The party

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_Draco's Pov_
Octavia Myers era la madre di Belle, ecco perchè la ragazza che amavo mi risultava così vicina, famigliare...
Questa volta dovevo fare la cosa giusta: dirle tutto, senza omettere nulla, dal primo all'ultimo.

Una festicciola di benvenuto ebbe inizio nella sala comune di Serpeverde.
Erano circa le nove e mezza di sera, una ragazzina del primo anno un po' intimorita mi raggiunse nel corridoio per riferirmi dell'evento.
La ringraziai, sorrisi gentilmente e mi avviai verso il party.
Nonappena attraversai il corridoio che separava i dormitori dalla sala comune un forte rumore mi sfondò i timpani. Le chiacchiere rimbobmavano sulle pareti e la musica creava ancora più casino.
Ed eccola lì, vicino al fuoco, che chiacchierava e sorrideva con altre ragazze.
Era così bella, in quel momento anche allegra. Feci qualche passo per prendere parte alla festa.
Mi accorsi troppo tardi che i miei occhi erano incantati e puntati su di lei: era una colla così potente quella che li univa ai suoi che non potevo fare a meno di rimanere lì impalato.
Lei ricambiò lo sguardo. Quello che prima era un sorriso iniziò a scomparire, la sua bocca assunse una forma naturale. Ma nonostante tutto quel piccolo scorcio da cui si intravedevano i denti dava una sensazione di sorpresa da parte sua. Le sue amiche, prese dal parlare, non notarono nulla. Quello scambio d'interesse che sembrò durare un'eternità venne interrotto da qualcuno che, passando, mi diede una leggera spinta. Io distaccai lo sguardo a causa dell'urto e, non appena mi ripresi, ricercando quel contatto visivo notai che lei si era girata.
L'avevo perduta, di nuovo.

_Belle's Pov_
Mi stavo divertendo con alcune delle poche ragazze con cui ero leggermente in confidenza quando percepii una mano appoggiarsi sul mio fianco.
Dei gelidi brividi percorsero il mio corpo: quello era proprio il suo modo, la maniera in cui lo faceva lui, Draco.
Speravo con tutta me stessa che non fosse il biondino. Il ché non era del tutto da escludere, visto che poco prima lo sorpresi a guardarmi.
Mi girai e, per fortuna - o meglio, per miracolo -, vidi che Ian era proprio dietro di me. Nella mano reggeva un foglietto di pergamena, grande più o meno cinque centimetri quadrati.
Me lo allungò senza fiatare.
Lo guardai confusa e poi lessi le sette parole presenti sul pezzo di carta:
"Davanti al tuo dormitorio. Fra cinque minuti" scandii.
Ma per favore, non può essere da parte sua.
Il sorriso che portavo qualche minuto prima svanì lentamente, estinguendosi definitivamente alla domanda che feci a Ian.
"Chi te l'ha dato?"
"Dagli una possibilità, magari ti spiegherà tutto." ipotizzò lui. Non aveva bisogno di fare nomi, in quella frase era sottinteso.
"Ah, quindi ora sei dalla sua parte..." notai io irritata.
"Ma sì. Tradiamo la propria ragazza con la prima che troviamo e poi lasciamola. Cosa c'è di male!?" commentai io infastidita dal suo comportamento comprensivo nei confronti di Draco.
"Io... io non lo sapevo." mi rivelò pentito.
"Beh, ora lo sai. Lui mi ha tradita. Mi ha lasciata e abbandonata. Ero sola alle Hawaii. E per fortuna lì ho incontrato altri maghi e streghe. Ecco perchè non stiamo più insieme. Ora lui pretende di parlare. Ma io sono stanca delle sue spiegazioni. Quindi ti prego, lascialo perdere. Se ci tenesse davvero a parlarmi dovrebbe almeno sforzarsi di venire da me a testa alta e mostrare le palle."
"Hai ragione." ammise lui pentito.
"Scusa se ho alzato la voce, sto impazzendo." Provai a calmarmi. Draco riusciva proprio a farmi innervosire.
"Tranquilla. Non è tua la colpa. Io torno dagli altri, ci vediamo dopo." si congedò.
Scoccai un bacio casto sulla guancia del ragazzo. Lui mi sorrise e si diresse verso gli amici.
Lui era praticamente uno dei miei migliori e unici amici, ma da quando mi metteva le mani sui fianchi?
Ciò, in realtà, non m'infastidiva per nulla. Ora non avevo di che preoccuparmi: ero single e libera. Potevo innamorarmi di altri ragazzi senza tradire nessuno, e Ian è un ragazzo d'oro  al contrario di Malfoy. Era difficile trovarne come lui, come Ian.
Fantastico. Dovevo ricominciare la mia vita e lasciarmi il biondino alle spalle.
Insomma, ero circondata da un bel numero di bravi ragazzi e scelsi proprio di innamorarmi di Draco Malfoy. Dovevo aprire gli occhi, uscire dalla scatola in cui mi nascondevo e ricominciare.
Mason - quel ragazzo dolce, gentile e premuroso che incontrai quest'estate - mi faceva sentire bene. A mio agio. Anche con Ian mi sentivo così.
Mi piacevano entrambi, anche se dovevo ancora capire fino a che punto.

Verso metà della serata, presa dalla stanchezza, mi diressi verso il mio amico.
"Ian, sono davvero stanca... Vado a dormire. Ci vediamo domani." Lo salutai  tirando un piccolo sbadiglio.
"Vengo anche io, non sto più in piedi."
Mi accompagnò fino all'entrata dei dormitori femminili e poi si diresse verso il suo.
Afferrai la maniglia della porta e l'aprii. Tutte le mie cose erano già là. Quattro letti a baldacchino erano disposti nella stanza. Le mie compagne, per fortuna, rientravano tra le mie poche amicizie. Almeno non dovevo passare le notti con persone che ignoravano la mia esistenza.
Mi trascinai la porta dietro. Mi girai sorpresa perchè qualcosa non andava: la porta non aveva fatto rumore nel chiudersi. Infatti non si era chiusa. Vidi la porta proseguire il movimento al contrario. Qualcuno, a quanto pare, la stava aprendo da fuori.
Il ragazzo dai capelli biondi si appoggiò alla porta.
Ancora lui.
In quel momento ero davvero irritata, ma anche un tantino intimorita da quello che avrebbe potuto farmi. Ma non meritavo almeno un po' di pace? Il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
"Cosa diavolo vuoi?"
"Hai ignorato il mio biglietto, Madame?"
"A quanto pare..." risposi io indifferente.
"Sono davvero offeso." contestò lui ironicamente.
"Malfoy, ora sono davvero stanca. Ti chiedo gentilmente di lasciarmi dormire." reagii.
Sollevai la bacchetta, la puntai alla porta e essa iniziò a chiudersi rapidamente. Draco la bloccò.
"Per favore, Belle, voglio solo parlare." insistette il biondino.
"A domani." Ripetei acidamente.
"No. Ti promisi che non ti avrei più tenuto nascosto nulla e così farò..."
Sbuffai.
"Tanto ora non stiamo più insieme. Non ricordi? Mi hai lasciata. Sola come un cane, aggiungerei. Quindi non sentirti più in obbligo di raccontarmi tutti i tuoi affari."  puntualizzai infine.
"Lascia che ti spie..."
"No, no, no. Non ho bisogno delle tue spiegazioni." lo interruppi io. Ero disperata.
"Ma non capisci? Eri l'unica persona al mondo che fossi mai riuscita ad amare, l'unico ragazzo che mi facesse stare davvero bene. E poi tu cosa fai? Mandi tutto all'aria per una moretta super sexy.
Andiamo, almeno dimmelo in faccia. Non ero abbastanza per te? Probabilmente ti aspettavi di più e io da stupida pensavo di valere qualcosa. Ma eccomi qui. Scusami se sono quello che sono."
Ripresi fiato.
"E quella, lei sembrava renderti davvero felice, quindi buon per te. Ma se mai ti importasse di chiedere, io non lo sono. Io non sono felice. O meglio, ora potrei esserlo, se solo tu non mi tormentassi in questo modo!"
"Tu sapevi del bacio..." realizzò lui.
"Dici? Ora, buona notte, Malfoy." tentai di tagliare corto.
Mi congedai sbattendogli finalmente la porta in faccia.
"E non entrare più senza bussare." gli gridai per farmi sentire.
Aprì la porta un'ultima volta.
"Aspetta. Tu non vuoi ascoltarmi. Va bene. Lascia solo che ti faccia una domanda. Poi me ne andrò e ti lascerò vivere la tua vita in pace. Per favore." mi pregò guardandomi speranzoso.
"Uff, va bene. Oggi mi sento particolarmente generosa. Cosa vuoi?" domandai scocciata.
"Il tuo cognome, da dove viene? Te l'hanno dato all'orfanotrofio?"
"Sì e no." Feci una pausa. Ciò che stavo per dire era doloroso. "Fui adottata, più di una volta da quel che ricordo. Ho ancora in testa la seconda - e speravo l'ultima - volta in cui il gestore del posto mi chiamò in ufficio per rivelarmi che qualcuno mi voleva nella sua vita.
Quella famiglia era fantastica. Avevo addirittura una sorella. Peccato però che si resero conto di non riuscire a mantenere due figlie. Così restituirono la nuova arrivata, ma ci ero abituata perchè la stessa cosa mi successe qualche anno prima. Martin era il cognome del mio ultimo papà adottivo. Nick Martin. Era il padre che avevo sempre voluto e..." Mi fermai. Notai che ormai mi ero immersa fino ai piedi nei miei pensieri. Sul viso mi era comparso un fragile e malinconico sorriso e il mio sguardo si era perso su un punto qualunque della stanza.
Mi stavo dilungando troppo perchè mi mancava avere una famiglia su cui poter contare.
Mi mancava avere una persona importante su cui poter contare.
Mi mancava avere un ragazzo su cui poter contare.
Un ragazzo da amare.
Un ragazzo che mi facesse sentire amata.
Le lacrime colmarono i miei occhi blu.
Crollai sedendomi sul letto. Vidi Draco avanzare verso di me.
Mi prese sotto la sua ala e io lo lasciai fare. Ne avevo bisogno.
"Io non ti ho tradita, Belle." puntualizzò. Aveva baciato un'altra ragazza e aveva anche il coraggio di dire tutto ciò?
Sentendo quel che aveva appena detto i miei nervi si riempirono di rancore.
Gli puntai la bacchetta addosso.
"Ma davvero!? Vattene." lo intimai.
"Lascia che ti spieghi." mi scongiurò lui.
"Via!" gridai, le mie orecchie avevano già sentito abbastanza.
Lui uscì finalmente dal mio dormitorio, forse temeva che quell'urlo potesse richiamare l'attenzione di qualcuno.

Stanca di quella giornata mi stesi sotto le coperte e, con le guance ancora intrise di gocce amare, mi addormentai.

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