Fallin' All In You || Shawn F...

By LadyFrost02

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«Ci siamo conosciuti in una situazione stramba e le cose sono andate diventando sempre più strambe, anche se... More

Presentazione
I - Raimon Junior High
II - Visita alla Royal Academy
III- Alius Academy
IV - Il Lupo dei Ghiacci
V - La Terra dei Ghiacci
VI - Non È Ancora Finita
VII - Partita da Tre Minuti
VIII - Absolute Royal Academy
IX - Primo Segreto Svelato
X - Confusione In Casa Collins
XI - Allenamento Speciale
XII - Il Cielo Stellato
XIII - I Capelli Favolosi di Xene... O Xavier?!
XIV - Cambi Repentini d'Umore
XV - Il Bomber di Fuoco
XVI - Vagando Per Okinawa
XVII - Ritorno In Campo
XVIII - Un Compleanno Quasi Rovinato
XIX - La Genesis
XX - La Fine... O Forse No
XXI - Un Nuovo Inizio
XXII - Il Ritorno
XXIII - Selezioni
XXIV - Non Dovevamo Allenarci Dice?
XXV - Interrogatorio Stile Collins
XXVII - Questo Non È Mai Successo
XXVIII - Erik torna da noi!
XXIX - Suzette La Racconta-Storie
XXX - Fiammella Is Back
XXXI - Insegna Luminosa
XXXII - Ignoratemi Pure
XXXIII - Stonewall Non È Poi Così Male
XXXIV - Vittoria E Sconfitta
XXXV - Mi Devi Un Milkshake
XXXVI - È Tornato!
XXXVII - Zuccherino...
XXXVIII - Spada Angelica
XXXIX - Albino o Corvino?
XL - Geloso?!
XLI - Spin Off
XLII - Una Sequestrata... Particolare
XLIII - Ho Solo Giocato A Monopoly!
XLIV - Appuntamento Romantico
XLV - Festival
XLVI - Desiderio
XLVI - Desiderio (pt. 2)
Epilogo
Annuncio Sequel
Sequel
I - Il Tempo Vola
II - Conversazione Tra Gli Spalti
III - In Prima Pagina

XXVI - Sono Brava A Dar Fastidio

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By LadyFrost02

Faccio zapping tra i canali ma non c'è nulla di interessante.
Shawn nel mentre si è rilassato e Christian... beh, non sembra più odiare il mio ragazzo, la cosa non può che farmi piacere.

Pensate si è addirittura offerto di darci un passaggio a entrambi, per tornare ai dormitori, e non solo a me, lasciandolo dunque senza passaggio... giuro che l'avrebbe fatto.

Siamo arrivati e Christian saluta cordialmente Shawn dimenticandosi di sua sorella.
Dà la buonanotte a Shawn e gli augura buona fortuna per gli allenamenti e subito dopo entra dentro l'auto.

«Ma certo dimenticati pure di tua sorella, non m'offendo.» mi giro arrabbiata con lui.
Si affaccia dal finestrino.
«Buonanotte mostriciattola, fai la brava.» dice felice, non gli rispondo e vado dritta verso l'entrata principale.

Shawn mi raggiunge.
«Tuo fratello è una forza.» afferma camminando al mio fianco.
«Io te l'avevo detto.» mi avvicino a lui, prendo il suo braccio sinistro e lo metto attorno alle mie spalle.

«Anche se ero molto spaventato quando scriveva le cose su quel quaderno, manco fossi sotto interrogatorio, sospettato di omicidio.» ridacchia e ci fermiamo davanti alla porta.
«Mio fratello tende a esagerare con tutto.» mi appoggio alla parete vicino alla porta di vetro.

«Un po' come te.» mi circonda con le braccia la vita e io gli metto le mie attorno al collo.
Ci penso un po' su.
«Credo che tu abbia ragione, tendo a esagerare.» annuisco lentamente.

«E da chi avreste preso?» lo guardo negli occhi pensando a quale possa essere la risposta corretta.
Sorrido e alzo gli occhi verso il cielo stellato.
«Da papà, ne sono sicura.»

I miei occhi ai inumidiscono, faccio incrociare nuovamente i nostri sguardi.
«Non lo dico spesso ma... Shawn mi manca, mi mancano.» mi abbraccia e io chiudo gli occhi, poggio la testa sul suo petto.

Si allontana di qualche centimetro per potermi guardare negli occhi.
«Capisco perfettamente, ma concentrati su quello che hai adesso, è giusto pensarci, ma a volte è meglio provare a dimenticarsene, hai un campionato internazionale davanti a te e una carriera da professionista garantita se tutto andrà bene, poi hai tutti i ragazzi della squadra e tuo fratello... non sarai mai sola e poi, ci sono pure io.» sorride e io mi lascio avvolgere dal suo dolce profumo, di cui ora, non posso più fare a meno.

«Entriamo?» domanda a bassa voce e io annuisco staccandomi.
Raggiungiamo tutti i ragazzi nella saletta comune dove manca solo Caleb, che giustamente deve fare l'asociale, ma sto iniziando a farci l'abitudine... pensate ora riesco a stare nella stessa stanza con lui senza strozzarlo per almeno un'ora, incredibili i miei progressi.

Osservo Jude e Mark seduti vicini e poi Axel, hanno tutti la stessa faccia curiosa e allora rispondo alla domanda che sono sicura vogliono fare.
«Ce l'abbiamo fatta.» esclamo entusiasta e sembra che vogliamo mettersi ad applaudire e fischiare.

«Grazie al cielo.» dice Jude facendomi posto vicino a lui.
«Non ti dico quello che aveva in mente, vi mettereste solo a ridere.» affermo ridacchiando.

«Sì, ma io mi sono veramente spaventato.» Shawn poggia una mano sul cuore e fa un grosso respiro di sollievo, che dolce.
«Che ha combinato?» domanda Axel.

Spiego il blocchetto con il piano di mio fratello e la faccia spaventata di Shawn in quel momento, quindi tutti scoppiano in una risata generale compresa la mia.

«Se è riuscito a superare questa la prossima partita sarà una passeggiata.» afferma Nathan.

Per il resto della serata scherziamo finché il Mister non ci interrompe e ci manda a dormire.

«Buonanotte.» dice Mark chiude la porta della sua stanza e stessa cosa facciamo anche noi.

Mi infilo sotto le coperte e provo ad addormentarmi, mi metto a testa in giù e ci riprovo ma nulla.

Mi alzo ed entro nella camera di fronte alla mia.
Osservo Shawn che dorme tranquillo, quasi quasi mi dispiace disturbarlo... quasi, sono cattiva ma che ci posso fare.

«Shawn... Shawn.» lo scuoto per una spalla e lui lentamente apre prima un occhio e poi l'altro.
«Isabelle, che ci fai ancora sveglia a quest'ora?» lentamente si mette a sedere e si stropiccia gli occhi.

«Non riesco a dormire.» mi siedo vicino a lui.
«E vieni a svegliare me?!» domanda ridacchiando.
«Mi pareva scontato.» alzo le spalle e guardo il disordine nella sua stanza che sono sicura che domani mattina sparirà.

«Se vuoi puoi... bhe...» si gratta la nuca.
«Volevo chiedertelo io.» mi alzo e mi sdraio senza dargli il tempo di capire nulla, è ancora mezzo addormentato.
Si sdraia vicino a me, mi avvicino ulteriormente.

«Buonanotte Shawn.» gli do un bacio sulla guancia.
«Buonanotte piccola.» lui invece me ne da uno tra i capelli e finalmente dopo pochi minuti il mio respiro si fa regolare e finisco con l'addormentarmi fra le sue braccia.

__________

Il mattino seguente, non so quale divinità riesce a svegliarmi prima di Shawn.

Lo osservo ma dopo qualche minuto vado nella mia camera a mettere la mia divisa della squadra, torno in quella di Shawn, oggi mi sono svegliata con il piede giusto e quindi raccolgo da terra il suo pallone e ripiego la sua tuta della squadra e gli faccio trovare pronta persino la sua divisa pulita, rimetto le mie scarpe e senza far rumore esco e vado ad allenarmi prima che mi raggiungano anche gli altri.

Passo prima a mangiare qualcosa di veloce e corro fuori a prendere un pallone, corro da sola per il campo e tiro sulla porta vuota, è così rilassante.

Abbiamo vinto la prima partita e oggi sapremo contro chi sarà la prossima, non vedo l'ora di giocare, ma spero che l'allenatore mi lasci ancora giocare come titolare.

Dopo un po' arrivano anche tutti gli altri sorridendo ma quando mi vedono in campo si fermano e cala il silenzio.

«Buongiorno?» sembra più una domanda.
«Isabelle stai bene?» domanda Mark preoccupato, lo guardo stranita.
«Perché non dovrei?» domando.
«Perché ti sei svegliata prima di tutti... sicura di non avere la febbre?» continua.

Con il piede alzo la palla e gliela tiro velocemente, ma lui la ferma senza problemi.
«Penso di sì.» fa un sorriso a trentadue denti e mi rilancia il pallone.

«Iniziamo ad allenarci.» Mark corre verso la sua porta e ognuno va a fare i suoi esercizi.

Shawn si avvicina e mi ringrazia, ma non mi ricordo neanche perché quindi faccio finta di nulla.

Iniziamo ad allenarci e dopo un paio di ore veniamo interrotti dall'allenatore Trevis e quella sua aria perennemente disinteressata.

«Venite con me.» dice solamente prima di girarsi, ci guardiamo tutti non capendo ma lo seguiamo.

«Mi è stato comunicato l'avversario che affronteremo nella fase preliminare del Football Frontier International.» mi metto vicino a Shawn e ascolto curiosa le parole dell'allenatore.
«È la squadra del Qatar: I Leoni Del Deserto.»

«Che razza di squadra è?» domanda Jack mentre Scott sta sulle sue spalle.
«Sono dotati di una grande resistenza, inoltre dal punto di vista fisico sono molto forti e difficilmente perdono un contrasto.» ci spiega Celia.

«Se dobbiamo vincere, dobbiamo lavorare sulla fisicità e resistenza alla fatica.» afferma il Mister «Dunque la preparazione alla gara si concentrerà su questi due aspetti.» annuiamo tutti.

L'allenatore se ne va e noi ci mettiamo tutti attorno a un tavolo a preparare una tabella d'allenamento.

«Ma che tipo di esercizi dovremmo fare?» chiede Mark.
«Secondo me dobbiamo lavorare soprattutto sulla corsa, dobbiamo correre, correre, correre! Irrobustire il nostro fisico.» Hurley si alza si scatto e sbatte le mani sul tavolo facendo una faccia seria.

«Ma io non ne ho voglia.» appoggio la testa sul tavolo e Jude mi da una gomitata intimandomi di smetterla, ma sbuffo soltanto.
«Sono d'accordo con te.» afferma Mark entusiasta, quando mai non lo è?!
«Non sarà sofisticato ma può andare.» pure Jude è d'accordo con Hurley.

Austin nel frattempo noto che si prepara ad andarsene.
«Scusate se vi interrompo, adesso devo proprio andare a casa.» Austin educatamente ci saluta ed esce velocemente dalla mensa.

«Come mai quello lì se ne va quando gli pare?» domanda Tod mettendosi una mano dietro la nuca.
«Non è giusto, se ne torna a casa quando gli pare e piace.» anche ad Hurley non va a genio questa cosa.
«Eh già chissà cosa ci sarà dietro.» cerca una possibile soluzione al caso di Austin Nathan.

Pare passare un lampo di luce negli occhi di Celia e Willy.
«Questa cosa potrebbe seriamente compromettere la serenità della squadra... bisogna investigare.» si alza in piedi William e fa una buffa posa.

«Willy ha ragione.» lo appoggia Celia, quei due finiranno per cacciarsi nei guai, come alla sede del calcio studentesco.
«Capitano, lasciate che me ne occupi io, mi metto subito ad indagare sulla vita di Austin, se scopriremo qualcosa ve lo diremo subito. Forza Silvia andiamo.» un'idea geniale mi balena per la testa e mi alzo a seguire i tre ma mentre cammino, o perlomeno ci provo, Shawn mi tiene dalla felpa.

«Dove stai andando?» chiede e io indico la mia unica speranza di fuga.
«Ad aiutare Sherlock Holmes e Watson.» cerco di raggiungerli ma sono già usciti dalla porta.
«Stai evitando gli allenamenti?» mi lascia andare e incrocia le braccia al petto.
«Io? Cosa vai a pensare? Sono certa che quei due non sarebbero capaci di trovare un indizio neanche se ce l'avessero sotto il naso, e con il mio intuito da segugio e la mia esperienza in questo campo potrei trovare la soluzione a questo misterioso omicidio... cioè volevo dire, scoprire dove si...» alza un sopracciglio. «ci ho provato.» mi risiedo al mio posto e guardo triste la porta dalla quale sono usciti i ragazzi poco fa.

«Prima iniziamo, meglio è.» esclama Mark trascinandomi fuori seguito dagli altri... certo che oggi fa proprio caldo.

«Esattamente cosa dobbiamo fare?» domanda Axel arrivati al campo.
«Semplice corriamo e corriamo.» Mark inizia a correre e dopo un attimo di esitazione li seguo, ma solo perché ho alle calcagne Jude il rompiscatole che si assicura che non mi allontani dal gruppo.

Facciamo tanti di quei giri, che dopo il ventesimo perdo il conto.
«Penso che per oggi possa bastare.» afferma Mark e tutti fatta eccezione per me, Jude, Axel e Caleb; si butta a terra esausta.

«Ah che caldo.» si lamenta Shawn da terra.
«E ci credo, per te che sei abituato al freddo glaciale dell'Hokkaido è normale.» gli do un piccolo calcetto e lui sorride.

«Che faticaccia.» continua Xavier.
«Sono sfinito.» Jack sta per perdere i sensi.
«Ma dove corri Jordan?! L'allenamento è finito.» urla Mark notando che il ragazzo in questione sta ancora correndo.

«Io lo raggiungo.» dico a Shawn.
«Non sei stanca?» mi domanda.
«In effetti no.» guardo Jordan dall'altro lato del campo che corre da solo.
«E poi eviti gli allenamenti.» mi prende in giro, o almeno ci prova.
«Si chiama pigrizia Froste.» faccio l'occhiolino e scatto rapidamente a raggiungere il ragazzo dai capelli verdi.

«Che faccia seria.» pochi secondi dopo sono già vicino a lui.
«Mi hai spaventato.» si porta una mano al petto per lo spavento.
«Scusa non l'ho fatta apposta.» provo a stare al suo passo, è stanco ma non si vuole fermare.
«Tu non ti fermi?» mi chiede.
«Solo quando lo farai anche tu.» gli do una pacca sulla spalla e accelero il passo lasciandolo indietro, ma dopo poco eccolo di fianco a me, sta superando i suoi limiti, non resisterà a lungo.

Passiamo tra i ragazzi seduti a terra e io non mi accorgo del piede steso di Scott, perciò inciampo su di esso, ma fortunatamente riesco a evitare quella che sarebbe stata una brutta caduta, poggio una mano a terra e faccio una capriola riuscendo quindi a non finire con il sedere a terra, continuo a correre.

«Tutto bene?» domanda Jordan che aveva visto tutto da dietro.
«Sì ma Scott oggi non se la passerà liscia.» ho già in mente la vendetta perfetta.
«Posso farti una domanda?» gli chiedo.
Annuisce. «Che hai?»
Sembra pensarci un po' ma decide di aprire bocca e rivelarmi i suoi dubbi e la sua preoccupazione sul suo posto da titolare, provo a rassicurarlo e finalmente ci fermiamo.

Dopo aver finito l'allenamento seguo Axel e Mark.
«Posso venire con voi?» chiede Axel a Mark e Silvia. «Sapete sono anche io preoccupato per Austin.»
«Io invece vengo solo per dare fastidio.» sorrido e iniziamo ad avviarci verso la casa di Austin.

Per strada incontriamo Cammy e Mark la ferma.
Da una stradina spunta fuori un ragazzo dai capelli rosa in motocicletta.

«Ma lo sapete che siete proprio carine?» ha uno schifoso ghigno sulla faccia.
«Modestamente.» sollevo gli occhi al cielo e faccio leggermente svolazzare i capelli, Silvia mi intima di smetterla con le battutine.

«Che ci fate con quegli imbranati?» domanda il teppista seguito da altri ragazzi, ferma la sua moto e scende da essa.
«Perché non fate un giro con noi? Che ne dite ragazze?» chiede.
«Dico che finisco con il spaccarti il muso su quella lucente moto.» faccio un fintissimo sorrido.

«Isabelle cerca di non metterti nei guai prima della partita.» mi rimprovera Silvia.
Sbuffo. «Va bene.»

«Siamo in ritardo, forza andiamocene.» Mark va avanti e lo seguiamo ma il tizio mi tiene per un polso, provo a toglierlo ma è troppo forte la presa.
«Un momento.» afferma divertito.
«Andiamo bella, non fare la preziosa.» mi dimeno ma niente da fare.

«Lasciala stare.» viene in mio soccorso Axel.
«Che hai detto?! Vattene via moccioso se non vuoi che ti faccia molto male.» Axel sembra essere pronto a scattare, e io cerco di scavare nei ricordi qualche cosa utile per questa situazione.

«Ma davvero? Questa la voglio proprio vedere.» ci giriamo tutti sentendo la voce di Archer, io approfitto del momento di distrazione di questo buono annulla e con una rapida mossa finisce con la faccia sopra la sua moto e un braccio dietro la schiena, potrei spezzarglielo in qualsiasi momento.
«E comunque sono fidanzata.» lo lascio andare e lui cade a terra come un sacco di patate.

«Si può sapere che state facendo? Pensavo che la banda avesse delle regole.» Archer guarda con disprezzo i tre ragazzi che rispetto a quel pappamolle sembrano essere sotto il suo controllo.
Comunque capelli rosa si è rialzato e guarda male il nostro compagno di squadra poi si gira verso di me quindi faccio un passo verso di lui che ne fa uno indietro, poi torna a concentrarsi su Archer.

Archer con un semplice tiro nell'aria manda al suolo i tre ragazzi terrorizzati, se solo sapesse giocare a calcio, con la forza che ha sarebbe seriamente bravo.

Il cattivone si fa avanti pronto per fare a botte con Archer ma io e Mark ci mettiamo davanti.
«Se vuoi prendertela con qualcuno prenditela con me.» dice il capitano.
«Oppure con me che mi diverto di più.» sorrido avvicinandomi... è solo un fifone questo qui.

«Vale anche per voi, se volte litigare con qualcuno fatelo con me.» si riferisce a me e Archer quindi faccio finta che non esista e mi concentro sulle parole di Mark.

«Mi è passata la voglia, sei fortunato ma ti assicuro che la prossima volta te la faccio pagare cara Archer... e anche a te ragazzina.» e no. Io non riesco a stare calma come Mark.
«Perfetto ti aspetto, ma spera solo che non abbia un pallone con me.» Mark mi mette una mano sulla spalla per calmarmi e per fortuna ci riesce.

Quando sale sulla moto e se ne va, faccio una linguaccia e torno poi a concentrarmi sui miei amici.

Archer si scusa con i tre ragazzi ancora a terra, probabilmente sono suoi amici, e lo supplicano di tornare nella "banda"... quindi ciò vuol dire che Archer è un teppista?! Mica male!

«Mi dispiace che quei ragazzi vi abbiano dato fastidio.» si scusa Archer.
«E così quei tizi erano tuoi amici?» domanda il capitano.
«Sono davvero desolato capitano, ma preferirei non parlare del mio passato.»
«Ma certamente.» ci saluta e se ne va via.

«Tornando a noi...» mi giro verso i ragazzi.
«E se stessimo sbagliando a voler ficcare il naso nella vita privata di Austin?» domanda Mark guardando Archer ormai lontano da noi.

«No Mark, noi siamo i suoi compagni di squadra e abbiamo bisogno di sapere che cosa gli succede.» afferma serio Axel.
«E così il buon vecchio Axel Blaze si è preso in simpatia il piccoletto.» lo prendo a braccetto e per un momento pare scomporsi.
«Ma se avrà la nostra stessa età.» iniziamo a camminare uno di fianco all'altro mentre tengo stretto a me Axel e parlotto con lui.
«Non so, a me sembra di no.» mi guarda dall'alto.
«Se lo dici tu.»

Arriviamo a un ristorante di nome Ristorante della Tigre, che si trova nella zona del mercato.

«Siete sicuri che è entrato qui?» domanda Axel.
«Sì, è entrato proprio qui dentro.» afferma sicura Celia, che ci stava aspettando davanti al ristorante.

Io e Mark proviamo a sbirciare dalla porta e ci spaventiamo quando una ragazza ci rivolge la parola.
«Posso aiutarvi ragazzi?» domanda gentile.
«Noi stiamo cercando Austin Hobbes, siamo i suoi compagni di squadra.» dice Mark riprendendosi dallo spavento.

«Cercate Austin?!» sembra pensarci un po' su, ma poi dall'interno del locale arriva Austin.

«Capitano... e ci sono anche Axel e Isabelle. Entrate prego.» facciamo come ci dice.
«Io torno tra poco.» ci saluta ed esce per andare da qualche parte.

Ad accoglierci è la madre che in breve ci spiega che il figlio gestisce il negozio quasi da solo, dato che lei è malata.

Austin torna e Mark parte alla carica.
«Perché non ci hai mai raccontato una cosa così importante?» domanda infuriato il capitano.
«Rilassati Mark, avrà avuto i suoi motivi, mettiti nei suoi panni.» mi appoggio con i gomiti al tavolo e osservo il ragazzo in questione.

Mark corre verso un contenitore che deve essere consegnato, si dirige fuori dal locale ma poi torna indietro ricordandosi di un piccolo particolare.
«Scusa... dov'è che dovrei effettuare la consegna?» domanda Mark in imbarazzo.
Mi metto a ridere.

«Aiutiamolo.» dice Axel e io sono già in piedi.
«Da dove si comincia?» domando elettrizzata.

«Io e Mark aiutiamo nelle consegne.» dice Axel mentre il portiere annuisce.
«Noi pensiamo ai tavoli.» dicono in coro le ragazze... e io?

«E tu Isabelle?» domanda Celia.
«Vediamo...» ci penso un po' su.
«Ho un pessimo senso dell'orientamento... se mi mettete ai tavoli rischio di insultare qualcuno... in cucina me la cavicchio...» le ragazze si sbattono le mani sulla fronte.
«Deve esserci qualcosa in cui sei brava.» dice Silvia.

«Soltanto in due cose: a calcio e a dar fastidio.» sorrido e stessa cosa fa Austin.
«Allora puoi darmi fastidio e aiutarmi in cucina.» annuisco e ognuno va a fare il suo lavoro.

__________

«Si coraggio facciamo altri giri del campo e poi una piccola partita.» Mark aumenta il passo e così anche tutti gli altri.

Ci dividiamo in due squadre e iniziamo ad allenarci.
Darren dopo aver parato un tiro mi passa la palla e corro in avanti dribblando tutti.

Davanti a me si posiziona Nathan intenzionato a levarmi la palla dal piede.
La situazione sembra essere a mio vantaggio se non fosse che per un mio errore, metto male il piede sinistro e avverto un forte dolore, resto lì ferma e la palla viene portata via dal ragazzo dai capelli blu.

Resto lì immobile per qualche minuto.
«Tutto bene?» Shawn si avvicina a me preoccupato.
«Sì tranquillo, mi sono distratta per un secondo.» faccio un sorriso e corro verso la palla, sempre con quel dolore alla caviglia, ma faccio finta di nulla.

«Per oggi può bastare.» il Mister ci interrompe e io senza aspettare nessuno vado nella mia stanza, levo la scarpa sinistra e controllo la caviglia.
Si è gonfiata, cerco in qualche cassetto una fascia, ma non la trovo.

Mi cambio i vestiti e senza farmi notare vado a cercare il Mister.
Lo trovo che legge un libro.
«Scusi il disturbo, potrei uscire? Non ci metterò molto.» alza gli occhi su di me.
«Tutto bene?» domanda e io annuisco. «Va bene ma torna per l'ora di cena.» esco dalla stanza.

Cammino per i corridoi più lentamente rispetto al solito.
Poi sento delle mani sulla mia vita.

«Dove vai?» domanda Shawn.
«A casa, torno presto.» mi dà un bacio a stampo.
«Ti accompagno.» dice.
«No, posso arrivarci anche da sola.» affermo iniziando a scendere piano piano le scale.
«Non lo metto in dubbio, ma voglio venire lo stesso.» che cocciuto.
«No Shawn, giuro che non ti accorgerai nemmeno della mia assenza.» ancora indeciso accetta, ma mi accompagna fino all'uscita.

«Ciao.» mi da un lungo bacio e poi se ne torna indietro.
Mi giro e mi avvio verso casa, dove sono sicura di trovare mio fratello.

Più cammino, anche se lentamente, più sento il bruciore alla caviglia farsi più intenso.
Penso che non sia nulla di così grave, ma se il l'allenatore Trevis viene a saperlo, probabilmente mi metterà in panchina per la partita contro i Leoni Del Deserto, e se non guarisco in fretta mi rimpiazzerà con qualcun'altro... non ci voglio neanche pensare.

Busso alla porta e dopo qualche minuto viene mio fratello ad aprirmi.
«Sorellina, non pensavo saresti passata.» mi fa accomodare, mi butto a capofitto sul divano e levo la calza sinistra.

«Chri ho bisogno di una mano.» segue il mio sguardo fino alla caviglia dove si è creato un piccolo livido.
«Non devi dire altro.» sale le scale, nell'attesa mi sdraio per bene e osservo il gigantesco lampadario sopra la mia testa.

«Cosa è successo?» mi alzo un po' e appoggio il piede sopra le sue gambe.
«Ho appoggiato malissimo il piede durante gli allenamenti, e questo è il risultato.» faccio una smorfia di dolore quando tocca il rigonfiamento.

«Avrai bisogno di riposo.» apre la piccola cassetta del pronto soccorso e mi spalma una quantità industriale di crema antinfiammatoria.
Appena tocca il piede per poter spalmarla tiro un piccolo grido di dolore.
«Devi farti vedere da un dottore.» massaggia il mio piede, ma l'orribile sensazione non sembra volersi alleviare nemmeno un po'.

«Sappiamo entrambi ciò che dirà: mi dispiace signorina Collins, ma la prossima partita non potrà disputarla e probabilmente anche l'altra; così poi dovrò rinunciare all'intero torneo e l'allenatore non aspetterà di certo i miei comodi, non ci penserà due volte prima di rimpiazzarmi.» tiro un altro urletto.
«In effetti non hai tutti i torti, ma preferirei che ti facessi vedere.» inizia ad aggiustarmi la benda, fa talmente male che mi ha convinta.
«Va bene, ma non voglio che lo venga a sapere nessuno.» concedo alla fine.

*********

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