23 • Noi due durante la notte

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Hideki's pov

Come al solito io e Joanne dopo cena eravamo spaparazzati sul divano a guardarci uno dei film più famosi del momento.

Peccato che sia più noioso di me. pensai trattenendo un urlo di sconforto.

"Sei sicura di sentirti bene?" ne approfittai per chiederle mentre le accarezzavo la testa.

Era tutta la serata che era strana: continuava a distrarsi e più volte aveva rischiato di farsi male.

"Boh, credo di stare bene." mi rispose sussurrando "Puoi levare la tua mano dalla mia testa? Mi fai sentire stupida."

"Non vorrei infierire eh, ma molti studi dimostrano che spesso dietro ai nostri pensieri c'è un fondo di verità." feci ironico.

"Ti butto fuori di casa." ringhiò.

"Sisi, tu mi sbatterai fuori di casa a calci." le risposi accarezzandole ancora la testa "Puoi dirmi che significa 'credo di stare bene'?"

"Non lo so, ecco cosa significa. Mi è arrivata l'ennesima lettera: non ho dei buoni requisiti per poter adottare un bambino, sono nella lista ma la probabilità che mi sia affidato un bambino è incredibilmente bassa." mi allungò una busta bianca.

Il suoi occhi chiari mi fissavano attentamente mentre leggevo quelle poche righe.

"E c'è qualcosa che possiamo fare?" domandai ridandole la lettera.

In una delle nostre serate che mi rivelò leggermente brilla che non poteva fare figli e che il suo desiderio più grande era quello di diventare madre.

"Nulla Hideki, forse devo solo rassegnarmi. Ti ringrazio per avermi aiutata ma è impossibile fare di più."

"E ti vuoi arrendere così?" chiesi continuando a guardarla nei occhi. "Joanne sei la donna più forte che io conosca, una forza della natura. Niente di tutto ciò che dicono in questa stupidissima lettera può fermarti."

"Affronta la realtà Hideki-kun, il lavoro di insegnante ruba veramente tanto tempo, non sono sposata o un compagno e nonostante ai mille test che mi hanno sottoposto io non sono abbastanza e non lo sarò mai."

"Questo non è assolutamente vero. Non sei abbastanza perché non ci credi più." sussurrai evitando il suo sguardo.

"Io cosa? Va bene, allora trovameli! Trovami un lavoro che mi occupi meno ore e che mi riesca a soddisfare come insegnare, trovami qualcuno disposto ad accettare tutto di una persona imperfetta come me e ad ascoltare ogni mio singolo sfogo, proprio come fai tu!" quasi mi gridò contro alzandosi.

"Tu adori insegnare, mai troverai qualcosa che possa sostituire questa professione." risposi alzandomi anch'io dal divano. "Comunque prima hai trovato la soluzione al problema. Vuoi che ti trovi una persona come me, giusto? Io sono io, in teoria."

Per un attimo si bloccò. La vedevo che rifletteva attentamente.

"Mi stai chiedendo di sposarti?" mi domandò con fiato corto.

Annuii, mentre le lasciai assimilare la vicenda.

Ma che cosa spero di ottenere così?

"Mi hai aiutato tantissimo, chiederti tutto questo sarebbe troppo."

"Lascia decidere a me cosa è troppo, ok? Pensaci bene, risolverebbe tutti i tuoi problemi in colpo solo. Ho un orario molto versatile ed è vero che sono pieno in qualche periodo del anno, ma solo quando il signor Semi è in tour. Non è perfetto?" le esposi le mie idee.

"E quando vai in tour? Non dura due giorni."

"Tu ci sarai sempre e comunque e se proprio sarà difficile ci sono gli altri. Tu a loro piaci difficilmente ti direbbero di no, io... potrei provare ad essere meno... fastidioso, per farsi che comincino a sopportarmi..p." sorrisi

𝗠𝗲𝗽𝗵𝗼𝗯𝗶𝗮 • 𝗬𝘂𝗷𝗶 𝗧𝗲𝗿𝘂𝘀𝗵𝗶𝗺𝗮 × 𝗢𝗖Where stories live. Discover now