Mi senti?

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"Ragazze dormite?" non mi rispondono, è mezzanotte e mezza e io sto morendo di sete, solo che ho scordato l'acqua e devo per forza andare in mensa. Devo ammettere che fa un po' paura girare da soli di notte in un carcere.

"C'è nessuno?" chiedo speranzosa che qualcuno mi risponda, dovevo svegliare una delle ragazze e scenderci insieme, ma nessuno lo fa. Mentre sto per entrare in mensa qualcuno mi afferra la spalla e mi scaraventa a terra, poi le luci si accendono, non fatico a vedere la faccia di Marinella e di Viola, sono amiche adesso, due psicopatiche insieme.

"Che volete?"
"Dobbiamo per forza volere qualcosa?"
"Vogliamo divertirci"
"E andate al parco giochi" loro a queste parole mi tirano due calci e io mi piego dal dolore, questa cosa le porta a ridere.
"Quanto sei spiritosa"
"Voglio vedere se continui a fare battutine adesso" dopo quest'affermazione si piegano addosso a me e iniziano a picchiarmi, inizialmente provo a difendermi e ci riesco anche
"Smettetela"
"Stai zitta o ti ammazziamo direttamente"
"Non ne siete capaci" loro si guardano e, all'improvviso, vedo tutto nero.

POV'S EDOARDO
"Eduà, corri, muoviti!" Lino entra a svegliarmi urlando
"Lino ma che vuo'?"
"Sofia.. muovt!" appena sento il suo nome scatto in piedi, cosa le è successo? Un senso di ansia mi pervade, non riesco ad immaginare neanche che qualcuno possa torcerle un capello. Mi vesto velocissimamente e seguo a passo svelto Lino, che sta andando verso l'infermeria, i miei occhi si inumidiscono, e non riesco nemmeno a vedere tanto che le lacrime mi appannano la vista.

"LINO PCCHÈ STAMM CCA DIND?"
"Eduà statt calm, vai addu ess" quello che temevo di più, lei, sola, su un lettino dell'infermeria
"AMÒ, AMÒ ME SIENT?" quasi urlo e una mia lacrima cade sul suo viso, muove leggermente la testa, questo mi rassicura un po'
"PECCRÈ, TE PREG GUARDM" apre lentamente gli occhi e li sfrega con gli indici, fa per alzarsi con la schiena ma io la blocco
"Non ti sforzare, aspetta un attimo" lei annuisce ancora assonnata.

"Scusa?" mi rivolgo all'infermiera
"Dimmi"
"Che cazzo è successo?"
"Calmati Edoardo, è stata picchiata evidentemente, stamattina l'hanno trovata stesa a terra quasi piena di sangue davanti all'entrata della mensa" a queste parole riesco a pensare solo a una persona, o meglio due.

Esco velocemente dall'infermeria e mi dirigo quasi correndo nelle celle femminili, finché non le vedo
"CHE CAZZ AVIT FATT EH? RISPUNNIT STRONZ"
"Che vuoi?"
"Vattene o chiamiamo Litz" a queste parole soffio una risata ironica
"Ve vulit mett contr a me? O sapit ca pozz chiamà a Don Salvatore? In qualsiasi momento" si fanno serie, il padre di Ciro è temuto da tutti a Napoli
"Calmati"
"M'aggia calmà? E parlat allor"
"Siamo state noi, abbiamo provato ad ucciderla, ma non ci siamo riuscite purtroppo"  a queste parole il sangue mi ribolle nelle vene, mi avvicino violentemente a loro ma poi ci ripenso, se dovessi fare qualcosa la mia pena verrebbe allungata e non potrei uscire insieme a Sofia, so come fargliela pagare.

Esco velocemente dalla loro Cella e vado nell'ufficio della direttrice
"Edoardo, non si bussa più?"
"Mi scusi direttrì ma è importante"
"Dimmi"
"So chi ha cercato di uccidere Sofia" si fa seria
"Chi?"
"Marinella e Viola"
"Edoardo, questa è un'accusa molto seria.."
"Me lo hanno appena detto loro, se non ci crede vada da loro"
"Grazie Edoardo, verifico e poi prenderò seri provvedimenti, adesso vai da Sofia, per oggi le tue attività sono sospese così puoi stare con lei" mi rivolge un grande sorriso
"Grazie direttrì, non solo di questo"
"E di cosa?"
"È grazie a lei che ho capito di amare Sofia, v'arricurdat?"
"Si mi ricordo, mi ricordo" sorride quasi malinconica
"Arrivederci"
"Ci vediamo Edoardo".

POV'S SOFIA
"Amò dove sei andato?" Edoardo è appena entrato di nuovo in infermeria
"A sistemare una cosa"
"Sono state Marinella e Viola" confesso
"Lo so, non devi preoccuparti di loro" mi alzo con la schiena
"In che senso? Che hai combinato Edoardo?"
"Niente, ho parlato con la direttrice" tiro un sospiro di sollievo
"Pensavo avessi fatto qualche cazzata"
"Peccrè, da quando ci sei tu non ci penso nemmeno più a fare cazzate" mi accarezza la guancia ed io stringo la sua mano con la mia spalla
"Mi hai cambiato la vita, senza di te adesso non avrebbe più senso" continua
"Edoardo Conte" penso ad alta voce e lui mi guarda interrogativo
"Il tuo nome, l'ho pensato tante di quelle volte il giorno che ti sei presentato"
"È bello eh?" chiede scherzando
"Stupendo" gli rubo un bacio veloce.

Dopo essere rimasti a guardarci per qualche minuto si fa serio
"Come ti senti?"
"Un po' una schifezza ma meglio rispetto a ieri notte sicuramente"
"Ma che ci facevi davanti alla mensa?"
"Avevo sete e mi ero dimenticata l'acqua"
"E non potevi andare con le ragazze?"
"Dormivano"
"La prossima volta vieni a chiamarmi" annuisco sorridendo dolcemente.

Se è con te. ||EDOARDO CONTEWhere stories live. Discover now