LETTERS

By Patty346

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Una ragazza con un passato triste, con dei gusti fuori dal comune, riservata e abbastanza rude incontra un ra... More

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By Patty346

SIMON'S POV

"Oh buongiorno Simon!" mi accoglie Anita invitandomi ad entrare in casa.

"Buongiorno Anita" le sorrido e appena varco la soglia di casa mia sorella mi salta addosso.

"Ehi piccola!" e le do un bacio sulla tempia facendole dei piccoli grattini sulla nuca.

"Mi sei mancato" mi dice con la testolina nascosta tra la spalla e il collo.

"Anche tu principessa" e le do un altro bacio.

"Ti va di fare colazione con noi Simon?" mi chiede gentile come sempre Anita.

"Non vorrei disturbare davvero" ho appena finito di vomitare l'anima e non mi va di mangiare. Ho bevuto decisamente troppo ieri cazzo.

"Ma scherzi dai siediti" insiste e non mi va di essere scortese. Rimetto a terra Zoe che corre verso la sua amica e seguo Anita in cucina.

"Siete molto uniti tu e Zoe" e mi sorride dolce, ma so che c'è un motivo ben preciso di questa frase, tutt'altro che dolce. Vorrà arrivare a parlare dei nostri genitori, sicuro come la morte.

"Già" e ricambio con un sorriso falso.

"Siete soli voi due vero" ecco appunto, prevedibile.

"Scusami Anita ma non mi va di parlarne" dico cercando di non essere scortese, anche se lo vorrei tanto.

"Oh si tranquillo, scusami. Comunque stanotte Zoe ha iniziato a parlare nel sonno, mi sembrava giusto dirtelo" oh merda! Era da più di una settimana che non lo faceva più, pensavo le fosse passato.

"Cosa diceva?"

"Parole confuse come ad esempio taglio o sangue o ancora schiaffo" merda, merda, merda! Tutto quello che le ricorda la mamma, tutto quello che ha visto, tutte parole legate a quello.

"Capisco... le capitava spesso ma era una settimana che non accadeva più..." stringo la tazza tra le mani e se fosse stata di plastica sarebbe rotta già da un bel pezzo. Cosa penseranno Josh e Anita ora? Che Zoe é cresciuta nella violenza? Spero solo che non vorranno allontanare la loro figlia da Zoe, lei ci rimarrebbe malissimo.

"Qualunque cosa Simon noi vi possiamo aiutare" dice con il solito viso che si ha quando si guarda una persona che ti fa pena. Patetica.

"Non potete fare nulla" dico schietto e diretto guardandola negli occhi. Lei abbassa lo sguardo, evidentemente imbarazzata per la situazione e mette le tazze ormai vuote nel lavandino.

"Ciao Simon!" sento una vocina provenire dal salotto. Mi volto e vedo Cassy che muove la sua manina per salutarmi.

"Ciao Cassy!!!" e le sorrido. Le sue guanciotte diventano tutte rosse e inizia a stropicciarsi l'orlo della maglietta. È davvero una bambina tenera. Affianco a lei noto una Zoe infastidita a braccia incrociate e il broncio. Mi alzo e la prendo in braccio facendole ritornare il sorriso e poi prendo anche Cassy facendo sorridere anche lei.

"Dobbiamo andare ora Zoe dai" e le rimetto giù. Aspetto Zoe e Cassy che si salutino per poi salutare Anita e andare via.

"Com'è andata principessa?" dico appena entrati in macchina.

"Bene, Cassy ha una casa delle bambole bellissima e grandissima, ha tantissimi vestiti ma mi sono divertita soprattutto quando abbiamo giocato a nascondino, come facevamo noi! C'erano tantissimi nascondigli in casa e io sono imbattibile, infatti ho vinto sempre io, una volta anche Anita ha iniziato a cercarmi perché Cassy non riusciva a trovarmi!!!"

"Oh wow!" e sorrido amaramente. È normale che è bravissima a nascondersi, quando papà ritornava a casa ubriaco fradicio lei si nascondeva sempre per non vedere e quando c'ero io le dicevo di giocare a nascondino per non permetterle di assistere a quelle scene. Stringo il volante tra le mani e accellero.

"Cos'è questa puzza!!! Bleah!!!" urla Zoe appena entrata nel bagno.

"Non sono stato molto bene stamattina"

"Mmmm" poi prende il profumo e lo spruzza per tutto il bagno in quantità industriali.

"Basta ora Zoe" dico tessendo.

"Però una cosa c'era che non mi piaceva in quella casa"

"Cosa?"

"La tavoletta, la nostra é molto più bella"

"O Dio!" e scoppio a ridere.

"La nostra copri tavoletta pelosina e morbidina é bellissima!" dice accarezzando quel gatto morto rosa sulla tavoletta, mi costrinse a comprarlo qualche mese fa dicendo che dava un tocco di classe al bagno e che per fare al bagno doveva stare comoda, non immaginate la commessa quante risate si fece.

"Bene ora esci che la devo usare!" e mi caccia dal bagno.

Controllo nel salvadanaio in camera mia per vedere quanti soldi ci rimangono ancora: 150 dollari. Non ci basteranno per molto. Devo cercare un lavoro serio non posso continuare con le gare e stupidaggini del genere.

"Io esco sorellina, non mancherò per molto" dico davanti la porta del bagno per assicurarmi che mi ascolti.

"Non fare tarti, ti do un'ora"

"Va bene capo" ed esco di casa. Chiudo la porta  a chiave per sicurezza, mio padre potrebbe venire a qualunque ora in condizioni pietose.

Accendo la radio e la canzone che parte non mi aiuta, mi ricorda lei. Ancora lei, ancora e ancora... me la toglierò mai dalla testa quella dannata ragazza?! E' triste, parla di una ragazza suicida, che si sente sola e non ce la fa ad andare avanti. Quei tagli, quel suo sguardo quasi sempre assente, la sua anima fredda quanto i suoi occhi. Sarà davvero così forte come fa sembrare o è debole, piena di crepe, pronta a crollare e a farla finita? E se decidesse di dire basta? Il mio stomaco si chiude in una morsa e il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Sono pensieri troppo forti, sono paure troppo forti... paura di un mondo senza di lei, paura di non vederla più, paura di non aver fatto abbastanza per farla stare qui con me, con noi, paura di averla abbandonata a se stessa. Non sto bene, mi sento come se mille persone mi stessero puntando una pistola contro, sento di essere un fallito, sento un dolore che non so identificare, un dolore che non capisco da dove provenga. Perchè c'è così tanta tristezza nel mondo, perchè le persone devono lottare per vivere sereni, o semplicemente solo per vivere?! Freno di botto ma per fortuna dietro di me non c'è nessuno. Devo prendere una boccata d'aria. Scendo dall'auto e mi accorgo che ho pianto. Mi strofino gli occhi e inizio a camminare non so dove. Sono vicino alla spiaggia di ieri sera, ma è tutto diverso. Dei ragazzi giocano a calcio, altri a pallavolo, un bambino gioca con la sabbia, dei surfisti sfidano la potenza delle onde, una ragazza si tuffa nell'oceano; non c'è l'odio e la rabbia di ieri notte. Mi accendo una sigaretta e pensandoci anche io sto cercando di togliermi la vita o almeno distruggerla piano piano. Butto la sigaretta ancora a metà e salgo in macchina. Devo pensare a Zoe, la mia vita non mi interessa, mi interessa solo che lei viva meglio e bene, se non ci fosse stata lei non starei qui, non starei in questo mondo da un pezzo, sono vivo solo per lei e non posso piangermi addosso tantomeno piangere per altre persone, devo renderla felice e per fare questo mi servono dei soldi e quindi un lavoro. Guido tra le strade di Miami e osservo ogni vetrina: parrucchiere, commesso in un negozio di vestiti, ristornate, bar, negozio di elettronica, negozio di musica. Freno di nuovo di scatto e per fortuna anche questa volta non c'era nessuno dietro di me. Apro la porta del negozio e una campanella risuona sulla mia testa. Mi sento teletrasportato in un altro secolo, vedo vinili a destra e a sinistra, che partono dalle sonate di Beethoven e Bach, al rock con le sue copertine colorate e molto singolari, rimango affascinato da una in particolare: lo sfondo è completamente nero e al centro c'è una piramide di cristallo che filtra un filo di luce e lo divide in tutti i colori dell'arcobaleno. Continuo a camminare e vedo il ritratto di Bob Marley e poi subito affianco noto uno con la foto di un signore nero che suona il sax e con scritto 'John Coltrain' e 'Giant Steps' in rosso, penso che sia un album jazz. Questo è un fottuto paradiso della musica.  Alzo lo sguardo dai vari vinili e dischi e vedo un signore occhialuto che mi osserva sorridendo da dietro il suo bancone.

"Buonasera"

"Salve ragazzo come posso aiutarti?" la sua voce è bellissima, di sicuro saprà cantare.

"Stavo cercando lavoro in realtà"

"Oh... beh qui è un posto piccolo, non avrei bisogno..."

"Ho capito grazie" e faccio per uscire dal negozio il più in fretta possibile e sbattere quella porta con quella campanella insopportabile.

"No non hai capito proprio nulla" mi dice con voce ferma. Mi volto e lo guardo nei suoi occhi castani "lavorerai qui"

"Cosa?" rimago spiazzato, con quanta sicurezza l'ha detto, insomma non mi conosce e mi ha già assunto.

"Vuoi lavorare o no?" mi chiede sempre con quel tono da coach di football mentre allena la sua squadra.

"Sì ovvio!" rispondo io come un soldato davanti al suo comandante, ci mancava il 'sì signor capitano!'.

"Bene" e mi sorride in modo gentile. Mi avvicino a lui e mi accorgo che i suoi occhi non sono castani ma verdi, anzi no, verdi e anche un po' castani.

"Come mai mi ha assunto così su due piedi" sono troppo curioso, voglio capire il perchè.

"Da come è cambiato il tuo sguardo quando sei entrato qui dentro, come osservavi attentamente tutti i dischi, da come si riempivano le tue narici del profumo di vecchia preziosa musica, da come tremavano le tue dita bramose di toccare tutto, di sfoderare ogni singolo vinile e ascoltarlo... non sei entrato proprio qui per caso" ho i brividi da queste sue parole, tutto quello che ha detto è vero.

"Quindi lavorerò qui? E' sicuro?" non ci credo ancora.

"Sì. Verrai qui ogni pomeriggio dalle 4 fino alle 9:30 ma qualche volta andrai anche all'altro negozio dove sta mio figlio"

"E che negozio sarebbe?"

"Strumenti musicali"

"Oh perfetto" sarebbe un paradiso, lavorare in quello che amo, in mezzo alle chiatarre e alla musica, è un sogno! Perchè non sono venuto qui da prima?! Ma devo pensare alla realtà "e quanto sarebbe la paga?"

"Non è molto ma è il massimo che posso darti, putroppo i soldi ci servono e anche molti a causa..." e il suo sguardo si spegne e si ferma "ti posso dare 400 dollari ragazzo" 

"Va benissimo, anche a me servono soldi" non sono molti, ma devo cercare di farmeli bastare...

"Allora vediamo i tuoi gusti musicali... prendi un disco e ascoltiamo" mi alzo e mi immergo tra i vinili. La scelta è difficile, tutto mi attrae qui, ogni dico è come se mi dicesse 'prendi me', è troppo complicato. Se prendo uno mi volto e vedo un altro da prendere. Decido di andare nei ricordi: suite in do minore di Johann Sebastian Bach. Trovo il cd con le varie suite, lo prendo e mi dirigo verso il lettore cd. Scelgo proprio quella sonata e appena sento il pizzicorio della chitarra di quelle note affogo tra i ricordi: i capelli lunghi della mamma nascondevano parte della chitarra e del suo volto, le sue dita affusolate si muovevano sulla tastiera mentre le unghie della mano destra pizzicavano le corde creando quella canzone che sentivo sempre. Ogni volta che la mamma prendeva la chitarra la suonava sempre, non c'era una volta che non la faceva, e appena riconoscevo le note ci scambiavamo degli sguardi, era come se fosse la sua canzone per me oppure la canzone che ci unisse, era nostra e basta.

"Scelta particolare per un adolescente" dice l'uomo osservandomi sorridendo.

"L'ho scelta a caso" dico di sfuggita per non dare spiegazioni.

"Oh non ci credo neanche morto, si andato deciso in quella suite e poi dietro ogni canzone c'è un pezzo della tua vita, c'è un ricordo o uno stato d'animo, e questa suite è molto importante se tra tutti questi vinili, dischi e cd hai scelto proprio quel cd con quella suite" rimango in silenzio, non so che dire, mi lascio trasportare dalle note classiche di Bach.

"Comunque il mio nome è Christian" e mi porge la mano in cui noto un anello d'oro che gli circonda l'anulare.

"Io sono Simon" e gli stringo deciso la mano. 

"Qualche altro gruppo che ti piace? Appena ti ho visto entrare ho notato che eri rimasto incollato a guardare 'The Dark Side of the Moon' dei Pink Floyd... li conosci?" e indica da lontano l'album che mi aveva colpito.

"Oh no non li conosco... non me ne intendo moltissimo di gruppi musicali, album, generi o cose del genere, mi piace ascoltare e suonare ecco tutto"

"Beh quella è la musica, tutti questi nomi, album, immagini non sono questa la vera musica, la musica è quello che senti dentro quando la ascolti, cosa ti creano dentro l'animo quell'ammasso di note, oppure l'emozione che hai mentre canti o mentre pizzichi le corde della tua chitarra, o quando le bacchette diventano parte delle tue braccia, o quando il tuo respiro diventa una melodia meravigliosa attraversando il tuo sax o clarinetto... la musica è questo e di certo non tutti questi nomi" rimango incantato dalle sue parole e da come parlava delle musica, è innamorato di quest'arte e fa innamorare chiunque lo ascolta.

"Quindi suoni?" mi chiede dopo alcuni minuti dei quali io ho trascorso a osservare ancora tutti i dischi, ma mi sono soffermato sempre su quell'album.

"Oh sì la chitarra e il pianoforte, ma preferisco molto di più la chitarra" mi insegnò la mamma a suonarla, è come se fosse una delle poche cose che mi sia rimasta di lei. Ogni volta che suono è come se sentissi lei parlare, le note sono le sue parole... mentre suono lei mi parla.

"Quindi non hai mai sentito i Pink Floyd?"

"No"

"Li devi ascoltare... prendi l'album che hai fissato per tutto il tempo e mettilo"

Mi alzo dalla sedia dietro al bancone e mi dirigo verso quella piramide che tanto mi incuriosisce. Cerco tra i vari vinili, leggo tanti nomi strani e al quanto bizzarri fino a quando trovo 'Pink Floyd' 'The Dark Side of the Moon'. Lo afferro tra le mani e lo studio più da vicino: il cartone della custodia è rovinato, gli angoli sono privi del colore che prima li ricopriva, il nero non è più lucido e uniforme ma pieno di piccole crepucce. Lo apro e all'interno c'è un arcobaleno trafitto da delle linee che ricordano quelle di un'ecografia del battito cardiaco. Tolgo il disco dalla sua custodia e osservo questo enorme disco lucido pieno di solchi con al centro il fantomatico tringolo. Mi avvicino al giradischi, metto il vinile, alzo l'ago e lo appoggio delicatamente sul disco. Il vinile inizia a girare e una canzone troppo familiare invade la stanza. Il mio cuore smette di battere all'udire queste note e le gambe iniziano a cedere. Rimango a fissare quel disco che continua a girare e a girare. Non è possibile... perchè sono rimasto colpito proprio da questo album, dall'album del gruppo che mi fece sentire Julia ieri sera?!

"Colpisco eh... ti entrano dentro fino al midollo spinale per poi farti scoppiare"

"Già" dico con un fil di voce per poi ritornarmi a sedere. Non credo nel destino o cose del genere, non ci ho mai creduto, ma questo, questo mi fa quasi paura... ho fissato per minuti interi questo album e poi scopro che è lo stesso che Julia ascolta e che mi ha fatto ascoltare. Perchè c'è sempre lei nella mia fottuta vita?!

"Ti fanno così tanto effetto?" mi chiede schrzosamente Christian.

"Sì" dico accennando un sorriso. E' impossibile, è inspiegabile, non è normale quello che è successo! Sento quelle note e immagino lei e quell'infinito meraviglioso e misterioro che è lei. Basta cazzo!!!

"Mi dispiace ma devo andare... inizierò a lavorare domani e grazie ancora!" e fuggo letteralmente fuori da quel negozio in cui vorticavano ancora quelle note maledette. Christian no  ha fatto neanche in tempo a rispondermi per quanto ho camminato veloce verso la porta. L'ultima cosa che ho sentito è stato il rumore della campanella e la porta che sbatteva sotto la mia forza. Entro in macchina e mi metto letteralmente le mani nei capelli. Lei... lei è dovunque, in ogni dove, in ogni mio fottuto pensiero e in ogni cosa che faccio o ascolto. Non è possibile questo! Faccio un respiro profondo, chiudo gli occhi e mi  calmo. E' stato solo un caso, una coincidenza nulla di chè.

Come quella volta che per medicarsi entrò nel bar dove lavoravi tu, come quella volta che quando eri all'ospedale per Zoe c'era anche lei, come quella volta che tu uscisti per farti la sigaretta e la vedesti affianco a te con una sigaretta in mano anche lei, come quella volta che la vedesti fuori dalla tua scuola, come quella volta che faceste incidente... sono poche le coincidenze insomma.

Oh ma sta zitta! Sono state tutte coincidenze sì, non c'è altra spiegazione.

Metto in moto la macchina e ritorno a casa.

"Sono a casa!" urlo chiudendo la porta alle mie spalle. Dal corridoio spunta mia sorella già in tenuta da notte con le sue guanciotte più rosee del solito e il respiro un po' affannoso "Cosa hai fatto?"

"Ho ballato" mi dice sorridente. Scoppio a ridere e midirigo verso la cucina per preparare la cena.

"Cosa cucinerai stasera fratellone?" e si siede su una della sedie intorno al tavolo per poi guardarmi con la testa appoggiata sulle mani.

"Wurstel?" le chiedo agitanto nella mano il pacchetto umido che ho appena preso dal frigo.

"Col kechup?"

"Yes!"

"Siiii!!!" dice entusiasta.

Dopo aver preparato tutto le metto sotto al naso il piatto con il cibo e lei inizia a festeggiare la sua amata e prelibata cena preparata dal sottoscritto.

"Tu non mangi?" dice senza staccare gli occhi dai wurstel ricoperti di ketchup.

"No, non ho fame" in realtà ho lo stomaco chiuso per tutto quello che è successo, ancora non riesco a 'riprendermi', non ce la faccio a mangiare.

"Va bene..." e continua a magiare fino a quando non lascia il piatto pulito e luccicante.

"Maialino" la prendo in giro mentre lavo il suo piatto, anche se c'è ben poco da pulire.

"Stuzzicadente!" controbbatte facendo la linguaccia.

"Vuoi vedere questo stuzzicadente quanto ti fa arrivare in alto?" e finito di dire questo la prendo in braccio e la alzo fin sopra la mia testa. Lei inizia a ridere e io la seguo. La sua risata è contagiosa, per me tutto quello che fa o che prova lei è contagioso, se è triste io sono triste, se è felice sono felice anche io; siamo fratelli, siamo legati, una parte di lei è in me e una parte di me è in lei, e questo lo dice la biologia e l'amore, è come se fossimo un'unica anima, unida e indistinta.

Dopo l'ennesima puntata del trenino Thomas vedo Zoe che inizia a strofinrsi gli occhi e a sbadigliare.

"E' ora di andare a letto maialino!" e la prendo in braccio portandola nella sua cameretta e per fortuna non contesta.

"Buonanotte fratellone!"

"Buonanotte piccola principessa" e le do un bacio sulla sua guanciotta morbida.

Mi butto sul mio letto ma prima che inizia a pensare a tutto quello che mi è successo oggi il mio telefono inizia a squillare. Leggo sullo schermo Marcus e collego subito le cose: le corse.

"Marcus se è per quello no" dico schietto. Zoe ha iniziato di nuovo a parlare nel sonno e avere incubi, le devo stare vicino.

"Oh andiamo amico, è roba da poco e di sicuro Finn avrà qualcosa in serbo per te! Gli piaci!"

"Non mi interessa se gli piaccio o no non voglio venire!" insisto.

"Amico se gli piaci ti farà guadagnare, ti farà fare carriera... non avvicina gente a caso lui!"

"E come mi dovrebbe far guadagnare? Con le scommesse?"

"Sì! Andiamo Simon sarà una cosa veloce, massimo un'oretta! In questa oretta potresti guadagnare quasi mille dollari andiamo!!!" insiste a sua volta. Mille dollari... Alla fine tutta la notte starò qui, sarà solo per un'ora e potrò guadagnare molto.

"Massimo un'ora e se non vedo buone scommesse me ne vado"

"Va bene amico, tranquilllo... ci vediamo direttamente là tra venti minuti!" e chiude entusiasto. Entro di nuovo nella stana di Zoe e vedo che sta già dormendo abbastanza profondamente, non se ne accorgerà che me ne andrò. Sembra sia tranquilla, spero per Marcus che non le accada nulla in questa maledetta ora e lo spero anche per me, non so come reagirei se avesse un incubo mentre io sono a fare scommesse del cazzo.

Prendo le chiavi dell'auto e mi dirigo verso le gare. Spero davvero di vincere qualcosa, quattrocento dollari sono davvero pochi per tutte le spese che abbiamo. Forse non sarà l'ultima gara a cui parteciperò... purtroppo.


SPAZIO AUTRICE!

Eccomi ritornata, spero che il capitolo vi piaccia e che la storia vi intrighi e il grosso deve ancora succedere! Stiamo aumentando, anche se piano piano, ma lo capisco perchè aggiorno molto lentamente anche io ma vi prometto che lo farò più presto, ma comunque sono felice delle 960 letture! Grazie a tutti! Scrivetemi in chat, commentate, mettete stelline ma soprattutto leggete! Grazie mille!!!

(Christian)

At the next chapter!!!






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