Unstoppable 2

By Giorgina_Snow

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QUESTO È IL SECONDO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima storia per capire questo seco... More

~ ETHAN ~
~ EMMA ~
~ Demons ~
~ Shake It Out ~
~ Say Something ~
~ Lost ~
~ Amnesia ~
~ Invincibile ~
~ Alive ~
~ Give me love ~
~ Halo ~
~ Take Your Time ~
~ Take me home ~
~ Impossible ~
~ Skipping Stones ~
~ Heaven ~
~ Always ~
~ Beautiful Disaster ~
~ Wherever you are ~
~ Skinny Love ~
~ Elastic Heart ~
~ When I Was Your Man ~
~ Another Love ~
~ Breakeven ~
~ Follow Me ~
~ Count On Me ~
~ Boulevard Of Broken Dreams ~
~ Freeze You Out ~
~ Rise ~
~ The One That Got Away ~
~ Insomnia ~
~ Better In Time ~
~ Follow You ~
~ You ~
~ Beating Heart ~
~ Unsteady ~
~ Stay High ~
~ Carry On ~
~ Unconditionally ~
~ Dark Paradise ~
~ Down ~
~ A Drop In The Ocean ~
~ All This Time ~
~ Over You ~
~ Just Tonight ~
~ Let Her Go ~
~ The Power Of Love ~
~ Talking To The Moon ~
~ All Of Me ~
~ Faded ~
~ Stay With Me ~
~ High Hopes ~
~ Don't Forget About Me ~
~ Stay ~
⭐️ RINGRAZIAMENTI ⭐️

~ Bleeding love ~

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By Giorgina_Snow


«Piccola svegliati», una mano continua a scuotermi. Dalla mia bocca, esce uno strano lamento e mi rannicchio di più in me stessa per assaporare ancora un pò di quel sonno rigenerante che mi servirà per la giornata che ho davanti.
«Piccola andiamo alzati...»
Spalanco un occhio accigliata e assonnata. «Sono le sei del mattino Parker. L'ufficio apre alle otto, lasciami dormire ancora un po'... che cavolo ti passa per il cervello?», brontolo con voce roca.
«No, adesso ti alzi signorina!», toglie le coperte facendomi sentire freddo. Mi lamento in tono sommesso mentre mi alzo a metà busto per dirgliene quattro e lo sento ridere divertito. Gli lancio uno sguardo in cagnesco. Vorrei proprio prenderlo a cuscinate ma non ne ho le forze perchè sono ancora parecchio intontita dal sonno. Stavo dormendo davvero bene nel suo letto prima che mi svegliasse in questo modo alquanto brusco.
«Alzati!», afferra i miei polsi e mi solleva.
Per fortuna le mie gambe hanno un tempo di reazione preciso e non cado come una pera sulla moquette. Metto le mani sui fianchi e lo guardo male. Sembra fresco, riposato e un tantino divertito. Non so cosa abbia in mente e inizio a sospettare che ci sia una buona ragione sul perché mi abbia buttata giù dal letto così presto.
Sbuffa impaziente e sollevandomi per le gambe, mi trasporta in spalla verso la cucina poi svolta verso il soggiorno e mi rimette giù. La cosa strana è che è ancora buio e la stanza è scarsamente illuminata. Gratto la testa e faccio un profondo respiro. «Ok, tu mi hai svegliata per portarmi in soggiorno?», lo trucido con lo sguardo.
Fa di no con la testa e con le mani sulle spalle mi indirizza verso il divano. Incrocio le gambe e attendo che si degni di darmi una spiegazione plausibile prima di mettermi ad urlare. Siede accanto a me e si rilassa.
Afferro un cuscino e lo colpisco. Mi acchiappa e mi stringe tra le sue braccia. «Rilassati e goditi la vista...», la sua voce rauca fa vibrare ogni centimetro della mia epidermide. Rimango in silenzio e osservo per un paio di minuti davanti a me ma le palpebre lentamente si abbassano.
Dopo un paio di quelli che a me sembrano minuti, vengo risvegliata dal tocco leggero e fresco delle sue dita. Alzo lo sguardo e stropiccio gli occhi scostando i capelli dal viso. Parker sta fissando fuori dalla finestra e quando lo faccio anch'io, rimango meravigliata. «Wow!», parlo senza fiato per la vista meravigliosa della città all'alba.
«Buongiorno piccola», la sua mano cerca la mia, la porta sulle labbra e bacia le mie nocche una ad una. Distolgo lo sguardo dalla finestra e sorrido davanti al suo sguardo dolce.
«Buongiorno», rispondo con un senso di leggerezza dentro.
Le sue labbra trovano le mie. Cado all'indietro trascinandolo su di me mentre ci baciamo sotto i primi raggi del sole. Sarà una bella giornata.
«In bagno trovi tutto quello che ti serve», tenta di rialzarsi ma riesco ad avvinghiarmi a lui e trattenerlo ancora un pò.
«Potresti prendere un giorno libero», metto il broncio.
Parker scuote la testa. «Oggi non posso. Il lunedì è un casino e lo sai.» Si rialza dopo avermi stampato un bacio sulle labbra.
«Non verrò con te al lavoro lo sai?», alzo la voce mentre raggiungo il bagno. Rimango impalata sulla soglia. Si è proprio superato. Un beauty pieno di trucchi, rasoi femminili, tamponi. Che imbarazzo! Un asciugamano morbido, una cuffia per capelli, jeans aderenti grigi, una maglietta a balze nera, tacchi della mia misura e un completino intimo che vale più di tutto questo messo assieme visto che è firmato Victoria's Secret. Sento una presenza dietro e mi volto.
«Sei impazzito?»
«Grazie signore ha davvero pensato a tutto! Prego signorina è un piacere viziarla. Spero sia tutto di suo gradimento. Ah, non si preoccupi più di niente perché penserò io a tutto quando lei dormirà qui, così non dovrà portare dietro borsoni o valige ingombranti perché qui troverà tutto ciò che le serve», sorride in modo bastardo.
«Sei uno stronzo prepotente lo sai? Chi dice che io voglia dormire ancora qui?», incrocio le braccia e lo guardo a testa alta.
«Il tuo corpo Emma, parla più di quanto tu immagini. Adesso fai la brava e fai la doccia. Il capo non ammette ritardi!», esce dal bagno e lo sento sghignazzare.
Che stronzo! Penso mentre entro nella doccia ancora stupita.
Avvolta nel morbido asciugamano asciugo i capelli e li lego, mi trucco leggermente e indosso i vestiti del giorno. Ha speso dei soldi per me e questo mi fa sentire a disagio. Non voglio che lo faccia, gliene parlerò e dovrà ascoltarmi. Oddio, indosso un completino intimo pazzesco e lui non può neanche togliermelo di dosso. Sulle labbra mi spunta un sorrisetto bastardo perchè so cosa fare.
Arrivo in cucina e lo trovo ai fornelli. Mi fa cenno di sedermi ma lo abbraccio da dietro e quando mi guarda gli stampo un bacio sulle labbra.
Prepara dei pancake dall'aspetto invitante e in tavola c'è della Nutella e della frutta. Verso del caffè sulla sua tazza perché so che non lo preferisce troppo caldo e bevo un po' di spremuta. I pancake sono ottimi e mangio di gusto sotto il suo sguardo curioso e solare. È davvero bello vederlo di ottimo umore.
Lavo i piatti e poi lavo i denti con il mio nuovo spazzolino. È strano lasciare le mie cose in casa sua o meglio le cose che ha comprato per me. Mettere il mio spazzolino accanto al suo fa un certo effetto perché capisco quanto stiamo portando avanti il nostro rapporto. Forse devo prendere qualcosa per lui da tenere nel mio appagamento visto che sta lì quasi tutte le notti. Con questo proposito, prendo la borsa e lo raggiungo in soggiorno mentre lui controlla le chiamate e sistema la giacca e la cravatta di un blu notte pazzesco.
Lo aiuto e quando mi sorride noto che lo trova divertente. «Adesso sei pronto!», spolvero una manica e mi allontano di un passo per poterlo ammirare nel suo splendore giornaliero.
«Davvero non vuoi un passaggio? Potrei lasciarti dove vuoi così arriverai dopo di me e non darai nell'occhio.» Mi guarda cercando di convincermi.
Praticamente stiamo contrattando in silenzio, solo con lo sguardo. «Ok!» sbuffo.

In auto mi sento meno sicura. Non so se sto facendo la cosa giusta ma non voglio che qualcuno parli male di me. «Voglio comprare io i miei indumenti se è possibile. Mi fa sentire a disagio... poi questo completino intimo è uno spreco se nessuno può togliermelo di dosso...»
Parker annuisce e lo sento fischiettare per la prima volta. Sembra così diverso. Sotto gli occhiali da sole non riesco a vedere i suoi occhi ma il suo umore, man mano che ci avviciniamo all'ufficio, cambia radicalmente. Ci fermiamo a solo un isolato di distanza. Apro la portiera ma la sua mano blocca la mia coscia. Lo guardo confusa.
«Niente bacio?», si sporge in attesa.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro. «Buona giornata tesoro e buon lavoro!», bacio la sua guancia con un sorrisetto vittorioso e mi incammino verso l'ufficio.
Tea mi saluta raggiante dietro la sua scrivania quando mi vede arrivare. «È di ottimo umore oggi!». Si riferisce ovviamente al capo.
Mi siedo davanti al computer e inizio la mia giornata tranquilla. Sistemo il mio piccolo ufficio, le cartelle e poi ad ora di pranzo scendo con Tea a mensa. Ci sediamo al nostro solito tavolo ognuna immersa nei propri pensieri. «Andato bene il weekend?», domanda mentre affetta dell'anguria. Con questo caldo un pò di frutta fresca ci vuole proprio.
«Si molto. Il tuo?»
Si stringe nelle spalle tenendo le posate per aria. «La solita noia. Devo trovare qualcosa di diverso da fare invece di andare al club dei libri...»
«Ti annoi?», mastico la mia fetta di anguria. «Pensavo ci si divertisse.»
«Parlare con persone che non leggono nemmeno i libri ma stanno lì solo per spettegolare, immagina un po' come io mi senta in mezzo a loro», gesticola.
«Beh qualche volta potremmo uscire, sempre se ti va...», mi alzo mentre lei cerca le parole per rispondere. Noto che sorride mentre mi metto in fila per prendere una bottiglia d'acqua.
«Ho sentito dire che lo sta usando per altre copertine. Si sono visti parecchio nel suo appartamento.»
Mi volto e noto il solito gruppetto di oche alle mie spalle. Distolgo lo sguardo e cerco di fare finta di niente, di non avere sentito le loro cattiverie gratuite. Lo fanno perchè sono gelose, ripeto più a me stessa.
«Io invece ho sentito che hanno uno strano accordo.»
Stringo i pugni e lancio uno sguardo a Tea che mima di prendere anche a lei una bottiglia di acqua. Annuisco e seguo la fila.
«Secondo voi è una questione di soldi?», domanda una di loro a voce un po' troppo alta.
Mordo le guance e prendo le bottigliette. La cameriera mi sorride come sempre in modo cordiale ed io ricambio forzatamente. Sto davvero trattenendo ogni istinto di avventarmi contro quella stronzetta viziata.
Arrivo al tavolo rigida, Tea se ne accorge e domanda se mi sento bene. «Si, è solo che non sono abituata alle cattiverie gratuite che alcune delle ragazze mi rivolgono senza la minima preoccupazione di essere sentite». Mando giù un sorso di acqua e cerco di placare il groppo che ho in gola.
Tea mi guarda comprensiva. «È successo anche a me tempo fa. Ho avuto una relazione con uno dei direttori. È stato difficile fare finta di niente.»
Le oche si siedono alle nostre spalle. Parlano abbastanza ad alta voce e i loro toni, mi rendono parecchio nervosa.
«Ho sentito che al bar hanno dato spettacolo», ridono.
Tea mi guarda allarmata e corrucciata. Bevo perché inizio ad avere la gola secca e cerco di non fare attenzione al chiacchiericcio che continua alle nostre spalle. Ho il sospetto che lo stiano facendo apposta, che stiano cercando di provocarmi.
«Sono sicura che lo stia usando per i soldi. Uno come lui non può stare con una come lei. Avete visto come arriva in ufficio? Per non parlare di quelle lecchine che le sorridono come se fosse il loro capo!»
Sbatto i palmi sul tavolo facendo tintinnare tutto. A mensa cala uno strano silenzio. Mi alzo di scatto e le guardo una ad una. Hanno gli occhi sbarrati e il sorriso che poco prima aleggiava sulle loro labbra si è trasformato in una smorfia.
«Non vi stancate mai? Non avete una vostra vita? Siete così meschine da parlare sempre dei fatti altrui? Siete vergognose e disgustose! Adesso capisco perché nessuno vi corteggia o vi ama, perché siete proprio delle stronze senza cuore e senza vita! Siete delle ragazzine frustrate e invidiose!»
Tea ha lo sguardo allarmato e non sa cosa fare. Una delle oche si alza e mi fronteggia. «Sappiamo tutte che ti sbatti il capo!»
«Qual è il tuo problema?», risponde Tea alzandosi e ritrovando il controllo.
«Oh sta zitta! Sappiamo tutti la ragione del tuo impiego in questo posto!»
«Come ti permetti? Ti fa sentire importante parlarci in questo modo? Cosa hai fatto tu per ottenere il lavoro? No, dimmelo perché in te non vedo nessuna intelligenza, quindi dimmi: come hai fatto? Fatevi una vita! Non avete di meglio da fare? Tipo lavorare?»
«Detto dalla Puttanella del capo non è il massimo!»
La guardo con disgusto e trattengo la mano che pulsa e tenta di arrivare su quel visetto impertinente. «Mi fai proprio pena!» Mi incammino verso l'uscita.
«Sappiamo tutti quello che sei! Ti sbatti il capo per ottenere un aumento o le attenzioni che nessuno ti dà!», urla alle mie spalle.
«Tu non sai un bel niente di me! Stanne fuori!»
I miei occhi si riempiono di lacrime e impallidisco quando vedo Parker a mensa. Il suo sguardo mi fa rabbrividire ma sono troppo scossa per dire altro e corro subito fuori. Sento Tea chiamarmi ma raggiungo il mio quadratino più in fretta che posso, raccolgo le mie cose ed esco dall'ufficio. Ho il cuore a mille e le lacrime scendono senza intenzione di arrestarsi. Chiamo un taxi facendomi lasciare al parco.
Seduta sulla panchina, aspetto che Lexa mi raggiunga. Quando arriva e nota il mio umore, cerca di non iniziare la sua raffica di domande. Capisco subito che è curiosa di sapere tutto; Le racconto cosa è successo e le parlo con cuore aperto di come mi sono sentita. «Non posso andare avanti così... io non sono opportunista, non sono come loro mi hanno descritta! Ho fatto dei sacrifici per ottenere quel lavoro!», scuoto la testa e trattengo le lacrime.
«Mi dici cosa ti fa stare davvero male? Per cosa stai piangendo?», Lexa mi guarda come fa sempre quando sa che non sto piangendo per cose futili come una scaramuccia in ufficio con una collega.
«Piango perché mi sto rendendo conto di tenere troppo a lui. Sono fottuta! Non posso permettermi un altro rapporto fallito, altre delusioni o problemi. Non posso continuare così...», tiro su con il naso.
Lexa mi abbraccia. «Lo so. Pensi di iniziare ad amarlo? Hai paura per questo?»
«Si ne ho paura, ho paura di non essere abbastanza per lui, di non essere quella che merita perché non potrò mai amarlo al cento per cento per come si dovrebbe amare una persona. Ho paura di perderlo e di deluderlo. Ho paura di non riuscire a reggere tutta questa situazione in ufficio perché finirà con il distruggere questo... questi noi...», le lacrime scendono continue e inarrestabili.
«Calmati tesoro... respira, così...»
Mi sta venendo un attacco di panico. Lexa mi conosce davvero e mi aiuta a calmarmi prima di proseguire. «Credi possa essere lui il tuo "lui"?»
«Non lo so... lui è lui, diverso e fantastico ma non voglio creargli dei problemi in ufficio, nel suo posto di lavoro e non voglio neanche perderlo...», prendo il viso tra le mani.
Inizio a sentirmi davvero confusa e sfinita. È come se tutte le certezze che finora ho avuto, siano andate in frantumi. Sto annegando di nuovo nel mare delle mie incertezze.
«E lui cosa ne pensa? Cosa vuole? Emma non puoi gestire sempre tutto da sola. Non puoi gestire i sentimenti perché non è possibile. Le voci su di voi, continueranno e dovrai solo lasciare correre visto che sei effettivamente la sua ragazza. Magari oggi eri particolarmente a disagio e hai reagito ma domani o tra un anno, le cose saranno diverse, ti abituerai e vedrai tutto da una prospettiva differente. So che è difficile ma andrà tutto bene.»
Ci rialziamo e ci fermiamo in un piccolo locale. Sono ancora parecchio scossa e confusa, non so davvero cosa fare. Da una parte vorrei ascoltare il consiglio di Lexa dall'altra invece vorrei lasciare Parker libero e lontano dai riflettori che potrebbero rovinare la sua carriera. Da un lato vorrei lasciarlo andare mentre c'è la parte egoista di me che vuole continuare a godere della presenza costante di questo ragazzo meraviglioso che ha reso la mia vita nettamente migliore.
Lexa ordina dei Magarita. Non so come faccia a pensare a bere in questo momento nonostante tutto ma apprezzo il suo aiuto. Ha superato la faccenda del fratello e sembra sempre allegra e spensierata. Vorrei essere come lei, forte e aperta alla vita.
Parliamo ancora ma cambiamo argomento. Mi racconta della sua nuova storia con Red. Quei due stanno davvero bene insieme e ne sono felice. Red è un bravo ragazzo e lei è una ragazza meravigliosa. Sono fortunata ad avere entrambi nella mia vita. Sono fortunata ad avere ancora qualcuno nonostante tutto nella mia vita, precisa la vocina dentro la mia testa.
Lexa mi lascia davanti casa dopo avere cenato in un ristorante italiano e chiacchierato degli altri possibili servizi fotografici in zona.

Salgo al mio piano con il cuore pieno di sentimenti e sensazioni e la mente confusa e carica dai mille pensieri che continuano a circolare ininterrottamente. Per un momento ho la strana voglia di cambiare i miei piani e tornare fuori poi però le porte dell'ascensore si aprono e passo dopo passo raggiungo la porta. Appoggiato c'è qualcuno, metto a fuoco. Parker si avvicina e mi abbraccia. Il mio cuore inizia a battere ad un ritmo frenetico. Lascio cadere la borsa e ricambio l'abbraccio. In un attimo, tutti i dubbi e le incertezze, cadono, svaniscono, sfuggono dalla mia mente.
«Stai bene?», valuta il mio stato attentamente.
Dico di no con la testa e recuperando la borsa prendo le chiavi e apro la porta lasciandolo passare. Cammina accanto come un animale pronto a fuggire. Entro in camera e crollo sul letto supina mentre si sdraia allo stesso modo e cerca la mia mano. Le sue dita si intrecciano alle mie provocandomi un formicolio piacevole sulla pelle.
«E se ce ne andassimo via per qualche giorno? Solo tu e io, a rilassarci», si sistema su di un fianco.
«Non puoi abbandonare il lavoro per me e io non posso chiederti di scegliere perché non sarebbe giusto.» Sospiro e metto le mani sul viso. Gli occhi bruciano e la gola si serra. «Ci sto male perché non mi sto approfittando di te, non lo farei mai. Sei un ragazzo meraviglioso, mi sono aperta così tanto con te, non mi succedeva da tempo e ora trovo difficile non ritenerti parte della mia vita. Trovo difficile non ritenerti importante. Trovo difficile non amarti...», le lacrime scendono. «Ho paura, paura di non essere all'altezza, di non riuscire a ricambiare in pieno il tuo sentimento nei miei confronti. Ho paura di sbagliare, di deluderti...», singhiozzo. «Ho paura di deludere le tue aspettative nei miei confronti e di allontanarti.»
Le sue dita asciugano una lacrima dal mio viso. Una carezza lenta, dolorosamente dolce, premurosa. «Sai che non mi arrenderò vero?»
«Non voglio che tu lo faccia! Non voglio che tu ti arrenda perché sono egoista e per una volta voglio il meglio per me, voglio te, voglio tutto...», nascondo il viso contro il suo petto mentre le sue braccia mi avvolgono.
«Oggi ho capito che mi sono davvero innamorata di te... e mi dispiace non poterlo dimostrare perché c'è sempre qualcosa che mi frena. Sono una vera frana nelle relazioni.»
Alza il mio viso tenendolo tra le sue mani forti, morbide al profumo di sapone. Attira le mie labbra alle sue e mi stringe a sé schiacciandomi contro il materasso. «A me basta quello che mi offri ogni giorno piccola. Mi basta un tuo sorriso, un tuo richiamo, un tuo sguardo. Le nostre chiacchierate a notte fonda, i tuoi sbalzi d'umore, la tua tenacia. È tutto quello che mi serve per sentirmi fortunato e completo. Non mi interessa se non mi ami al cento per cento perché lo so che non sarà mai possibile ma sei qui, e questo significa tanto per me.» Si impossessa della mia bocca e stringe i miei glutei. Sussultiamo entrambi ma continuiamo a baciarci e stringerci. «Sei ancora la mia bellissima e intelligente ragazza?», domanda sulle mie labbra.
«Si! Parker io ti...»
Riesce a tapparmi la bocca con un sorriso. «Mi basta il si!».
Ogni nodo sul petto, si scioglie lentamente sotto il suo tocco delicato e premuroso. Sbottono la sua camicia e bacio la sua gola poi le sue labbra si attaccano alle mie insistenti e per nulla delicate.«Abbiamo ancora la scommessa Emma...»
«In questo momento non me ne frega un bel niente della scommessa, voglio solo sentire il tuo calore sulla mia pelle...», il mio viso si imporpora immediatamente. Sono scattata in quinta e non riesco più a trattenermi.
Parker sembra rifletterci su un momento poi però inizia a togliermi i vestiti di dosso e a baciare ogni centimetro della mia pelle incendiandomi lentamente. Stringe la mia coscia sulla sua vita e si spinge su di me mordendomi le labbra. I nostri respiri si fanno affannati e le nostre mani tremano mentre sfiorano la pelle e la stringono per qualche secondo di troppo arrossandola.
«Ho scritto dei richiami oggi per quello che è successo», geme. «Nessuno si permetterà più di parlare in questo modo... se vogliono tenere stretto il posto in ufficio, dovranno smetterla.»
Mi fermo un momento e passo la mano sul suo viso. Preme la fronte sulla mia, chiudo gli occhi e inspiro il suo profumo. «Non voglio che tu abbia problemi in ufficio a causa mia...».
Le sue labbra toccano il mio viso poi si impossessa di nuovo della mia bocca mentre la sua mano si ferma a coppa sul mio seno stringendolo. Dalle mie labbra esce un gemito soffocato dal suo bacio. «Sei la mia ragazza Emma, non succederà più niente del genere, promesso.»
Passo su di lui e lo fisso intensamente mentre le sue labbra sono schiuse, le sue pupille sono dilatate e nascondono parte dell'azzurro meraviglioso, mentre il suo corpo freme in attesa di una mia reazione. «Non voglio nessuna promessa. Voglio solo te nella mia vita, ora!», passo le mani tra i suoi capelli biondo scuro e avvicino il viso al suo. Le sue mani si posano sulle mie mentre i nostri sguardi e i nostri sospiri si fondono nel cuore della notte. Muovo leggermente i fianchi e mi spingo su di lui lentamente osservando ogni sua sensazione, ogni suo movimento. Mordo il labbro e mi esce un sorriso.
«Sai che non la passerai liscia per questa provocazione?», biascica in preda all'eccitazione che rende la sua voce un sussurro sensuale e rauco.
Annuisco sulle sue labbra e continuo a provocarlo. «Intende punirmi, signore?», rido e passo la lingua sulle sue labbra.
Emette un verso gutturale e le sue mani passano subito sui miei glutei sospingendoli contro la sua vita e poi si rivolta schiacciandomi contro il materasso. Mi esce uno strilletto divertito quando i suoi denti toccano la mia pelle e si posano sul seno mentre la sua mano scivola in fondo. Le sue dita toccano la pelle e poi mi fanno gemere. Chiudo gli occhi e lascio che mi porti altrove, che mi porti verso un posto sicuro, caloroso, tranquillo.
Sento attraverso i tessuti che si sta eccitando. Il mio corpo, reagisce al suo per istinto e la mia mano tocca il suo petto e sotto il suo sguardo affannato, eccitato, scende dentro i suoi boxer risvegliando tutto il suo corpo.
Non mi interessa di nient'altro se posso avere tutto questo. Non mi interessa di nient'altro se posso avere lui accanto. Non mi interessa di nient'altro se posso toccare la pace anche solo per pochi attimi. Mi basta lui, mi bastano i nostri momenti, mi basta il noi per sentirmi serena, libera e me stessa.
La mia mano si bagna e lo sento gemere, il suo corpo scosso dagli spasmi. Mi sento in pace quando la sua fronte si posa sulla mia clavicola e sento il suo fiato caldo sulla pelle. «Credi che la tua amica possa anticipare il matrimonio?», sorride affannato.
Sorrido anch'io sotto il suo sguardo ardente. «Credo tu possa continuare ad aspettare ancora per qualche altro giorno.» Tolgo la mano dai suoi boxer e lui morde il labbro lasciando sfuggire un gemito.
«Ti prenderò ovunque dopo il loro si», sospira sistemandosi supino sul letto.
Ridacchio. «Pazienta ancora un pò, signore...». La sua testa si alza di scatto per fissarmi intensamente. Avvicino la mano appiccicosa al suo viso. Blocca subito il mio polso divertito ammonendomi con i suoi occhi accesi. «E' roba tua», ridacchio. Scuote la testa e porta la mia mano sulla sua camicia pulendola. «Hai dimenticato un dito», non riesco a trattenere un sorriso. Porto l'indice sulle labbra e lo provoco passandolo in bocca e poi passo la lingua sulle labbra provocandolo. I suoi occhi attenti si fanno grandi, le pupille si dilatano mentre segue il mio movimento e scuote la testa incredulo ed eccitato.
Le sue mani scattano sui miei fianchi trascinandomi sotto il suo peso. La sua bocca trova la mia in un bacio appassionato e senza freni. «Non farlo più», ringhia senza fiato.
Mi agito apposta e quando inizia a mordermi scoppio a ridere e provo a divincolarmi.
«Non puoi provocarmi così e poi non beccarti le conseguenze! Sei una stronza!», stampa piccoli baci sulla mia gola poi mi fa voltare, scosta i miei capelli dall'altro lato, bacia tutta la spalla provocandomi dei brividi incontrollati e poggia le labbra sull'orecchio. «Sei sexy, dolce e stronza. Non ti manca niente. Ed io, sono ammaliato da tutto questo e mi piacerebbe continuare ma adesso, dobbiamo dormire.»
Stringo le sue braccia attorno al mio piccolo corpo. «Buona notte», sussurro ancora un pò eccitata dal suo tono.
«'Notte bellissima.»

N/A:
~ Ciao principesse (e principi?). Come va?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Mi scuso come sempre per gli errori (revisionerò tutta la storia e correggerò).
So che con questo capitolo ho firmato la mia condanna (Ahaha le fan di Ethan mi ammazzeranno, lo so!) ma dovevo!
Tutti abbiamo diritto di ricostruire la nostra vita dopo una brutta esperienza o una brutta delusione. Tutti abbiamo il diritto di andare avanti, di trovare l'amore nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, nelle persone. Tutti abbiamo il diritto di vivere anche un solo momento di pace. Meritiamo la felicità anche se questa è effimera e difficile da raggiungere.
Ora credo che qui, chiunque abbia avuto una delusione o una pessima esperienza con l'amore. Vi do' solo un consiglio: rialzatevi e in fretta! Ci sono cose ben peggiori. (Non fate come me).
Comunque non mi dilungo più di tanto. Come sempre potete commentare in modo "costruttivo" e lasciare un voto per aiutarmi a far crescere e conoscere questa storia.
La canzone di oggi è quella di Leona Lewis.
Grazie di ❤️ per il sostegno!!! Buona giornata!!! ~

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