Capitolo 13

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Non aspetta altro, Eden. E le dà le spalle, poggiando i palmi delle mani sul cemento freddo.

Lo schiocco sonoro delle labbra sulle dita di Babs, che ha assaggiato, portandosele alla bocca e leccandole lentamente, è il suono più erotico che Eden abbia mai sentito.

Ed ora quelle dita bagnate le accarezzano la guancia, in un gesto stranamente affettuoso.

Babs si china sul suo collo, soffiandole addosso, provocandole la pelle d'oca.

È come il sibilio di un serpente, pronto ad attaccare.

Il buio è ormai calato del tutto, l'unica fonte di luce è la luna, che filtra elegantemente dalle finestre dello spogliatoio, che danno sul campo da Quidditch, sinistramente deserto.

Ma Eden non ha paura, in realtà non riesce a provare nessun'altra emozione al di fuori del desiderio incessante che le sta corrodendo l'anima.

Chiude gli occhi, poggiando la fronte al muro, le mani ai lati della testa, come se fosse in punizione. Una vera punizione.

I gesti di Babs sono più frenetici, il suo respiro accelera mentre le sbottona la gonna, lasciandola scivolare sulle sue gambe assieme alle calze. Eden le scalcia via, sentendo il freddo sulla pelle.

I suoi piccoli piedi a contatto col pavimento ghiacciato, le gambe ora nude. E poi il tessuto delle mutandine che si strappano tra le dita di Babs.

Le sta distruggendo tutto, persino la dignità.

Ed una volta che è riuscita a far fuori qualsiasi ostacolo, le afferra la coda tra le mani, tirandola all'indietro. E con l'altra mano, precisamente con l'indice e il medio, le dita bagnate poco prima dalla sua stessa saliva, si fa strada tra le sue natiche, gradualmente, allargando sempre di più.

Fa male, eppure è assurdamente piacevole.

Le dita di Babs sono calde, morbide.

« Cazzo, sei cosi stretta. » le sussurra, affondando il viso sul suo collo, e poggiando il mento sulla sua spalla.

Di conseguenza, le tira la coda all'indietro, arrotolandola al suo stesso pugno.

Eden si lascia modellare a suo piacimento, come se fosse la sua opera d'arte migliore.

Quando arriva al punto giusto, la bionda prende a muoversi lentamente, lasciando dondolare i loro corpi insieme, avanti e indietro.

Eden inclina la schiena, senza vergognarsi di fare troppo rumore, consapevole che mai nessuno potrà sentirle.

E a Babs tutto ciò piace; starle dentro, dominarla, prenderla, sentirla gridare esclusivamente per lei.

È come eroina pura.

Ed è cosi stretta, cosi bagnata, che scivolarle dentro non è poi cosi difficile.

Le morde un lembo di pelle, lasciandole un succhiotto proprio sotto l'orecchio.

E poi ancora un altro, e un altro ancora, fino a lasciarle il collo viola.

E tirarle la coda , per farle inclinare la testa, e per avere di conseguenza più spazio per marchiarla.

Per far vedere al mondo che Babs Nott è passata di lì, e che nessuno mai potrà eguagliarla.

« Dimmi che sei la mia puttana. » le biascica, avvertendo ora una legegra fitta alle parti basse, sapendo di desiderare a sua volta le medesime attenzioni.

Eden spalanca gli occhi, mandando indietro il bacino, per farla andare più a fondo.

« Cos...cosa? » domanda, due chiazze rosso fuoco sulle guance, le palpebre tremolanti.

« Dimmi che sei la mia puttana, o te lo giuro, non ti faccio sedere per una settimana. » ribatte, con più durezza questa volta, tirando più forte la coda.

« Io non.... non sono... » Eden non ce la fa, e per quanto voglia opporsi a tale gioco, il piacere è troppo immenso.

Ed è per questo che Babs libera la mano dalla presa sui capelli e le schiaffeggia con violenza una natica.

Eden si morde una mano furiosamente, chiudendo gli occhi di botto.

Tutte le emozioni si mischiano tra loro, diventando un'unica cosa col piacere. È un unico quadro di lussuria e perversione che non lascia spazio a nient'altro.

Babs lo fa ancora, sull'altra natica.

E poi ci passa le dita sopra, carezzando la chiazza rossa venutasi a creare sulla pelle candida della Grifondoro.

« Oddio, diventi scarlatta in un niente.. » sembra che stia godendo solo guardandola.

Ed è questo che porta Eden a portarsi la sua stessa mano dentro di sè, regalandosi piacere allo stesso ritmo delle dita di Babs, che notando tale gesto, le afferra il polso e le conduce il ritmo.

In pochi secondi, Eden raggiunge il suo secondo orgasmo. Doloroso, devastante. Uno tsunami improvviso.

E sfatta, si abbandona contro il muro, avvertendo le cosce umide dei suoi umori.

Babs ne esce lentamente, svuotandola del tutto.

E poi con quella poca forza che le rimane, afferra Eden per le spalle e la volta verso di sè, facendola inginocchiare.

La Grifondoro la lascia fare, e quasi l'aiuta a tirar giù gli indumenti scoprendo la sua intimità.

E senza che nessuna delle due dica nulla, si tuffa tra le sue gambe infilandole la lingua fino in fondo.

Babs si abbandona in un ansimo che la fa tremare dalla testa ai piedi.

Entrambe le mani si posizionano tra i capelli di Eden, giocando con la sua coda.

Babs è calda, è dolce, buona.

È un mix da capogiro, come la cioccolata calda al peperoncino, o come i biscotti allo zenzero.

Eden le accarezza il sedere, stringendolo a sua volta tra le mani, e tirandola più vicina a sè, per andarle a fondo.

Gioca con la lingua, le mordicchia il clitoride, e poi ancora dentro. E poi fuori. E poi ancora dentro. E poi fuori, su e giù, attraversandola centimetro per centimetro.

« Porca merda. Porco Salazar. Eden... » sussurra la Serpeverde. Ed Eden lo sa. Come se la conoscesse da tempo. Come se non fosse la prima volta.

E quando le gambe di Babs tremano, il sapore salato del suo orgasmo si disperde nella bocca.

Eden lo assaggia tutto, ripulendola centimetro per centimetro, e regalandole stoccate profonde con la lingua sul clitoride.

« Mi piace quando fai cosi.. » le dice Babs, tirandola poi per i capelli, facendola alzare in piedi.

Si guardano negli occhi, respiri mischiati gli uni agli altri. Sguardi che annegano, sprofondano negli abissi più oscuri.

« Benvenuta nel mio mondo, Eden Parker. »

E quando le sorride, Eden ha la certezza che quella sarà davvero la fine.

La sua fine. 

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