LETTERS

By Patty346

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Una ragazza con un passato triste, con dei gusti fuori dal comune, riservata e abbastanza rude incontra un ra... More

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By Patty346

SIMON'S POV

"Juliaaaa!" urlo. Quando Max ha visto Julia che è praticamente scappata da me mi ha incoraggiato a seguirla. È la terza volta che la chiamo ma non si gira. Inizio a correre e finalmente la raggiungo tirandola per un braccio

"Mi fai male cazzo!" me ne scordo sempre. Ancora non ci credo che si taglia. Perché?

"Scusami... e scusami anche per prima non avrei dovuto reagire così e neanche il giorno dall'incidente"

"Cosa cazzo hai fumato?" è estrefatta, ma lo sono anche io. Io che parlo così, così gentilmente!?

"Non lo so neanche io!"

"Interessante. Ciao" si volta per andarsene ma la fermo. Non possiamo avere ogni volta un dialogo con un suo 'vaffanculo' finale

"Aspetta..." la guardo negli occhi quasi supplicando. Voglio scoprire perché si riduce così, perché è così stronza e scontrosa. Non so perché ma voglio capire. Capirla.

"Cosa vuoi?!"

"Perché fai quella merda?" la fisso. I suoi occhi sono stupendi. Sono chiarissimi, tendenti quasi al grigio. Mi ricordano il cielo azzurro primaverile, pronti per l'estate, allegri e felici, ma prima hanno affrontato l'inverno, freddi e malinconici.

"Non mi va di parlarne..." meglio della risposta di prima. Sta migliorando

"Va bene. Ti va di parlare un po'?" Perché glielo ho chiesto?! Sbarriamo gli occhi. Lei per lo stupore e io per l'incredulità.

"Ehm... okay" ha accettato per fortuna. Si sta sciogliendo, sta iniziando a fidarsi.

"Non ti ho mai vista in giro sai" iniziamo a camminare per il lungomare.

"Beh ovvio. Non sono di Miami"

"Davvero"

"Eh già"

"Allora da dove vieni?"

"Fort Lauderdale"

"Come mai ti sei trasferita?" si irrigidisce. Forse non dovevo chiederglielo "se non vuoi dirmelo fa nulla tranquilla"

"Ehm..." Non sa neanche lei se dirmelo o no "i miei genitori sono morti 7 mesi fa circa così io e mio fratello ci siamo trasferiti" lo dice con una freddezza quasi inumana

"Oh... mi dispiace"

"Non dispiaceri, anche tu hai assaporato il dolore" a quelle parole rimango spiazzato. Come fa a saperlo?

"Come fai a dirlo"

"Hai il tipico atteggiamneto di chi ha avuto un passato difficile: stronzo, scontroso, taciturno, sempre sulle sue..."

"Come te" la interrompo

"Esatto" il silenzio regna tra noi

"Tu invece?" parla continuando a guardare avanti

"Invece cosa?"

"Cosa hai passato tu?"

"Cosa passo" sussurro

"Oh, scusami non credevo che, insomma, anche ora..."

"Sta tranquilla, non ti preoccupare"

"Non ne vuoi parlare vero?" annuisco. Il mio dolore non vive nel passato, ma nel presente. Ogni volta che vedo mio padre in quello stato, ogni volta che Zoe fa un incubo, ogni volta che vedo quel sorriso... ogni volta la mia ferita si apre sempre di più.

"Capisco"

"Allora frequenti la New World School of the Arts?" continuo a parlare

"Se mi hai visto penso di si!" ecco ritornata la solita Julia

"Già. Per quale corso ti sei iscritta?"

"Arte tu?"

"Musica"

"Wow! Cosa suoni?"

"Chitarra e pianoforte"

"Anche io li suono!"

"Ma ti piace di più disegnare"

"Eh già! Mio padre era un pittore"

"Mia madre musicista"

"Anche la mia! Lei mi ha insegnato a suonare il piano"

"A me invece la chitarra. Il piano ho imparato a scuola"

"È molto bravo il professore di musica"

"Già. Avvolte sembra che ce l'ha con te ma lo fa solo per aiutarti, diciamo" il sole ormai è completamente tramontato, ma la sua luce illumina ancora un po' il cielo.

"Mi ha presentato a tutta la classe e mi ha fatto suonare, sarei voluta sprofondare sotto terra!"

"Si lo fa sempre con i nuovi!"

"La sfiga..."

"Cos'hai suonato?"

"Canon di Pachelbel"

"È bellissima! Amo la sua melodia, malinconica ma al punto giusto"

"Io invece la vedo come un crescendo, prima malinconica dopo più allegra"

"Invece a te che ha fatto suonare?"

"Beh ieri ho suonato una mia canzone..."

"Davvero?!"

"Si... però non lo dire a nessuno, non mi piace mettermi in mostra..."

"Capisco"

Continuiamo a camminare, parlando per più e del meno, affianco all'oceano. Lei è proprio come esso: profonda, forte, scontrosa, misteriosa... imprevedibile.

Imprevedibile?

Sì, imprevedibile. Non sai mai cosa potrà dirti, come si comporterà, come ti tratterà, un momento è tranquilla il momento dopo potrebbe prenderti a schiaffi. Questo è quello che ho capito fin'ora.

"La mia macchina è parcheggiata qui" e mi indica quel gioiellino

"Oh okay. Allora ci vediamo domani a..."

"Vuoi un passaggio?" mi interrompe

"Ehm... okay, sì, se vuoi" non ci credo che sta diventando gentile

"Ovvio che voglio, se te l'ho chiesto! E rilassati, non ti ho chiesto di sposarmi" e rotea gli occhi. Eccola di nuovo.

"Ah ah ah"

"Sali muoviti" e faccio come dice. Rimaniamo in silenzio fino a quando la musica non invade l'auto.

"È bellissima questa! Lasciala!" è 'Come' di Jain

"Ma fa schifo!" e cambia

"Oh ma dai...!"

"Shhh la macchina è la mia e comando io!"

"Va bene" sbuffo. Era davvero carina quella canzone.

"Questa!!!"

"Che cacata! È in tedesco poi!" È 'Willst du' remixata da Robin Schulz

"Zitto!" Non ce la faccio a sentire un altro secondo di questa merdata allora cabio.

"Come hai osato!!!" mi sta praticamente uccidendo con gli occhi.

"Faceva troppo schifo!" cambia di nuovo sbuffando.

"Bella!!!" 'Cake by the ocean'

"Oh no... assolutamente no!"

"Oh ma andiamo!"

"Senti facciamo così, io cambio e qualunque canzone capita la lascimo"

"Okay" cambia ed esce 'i ha te you, i love you'

"Troppo depressiva" diciamo all'unisono. Ci guardiamo e ridiamo

"È bellissima ma ora non ci sta" dico

"Hai ragione" cambia

"'Rabbit Hole'! Blink 183!" mi esalto. La adoro! Li adoro!

"Già!!!"

"Ti piace?"

"Sì!!! Mi piacciomo un botto i Blink!"

"Buona!"

Al ritornello sembriamo dei pazzi, muoviamo la testa come dei rocchettari esauriti. Scoppiamo a ridere. Ha un sorriso bellissimo. Le sue labbra si aprono creando delle fossettine sulle guance, ma non so, non è sincero, c'è sempre un velo di tristezza, come nel mio.

"Aspetta un secondo! Ma dove stiamo andando?!" dice

"Stai guidando tu, io che ne so!"

"Tu mi devi dire dove abiti!"

"Gira qui a sinistra" per fortuna non abbiamo superato casa mia

"Ecco è questa" si accosta

"Ciao" dice veloce. Antipatica

"Comunque la macchina non te l'ho rigata io, è stata Madison"

"E come fai a dirlo?" mi guarda assottigliando lo sguardo, come per scovare la mia sincerità

"Quando abbiamo litigato ieri l'ho vista che rideva mentre ti guardava che ti allontanavi tutta incazzata"

"E perché dovrei fidarmi di te?"

"Ti sei fidata fino ad ora, quindi..."

"Brutto stronzo" rido per la sua reazione. Mi diverto troppo quando si accorge che ho ragione "Scendi!!!" urla

"Ciao ciao Julia!" E chiudo la portiera. Sfreccia subito. Sarà super incazzata. Cammino sul vialetto di casa e ho il suo sorrido stampato in testa. Oh ma dai! Sono impazzito!

Mmmm... non me la racconti giusta

Non è tutta questa bellezza e poi è acida fino al midollo

Mah

Arrivo davanti alle porta di casa e sento delle urla. Zoe!

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