Capitolo 18

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Un altro giorno. 

Un lunedì mattina nuvoloso, un giorno in cui sarebbe perfetto starsene sotto le coperte, a leggere un buon libro e a non affrontare il mondo fuori. 

Avrebbe tanto voluto farlo Eden, ma aveva già saltato parecchie lezioni in quei giorni, non poteva permettersi altre assenze ingiustificate. 

Per cui, insieme a Rose e ad Apri, raggiunge la Sala Grande. 

« Manca poco ormai alle vacanze di primavera. » commenta April, sedendosi al fianco di Rose. Di solito si fermava a fare colazione al tavolo dei Grifondoro, dove veniva comunque accolta come un'amica. 

Rose riempie un bicchiere di zucca, per poi spalmare della marmellata su una fetta di pane tostato. 

« Già. Non vedo l'ora di andare di abbronzarmi in riva al mare. » borbotta sognante. 

Eden aggrotta la fronte, sfogliando la Gazzetta del Profeta.

« Andrai a trovare tuo zio Bill? »

« In realtà i miei zii non ci sono. Hanno lasciato la casa a Victorie e Ted. E ci hanno invitato, a tutti noi ragazzi, a trascorrere le vacanze lì. Ci divertiremo un sacco. »

April sospira sognante. 

« Come ti invidio. Io credo che lo trascorrerò a casa di mio nonno. Sono molto credenti e vorranno festeggiare Pasqua , senza tutte quelle frivolezze che a me fanno impazzire. » 

Eden ridacchia, perdendosi per un nano secondo nel leggere un articolo sul figlio di Celestina Warbeck, che come sua madre, stava intraprendendo un futuro da cantante. 

« Tu che farai? »  le domanda April, sorseggiando il succo di zucca. 

« Resterò qui. I miei genitori sono partiti per Parigi. Mio padre aveva delle visite mediche da sbrigare. Forse dovrà operarsi agli occhi. » 

« Non è nulla di grave, spero. » sospira la Tassorosso, poggiando il mento sul dorso della mano. 

« Ma no, una cosa da niente. » 

« Se vuoi puoi venire con noi. Forse ci saranno anche i Paciock. » afferma Rose, senza però guardarla negli occhi. 

Eden sbuffa, chiudendo di botto il giornale. 

« Rose! » 

L'amica solleva le spalle come se nulla fosse. 

« Era solo un'ipotesi! » 

« Non ci sarà mai nulla tra me e Frank. Per quanto lui sia gentile e onesto io...» ma non riesce a terminare la frase, perchè April le tira un calcio sotto al tavolo. 

Eden trattiene parole poco educate e sorride proprio al sottoscritto, che sembra essere sbucato da sotto terra. 

Il ragazzo è in piedi di fronte a lei, attirando l'attenzione degli studenti intorno. 

Tra le mani regge un'enorme pacco infiocchettato alla perfezione. 

Il nastro rosa di velluto, la carta da regalo argentata. 

« Ti ho pensato. Di nuovo. » le dice, porgendole il regalo. 

April e Rose si scambiano un'occhiata, trattenendo a stento una risata. 

Eden allunga le braccia e afferra il suo regalo, per poi abbozzare un sorriso imbarazzato. 

Non ha mai amato trovarsi al centro dell'attenzione. 

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