LETTERS

By Patty346

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Una ragazza con un passato triste, con dei gusti fuori dal comune, riservata e abbastanza rude incontra un ra... More

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By Patty346

JULIA'S POV

Sto camminando sulla soglia di una scogliera, é molto in alto, seguo un sentiero pieno di cespugli e piccole piante ai lati, alla mia destra il mare si scontra contro la parete rocciosa. Il sole é luminoso in un cielo limpido e senza nuvole, il vento é assente, c'è una calma quasi surreale ma continuo a camminare senza esitare un secondo, senza meta. Nella mia mente entrano pensieri tristi e dolorosi: loro ora sono sotto terra, ora non li potrò più abbracciare, ora sono in una bara a diventare polvere, ora i loro visi si stanno deteriorando, ora loro non esistono più...
La vista inizia ad appannarsi a causa delle lacrime, non vedo bene, rischieró di inciampare ora. Nella mente nasce il ricordo di una poesia, era degli indiani d'America. Ripeto una frase: 'Io sono mille venti che soffiano'. D'un tratto una folata di vento arriva alle mie spalle, é calda, é leggera e delicata. Mi fermo e apro le braccia lasciandomi abbracciare dal vento, lasciandomi abbracciare da loro.

Apro gli occhi e non vorrei mai averlo fatto, avrei voluto rimanere in quella scogliera a farmi coccolare da quel vento tenue. Ho ancora quella sensazione addosso, sento le spalle calde e abbracciate da un dolce tepore. Non è giusto che debba sentire la loro presenza tramite sogni! Loro dovrebbero essere qui con me e abbracciarmi veramente! Loro dovrebbero essere vivi! Stringo il cuscino tra le mani per la rabbia e gli occhi per non far uscire le lacrime. Non riesco a riaddormentarmi, non riesco a tranquillizzarmi per riuscire a riprendere sonno. Mi alzo e prendo il pacchetto di sigarette dalla borsa cercando di fare il più piano possibile. Sto per aprire la finestra ma altra ansia mi assale: se Zack mi scoprisse?! Non ce la faccio a sopportare un'altra litigata con lui. Mollo la maniglia della finestra, mi metto dei leggis neri ed esco dalla mia camera con il pacco di sigarette in mano. Scendo le scale lentamente e arrivata vicino alla porta prendo le chiavi della moto ed esco. Non riesco a stare a casa, non riesco a stare ferma rinchiusa in quattro mura con solo i miei pensieri che fanno rumore nella camera. L'aria pungente della notte mi fa venire i brividi, tutto il contrario di quella della scogliera. Salgo in sella e parto ad alta velocità verso qualche parte di ignoto. La strada é completamente mia, non c'è nessuno, tutti staranno dormendo nei loro letti magari sognando qualcosa di bello. Tutte le luci delle case sono spente tranne qualcuna, forse di qualche notturno o di qualche mamma o papà che cerca di far riaddormentare il proprio figlio di pochi mesi. Giro a sinistra ed entro in una stradina familiare. Perché sto andando da loro?! Mi fermo con una sgommata vicino al capannone facendo abbastanza rumore da svegliare l'intera città.

"Non c'è bisogno di fare così tanto rumore!" riconosco questa voce anche se non vedo il suo viso. Sorrido leggermente alle sue parole e mi avvicino all'entrata dell'edificio dove ci é appoggiato lui.

"Troppi pensieri che tormentano la notte El Diablo?" dico leggermente amareggiata, ma anche felice: non sono l'unica che non riesce a dormire a causa di ricordi dolorosi.

"Siamo in due come posso capire" dice indicando la moto.

"Già..." e mi accendo una sigaretta.

"Cosa ti turba?"

"Sogni..." rispondo facendo un lungo tiro riempiendo i miei polmoni di fumo. Il vento gelido muove i miei capelli e mi fa venire i brividi accompagnati da un leggero tremolio.

"Entriamo dentro" dice El Diablo notando i piccoli spasmi di freddo.

"Gli altri dormono?" dico sussurrando e di tutta risposta riecheggia un grugnito proveniente dalla bocca di Faccia d'Angelo. Scoppio a ridere, cercando sempre di fare piano e ci avviamo verso il soppalco.

"Oh no io non salgo su così!" se lo può scordare che alle 4 di notte, nel buio pesto io mi arrampichi su un palo d'acciaio.

"Dai che ce la fai!" e mi sorpassa iniziando a salire.

"Ma che palle!!!" impreco e lo seguo. Salire su tubi di acciaio alle 4 di notte: fatto! Arrivata in cima El Diablo mi aiuta come oggi pomeriggio.

"Come va il tatuaggio?" dice con sguardo malizioso ricordando la performance con Kevin.

"Bene... ero fatta non capivo un cazzo! Non mi guardare così!" dico arrabbiata ma comunque divertita.

"Come ti vendi facilmente!" e gli faccio il dito medio ma scoppiamo entrambe a ridere.

"Come mai sveglio?"

"Non riesco mai a dormire per più di 4 ore la notte" dice stravaccandosi sulla poltrona.

"Vampiro!"

"Cosa hai sognato tu per farti venire qui con la moto alle 4 di notte?"

"Nulla di ché, non avevo molto sonno" non mi va di raccontare quel sogno, non so come reagirei. Sono venuta qui per tranquillizzarmi e pensare ad altro non a quello da cui sto scappando.

"Capito" e si volta verso sinistra mostrando la parte destra del suo volto. Noto un piccolo tatuaggio sulla tempia raffigurante il simbolo del dollaro. La mente mi porta subito al bisogno di soldi di mio fratello. Forse El Diablo conosce qualcuno di quel giro, forse mi potrà aiutare, forse mi potrà dare delle informazioni.

"Ci sono dei giri pericolosi a Miami?" dico e lui si volta di nuovo verso di me.

"Quanti ne vuoi"

"Ma ci sono alcuni seri, cioè violenti?"

"Beh sì. Sapevo di un gruppo che si occupava di giri di cocaina e altre droghe che ci andava giù pesante con i traditori o cose del genere" droga?! Sarà lo stesso clan che minaccia mio fratello?! Perché dei commercianti di cocaina cercano denaro da Zack?! Cosa cazzo hai combinato fratellone?!

"E come si chiama il boss?" forse posso riuscirli a fermare denunciandoli.

"Oh i boss non si fanno chiamare con il loro vero nome, ne inventano di nuovi" dice come se fosse scontato. Che cazzo ne so io dei boss della mala vita?! Come farò ad aiutare Zack?!

"Perché queste domande?" chiede preoccupato. Che c'é ha paura che mi voglia fare di cocaina ora?! O che voglia diventare la puttanella del boss per soldi?!

"Curiosità!" dico cercando di nascondere che queste domande avevano una seria motivazione.

"Sicura...?" insiste.

"Si!!!" cerco di essere il più convincente possibile, di solito mi esce bene mentire alle persone di cui non mi fido, ma mi fido di El Diablo quindi non riesco a coprire la verità al 100%.

"Parla!" dice diretto. Scoperta in pieno.

"Che palle!!! É curiosità!" insisto ancora un po' ma il suo sguardo non cambia, é sempre sicuro e deciso, non mollerà fino a quando non dirò la verità.

"Odioso!" cedo "Un gruppo di pezzi di merda cerca soldi da mio fratello ed è già la seconda volta che ritorna a casa pieno di lividi e sangue!" e a queste parole spalanca gli occhi "Che bella situazione del cazzo eh!" dico amareggiata. Riuscirò a vivere tranquilla una buona volta?! Ci riuscirò, cazzo?!

"Cazzo..." sussurra.

"Già... il bello é che non mi vuole dire nulla!!! Mi tiene nascosto tutto e questo fatto lo odio!" sbotto e le lacrime minacciano di uscire.

"Ti vuole proteggere" dice calmo.

"Si me l'ha detto anche lui ma non può tenermi fuori da cose così grandi e importanti! Tutto si può risolvere insieme! Lui non ce la farà mai da solo!"

"E cosa vorresti fare denunciarli?!" dice come fosse la cosa più stupida al mondo.

"Si?!" é scontato no?! Lui scoppia in una fragorosa risata. Che ho detto?! "Se continui a ridere ti spacco la testa con quel palo come se fosse una pignatta!" lo minaccio e lui la smette. Mi da fastidio quando le persone ridono di una cosa che ho detto e io sono seria.

"Se li denunci ti butti in un mare di merda: il resto del clan cercherà di farti fuori, non ci sono prove che chi ha picchiato tuo fratello sia davvero di un clan o che spacci, la polizia di Miami fa pena, e se denunci solo perché lo hanno picchiato starà dentro massimo 2 mesi e i suoi scagnozzi non vi daranno tregua... fatti i cazzi tuoi" ha ragione cazzo...

"Quindi l'unica cosa che mi rimane é aiutare mio fratello con i soldi" dico rassegnata "Ma come cazzo faccio?! Non hanno chiesto 2 dollari! Merda Zack che cazzo hai combinato?!" sono infuriata. Le lacrime si liberano e non riesco a fermarle.

"Ce la farai"

"Si certo! Sono stanca! Sono stanca di tutto cazzo!!! Mio fratello ha fatto non so quante minchiate qui a Miami e ha lasciato me da sola in quel paese di merda, per poi lanciarsi nella merda con dei clan!!! Non ce la faccio! Non so come aiutarlo! Mi sento il peso del mondo addosso... giuro vorrei morire" sbotto con un pianto isterico quasi urlando. Mi sento come se fossi una bomba a orologeria pronta ad esplodere. El Diablo si alza e si inginocchia davanti a me affermandomi le braccia.

"Julia!" e mi scuote incintandomi a guardarlo visto che cerco di evitare il suo sguardo, non mi piace farmi vedere mentre piango "guardami!" insiste e mi volto verso di lui. È serio e preoccupato per me.

"Tu ce la farai come hai fatto fino ad ora e non dire più quella frase... nulla è impossibile! Ora comportati da ragazza forte e stronza con tutti e ritorna in te! Tutto si risolverà!" dice con tanta sicurezza. Le lacrime continuano a uscire come se fosse un pianto liberatorio. Non riesco a fermarmi ma mi sono comunque calmata. Il suo sguardo mi ha trasmesso sicurezza e forza, non le sue parole, di frasi del genere ne ho sentite tantissime ma con sguardi normali, anonimi, erano parole prive di significato mentre queste erano vere, il suo sguardo era vero. Mi asciugo le lacrime e faccio un leggero sorriso.

"Ce la farai" sussurra mentre mi accarezza dolcemente la guancia per poi risedersi al suo posto.

"Allora come li troverai tutti quei soldi?" mi chiede calmo.

"Mi meraviglia che ancora non ci sia arrivato" lui mi guarda confuso e io indico tutti i gioiellini di sotto.

"Ohhhh" esclama "Una gara?"

"Già"

"Per quanta mentalità chiusa c'è qui a Miami, o per lo meno di chi partecipa a queste gare, nessuno punterà su di te, anzi punteranno tutti di più per il tuo avversario..."

"Quindi più soldi" lo precedo io.

"Esatto! Domani ci sarà una gara, fatti trovare qui alle 10 così ti dirò qualche trucchetto" e mi fa un occhiolino.

"Ma contro chi gareggerò?"

"Io ti vorrei far tanto gareggiare con quella faccia tosta di ragazzino che mi ha giudicato qualche giorno... mangerà la polvere da parte di una ragazza!"

"Che vorresti dire?!" e faccio la finta offesa.

"Nulla nulla" e alza le braccia in segno di resa.

"Ecco bravo" e scoppiamo a ridere. Mi accendo un'altra sigaretta e mi metto comoda sulla poltrona appoggiando le gambe sul largo bracciolo.

"Ti è mai capitato di sentire la presenza di una persona vicina anche se sai che sarà impossibile averla davvero accanto?" chiedo con calma mantenendo gli occhi chiusi e creando nuvolette di fumo con la bocca.

"Forse fin troppe volte... dormo poco proprio per questo, ogni fottuta notte la sogno e più vado avanti più ho voglia di non risvegliarmi"

"Quando sei sveglio invece? Come se sentissi una presenza alle tua spalle che ti abbraccia?"

"A volte mi è capitato, quando pensavo a lei ma non in modo doloroso, ero felice, sorridevo con il suo viso impresso nella mente e proprio in quei momenti sentivo un calore alle mie spalle, anche se c'erano 2 gradi fuori"

"Dovresti pensarla più serenamente così la sentirai più vicina, non devi farti uccidere dal suo ricordo, anzi ti deve far sentire più vivo" e mentre dico questo lo fisso come se gli facessi afferrare di più le mie parole guardandolo con i miei occhi chiari.

"Hai ragione" e mi sorride con gli occhi leggermente lucidi, illuminati dalla luce quasi da ospedale della baracca. É stramo vederlo così vulnerabile, pieno di sentimenti dolci, vedere i suoi tatuaggi tetri contornare degli occhi teneri e colmi di lacrime.

"Si può salire sul tetto qui?" chiedo spegnendo la sigaretta nel posacenere. Ricordo quando lo facevo a Fort Lauderdale, di notte quando non riuscivo a dormire. Salivo sul tetto, mi sdraiavo a pancia in su, con lo sguardo fisso sulle stelle, le cuffiette nelle orecchie e il vento notturno che oltrepassava il tessuto pesante dei miei felponi facendomi venire i brividi. El Diablo mi guarda confuso e poi mi risponde dicendomi di sì.

"Non si sale attraverso un tubo vero?!" dico mentre lo seguo nella baracca.

"Una scala a pioli va bene?"

"Sempre meglio di un tubo del cazzo!"

Usciamo dalla baracca e andiamo verso il retro.

"Prego" e inizio a salire facendo appello a tutto il mio equilibrio e forza e dopo qualche piolo arrivo in cima. Il tetto non è come quello della casa degli zii: lì quando mi sdraiavo sentivo il rumore delle tegole cigolanti in terra cotta mentre qui il rumore metallico delle lamiere.

"Lo sai che sei strana vero?" mi dice El Diablo mentre sale sul tetto dopo la piccola scalata.

"Lo so lo so" rispondo fiera. Mi piace essere strana, fuori dal comune, mi piace essere me stessa alla fine. Mi piace essere così perché solo le persone che mi accettano davvero rimarranno con me, sopportando il mio carattere e i miei comportamenti strani, invece mostrandomi tranquilla e normale avvicinerei troppe persone false.

"Perché sei voluta venire qui?"

"Non la senti la tranquillità, questa arietta fresca che ti rianima il corpo, la vicinanza alle stelle?" e mi volto poi verso di lui che mi osserva stranito, quasi spaventato dalle mie parole. Scoppio a ridere vendendo la sua espressione. "Non mi guardare così!!! Segui me: guarda le stelle" e si volta permettendomi di studiare il suo profilo: il suo naso é piccolo e delicato, quasi femminile, e la linea tra la fronte e il naso è netta, senza alcun rientro, le labbra inferiori sono belle carnose mentre le superiori molto definite e geometriche, nel complesso é un bel profilo e anche abbastanza particolare.

"Non mi fissare però" interrompe il mio studio.

"Scusami mi capita con tutti... abituata a disegnare osservo tutti i visi, come se li dovessi memorizzare per poi disegnarli mettendo ogni minimo dettaglio"

"Oh wow... è bello il mio profilo?" mi chiede scherzoso.

"Mmmm... sì ed è anche abbastanza particolare"

"Particolare?!" dice confuso.

"Sì! La linea tra la tua fronte e il tuo naso é netta" e vedendo il suo sguardo perso cerco di farglielo capire toccando col dito la zona sul mio viso, in cui, al contrario suo, c'è un bel rientro.

"Ohhh capito" dice come se avesse appena scoperto una cosa fantastica.

"Hai un profilo greco per la precisione" aggiungo.

"Oh wow... potrei essere uno di quei filosofi antichi ma pieno di tatuaggi, che dici?"

"Oh certo perché no?!" e scoppio a ridere dalla cavolata che ha detto. Il silenzio cala tra noi e si sentono solo i rumori della piccolissima foresta che ci circonda e della città lontana.

"Ascolta tutto quello che ti circorda: dalle foglie che si muovono al vento freddo fino al clacson di una macchina lontana" dopo pochi minuti continuo "Ora chiudi gli occhi e lasciati trasportare dalla brezza, immagina di volare, verso quelle stelle che hai visto davanti a te, luminose ed eterne" vedo i suoi occhi scomparire sotto le palpebre e noto il suo petto che si gonfia molto più lentamente e gradualmente, si sta rilassando. Chiudo gli occhi anche io e lascio che il vento mi accarezzi e che la mia mente viaggi verso qualche ricordo felice, ma non ce la fa, viene bloccata alla comparsa di due occhi azzurri, gli occhi di Simon. Perché penso a lui ancora?! Ricordo le mie parole crude e sprezzanti e la sua mano attorno al mio polso sempre più dolorante.

"Tu, figlio di puttana, bastardo"

"Ritira le parole che hai detto!"

Ricordo la sua rabbia in quelle parole dopo la mia offesa. Pensandoci, perché ha reagito così violentemente a un offesa così generica e semplice? Ci sto pensando solo ora. Forse l'avrò offeso nel personale senza saperlo, come fece Madison con me nel bagno della scuola.

"Che c'è ti senti toccato? Vulnerabile?"

E dopo queste mie parole mi arrivò un sonoro schiaffo in pieno viso. La sua reazione fu esagerata. Ho toccato un tasto dolente dicendogli quelle parole ne sono sicura. Lui ha sofferto, lo si vede dai suoi occhi e probabilmente c'entra sua madre. Mi sento in colpa, non avrei mai risvegliato il suo dolore e la sua tristezza di proposito.

"Tu sei una viziata del cazzo! Se avessi vissuto le cose che ha passato lei ti saresti uccisa! Perchè non tieni un po' a freno la tua lingua biforcuta una buona volta! I suoi genitori sono morti cazzo e tu le vai a dire che di sicuro la sua famiglia la odierà?!Non sai cosa passa lei ogni giorno! Non sai cosa si fa!"

Con quanta rabbia disse queste parole, mai quanto quella che scaraventó su di me, ma era furioso, si sentiva e si vedeva. Probabilmente Madison si vantó di avermi detto quello che pensava in faccia quella mattina e Simon avrà reagito dicendo quelle parole, difendendomi e facendo sentire Madison una merda. Alla fine lo ha fatto a fin di bene, ma sono sicura che ora non farà nulla per me... Non mi rivolgerà mai più la parola. Perché lo dico come se fosse una grande perdita, come se avessi perso qualcosa di importante?! Oh andiamo! Vivrò bene anche senza di lui, forse anche meglio!

"A cosa pensi?" interrompe la mia ondata di pensieri El Diablo.

"Come reagiresti se qualcuno per difenderti svelasse un tuo segreto?" dico diretta voltandomi verso di lui.

"Mmmm... è difficile, ha tradito la tua fiducia ma ti ha protetto allo stesso tempo... scommetto che qualcuno ha detto che i tuoi genitori sono morti" e a quel 'sono morti' mi arriva una pugnalata dritta al petto. Annuisco non riuscendo a parlare per il nodo in gola.

"E perché avrebbe dovuto dirlo per difenderti?"

"É complicato" taglio corto.

"Se non ti spieghi non saprò come aiutarti"

"Tranquillo non mi serve più aiuto, é una cavolata alla fine, non era neanche importante questa persona per me" e mi volto di nuovo verso le stelle.

"Se non era importante perché gli hai raccontato di te, addirittura del tuo segreto più doroloso? Perché gli hai dato nelle mani l'arma per ucciderti?" mi volto di scatto verso di lui e lo fisso esterefatta. Ha ragione, ho messo nelle mani di Simon l'arma per uccidermi, ma perché?!

"Non lo so" sussurro.

"Comunque ti ha difeso e questo significa che ci tiene, avrebbe potuto farsi comodamente i fatti suoi invece si è messo contro qualcuno per proteggerti e far vedere quanto sei forte... insomma dal carattere che hai nessuno penserebbe che hai vissuto qualcosa di così doloroso"

"Già" dico e continuo a fissare le stelle cercando di svuotare la mente. Comunque, forse, e ripeto forse, cercherò di risolvere con Simon.

Spazio autrice!!!

Scusate per la mia assenza secolare ma l'estate mi sta inghiottendo nella pigrizia e relax. Scusate ancora. Prometto che aggiornerò più spesso.
Ps: aggiornamento delle 4:00 di notte, sul terrazzo, con la musica e con la luna e le stelle che mi sovrastano. Magnifico.

Al prossimo capitolo!!!😘

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