Butterflies

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Finalmente, dopo una lunga dormita, riuscì a smaltire tutta la rabbia e le emozioni negative da cui era perseguitata.

L'alba di un nuovo giorno significava anche un nuovo inizio, magari avrebbe potuto sistemare le cose col nuovo ragazzo, ora che si era calmata. A proposito, non sapeva nemmeno il suo nome, possibile che non lo avesse nemmeno accennato la sera prima?

L'unica cosa nella quale sperava era il suo perdono. In quel periodo le risultò essenziale la presenza di una faccia amica con cui sfogarsi. Tra l'altro, poteva contribuire al perdono tanto sperato anche la posizione del ragazzo in ambito sociale: era nuovo, quindi al momento solo. Voleva di certo farsi degli amici. Amici veri, però. E guarda caso viene proprio da lei. Doveva essere un segno.

Non fu difficile trovarlo dato che, dopo aver aperto la porta per uscire dal dormitorio, se lo ritrovò davanti.
"Bonjour Madmoiselle" Iniziò lui, sorridente.
"Dormito bene?" Continuò poi.
"Mhh, sì, direi di sì. Buongiorno anche a te." rispose lei un po confusa, mantenendo comunque un tono gentile.
"In tutti i modi scusami tanto per ieri... Il fatto è che - non ci crederai mai - ho problemi di rabbia da quando i miei genitori mi hanno abbandonata, non è stato facile. Mi sono dovuta adattare, per questo il mio carattere non è dei migliori. Davvero, mi scuso infinitamente." disse lei tutt'un fiato.
"Ti ho già detto che ti capisco, ci sono passato anche io."
"A proposito, ieri sono stata un pochino sgarbata. Il mio nome è Belle. E il tuo?"
"Mi chiamo Ian ma, siccome è un nome davvero lungo, puoi chiamarmi Ian. Credo sia un soprannome davvero fantastico sai..." Rispose lui ironicamente.
I due si misero a ridere, era un ragazzo piuttosto simpatico ma, allo stesso tempo, sensibile.
"Che ne dici di andare a fare colazione? Sto davvero morendo di fame" propose il suo nuovo amico.
"Certamente, anche io" Un sorriso le si allargò sul tenero volto, non succedeva da giorni.

A quanto pare era riuscita a raggiungere il suo obbiettivo. Sicuramente non se lo sarebbe lasciata scappare.
Durante pranzo si presero del tempo per conoscersi meglio. Belle spiegò ogni particolare della situazione con Draco al ragazzo, tralasciando un piccolo dettaglio: l'identità di suo padre, un assassino molto pericoloso.
Scoprì molte cose che non avrebbe mai immaginato su Ian.
Era un ragazzo mezzosangue, cresciuto in mezzo ai babbani. Amava fare sport, il suo preferito era Lacrosse. Rimase più o meno una decina di minuti ad ascoltare il regolamento del gioco che alle sue orecchie risultava nuovo. A quanto pare era un esperto poiché per qualche anno fu anche capitano. Si trasferì più vicino ad Hogwarts dopo la morte del padre. La lettera gli fu tenuta nascosta fino ad allora...
"A proposito di padri, mi scuso anche per la domanda, non avevi detto che il tuo era un assassino o qualcosa del genere?"
"Oh, speravo dimenticassi questo dettaglio. Vedi, è complicato..."
"Andiamo, cosa c'è di così traumatizzante da non poterlo dire?"
"Te lo dirò, a patto che la notizia non influisca sulla nostra amicizia e non ti faccia pensare male di me. Me lo prometti?"
"Promesso. E poi, qualsiasi cosa abbia fatto tuo padre, non può essere colpa tua. Lui è adulto e deve assumersi le responsabilità delle proprie azioni, okay?" Mi rassicurò dolcemente.
"Oh, fidati se ti dico che rimarrai sconvolto. Vedi, mio padre è... hai presente i Potter? Anche se non sei di qui ne avrai sicuramente sentito parlare, no?"
"Certo, Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto. I suoi sono stati ammazzati da Voldemort."
La ragazza sbiancò appena sentì l'ultima parola.
"Oh andiamo, non dirmi che non pronunci il suo nome?!"

"No, tendo a non farlo.
Comunque, è proprio lui.
I suoi genitori sono stati uccisi da tu-sai-chi, ma ci fu anche un uomo che permise al signor oscuro di compiere il suo atto malvagio.
Quell'uomo, mio padre biologico, è Sirius Black. Un anno fa e riuscito a fuggire da Azkaban, ora è ancora a piede libero.
Come ti ho già detto, ho vissuto parte della mia vita coi Weasley, e temo che loro abbiano sempre saputo la vera identità di mio padre, temo che loro siano a conoscenza di moltissimi altri segreti e non vogliono che io sappia."
Dopo aver raccontato tutta la sua storia Belle fece un respiro profondo.
"Oh, mi dispiace... Magari posso aiutarti in qualche modo?"
"Oh beh, se riuscissi a trovare Sirius Black e poi ucciderlo te ne sarei grata." gli rispose lei ironicamente.
"Difficile, ma non impossibile...
E se ti aiutassi io?"
"Come, in che modo?" Chiese lei impaziente.
"Beh, indagando, ovvio!"
"Rendi tutto un po' troppo facile..." Osservò la ragazza.
"Insieme ce la faremo, vedrai"
"Lo spero tanto..." Rispose, sempre più convinta che il piano non sarebbe andato tanto lontano.

Arrivò da dietro di lei uno schiarimento di voce che la fece sussultare.
A quanto pare, Draco era irritato alla vista della sua 'ragazza' che non faceva altro che stare con uno che, in più, non era biondo platino con occhi grigi.

"È qui la festa?" ironizzò in tono freddo.
"Ti devo parlare, adesso!" riferì sottovoce all'orecchio della ragazza che, alla sensazione sgradevole del suo fiato sul collo, rabbrividì. Draco la afferrò per i polsi con una salda presa e lei, alla vista del movimento brusco del ragazzo, strinse gli occhi per paura che le facesse del male. A quanto pare, di lì a poco avrebbe conosciuto un'altra versione di Draco, una peggiore.
O forse no...
"Senti, il fatto che tu sia il figlio di papà viziato e ricco non ti dà il diritto di molestare una ragazza. Chiaro pivello?" Ian difese Belle, senza pensare alle conseguenze.

La ragazza vide il pugno di Draco, provvisto di anelli, chiudersi lentamente ed alzarsi.
Il bel faccino di Ian, urtato dalle nocche dure del ragazzo biondo, ruotò leggermente di lato.
La pelle intorno agli zigomi si fece viola, alcune gocce di sangue colarono dalle guance, fino a ricoprire di un colorito rosso le sue labbra.
Di certo, Ian non sarebbe morto per un pugno. In fondo Draco Malfoy era uno stecchino in confronto a lui.
Per fortuna non ricambiò il favore, altrimenti sarebbe finito in punizione anche lui.
"Codardo, ti comporti così anche con le ragazze?"  lo provocò ancora Ian.
Prima che qualcuno potesse fermare il ragazzo biondo platino, questo sferrò ancora diversi pugni a Ian. Labbra e zigomi erano ricoperti di sangue, per non parlare del suo occhio. Il sopracciglio destro era spezzato, tagliato da uno degli anelli di Draco.
Nel frattempo, la ragazza rimase paralizzata per qualche secondo.
Realizzò l'accaduto e si sbloccò.
"Draco! Fermo! Fermati o lo ucciderai!" urlò, ma senza nessun risultato che si avvicinasse ad una tregua.
Si mise in mezzo e Draco si fermò di colpo. Lo fece per non ferirla?

Finalmente i professori presenti raggiunsero il fondo del tavolo dei Serpeverde, bloccando Draco e controllando il ragazzo ferito.
Belle aiutò Ian a raggiungere l'infermieria, facendolo sedere sul lettino.
Anche con le sembianze di un ragazzo appena pestato era carino...
Madame Pomfrey medicò le ferite gocciolanti e fermò alcune piccole emorragie esterne, coprendo il tutto con fasce e cerotti.
Grazie a qualche incantesimo, le ferite si stavano rimarginando, lasciando spazio a croste e cicatrici.
Si sdraiò sul lettino, sarebbe dovuto stare in osservazione fino alla mattina successiva.

Non avevano ancora aperto bocca dall'accaduto.
"Mi dispiace per Draco, a volte tende ad essere un po' violento.
Non avresti dovuto, guarda ora come sei messo male..."
"Avrei dovuto lasciare che succedesse a te? Non ci penso nemmeno... E poi, non è nulla di preoccupante, tranquilla"
La ragazza si sedette sul bordo del lettino, vicino al ragazzo.
"G-grazie" Riuscì a dire solo un mistero 'grazie'? Sarebbe potuto morire per lei, perchè l'ha fatto? Era un po' confusa.
"È a questo che servono gli amici" Concluse lui.
L'infermiera si diresse verso di loro.
"Dovrete concludere queste smancerie romantiche più tardi, ora il paziente deve riposare...
Potrà venire a trovare il suo fidanzato domani, dopo pranzo."
"Veramente noi non..." cercò di dire lei, arrossendo.
"Smammare, fuori!" insistette la donna.
"Allora a domani..." salutò il ragazzo.
"A domani, Ian."  si congedò lei.

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