Bon voyage

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Narcissa li smaterializzò in un vicolo buio. Esso era situato dietro all'aeroporto babbano, nessuno ci passava mai.
"Ci vediamo a fine estate, allora." ricordò loro la donna con tono materno e leggermente preoccupato.
"Tranquilla mamma, ce la caveremo."
"La valigia la hai. Penna e carta, invece? Ma aspetta, come farai a scrivermi senza un gufo?"
"Uno, sì, la ho. Due, lo troverò, ci sono centri magici appositi ovunque. Puoi stare tranquilla." la rassicurò il figlio
"Bene così. Bon voyage, ragazzi!"  concluse la madre.
"Arrivederci Narcissa!" La salutò Belle.
Narcissa l'abbracciò e le regalò un materno bacio sulla testa, uno di quelli che non aveva mai ricevuto.

Mano nella mano, i due si incamminarono verso l'ingresso dell'aereoporto. Due enormi vetrate si aprirono, strisciando magicamente verso due direzioni opposte.
Al di là vi era un'enorme sala. Ma cosa dovevano fare?
Bene o male, Narcissa era riuscita a procurargli tutti i biglietti necessari per partire quella notte.
Videro un cartello con scritto "check in obbligatorio", la quale freccia era rivolta verso un corridoio piuttosto luminoso.
Il posto era ricco di luce, fornita dai soliti lampadari economici che troviamo nella maggior parte dei posti pubblici.
Seguirono le indicazioni. Forse era proprio lì che dovevano andare.
Ci furono alcuni problemi, si persero ripetute volte. Alla fine però ce la fecero: entrambi salirono sull'aereo.
Belle sedette vicino al finestrino. Fuori c'era ancora buio. Nonostante tutto l'alba era vicina. Qualche ora e sarebbe stata mattina.
"Draco, sai, abbiamo diversi scali da fare. Quando questo atterrerà dovremo prendere quest'altro." lo avvertì Belle  indicando col dito un punto su un foglio che gli era stato consegnato all'aeroporto.
"Mhh, ok." Draco era piuttosto stanco quando l'aereo decollò. Sbadigliò. "Per ora pensa a dormire, ne abbiamo bisogno entrambi." Afferrò la mano dell'amata, appoggiando la testa sulla sua spalla. Gli occhi chiusi e rilassati indicavano che il dolce Draco era caduto in un sonno profondo.
Le turbolenze per loro non furono un problema. Erano abituati a molto di peggio: smaterializzarsi e materializzarsi faceva salire una forte sensazione di nausea.
Le poche ore che trascorsero sull'aereo passarono ancora più in fretta del dovuto. Dovettero cambiare mezzo più volte prima di arrivare a prendere l'Hawaiian Airlines che li avrebbe portati direttamente alle Hawaii.
"Ma Draco, come faremo? Non sappiamo dove andare... Sono stata troppo presa dall'idea di averti accanto per pensare davvero in cosa ti stavo trascinando."
"Oh, beh, a questo ci ho già pensato io.
È una sorpresa" rispose lui.
Belle fece un sospiro di sollievo.
"Beh, come sempre sei il mio salvatore!"
"Ti amo, è inutile dirtelo." Rispose lui sottovoce.
"Ti amo anch'io, lo sai."
La voce del copilota rimbombò per tutto l'aereo attraverso degli autoparlanti, con lo scopo di avvertire i passeggeri di un vicino atterraggio.
Finalmente sarebbero scesi da quell'aereo, i loro piedi avrebbero poggiato direttamente sul suolo Hawaiiano. Che emozione!
Ecco qui, uno per volta, tutti i passeggeri uscirono.
Draco e Belle si diressero a recuperare i bagagli, così da poter andarsene da quel posto affollato. Un taxi era stato prenotato a loro nome da Narcissa che, nonostante fosse sposata con un uomo che detestava i babbani, si intendeva dell'argomento. Molto probabilmente la magia aveva avuto un ruolo importante su questo fronte.
Ed eccolo davanti all'uscita dell'areoporto, un ragazzo piuttosto giovane e carino con in mano un cartello. Quest'ultimo portava la scritta 'Malfoy, Martin' sopra.
"Aloha, siete il signor Martin e la signorina Malfoy?" chiese rivolgendo un fantastico sorriso alla ragazza.
"Beh, veramente io sono Malfoy, Draco Malfoy." lo corresse lui con un po' d'amarezza alla vista di quello sconosciuto che ci provava con la sua ragazza.
"Ed io sono Belle Martin, piacere." aggiunse la ragazza sorridendo.
"Dove vi porto?" domandò il tassista.
"Oh beh, prima facciamo accomodare  Belle in auto, è una sorpresa."
"Capisco." Il tassista aprì la portiera alla ragazza che si sedette.
Lei ringraziò. Lui chiuse lo sportello.
"Hilton Hawaiian Village, per favore." sussurrò Draco passando la valigia al ragazzo.
Salirono tutti sull'auto e John - così aveva detto di chiamarsi l'autista - mise in moto.

_Pov's Draco_
Giuro che la prossima volta che rivedo quel ratto di fogna lo trasformo in una lattina!
Ma è possibile che stiano parlando dei fatti loro come se io non ci fossi?
E lui ovviamente la sta corteggiando!
"Dimmi Belle, di dove sei?"
"Inghilterra, tu?"
"Wow, anche io sono nato là! Sono cresciuto qui, però."
"Che scuola frequenti?" le chiese il ragazzo con fare incuriosito. Un po' troppo, aggiungerei.
Vidi Belle sbiancare. Sbarrai gli occhi.
"Oh, hem... io vado in una piccola scuola privata. Draco è in classe con me."
"Mhh. Tu sembri una ragazza davvero brillante, speciale. Ti immaginavo come una che freuqenta una grande scuola, ricca di studenti. Una di quelle che appaiono quasi magiche..." ribattè il tassista.
In seguito a quella strana osservazione, Belle si girò verso di me. Probabilmente non avevo uno sguardo entusiasta in faccia e lei notò.
"Tutto bene?" chiese la ragazza per interrompere quel momento poco piacevole.
"Certamente" finsi io.
Quel tipo non mi convinceva, mi sembrava losco. C'era qualcosa che non quadrava in lui. E se fosse a conoscenza di tutto? E quando dico tutto intendo proprio tutto, ogni cosa! Nahh, impossibile. Forse è solo un poveraccio, nulla di chè.
"Destinazione raggiunta." scandì John parcheggiando di fianco ad altissimi edifici. Sembrava che fossero passate ore.
Estrasse le chiavi dalla macchina e aprì lo sportello. Uscì e andò ad aprire la portiera alla ragazza.
"Mahalo!" lo ringraziò lei.
"Di nulla!" rispose lui.
Davvero la sua ragazza sapeva l'Hawaiiano? Wow, mi stupì. A quanto pare ci sono diverse cose che non so di lei.
"Arrivederci John!" lo salutò cortesemente lei.
"Arrivederci cara Belle!"
Quel terribile individuo salì sul taxi e si allontanò.
Che gioia, finalmente eravamo soli! Ma ci voleva così tanto!?
"Su forza, andiamo. Ti aspetta una sorpresa, ricordi?" le conferii io all'orecchio prima di afferrare la sua mano e di dirigermi verso uno di quei grandi hotels.






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