Capitolo 22

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« Ma cosa hai pensato per farla aprir...oh! » Eden , si interrompe, nel momento stesso in cui mette piede nella Stanza Delle Necessità per la prima volta nella sua vita.

I suoi occhi curiosi vagano per tutto lo spazio intorno, posandosi su un letto tondo, al centro della stanza, davanti ad un camino immenso, le cui fiamme disegnano ombre sul pavimento. Un comodino al fianco del letto, con qualche candela accesa, una boccettina d'inchiostro e un set di piume e pergamene nuove.

Sulla parete destra, c'è un immenso divano viola, con dei cuscini soffici.

E a pochi metri dal letto troneggia una poltrona, color rubino, che ha l'aria di essere molto comoda.

Eden si guarda intorno estasiata.

« Non sono mai stata qui dentro.. » sussurra, e l'eco della sua voce si disperde nella stanza, facendola ridere, come se si fosse vergognata all'istante.

E poi tutto ciò che attira la sua attenzione, è l'enorme libreria posta alla parete opposta a quella del divano. Alta fino al soffitto, e carica di volumi dall'aria interessante.

Qualcuno ha persino la copertina in velluto.

Ed è proprio uno di quelli, che tira fuori da uno scaffale, rigirandolo tra le dita, carezzando la morbidezza del velluto.

Babs la osserva, un mezzo sorriso disegnato sulle labbra.

Sembra una bambina nel paese dei balocchi.

Però lei, a quella bambina, vorrebbe farle le peggiori cose.

Ed è per questo che le si avvicina lentamente, allentando il nodo della cravatta della divisa.

Eden non si accorge di lei, fino a quando Babs non le sfila il libro dalle mani, riposizionandolo al suo posto sullo scaffale.

« Ci sarà tempo per i libri... ma non è ora. »

Ed è come se improvvisamente, ricordi il motivo per cui si trovano lì.

Eden spalanca gli occhi, ma non emette fiato.

Babs ha la cravatta aperta sul petto, e le afferra le mani, trascinandola lentamente con sè, camminando all'indietro, verso il letto.

« Pensavo non saresti venuta... » ammette Babs, soltanto per spezzare quel silenzio assordante. Lo scoppiettio del fuoco è l'unico suono udibile in quella stanza enorme, senza finestre. Come se fossero escluse dal mondo, in una bolla privata.

« Ho pensato di non dover venire. » risponde Eden con voce monotona, come se fosse momentaneamente incatenata agli occhi di Babs e le riuscisse difficile parlare.

Alla Serpeverde tutto ciò basta, non và oltre con le domande. Non le serve. Ma Eden non sembra pensarla allo stesso modo.

« Come fai ed entrare cosi facilmente? So di gente che non è mai riuscita a metterci piede. »

Babs sorride furbescamente, per poi sfilarsi la cravatta dal collo, rigirandola tra le mani.

« So perfettamente cosa pensare per farla aprire. So come raggirare la magia. »

Eden si sente mancare il fiato, perchè afferra al volo il doppio senso velato.

Babs le sorride ancora, e le sfila accanto, per poi posizionarsi alle sue spalle.

Le sue mani le afferrano ancora i fianchi, ed il suo volto è di nuovo perso tra i suoi capelli.

« Mi hai risparmiato la fatica di toglierti le scarpe, visto che sei venuta qui senza. Ma il resto... dobbiamo toglierlo via, sai? » le sussurra, chinandosi verso il suo orecchio.

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