Lightness

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Il dì successivo Belle raggiunse l'infermieria in anticipo. Vide Ian dall'entrata: era ancora sdraiato sulla branda, probabilmente addormentato come un bimbo.
La ragazza si sedette delicatamente al lato del letto, la sua mente in continuo tormento nel decidere se svegliarlo o meno.
Una delle infermiere si presentò schiarendosi la voce:
"Mi scusi signorina, dovremmo preparare il signor Taylor per le lezioni..."
"Il signor Taylor?" Disse confusa. Era davvero quello il suo cognome?

'Taylor'
'Taylor'
'Taylor'

Lo aveva già sentito...
"Lei è la fidanzata?" Chiese la signora.
"Co-come? Io? Oh, no... sono solo... un'amica."
Alla parola 'fidanzata' i suoi occhi si fecero più lucidi. Quella parola era stata usata ultimamente per indicare la sua relazione con Draco.
"Vuole aiutarlo lei? Ho un sacco di faccende da sbrigare... I vestiti sono nel baule alla sua destra e gli oggetti personali sul comodino." chiese la donna.
"Hem... ok, come preferisce." acconsentì Belle.
L'infermiera uscì dalla stanza, lasciando incombere su di essa un silenzio assordante.
Ian iniziò a muoversi sul lettino. Belle ne approfittò per svegliarlo, dolcemente.
Sussurrò il suo nome un paio di volte, abbastanza per far sì che aprisse gli occhi.
"Buon giorno anche a te..." salutò lui con tanto di voce impastata.
Le ferite erano ormai chiuse, ma ancora ben visibili. Le fasce coprivano la maggior parte di esse, le più gravi.
Lo aiutò ad alzarsi e gli passò la divisa.
Si girò per permettergli di vestirsi senza imbarazzo.
Lasciarono l'infermieria per dirigersi in sala grande. Sedettero al tavolo della loro casa, la ragazza aiutò Ian a servirsi.
A quanti pare, Draco era dall'altra parte del tavolo, a qualche metro di distanza. Gli occhi chiari del ragazzo, colmi di odio, fissavano Ian.
La colazione durò poco, non fu piacevole sentirsi osservati.
Le lezioni, invece, sembrarono non finire più.
Una cosa sola la tormentava: ora sapeva di averlo già visto da qualche parte, ne era sicura.
All'ora di pranzo, dovette chiederglielo:
"Ian, come mai ho la sensazione di conoscerti?"
"Forse perchè ci siamo presentati recentemente?" rispose il ragazzo scherzosamente.
"No, ho la sensazione di conoscerti da tempo... il tuo cognome, Taylor..." Cercò di spiegare Belle.
"Ti dice qualcosa...Ovvio, dovevo saperlo che non avrebbe funzionato..." confessò lui. Ora la ragazza era confusa. Molto confusa.
"Ian, cosa mi stai nascondendo?" Ormai lei non ne poteva più, tutte queste menzogne, omissioni e segreti.
"Non volevo dirtelo così presto... Speravo non ricordassi. Dovevi dimenticare. Per il tuo bene."
"Arriva al punto" Insistette lei con tono freddo.
"Beh, vedi... prima di esser stato adottato, io ero il tuo migliore amico.
Frequentammo lo stesso orfanotrofio magico, ma..." Si bloccò e sospirò, come se stesse cercando di dare una brutta notizia nel modo meno doloroso possibile.
"Vedi, i miei genitori mi scelsero, e anche te. Dopo poco però, si resero conto di non riuscire ad avere a che fare con due bambini, per lo più due bambini magici. Per loro era troppo. Così decisero di riportare uno di noi in quel maledetto posto. Scelsero te."
Belle sbiancò.
Gli occhi si fecero sempre più colmi di tristezza.
"Ma perchè... perchè non riesco a ricordare?"
"Per evitare che soffrissi, ti fecero fare un incantesimo in modo che rammentassi il minimo indispensabile e..."
Si sentiva stordita. Ma perchè tutte a lei? Tutte, assolutamente tutte le sventure, a lei.
"Ho bisogno di pensare" Cercò di alzarsi dal tavolo ma Ian le afferrò delicatamente un braccio.
"Per favore Belle, sono stato un codardo... pensavo che tutto ciò potesse porre fine alla nostra amicizia... Eri già giù per quella storia col tuo ragazzo e..."
Fece scivolare via il braccio dalla presa possente di Ian, finalmente riuscì ad alzarsi.
"Lui non è più il mio ragazzo... riesci a capirlo? Almeno fin che io non riuscirò a perdonarvi, statemi lontano."
Disse le ultime frasi ad alta voce rivolgendosi anche a Draco, che si trovava poco distante e continuava a fissarli da una dannata eternità. Li guardò entrambi negli occhi, i suoi erano lucidi.
Ian la guardò stupito.
"Entrambi!" aggiunse lei in fine.

Aveva bisogno di tempo per pensare ovviamente, e stare da sola la avrebbe aiutata.
Giunta in sala comune si accomodò su una poltrona. Il micino le saltò in grembo, accucciandosi tra le sue braccia.
Non riusciva a darsi tregua, era perseguitata dai soliti pensieri.
"Penso troppo", sussurrò fra sè e sè.
In effetti ci aveva preso in pieno.
Decise di iniziare a prendere decisioni concrete. In anzi tutto, per la sua salute mentale, aveva bisogno di qualcuno.
Ormai però, non aveva più nessuno:
Aveva litigato con Draco e con Ian e, di sicuro, il suo orgoglio le impediva di andare a parlare con la sua migliore amica.
Ginny, come sempre, aveva ragione.
Oppure no...
Era stata anche colpa del suo carattere, era stata troppo dura coi due.
Dipendeva tutto da lei.
Fino a quel momento era accecata dall'ira, quel forte rancore rinchiuso dentro di lei da anni ed anni.
Questo sentimento la rendeva cieca.
Non riusciva a vedere le buone intenzioni celate negli atti di Draco ed Ian.
Ma ora riusciva ad aprire gli occhi.
Era davvero buffo che queste litigate avessero portato a qualcosa di buono.
In effetti, forse Draco aveva mentito per proteggerla... E Ian, anche.
In effetti, durante il periodo con Draco, cambiò... Forse le emozioni negative iniziarono a farsi da parte, per far spazio a qualcosa di migliore... qualcosa come l'amore? Chissà.

Si sentì in dovere di perdonarli, sarebbe stata perseguitata dalla sua stessa psiche finché non lo avesse fatto.
Volle partire con Ian, in fondo la situazione fra loro era meno complessa.
Avrebbe lasciato il peggio per dopo...
Peggio? Magari avrebbe potuto essere il meglio?

Uscì dalla sala comune in fretta e furia e, senza accorgersi della sua presenza, finì a sbattere contro il petto di Draco. Egli stava andando in direzione opposta, con l'intenzione di andare a rilassarsi davanti al fuoco.
Alla vista della ragazzina gli si scaldò il cuore e un leggero sorriso prese forma sul suo volto.
Entrambi morivano dalla voglia di parlarsi di nuovo, di potersi aprire l'un l'altro. Ma in quel momento lei doveva fare qualcos'altro.
Raccolse la sua bacchetta - che le era volata via durante quel piccolo incidente - e proseguì per la sua strada.

THE DARK TRUTHWhere stories live. Discover now