LETTERS

By Patty346

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Una ragazza con un passato triste, con dei gusti fuori dal comune, riservata e abbastanza rude incontra un ra... More

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By Patty346

JULIA'S POV
Odioso. Semplicemente odioso. Perché mi sono fidata e gli ho raccontato dei miei genitori?! Stupida!

"Sono a casa!"

"Ciao" è Zack. Lo trovo in cucina intento a preoarare qualcosa e mi avvicino per salutarlo, come e sempre, ma lui si scansa.

"Ti posso salutare!?"

"No!" risponde brusco. Ma che gli è successo?!

"Perché?" continua a tenere lo sguardo basso

"Ehm... perché mi... ce non..."

"Zack! La smetti di fare il coglione?!"

"Julia lasciami in pace" lo prendo per un braccio e lo giro verso di me, non l'avessi mai fatto. Ha dei lividi sul viso, il labbro e il sopracciglio spaccati e un occhio nero. Ma cosa cazzo ha fatto?!

"Che cazzo hai combinato?!"

"Julia nulla"

"Zack!" Urlo. Basta tenermi le cose nascoste, non ce la faccio più. Non sono una bambina e posso affrontare di tutto dopo quello che ho passato

"Non rompere il cazzo Julia!!!" ha gli occhi pieni di rabbia, mi fa paura, mi spaventa. Non l'ho mai visto così, non lo riconosco più.

"Zack cos'hai?" gli occhi iniziano a luccicare e lo supplico di dirmi la verità

"Nulla!" e sbatte un pugno sul tavolo

"Zack..." le lacrime iniziano a percorrere lo stesso sentiero di dolore sul mio viso.

"Scusami..." il fuoco di ira si è spento cedendo il posto a uno sguardo confuso e triste.

"Zack dobbiamo andare all'ospedale" devo essere forte e non lasciarmi sopraffare dai sentimenti. Il mio tono è deciso e severo, come se avessi imposto un ordine. Zack annuisce e ci dirigiamo al pronto soccorso.

"Buonasera avete bisogno?"

"Sì, ha avuto un brutto incidente e ha bisogno di cure"

"Che tipo di incidente?"

"È caduto dalle scale" mento. Si vede chiaramente che è stato picchiato, ma l'infermiera ci casca, almeno spero.

"Va bene. Può aspettare qui, mi occupo io di lui"

"Okay, grazie"

L'ospedale non mi è mai piaciuto, ci ho passato troppo tempo qui dentro. Decido di perdere tempo mangiando qualcosa.

Ovviamente

Ho fame non rompere!

"Mi scusi dove posso prendere qualcosa da mangiare?" chiedo ad un'infermiera

"In questo corridoio ci sono delle macchinette"

"Grazie!"

Attraverso la sala d'attesa e imbocco il corridoio, ma mi blocco appena vedo una figura con la testa appoggiata al muro, lo sguardo basso e i pugni contro la parete. Lo riconosco subito: Simon. Ma cosa ci fa qui?!

SIMON'S POV

Entro in casa in preda all'ansia. Appena entro vedo mio padre seduto al tavolo addormentato con una bottiglia di vodka in mano. La mia attenzione viene attirata da un urlo di Zoe. Corro verso la sua voce e la trovo dietro al divano. Sta tremando, fatica a respirare e piange. La prendo subito in braccio.

"Zoe sono qui, c'è il tuo fratellone! Zoe calmati" è così piccola nelle mie braccia. Il respiro si regola e anche il tremore. Apre gli occhi gonfi di lacrime mi fa un sorriso e li richiude.

"Zoe!" urlo ma non mi risponde.

"Zoe ti prego!" inizio a piangere. Non posso perdere lei! Lei no!

"Zoe!!!" la supplico. Ora apre gli occhi, sì ora li apre e inizia a ridere perché sono cascato nel suo scherzo. Sì ora li apre.

"Zoe" ma non mi risponde.

Esco fuori di casa con ancora in braccio Zoe e mi dirigo in macchina al pronto soccorso. Sto correndo come un pazzo, ma non mi interessa. Devo salvarla.

Corro verso l'entrata e Sofie mi viene incontro

"Cosa succede?!"

"Non lo so. Ha avuto un attacco, poi si è calmata e infine è svenuta. Non risponde e non capisco se respira ancora. Non so che fare, ti prego aiutami, non posso perdere anche lei!"

"Sta calmo Simon ci penso io a lei. Farò di tutto per farla stare bene" annuisco e le porgo il piccolo corpicino.

Tutto a causa sua! Tutta colpa di quello stronzo bastardo, ma anche mia. Dovevo essere lì con lei! Dovevo proteggerla! E invece ero a fare la passeggiata con quella! Stupido, stupido, stupido! Tiro un pugno al muro e il sangue inizia a scorrere sulle nocche come le lacrime sul mio viso. La mia piccola principessa. La mia dolce sorellina. Non se lo merita! Non si merita di stare così, non si merita di avere un padre del genere, non si merita di avere un fratello così stronzo, non si merita tutto questo dolore e sofferenza... Non si merita questa vita! Tiro un altro pugno, e un altro, e un altro ancora. La mano inizia a farmi male ma non me ne frega. Sono stato uno stronzo, stupido, menefreghista bastardo! È tutta colpa mia! La rabbia cede il posto al dolore. Le lacrime continuano a scorrere imperterrite solcando il mio viso. Mi appoggio a muro e rimango lì a sperare. Sperare che la mia sorellina si riprendi, sperare che quel bastardo non si presenti mai più, sperare che tutto vada meglio, sperare un po' di felicità e spensieratezza, sperare che Zoe viva la sua infanzia felice e non triste, sperare ad un futuro migliore... ad una vita migliore. Rimango lì a pregare che tutto vada meglio, infondo posso fare solo questo ormai, pregare.
Una mano si poggia sulla mia spalla, mi volto piano e incontro quelle due pupille color ghiaccio.

"Julia?"

"Cosa succede? Perché sei qui?" la sua voce trema e ha gli occhi sbarrati, sembra che non abbia mai visto qualcuno piangere.

"Nulla" sussurro

"Non è nulla Simon!" il suo tono è deciso

"Mia sorella ha avuto un attacco di panico e mentre la tenevo in braccio per calmarla è svenuta! Sei contenta ora?! È stata solo colpa mia! Io la devo proteggere, invece ero a fare una scampagnata felice e spensierato mentre lei soffriva!" sbotto.

"Ti senti meglio?"

"Cosa?!" ma che cazzo dice?!

"Ti sei sfogato" scuoto la testa e ritorno a fissare il pavimento. Ha ragione però, mi sento più libero, anche se di pochissimo, infondo mia sorella è ancora là dentro e non so come sta.

"Non è colpa tua" sussurra

"E invece sì!"

"No!" quasi urla "poteva succedere in qualunque momento e non ha avuto l'attacco a causa tua e di' grazie che sei arrivato in tempo per portarla qui! Che sei riuscito a salvarla!" il suo sguardo è quasi arrabbiato. Ha ragione, di nuovo.

"Vieni" mi prende per mano e mi porta fuori.

"Tieni" mi dice porgendomi una sigaretta. Iniziamo a fumare. Chiudo gli occhi sperando che sia tutto un brutto incubo, ma li riapro e mi accorgo che è tutto vero. Faccio tiri sempre più lunghi, per fare più del male ai miei polmoni, per fare male a me stesso. Mi volto verso di Julia e sta facendo lo stesso anche lei. Chiude gli occhi, butta fuori e reintroduce quel veleno nel corpo.

"Aspetta ma perché tu sei qui?!" ora me lo chiedo

"Perché hai le nocche ricoperte di sangue?" dice fissando la mano in cui ho la sigaretta

"Perché ho dato dei pugni al muro"

"Capito. Io non ti rispondolo stesso" sorride. Antipatica, odiosa, stronza. La guardo male.

"Perché mio fratello è stato picchiato"

"Da chi?!"

"Non si voleva far vedere neanche in faccia e secondo te mi ha detto chi l'ha ridotto in quelle condizioni?!"

"Okay va bene stai calma!"

"Come stai?" mi chiede seria

"Verità o bugia?"

"Bugia..."

"Bene tu?"

"Verità o bugia?"

"Bugia"

"Bene grazie"

Continuiamo a guardare davanti a noi. L'aria fredda mi ricorda le mie lacrime sul viso, facendomi sentire debole. Una mano stringe la mia, causando una piccola fitta di dolore ma non fa nulla. Mi volto e osservo le nostre dita intrecciate e poi salire per vedere il viso di chi la stringe. Continua a fissare davanti a sé e le circondo più forte la piccola mano. Sembra così debole e indifesa, ma è tutto il contrario. È forte, tenace quasi indistruttibile, anche se ha dei momenti di debolezza ma sa nasconderli bene... vorrei essere come lei. Fisso le nostre mani unite. Mi sento meglio come se lei mi avesse trasmesso un po' della sua tenacia. È forte e io debole...
Come fa? Questa domanda continua a girare nella mia testa, come le foglie d'autunno in preda al vento vorticoso.

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