Capitolo 25

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Il sole caldo le aveva arrossato la pelle, tanto che ora aveva davvero caldo col maglioncino addosso.
Per questo Eden lo sfila nuovamente, legandolo in vita.
Lo stesso fa con i capelli, alzandoli in una coda alta, il tutto continuando a camminare disinvolta per i corridoi del castello, consapevole di avere Babs alla calcagna.
Ma non si sarebbe mai voltata per accertarsi di ciò, anzi, cammina a testa alta, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, lasciando dondolare la coda a destra e a sinistra.

Si avvia verso la biblioteca, mentre il sole comincia lentamente a calare.
Il tramonto è uno dei suoi momenti preferiti.
Con sguardo nostalgico, osserva fuori dalle alte finestre, lì dove, oltre le montagne, si intravedono i primi colori della notte.

Non sa perchè si avvia in biblioteca, nè perchè sia cosi convinta e stranamente felice che la Serpeverde la stia seguendo.
Afferra un libro di Astronomia, e siede ad uno dei tavoli liberi accanto alla finestra.
Accende il piccolo lume, la cui luce dorata si riflette sulle pagine rovinate del volume da lei scelto per studiare.
Tira fuori dalla borsa, pergamena e piuma e comincia a studiare, concentrandosi del tutto sul suo lavoro, senza prestare attenzione a chi siede davanti a lei, poggiando sul tavolo due libri con un tonfo deciso.

« Parker! » una voce roca la costringe a sollevare lo sguardo dai suoi compiti.

Babs Nott è seduta di fronte a lei, le braccia incrociate sul legno scuro, le dita che tamburellano nervosamente.

Eden perde un secondo di troppo ad osservarle le guance accaldate per via del sole del pomeriggio. Le maniche del maglione rimboccate fino al gomito, i suoi tatuaggi a contrasto con la pelle chiara, lo chignon alto, con qualche ciuffo che sfugge da fuori, finendole sulla fronte.
Non ha più salivazione, e si ritrova a schiudere le labbra senza emettere fiato.
E quando Babs le sorride maliziosa, ecco che la parte lucida di Eden si risveglia dal torpore improvviso.

« Nott! Che piacere vederti nel luogo sacro del sapere. » borbotta, distogliendo lo sguardo dal suo, e tornando a scrivere sulla sua pergamena.

In un primo momento, la Serpeverde si concentra sulla scrittura minuscola e tondeggiante di Eden, senza pensare a nient'altro.
Ma poi, a sua volta, torna la solita Babs di sempre.
« Ti gira male, oggi? » le domanda semplicemente.

Eden solleva frettolosamente lo sguardo, sbattendo piano le ciglia.
« A me gira sempre male se ci sei tu nei dintorni. »

Babs trattiene un sorriso divertito , per poi allungarsi verso di lei, il mento poggiato sui palmi delle mani.
« Eppure non sembravi pensarla cosi, l'altra sera nella Stanza Delle Necessità. E neanche poco fa al lago. »

Eden fà finta di nulla, e risponde con tono piatto.
« Devo pur fartela pagare per il giochetto di poco fà con l'acqua. »

Babs scoppia a ridere, per poi sfilarle via la pergamena dalle mani.
Eden prova a riacciuffarla, ma con scarsi risultati.
« Come fai a sapere che sono stata io? E se fosse stata Lilith? »

Eden la scruta con odio.
« Non ne avrebbe avuto il motivo. Sei tu quella infantile tra le due. Ora, saresti cosi gentile da restituirmi i miei compiti? Devo studiare, io. »

Babs si lecca le labbra.
Eden si lascia distrarre, ma riacquista nuovamente lucidità.
Non sarà facile raggirarla questa volta.
« Non ti restituisco proprio un bel niente. E sai perchè? Perchè io odio non avere la tua attenzione! »

Eden si china sul tavolo verso di lei, sfidandola.
« Ah, quindi è per questo che hai deciso di farmi la doccia, poco fa! Perchè non ti guardavo? Ma povera bambina... ha perso il suo giocattolino preferito... » le fa il labbruccio, il tono di voce estremamente dolce, come se la stesse prendendo in giro.

Ed è per questo che Babs, prova a mantenere la calma, ma a rispondere, velenosa come al solito.
« Nel momento stesso in cui entri nelle mie grazie, piccola stronzetta mezzosangue, diventi unicamente roba mia. Ed io non sono abituata a condividere nulla con nessuno! »

Eden sbatte una mano sul tavolo, per poi alzarsi di scatto.
« Non ti permetto di insinuare queste cose su di me! Io non sono di nessuno, ne lo sarò mai! Smettila con questo atteggiamento, mi dai soltanto ai nervi! »

Lo sguardo che le lancia è infuriato, acceso di emozioni che Babs non le aveva mai visto dipinte addosso.
È una visione di Eden Parker a cui non è davvero abituata.
« Io mi permetto eccome! Ti ricordo tutto quello che abbiamo fatto! Che mi hai fatto! Ed io non l'ho mai permesso a nessuno! Nessuno, Parker! »

Eden la guarda, questa volta realmente sorpresa dalle parole della Serpeverde.
La rabbia sembra sfumare negli occhi grigi della Grifondoro, che riprende posto a sedere e la guarda, senza riuscire a parlare.

Babs si rende conto dell'errore appena commesso.
Porta le mani tra i capelli e li ravviva all'indietro, finendo soltanto per scombinarli di più.

Non parlano per un pò, mentre il buio comincia a calare nella biblioteca deserta.
E quando la bionda si accorge dell'attenzione di Eden ancora fissa su di lei, avverte un colpo al cuore.
« Non sono mai stata cosi tanto tempo in biblioteca, ad essere onesta. »

È una risata spontanea quella che esce dalle labbra di Eden, che per nascondersi, porta le mani sul viso.
Babs si lascia coinvolgere, le braccia incrociate al petto.

« Avanti.. fammi vedere cosa devi studiare.. » le dice Eden, dopo aver calmato il momento di ilarità.

Allunga un braccio verso i libri che Babs si è portata dietro, ma la bionda solleva le spalle.
« Macchè studiare! Li ho presi a casaccio, dagli scaffali in fondo. »

Eden la osserva con rimprovero.
« Dovresti metterti sotto. Abbiamo i M.A.G.O tra meno di tre mesi. »

« Lo so. »

« Bene. Visto lo sai, ora dimmi dove hai più difficoltà che ti aiuto io. Vieni qui, vicino a me. »
Le dice, spostando di poco la sedia e facendole cenno di raggiungerla.

Babs la guarda, come se non credesse alle proprie orecchie.
« Vuoi davvero aiutarmi? » le domanda stupidamente.

Eden le sorride timida.
« Mi và di farlo. »

I loro sguardi non si perdono per un istante eterno.
E poi, prima che la Grifondoro possa davvero cambiare idea, Babs si precipita al suo fianco.

È quasi notte, quando Babs porta le mani sugli occhi stanchi, strofinandoli con le nocche.
« Non riesco più a leggere. Questa luce fioca mi ammazza. » biascica, chiudendo il libro di Pozioni.

« Basta cosi, allora. Però hai fatto un ottimo ripasso. Vedi, ci vuole poco. » le dice Eden, afferrando la sua roba e infilandola nella borsa.

« Mi aiuterai ancora? » le domanda Babs, scrutandola attentamente.
Eden sembra altrettanto stanca. La sua coda alta è leggermente sfatta. Gli occhi arrossati per via delle troppe letture.
E poi quella canotta, dove le cade irrimediabilmente lo sguardo.

« Quando vuoi.. basta che tu me lo dica e... Babs.. » la rimprovera, sollevandole il mento, ed accorgendosi del suo sguardo malizioso e perso nella scollatura.

« Che ne dici se facciamo anche un'altra specie di ripasso? » le chiede, cambiando improvvisamente il tono di voce.
Eden le rivolge un'occhiata di rimprovero , ma non risponde.
Entrambe restano in silenzio , senza dire nient'altro.

Babs sospira pesantemente, come se ciò le costasse la vita. Come se quel gesto le costasse davvero tanto.
Ma sorprendendo Eden, e forse, persino sè stessa, si alza e afferra i libri, facendole un cenno col capo.
« Avanti, ti accompagno in Sala Comune. Andiamo. »

Eden le sorride, col cuore leggero.
Per la prima volta la Serpeverde rifiutava ad un momento di erotismo e si concedeva di comportarsi da persona ragionevole.
E per la prima volta, in sette anni, camminano l'una al fianco dell'altra , nel silenzio totale, senza provare la minima traccia di imbarazzo.

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