi di dosso all'uomo
"Non potrò mai dimenticare il suo volto, mai."
"Aspetta, chiamiamo la polizia, vieni, seguiamolo." faccio come mi dice.
"Edo si allontana troppo.." gli dico senza ottenere la sua attenzione, è a telefono con la polizia
"Pronto polizia? Vorrei denunciare un omicidio... no non è avvenuto adesso, qualche anno fa, ma abbiamo appena avvistato l'assassino, sta andando verso il Colosseo. Sì, va bene, grazie, arrivederci." lo guardo come per chiedergli cosa hanno detto
"Dobbiamo trattenerlo in qualche modo, tra meno di 3 minuti saranno qui" devo trovare un modo.

Pensa Sofia, pensa, pensa, pensa.

"Vieni con me" gli dico decisa, lui annuisce e mi segue
"Ehi, mi scusi signore!" l'uomo si gira, per un momento un brivido mi percorre tutto il corpo, mi torna in mente l'immagine dell'omicidio di mio padre. Edoardo mi accarezza la schiena con una mano e andiamo insieme verso di lui
"Dimmi signorina" guardo l'orologio di nascosto, manca un minuto
"Ho notato una leggera somiglianza con una persona che conosco, lei è nato a Roma?"
"No, sono nato a Napoli, mi sono trasferito a Roma qualche anno fa"
"Ah capisco.." guardo Edoardo, lui annuisce, la polizia sta per arrivare
"No, sa com'è, anche io sono di Napoli, lei ha una faccia molto conosciuta.." vedo la macchina della polizia avvicinarsi a noi, posso parlare.
"Assomiglia molto, anzi direi che lei è, l'uomo che... ha ucciso mio padre!" all'udire queste parole l'uomo diventa bianco in volto, si gira, probabilmente per scappare, ma dietro di lui c'è la polizia, prova a scappare dall'altro lato ma Edoardo lo blocca
"So stat ij, va buon? Ma nun l'egg fatt apposta! Nun vulev!" dice cercando di divincolarsi
"Questo lo dirà in commissariato" gli dice un poliziotto mentre lo ammanetta per poi portarlo verso la macchina, il suo collega si avvicina a noi
"Ragazzi, dovete dirmi dove, quando è avvenuto l'omicidio e chi è stata la vittima, se non vi dispiace"
"Il 28 agosto di 7 anni fa, a Napoli, la vittima è stata mio padre" dico tutt'un fiato, Edoardo si avvicina a me per accertarsi che io stia bene
"Mi dispiace molto per suo padre signorina, ma grazie mille, sarà fatta giustizia"
"Grazie a lei" dice Edoardo poi ci congediamo dal poliziotto e torniamo a camminare verso l'hotel.

Non mi sembra vero, dopo tutti questi anni senza sapere chi fosse l'assassino di mio padre adesso, per puro caso, l'ho trovato ed è stato arrestato. Appena l'ho visto è stato come se un pugno mi avesse colpita dritta nello stomaco, per poi mirare al cuore. La morte di mio padre è una ferita ormai cicatrizzata, ma ogni volta rischia di riaprirsi senza molto sforzo. Adesso che so che il suo assassino è stato arrestato però mi sento, anche se poco, meglio al pensiero di tutto ciò.

"È incredibile.." afferma Edoardo interrompendo il nostro silenzio
"Cosa?"
"Che tu lo abbia trovato dopo tutti questi anni"
"Già...".

"So che forse non è il momento-" interrompe per la seconda volta un silenzio
"Tranquillo, non parliamo più di quello, adesso pensiamo ad altro" lo interrompo
"A noi per esempio?" mi chiede spavaldo
"A noi" affermo io sorridendo
"Voglio chiederti una cosa"
"Dimmi"
"Quando torneremo a Napoli, dove andrai?" mi fermo appena lo sento pormi questa domanda, si ferma anche lui
"Edoardo, mi stai chiedendo se torno a casa di mia madre o a casa tua?" chiedo per assicurarmene
"Nostra" mi corregge alzando le sopracciglia e piegando la testa di lato
"Credo che, se per te va bene, la cosa migliore per entrambi sia tornare alla normalità, alla nostra normalità" gli rispondo
"Mi stai dicendo che vuoi tornare a vivere insieme?" mi chiede incredulo, soffio una risata
"Sì" affermo, lui mi bacia felice.
In questo momento anche io sono felice, come non lo ero da molto tempo, il massimo della mia felicità è sempre stato raggiunto solo da una persona, da lui.

Quando arriviamo in hotel sono le 5 di pomeriggio, abbiamo ancora un po' di tempo prima di iniziare a preparaci ed io decido di dormire, sono un po' stanca e voglio godermi la serata di stasera visto che sarà l'ultima, perchè domani, nel tardo pomeriggio, torneremo a Napoli.
Dopo qualche ora ci siamo svegliati e preparati e stiamo raggiungendo gli altri nella hall.
Appena arriviamo noto che ci sono tutti, ci salutiamo velocemente e poi usciamo.
"Ah ragazzi c'è una novità" dice Edoardo facendo il finto serio
"Che succede?" chiede Filippo, io ed Edo in tutta risposta noi ci baciamo, ottenendo una serie di commenti del tipo "Ooooh! Finalmente!" dai nostri amici
"In un pomeriggio siete stati capaci e cumbnà tutt stu poc?" chiede Totó ridendo e, come sempre, fa ridere tutti.

Se è con te. ||EDOARDO CONTEWhere stories live. Discover now