Flecks

By LizzieAusten

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༶ Rose de Doux༶ Per gli abitanti di Montpelier, Vermont, la vita è per lo più monotona e priva di sorprese, m... More

Cast.
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01. Al passo coi De Doux
02. Questa è pazza
03. L'estate che ha cambiato tutto
04. Tutte pazze per Blake
05. Non farti beccare dalla Corey (e da tuo padre)
06. L'autunno che ha cambiato tutto
07. Il tempo è una strada a senso unico
08. Belle
Wattys 2020
Per favore non insultatemi :)
Bows
Fallen from the sky with Grace
Bows- Cartaceo

40.

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By LizzieAusten

I miei occhi sono fissi sul viso di Blake, che, sdraiato sul mio letto, legge e rilegge la lettera di Yale che mi ha costretto a mostrargli. Non la smette di sorridere, il che mi manda nel panico perché anch'io fatico a ricacciare indietro l'autocompiacimento che sento invadermi il corpo: c'è un'alta probabilità che per cause maggiori io non possa andare a studiare a New Haven a Settembre, quindi sarebbe meglio non prendere seriamente in considerazione l'eventualità di frequentare Yale.

« Puoi ridarmela ora?» gli chiedo, sporgendomi per sottrargliela. Lui scuote la testa ed allontana la lettera, tanto che ben presto rinuncio alla mia impresa e ritorno a posare la testa sul suo petto. Siamo stati benedetti con un pomeriggio di inaspettato silenzio: la nonna ha portato Andrew alla festa di compleanno di un suo compagno d'asilo, mentre Simon è sparito subito dopo pranzo, probabilmente per andare a studiare in biblioteca. Blake si è presentato qui poco dopo, sinceramente ignaro dell'assenza del suo migliore amico, ma quando ha cominciato a baciarmi e mi ha trascinata in camera mia, ho capito che in realtà non era lui che cercava. E lo capisco: è passata una settimana dall'ultima volta che ci siamo visti.

« I racconti di cui si parla...» comincia, ripiegando la lettera e posandola sul mio comodino. « Posso leggerli?» chiede poi innocentemente.

Sgrano leggermente gli occhi, prima di arrossire e scuotere la testa. « Scordatelo.»

«Perchè?» domanda confuso, cercando il mio sguardo. « Hai scritto qualcosa di spinto?»

« No!» esclamo ancora più imbarazzata. « Non li avrei mai presentati al comitato di ammissione.»

« Allora perchè non vuoi che li legga?» continua imperterrito.

« Sono... personali.» mormoro.

« Fammi capire bene: uno sconosciuto di Yale può leggerli ma il tuo ragazzo no?».*

Rimango in silenzio, valutando le sue parole e la validità della sua posizione, infine decido di confessare la verità. « Parlano anche di te, Blake.».

Per un attimo lui sembra raggelarsi, la fronte corrugata e la bocca leggermente aperta. Poi si riprende. « Hai detto di aver fatto domanda alla fine dell'anno scorso, quindi non ha senso a meno che...»

« Non è come sembra.» lo interrompo. « Non ero innamorata di te.» "o per lo meno non me ne rendevo conto", aggiungo mentalmente. « Però eri... sei importante. A volte penso che se non ci fossi stato tu non so come avremmo fatto a superare quello che è successo.» concludo, abbassando gli occhi sulla sua felpa blu. Blake sospira, forse rendendosi conto del peso di ciò che gli sto dicendo, mentre quello stesso peso comincia a schiacciarmi pian piano. Blake c'è nei miei racconti: è l'unico personaggio sempre presente, l'unico punto fisso, come se le parole girassero intorno a lui per mezzo di una sorta di forza di gravità letteraria. Fa paura avere tanto bisogno di una persona, fa paura il pensiero che siamo ancora estremamente giovani e la vita può cambiare da un momento all'altro.

Mentre sento gli occhi cominciare a bruciare, Blake si muove velocemente per sovrastarmi col suo corpo e potermi guardare in faccia. Sento il suo braccio libero stringermi la vita, il suo respiro sfiorarmi le labbra. Poi, ancora prima che me ne possa rendere conto, il suo viso si abbassa sul mio dando il via al bacio più dolce che abbia mai ricevuto. La sua presa intorno al mio corpo si rinsalda, mentre le mie braccia gli circondando il collo ed i nostri respiri irregolari risuonano per la stanza silenziosa. Finché degli altri suoni non si aggiungono al quadro: sono delle voci provenienti dal piano di sotto, perfettamente riconoscibili dai toni accesi con cui riecheggiano tra le pareti.

Simon e Jane.

« Cazzo.» mormora Blake, saltando su dal letto e guardando la porta con gli occhi sbarrati, come se potesse spalancarsi da un momento all'altro. Io me ne preoccupo poco, visto che è evidente che quei due stanno litigando. « Non posso nascondermi, avranno sicuramente visto la mia auto.» continua, preso dal panico.

« Non nasconderti.» sussurro in risposta. « Sarebbe peggio, semplicemente fila in camera di Simon e fai finta di esserti addormentato lì mentre lo aspettavi.»

« Sì.» risponde, riprendendo a respirare. « Potrebbe funzionare.» detto ciò sparisce dalla mia camera preoccupandosi di non far scricchiolare il pavimento in legno, impresa difficile ma non impossibile.

Continuo ad ascoltare le urla di Simon e Jane, ma non riesco a capire il motivo di una litigata del genere. Poi, decidendo di prendere in mano la situazione, mi alzo dal letto, lo sistemo e mi fiondo verso il bagno per farmi almeno una doccia. Quando Blake si è presentato qui i miei capelli erano sistemati in una perfetta piega liscia, ed il maglioncino nero che indosso non era tanto stropicciato, ora sembro appena uscita da un giro sulle montagne russe e devo dire che mi sento piuttosto accaldata. Chiudo la porta alle mie spalle, scoprendo ben presto che la serratura è bloccata. Alzo gli occhi al cielo e sospiro frustrata, ma non voglio rinunciare alla mia doccia e, confidando nel buon senso degli altri, apro l'acqua dal rubinetto della vasca per farla scaldare. Attendo, nel frattempo dei passi pesanti salgono le scale, poco dopo raggiungono la camera di Simon. C'è una leggera sorpresa da parte di mio fratello nel trovare il suo migliore amico accampato lì, ma il mio ragazzo mente meglio di quanto mi sarei aspettata e, sorridendo compiaciuta, alzo le maniche del maglioncino e porto il polso a sentire la temperatura dell'acqua: è ancora ghiacciata.

Sbuffo di nuovo, aumentando la temperatura fino al calore massimo e sentendo lo scaldabagno produrre un agghiacciante verso di protesta; tuttavia l'acqua non ne vuole sapere di scaldarsi. Frustrata, mi volto verso la piccola porta in legno che nasconde lo strumento del male pronta a fronteggiarlo. La prima cosa che noto è che il cilindro in latta trema in modo inverosimile, la seconda è che sembra si stia prendendo gioco di me. Ne concludo che l'unico modo per ripararlo senza tirare in mezzo nessuno, è usare un metodo universalmente applicabile per ogni apparecchio/elettrodomestico mal funzionante: gli tiro un pugno.

Sulle prime sembra che si calmi, i rumori terrificanti si acquietano ed il tremore fa lo stesso, ma ben presto capisco che non me la darà vinta tanto facilmente. Succede prima ancora che possa cantare vittoria: mentre richiudo la porta in legno, uno stridio che quasi mi fa diventare sorda viene seguito da un potente sbuffo di vapore bollente che, ovviamente, colpisce in pieno l'interno del mio polso. Non mi rendo conto di aver urlato (più per la sorpresa che per il dolore), finché la porta del bagno non viene spalancata e Simon, Jane e Blake si riversano nella stanza, quest'ultimo in testa. Incontro il suo sguardo mortalmente preoccupato, mentre pian piano sento l'interno del polso cominciare a bruciare, tanto da avvertire anche un leggero senso di nausea. Cos'ho combinato?

« Che cazzo è successo?!» sbotta mio fratello. Boccheggio tentando di rispondergli, ma subito la mia visuale viene coperta da Blake, che si avvicina velocemente e con delicatezza alza il mio polso per poterlo esaminare.

Jane chiude l'acqua della vasca, mettendo insieme i pezzi del puzzle. « Quel maledetto scaldabagno, sapevo che prima o poi qualcuno ci sarebbe rimasto secco.» commenta nervosa.

Per tutta risposta Simon le dice che ha provato a riparlarlo, lei gli risponde che a quanto pare non ne è capace e, dopo essersi scusato con me, mio fratello riprende a discutere con la mia migliore amica. Io guardo Blake, ancora silenzioso con gli occhi fissi sulla mia pelle arrossata, mi sembra di intravedere delle piccole vesciche. « Blake?» lo chiamo con un fil di voce.

All'istante il suo sguardo si concentra sul mio viso. « Sta' tranquilla.» mormora con un leggero sorriso. « Vieni.» mi mette un braccio intorno alla vita e, superando Simon e Jane, usciamo dal bagno e scendiamo le scale fino ad arrivare in cucina.

Nemmeno due secondi dopo veniamo raggiunti da mio fratello, si concentra solo un secondo sulla mano di Blake ferma sul mio fianco, ma è evidente che in una situazione normale gliela staccherebbe. « C'è del ghiaccio in freezer.» borbotta risoluto.

« Niente ghiaccio, peggiorerebbe la situazione.» risponde Blake, lasciandomi andare ed aprendo uno dei pensili per recuperare una bacinella. La riempie d'acqua fredda, poi la posa sul bancone e, con la stessa delicatezza di poco fa, vi immerge il mio polso ustionato. E' un sollievo, se non fossi sotto shock probabilmente sospirerei grata e mi metterei a piangere. « Immagino che qui in casa non abbiate acido ialuronico e garze mediche, vero?»

« Che?» domanda Simon per tutta risposta.

Blake annuisce. « Come pensavo: devo portarti da mio padre.» annuncia poi, concentrandosi su di me. Non so esattamente cosa veda guardandomi in viso, ma noto subito la preoccupazione attraversare il suo e, andando nel panico, fatico a respirare. « Rosie, stai tranquilla, davvero.» mi prega, alzando una mano per accarezzarmi una guancia. Sento il mio battito accelerare all'istante, ma per qualche ragione, guardando la determinazione e la dolcezza nei suoi occhi verdi comincio realmente a calmarmi.

Finché Jane non si schiarisce la voce entrando in cucina ed entrambi sussultiamo. Blake abbassa la mano guardandosi intorno, Simon è rosso in viso, mentre Jane sembra l'unica ancora sana di mente. « Portala subito da tuo padre.» ordina incrociando le braccia. « Ora.» aggiunge, vedendoci entrambi ancora immobili. Nemmeno un secondo dopo, Blake ha recuperato i nostri cappotti e mi sta trascinando fuori di casa.

🍂

Il dottor Darcy ci osserva, la schiena posata contro il muro del suo studio e le braccia incrociate al petto. Il silenzio qui sta diventando pesante, mentre Blake è totalmente concentrato sulla medicazione. La garza imbevuta di acido ialuronico viene avvolta con precisione intorno al mio polso, io tento di ignorare il fastidio che mi dà. Il dottor Darcy ha potuto solo dirmi che si trattava di un'ustione di secondo grado, prima che suo figlio prendesse in mano la situazione senza voler sentire ragioni.

« Ed è successo tutto per uno scaldabagno?» domanda, probabilmente anche lui stanco del silenzio.

Annuisco, per poi guardarlo mentre Blake finisce il suo lavoro. « E' da un po' che dà problemi.»

« Come mai non l'avete cambiato?» domanda ovvio.

« Be'...» temporeggio. Blake mi lascia andare e comincia a sistemare il resto delle garze nella cassetta d'acciaio da cui le ha prese. « Simon è sempre riuscito a farlo andare avanti, però immagino che adesso non abbiamo scelta. Mi dispiace solo per la nonna, stava mettendo da parte i soldi per costruire una serra e ora...»

« Pagherò io, se è un problema di soldi.» mi interrompe risoluto, al che, se possibile, il mio viso diventa persino più rosso del mio polso. « Non fare quella faccia, Rose, sarebbe una spesa da niente.»

« Non posso accettare.» rispondo, prima di voltarmi verso Blake per cercare il suo sostegno. I suoi occhi sono già fissi sul mio viso. « Diglielo che non posso.» lo prego, ma lui si limita ad un'alzata di spalle.

« Puoi e devi, Rose.» continua suo padre, riportando la mia attenzione su di sé. « Tua nonna si merita la sua serra e non potete tenere in casa uno scaldabagno non funzionante e pericoloso. Non voglio vedere di nuovo la ragazza di mio figlio sotto shock per qualcosa che si può risolvere con facilità.» conclude.

Nello studio cala il silenzio, io sono a bocca aperta, mentre sento Blake agitarsi al mio fianco. « Papà, non le avevo ancora detto che tu lo sai...» borbotta nervoso.

« Oh.» risponde il dottor Darcy confuso. « Mi... mi dispiace, Rose. Ti posso assicurare che Blake mi ha intimato di non dirlo a nessuno.».

Annuisco, ancora perplessa ed estremamente sorpresa. Il dottor Darcy lo sa. Oddio.

« Ok, ora noi due ce ne andiamo.» esordisce Blake, prendendomi per mano e costringendomi a scendere dal lettino su cui mi sono accomodata. Lo seguo senza dire una parola, riprendendomi solo grazie alle temperature glaciali una volta fuori dallo studio. Mi fermo dopo pochi passi, costringendo Blake a fare lo stesso; capisce subito quale sia il problema. « Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo ma avevo paura che ti saresti arrabbiata.» esordisce preoccupato.

« Da quanto tempo lo sa?» chiedo, ancora sconvolta.

« Da Natale. Ci ha visti baciarci, ti ricordi?» risponde. Sì, mi ricordo, e mi sento una stupida a non averci pensato prima: era ovvio che avrebbe tempestato Blake di domande. « Senti, dimentichiamoci mio padre, non parlerà.» conclude, deciso a cambiare discorso. Mio malgrado mi ritrovo ad annuire, mentre Blake accenna un sorriso e porta la mano libera sulla mia guancia. Vorrei ricordargli che siamo nel bel mezzo del centro, che chiunque potrebbe vederci e abbiamo già rischiato grosso con Simon, ma qualcosa nel suo sguardo mi dice che non mi ascolterebbe comunque. « Stai bene?»

« Sto bene, davvero.» lo rassicuro, sorridendo a mia volta.

« Quando hai urlato in quel modo mi hai fatto prendere un infarto, lo sai?»

« Mi dispiace...» comincio, ma vengo interrotta dalle sue labbra posate sulle mie. Ok, oggi sembra che il suo istinto di sopravvivenza sia inesistente. « Sei pazzo?» sussurro allontanandolo leggermente.

Lui sorride, quasi fosse ignaro di cosa succederebbe se qualcuno ci vedesse. « Dici che... che possiamo andare a casa mia ora?» chiede poi speranzoso.

Trattengo a stento una risata di fronte alla sua espressione da cucciolo indifeso, ma cerco di continuare ad essere la parte razionale della coppia. « Hai visto la faccia di Simon prima? Ti ucciderà se non mi riporti immediatamente a casa.»

« A questo punto sono pronto a correre il rischio.» mormora serio in volto, talmente a bassa voce che per un attimo sono convinta che non volesse farsi sentire.

« Come?» chiedo confusa.

Per tutta risposta, Blake scuote la testa e ritrova il sorriso. « Niente. Ti riporto a casa, ma rimango con te.» afferma con un tono che non ammette repliche.

🍂





*la conversazione si ispira a fatti realmente accaduti: al mio ragazzo è vietato leggere le mie storie 🙄

Detto ciò, decidete voi se il capitolo serve a:

1) risolvere la questione scaldabagno;🧖🏻‍♀️

2) far arrabbiare Simon;🕺🏻

3) dare dimostrazione delle doti da dottore di Blake;👨🏻‍🔬

4) farvi innamorare ancora di più di lui;☑️

5) annunciare che il Dottor Darcy sa tutto;🧔🏻

6) Far intendere che Blake si è stancato di nascondersi...😏


Stay Tuned!❤️

(Perchè nel prossimo capitolo ci sarà da ridere.)

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