Capitolo 10

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« TU SEI MATTA! » Rose Weasley lascia cadere la sua borsa di libri sul pavimento, facendo girare un paio di studenti Corvonero del quinto anno, che si ammutoliscono all'istante, curiosi dal trio confabulante di ragazze alle loro spalle.

Rose arrossisce, per poi abbozzare un sorriso. Si tuffa di conseguenza tra April e Eden, piegate per terra per raccogliere il contenuto della sua borsa.
« Ci farai ammazzare tutte! » borbotta ancora, col viso rosso quasi quanto i suoi capelli.

Eden le scocca un'occhiata di rimprovero, per poi passarle malamente il libro di Incantesimi.
« Per Godric, Rose! Non stiamo parlando di un cane a tre teste! Ma di una stupida ragazza viziata e perversa! » borbotta, cercando di essere il più silenziosa possibile.

Eden ha raccontato loro tutto quello successo la sera precedente ; dalla terza sera in punizione , ai dispetti di Babs e poi al suo giochetto perverso in un corridoio della biblioteca.

Tutte e tre, in maniera alquanto bizzarra, restano inginocchiate per terra, fingendo di raccogliere la roba della Weasley, per confabulare senza essere ascoltate da orecchie indiscrete.

La sorella di Babs, Ivy Nott, è a soli metri di distanza, assieme alle sue compagne Serpeverde.
Eden le rivolge uno sguardo curioso; è tale e quale a sua sorella, tranne per i capelli lunghi e per i lineamenti più femminili e meno rozzi.
Forse è addirittura più carina di Babs.
Ma i suoi pensieri vengono interrotti dal farfugliare sconnesso di April, che non si sa come, sia ancora lì. Di regola sarebbe dovuta correre a lezione di Astronomia; Eden osserva la catenina d'oro della Giratempo, spuntare dal colletto della camicia.

« Per una volta sono d'accordo con Rose, Eden! Ti stai mettendo in un guaio molto grosso. È una Nott, ti ricordo. Hai idea di chi sia suo padre? »  entrambe le sue due migliori amiche, sembrano seriamente spaventate, ed è questo a fare alzare gli occhi al cielo alla Grifondoro.

« Ma per favore! Cosa pensiate che possa fare? Non può mica lanciarmi contro una Maledizione Cruciatus! » a quelle stesse parole, un brivido le percorre la schiena. L'altra sera, in biblioteca, aveva avuto la sgradevole sensazione, che Babs avesse usato l'Imperius.
Ma come tutta la stirpe dei maghi, anche Babs sapeva che l'uso di una sola maledizione senza perdono, procurava un solo biglietto d'andata per Azkban.
Non era cosi stupida. E poi, sapeva perfettamente di averlo fatto di sua spontanea volontà, perché doveva sfuggirle, in qualche modo.

« Per Tosca, Eden, cazzo, alzati! » sussurra April, tirandosi su immediatamente.
Sia lei che Rose scattano in piedi, proprio nel momento in cui Lilith Lestrange si piazza loro davanti, nella sua maestosa bellezza inquietante.

Il solito eye-liner nero sulle palpebre, il solito mascara pesante, lo sguardo penetrante e verde cristallino, il suo mantello nero come la notte, e la sua pelle bianca, di porcellana.
« Parker. Passerai la punizione con Babs a ripulire il nostro spogliatoio di Quidditch. »
La sua voce cupa e roca, spezza il silenzio imbarazzante venutosi a creare  tra le ragazze.

« Alle nove . Al campo da Quidditch. » conclude, allungandole la lettera contenente ciò che la Lestrange le ha appena comunicato a voce.

Rose vorrebbe seppellirsi viva, e i suoi tentativi di nascondersi dietro April, risultano inutili, perché la Lestrange le rivolge un'occhiata di puro disgusto.
« Ridicola. » borbotta tra sé e sé.
Senza più dire una parola, dà loro le spalle, non prima di aver rivolto una particolare attenzione ad April, che con sguardo deciso e mento all'insù, non ha avuto nessun timore nel ricambiarle l'occhiata.

« A me fa paura. » sussurra Rose, stringendosi al manico della borsa, come se fosse la sua ancora di salvezza.
April continua a guardarla mentre la sua figura si allontana nel corridoio.
« No. È soltanto una maschera, quella lì. »

Eden, la cui attenzione è concentrata sulla figura di Babs Nott, che si aggira intorno alle serre di Erbologia, in maniera furtiva, controllandosi continuamente alle spalle, viene improvvisamente distratta dalle parole di April.
« Ma che dici? » le domanda, aggrottando la fronte.

April solleva le spalle, e riprende a camminare come se nulla fosse.
« Nulla, facevo supposizioni. Vado a lezione, ora. Un giro dovrebbe bastare. » e cosi facendo, scocca loro un occhiolino e si avvia verso l'ala nord del castello, diretta alla Torre di Astronomia.

« Vieni con me! » afferma Eden, afferrando Rose per un polso.

« Dove? » domanda la rossa, con un tono di voce alquanto spaventato.
Eden le scocca un'occhiata fugace.

« Per la miseria, Rose! Non ti porto al patibolo! Fidati e basta! » la tira via, ma la ragazza le risponde, la voce incrinata dalla paura.

« Il problema è che ultimamente, dove sei tu, di conseguenza c'è anche quella li. E io non voglio trovarmi in mezzo alle vostre discussioni epocali! »

« Ma non succede nulla, per l'amor del cielo! Sei una Grifondoro, o no? Dove l'hai lasciato il coraggio? » sbotta Eden, attraversando il cortile, diretta alle serre.

« Ma che ci facciamo qui? Abbiamo lezione di Artimanzia, tra mezz'ora! » ci prova ancora Rose, come se fosse sul punto di piangere.

Eden le fa segno di tacere ed una volta arrivata dinanzi alla porta della serra numero 10, quella dove ha visto entrare Babs Nott, spia attraverso la serratura.

Alle sue spalle, Rose sbuffa contrariata.
« Che brutta idea. Che brutta idea. »

« Zitta! » le dice, spingendola alle sue spalle, come a volerla difendere, proprio nel momento in cui la porta si spalanca, rivelando una Babs Nott sorridente.

« Ma guarda un po'! Parker e compagnia bella! Che ci fai  qui? Un giro tra piante velenose? » le dice, passandosi la lingua attorno alle labbra.
I suoi occhi sono incatenati a quelli di Eden, che senza timore, l'affronta, da vera Grifondoro.
Dopo l'altra sera, non è così facile guardarla dritto negli occhi. Ma ci prova lo stesso.

Rose alle sue spalle, squittisce come un topolino indifeso.
Eden le stringe le dita attorno al polso, e poi risponde a tono alla Serpeverde.
« A differenza tua, Nott, io ho un cervello a cui far fare ginnastica. Forse credevi che questo fosse un bagno, e invece no, ti confondi benissimo con i sacchoni del terriccio. Alla fine hai trovato i tuoi simili. Chi cerca trova. » e cosi dicendo, abbozza un sorriso vincente, facendo svanire quello sul viso di Babs, che le si avvicina furiosa.

Rose molla la presa su Eden e arretra, bianca come un lenzuolo.

Eden resta immobile. Faccia alta e sguardo fiero.
Babs le è cosi vicina che può sprofondare nell'oscurità delle sue iridi.
« Ti conviene andare a trovare la tua dolce mandragola, Parker. Com'è che si chiamava? Ah, certo, Bunny. Strambo, per una mandragola, eh? Credo che qualcuno l' abbia accidentalmente trapassata con un coltellino da cucina. »

Il sorriso muore lentamente sulla faccia di Eden.
Le parole si ripetono nella sua mente come un eco che va via via disperdendosi.
« Cosa... cosa hai fatto alla mia Bunny? » le si incrina la voce, e Babs ride, scuotendo piano il capo.
Le scocca un occhiolino, e arretra lentamente.
« Ci vediamo stasera, Bunny! »

Si allontana lentamente , le mani calate nelle tasche dei pantaloni, e il mantello fluttuante alle sue spalle.

Eden la guarda finché non sparisce all'angolo del corridoio, odiando ogni secondo di più, quello stupido chignon tirato a lucido, quello sguardo fiero e quella camminata trascinata.
E poi col cuore in gola , e gli occhi già colmi di lacrime, si decide ad entrare nella serra, con Rose al seguito.

Devil's Blood Where stories live. Discover now