Capitolo 49

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Percorre velocemente il corridoio, fino a quando non raggiunge le scale, e la vede lì, sulla rampa successiva.

Le sue dita si stringono attorno alla pietra, affacciandosi per richiamarla.
« Babs! Ti prego! Aspetta! »

La bionda si volta. Il suo viso è rigato dalle lacrime, è questo è un colpo basso per Eden, che si affretta a scendere gli scalini che la separano da lei.
Babs si ferma, con le braccia inermi lungo i fianchi.

« Che c'è? Non ti è bastato vedermi umiliata davanti a tutti? » le dice, inciampando nei singhiozzi.
La guarda mentre accorcia le distanze, ma non si muove da lì.
Per questo Eden rallenta, senza mollare lo sguardo.

È cosi bella, cosi straordinariamente... Babs, da sentire dolore ovunque.

« Non ti basta vedermi piangere? Non ti basta aver ridotto una Nott in questo stato imbarazzante? » tira su col naso Babs, come se avesse aspettato tutto quel tempo per tirare fuori la verità.
« Una farfalla. Una farfalla! Ti rendi conto? » dice con tono di scherno, per poi scoppiare in una risata nervosa tra le lacrime.
Distoglie lo sguardo da quello di Eden, le trema persino il labbro inferiore.

« Babs.. » mormora Eden, fermandosi a soli due gradini più in alto da lei.

La bionda la osserva.
Ma non parla, continua a singhiozzare.

« Ho pensato anch'io a te, in quel momento. Ho pensato a quella notte nella Stanza delle Necessità. » afferma, inchiodandola con lo sguardo.

Ma Babs non ce la fa a trattenerlo.
« Non dovrebbe essere cosi. Ci siamo lasciate andare. Avevamo detto basta. »

« Io non credo di averti mai lasciato andare. Anche se l'avrei voluto, anche se sono stata io a chiedertelo. Ma... non ci riesco. »

Babs solleva lo sguardo a quelle due ultime parole, come se le riportasse qualcosa alla mente.
E Eden lo sa, per questo abbozza un semplice sorriso.
Ma resta ferma lì dov'è.
« Ho aspettato di vederti varcare la soglia della Sala Grande ogni giorno. Ho sperato di incontrati in ogni lezione, ma tu non c'eri mai. Non sapevo neanche se tu stessi bene. Non riuscivo a non pensarti. E tutt'ora, io non riesco a non guardarti. » stringe le dita sul corrimano in pietra.

Babs ha ancora lo sguardo chino.
« Non dev'essere cosi. Te l'ho già detto. Io ti faccio soffrire, ed io poi finisco per ridurmi in pezzi l'anima e il cuore. »

« Ma allora troviamo una soluzione, Babs! Io sto male senza di te. Lo vuoi capire? Soffro se tu non ci sei. E preferisco mille volte arrabbiarmi per le tue stronzate continue, piuttosto che lasciarti andare del tutto! Preferisco autodistruggermi, piuttosto che perderti. »

Babs solleva lo sguardo, improvvisamente seria. Le mani che si stringono a pugno lungo i fianchi.
« Questo non accadrà mai! Non ti permetterò di farti del male. Sono io che preferisco perderti, piuttosto che rovinarti la vita! »

Prova a darle le spalle, a continuare a scendere le scale.
Ma Eden spicca una corsa e l'afferra per un braccio strattonandola.
« Perchè cazzo mi fai questo, eh? Non ti basto solo io? Hai paura di stancarti di me? È questo il tuo fottuto problema, Babs? »

La Serpeverde si gira di scatto, e dal suo gradino di distanza, le poggia la fronte contro, guardandola dritto negli occhi.
« Smettila di dire cazzate! » sibila, come un serpente pronto all'attacco.

Eden esplode in un pianto incontrollato, sbattendole i pugni sul petto massiccio.
« Io non riesco più ad andare avanti con la mia vita! E tu mi dici che devo smetterla! Ma che mostro sei, Babs? »

La lascia sfogare per diversi secondi, senza riuscire a staccare gli occhi dalle sue guance rigate dalle lacrime, senza fermare i piccoli pugni che dimena contro il petto, frustrata.
E piange a singhiozzo, piange tanto e forte.

Ed è questo che la distrugge. Che le fa fare quel salto nel vuoto.
Perchè vedere Eden piangere, spezzarsi in un dolore troppo grande per un corpicino cosi esile.
Lei che vorrebbe soltanto difenderla dai mali di tutti il mondo.
Lei che in poco tempo ha preso tutto di sè e l'ha trasformato nell'opera migliore del mondo.
Le afferra i pugni, Babs, stringendoli tra le dita e mettendoci tutta la pressione possibile per tenerla ferma.

Eden spalanca gli occhi, come se avvertisse dolore.
La Serpeverde ci annega; tutta quella luce che emanano, quelle guance rosse, le labbra screpolate e salate di lacrime.
E quel respiro pesante.

« Io sono innamorata di te. Lo capisci o no? »

La voce di Babs rimbomba per tutto il corridoio deserto.
Persino i personaggi nei  quadri smettono di compiere le loro consuete azioni, per voltarsi a guardare.

Non aveva mai pronunciato quelle parole in vita sua.
Neanche a sè stessa, davanti ad uno specchio.
È una sensazione strana, un pò come salire per la prima volta sulla scopa, e scoprire che è una delle cose più facili del mondo.
Ma anche la più bella, la più magica.

Eden non parla, sembra persino che le si sia fermato il respiro.
Si ostina a guardarla come se avesse perso l'uso della parola.

Babs le sorride, incapace di trattenersi, e allenta man mano la stretta sui piccoli pugni di Eden.
Ma allo stesso tempo, le dita della ragazza si schiudono come piccoli petali di rosa, e si intrecciano alle sue dita.
Babs ne osserva affascinata il movimento, come se fosse una magia nuova da imparare.

« Ripetimelo.. » parla Eden, per la prima volta, a voce bassa.

Babs ora solleva gli occhi su di lei.
« Sono innamorata di te. Sono pazza di te, Eden. »

La Grifondoro si apre in un sorriso radioso, che cancella all'istante tutte le lacrime versate fino a quel momento.
Come un raggio di sole caldo e bollente, dopo una sfuriata temporalesca estiva.

Babs non le dà modo di parlare.
Le afferra i fianchi e la trascina su di sè, tenendosi saldamente sulle gambe per non cadere all'indietro.
Eden le finisce addosso, ridendo.
Le sue dita le stringono lo chignon, tirandolo appena, per darle modo di appropriarsi delle sue labbra.

Dopo un tempo assurdamente infinito, quelle parole vengono sigillate da un bacio che toglie loro il fiato, talmente è bello, puro, intenso, vero.
Un bacio che non si erano mai scambiate prima d'ora.
Un bacio che racconta un inizio e decreta una fine di un breve percorso. Un bacio che entrambe sentono in ogni parte del corpo, stringendosi cosi forte come se avessero paura di vedersi separare da un momento all'altro.

Eden scoppia a ridere sulle sue labbra, e Babs è felice di aver assaporato ancora una volta le sue labbra, di sentire ancora, il suo corpo premuto sul proprio.
Ora e chissà per quante volte ancora.

« Tu non hai idea di quanto sei mia, Babs Nott. » le dice, parlando, e afferrandole il mento, le stampa baci su tutto il viso; sulle guance, sul mento, sugli occhi, sul naso, sulle sopracciglia, sulla bocca. Ovunque.
In ogni centimetro di pelle che riesce a trovare.

Babs la tiene sollevata da terra, senza nessuno sforzo.
E si bea della sensazione di quelle carezze, di quelle mani, di quel sorriso, di quel profumo inebriante.

« Tu non ne hai idea. Tu lo sei sempre stata. E continuerai ad esserlo per un sacco di tempo. » afferma Babs, chiudendo gli occhi quando le labbra di Eden si posano su di essi per baciarli.

« Io non voglio andare da nessun'altra parte senza di te. » risponde la Grifondoro, lasciando scivolare le dita sulla nuca della bionda, carezzando la rasatura.

Babs sospira pesantemente, lasciandola scivolare piano per terra.
Poggia la fronte alla sua e chiude gli occhi, mentre le mani di Eden continuano a non lasciarla andare.

« Passiamo la giornata da sole? » le domanda, sfiorandole appena i fianchi.

Avverte il sorriso di Eden. È come un suono, come un soffio di vento di primavera.
« Tutto il tempo che vuoi. »

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