~ Amnesia ~

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~ Ethan' POV:

In questo periodo, ho provato parecchie distrazioni. Tutto per non pensare. Tutto per andare avanti. È inutile lasciarsi prendere dai sensi di colpa o dal dolore. Bisogna andare avanti. Più il tempo passa, più mi rendo conto degli errori che ho commesso. Sto pagando in modo peggiore. Sto pagando per avere tentato di proteggere l'unica persona che amo davvero.
Uno strano rumore seguito da una voce insistente, mi riporta al presente. Sono in una stanza d'ospedale. L'infermiera mi fissa con un sorriso odioso sulle labbra. Tara sorride dinanzi allo schermo che mostra le immagini della sua bambina. Guardo la sua pancia scoperta ricoperta da una strana patina gelatinosa con una certa nausea.
«Il papà vuole sentire di nuovo il battito?» domanda ancora l'infermiera con quella strana gioia dipinta in un viso troppo piccolo e comune.
«Certo che il papà vuole!», replica Tara lanciandomi una delle sue fottute occhiate.
Mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza. Non ho nessuna intenzione di sentire niente. Ho già fatto abbastanza. Lo so, mi sento una persona orribile ma non posso, io non posso crescere quella creatura. Lei non è mia e io non sono il suo vero padre. Non ho nessun legame con lei. Per quanto sia innocente, dovrà convivere in questo modo: con un padre diverso e non disposto ad amarla per come merita di essere amata.
La mia non è solo rabbia. Io avevo la mia casa, la mia famiglia avevo anche una ragazza. A causa dei miei errori ora invece, mi ritrovo con una persona spregevole davanti e il suo pancione che continua a crescere e ad indicare le ore della verità che ormai stanno per arrivare.
L'aria fresca investe il mio viso. Stropiccio gli occhi e provo a respirare lentamente. Dopo l'acquazzone, c'è puzza di asfalto bagnato e odori mischiati che continuano ad arrivare con una certa insistenza alle mie narici. Ho proprio bisogno di andare via. Mi serve tempo. Mi serve tempo per ritrovare un po' di me stesso.
Vedo una ragazza di spalle dai lunghi capelli biondi. Faccio un passo avanti con il petto che batte all'impazzata poi però lei si gira e corre ad abbracciare un uomo alto che apre le braccia pronto ad accoglierla. Non è lei.
Boccheggio incapace di riprendermi. Non sono mai stato così sfinito, distrutto e fragile in vita mia. Tutto questo è successo solo ed esclusivamente a causa del mio orgoglio, delle continue bugie. Avrei dovuto essere sincero. Avremmo dovuto affrontare tutto questo insieme, per come le avevo più volte promesso. L'ho delusa, l'ho distrutta e adesso è lontana da me. Lontana dal mostro che le ha fatto del male.
Mi domando cosa stia facendo. Mi pensa? Si sveglia con quel bellissimo sorriso sulle labbra? Indossa ancora quei calzini con il logo dei supereroi? Ha cambiato totalmente vita? Ha un ragazzo?
Il pensiero mi fa gelare le vene e riempire di rabbia e gelosia. No, lei non può farmi questo. Lei non può avere un altro. Lei è solo mia. Mia e di nessun altro e se mai dovessimo incontrarci, lei dovrà saperlo. Dovrà sapere tutta la verità.
«Mi hai fatto fare la figura della stupida!»
Tara mi fissa con un misto di rabbia e disgusto.
Apro la portiera dell'auto e mettendomi al volante evito di parlarle o peggio di risponderle davanti a tutta questa gente che continua ad osservarci. Loro non sanno la verità. Nessuno comprenderebbe quello che sto facendo.
Mi fermo al locale. Tara esce dall'auto sbattendo la portiera infuriata. Durante il viaggio, continuava a sbraitare e gesticolare ma non riuscivo proprio a sentirla. Ero come perso nel mio mondo.
Max mi rivolge un caloroso sorriso mentre fa un breve cenno a Tara la quale morde il labbro e poi va a sedersi imbronciata. Tutti la odiano. Non può di certo essere il contrario. Ha distrutto una famiglia costringendo la piccola di casa, la mia Emma a scappare via. A fuggire in una città diversa, da sola e distrutta.
Ordino per entrambi nonostante la fame abbia lasciato il posto ad uno strano nervosismo. C'è una strana aria attorno. Sembrano tutti distratti da qualcosa. Forse è solo una mia impressione.
Siedo davanti a Tara e poi controllo le continue chiamate di TJ. Avranno avuto qualche problema ma non potevo di certo raggiungerli.
«Con chi messaggi?»
Alzo lo sguardo su Tara. Mi fissa come uno squalo. Sporca traditrice. «Chiamate di lavoro», replico mostrandomi tranquillo quando in realtà fremo dalla voglia di lasciarla in questo posto e correre dal mio amico per capire cosa stia succedendo. Camille e Seth viaggiano spesso. Freddy non lo vedo da un pezzo e dopo quello che mi ha anzi che ci ha fatto, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi senza avere voglia di picchiarlo. Sono rimasto solo. Solo e circondato da nemici.
«Quelle chiamate includono anche la tua dolce sciacquetta partita per chissà dove? No Ethan! Non sono stupida. Devi solo capire che tua figlia ha la priorità su di lei e su tutto il resto!», sbatte il palmo sul tavolo facendo sobbalzare le posate e girare alcuni dei clienti. «Fattene una ragione: ti ha lasciato!».
Stringo i denti e i pugni sotto il tavolo. «Non ci hai pensato un secondo a farti mettere incinta da quello stronzo con la quale te la facevi mentre dicevi di amarmi e facevi scenate epiche di gelosia. Chi è la sciacquetta ora?», replico pacato. Deve smetterla di parlare di Emma. Lei non la conosce. Nessuno la conosce quanto me.
Tara arrossisce e sbuffa dal naso.
Arriva il pranzo e tento di distrarmi mettendo qualcosa dentro lo stomaco. Ultimamente vado avanti a caffè. Dovrei mantenermi lucido e invece sembro proprio uno di quei ragazzini magri e pallidi con un bisogno di aiuto psicologico.
Anya e Mark ci raggiungono e a siedono con noi al tavolo ignorando Tara la quale non tollera più il loro astio nei suoi confronti e getta i dispiaceri sul cibo. Anche loro sanno la verità. Inizialmente mi avevano attaccato, inizialmente mi avevano allontanato ma dopo l'altra sera, quando mi sono aperto, hanno capito tutto e ora stanno cercando di supportarmi nelle scelte. Nonostante tutto, ho ancora loro due accanto. Questo: mi da una certa forza.
Lucy si avvicina con un gran sorriso e poco dopo arriva anche Tony che le cinge la vita con fare possessivo. Distolgo lo sguardo. Non credo sia il momento di rivivere determinate scene del passato accanto alla mia piccolina.
«Abbiamo un annuncio da farvi», si guardano con occhi lucidi e carichi di amore e promesse. «Abbiamo fissato la data del matrimonio», strilla Lucy tutta felice.
Per poco non mi strozzo e tossisco mentre tento di recepire il resto della conversazione.
«Siete invitati al nostro matrimonio!», sta dicendo Lucy tutta felice.
Gli occhi di Anya si fissano sui miei. So a cosa sta pensando. Prima che io possa fermarla lei domanda: «Emma lo sa?»
Lucy arrossisce violentemente e schiarendosi la voce annuisce. Per la prima volta non mente. Si limita solo a fare un sì con il capo. Sento un dolore sordo al petto. È come se mi avessero appena colpito.
«Verrà?», domanda ancora con un misto di speranza e gioia nella voce.
«Gli ho solo detto la data e poi ci siamo salutate. È rimasta sorpresa, credo. Era ad una cena, non potevamo parlare per come facciamo di solito», replica mordendo subito il labbro e saettando con lo sguardo su di me.
«Quindi tu le parli da mesi e a noi menti? Tu sai dove si trova e sai cosa sta facendo e non ci hai mai detto niente? Dio Lucy! Ti rendi conto di quello che sto passando? Ti rendi conto che mi manca?», Anya alza la voce con gli occhi colmi di lacrime. Il mio cuore ha uno strano sussulto.
«Mi dispiace ok? Mi ha fatto promettere di non dirlo. Sono andata a trovarla i primi mesi e vi assicuro che stava bene. Non la vedo da un po' ma quando le chiamo sembra... serena», aggiunge balbettando con le mani avanti.
«Sono mesi che chiedo di lei. Sono mesi che continuo a piangere perché sento la mancanza della mia migliore amica e tu cosa fai? La tieni lontana da me? Da me Lucy? Sul serio? Credevo fossi anche tu mia amica!», Anya si alza facendo voltare molti dei presenti. È una maschera di furia e tristezza. Mark non riuscirà a fermarla questa volta.
«Lei mi ha fatto promettere di non dire a nessuno dove si trova. È vero, vi ho mentito ma l'ho fatto per lei, perché è la mia amica. Voi non c'eravate quando è arrivata a casa mia. Voi non avete visto il suo volto e non avete sentito i suoi singhiozzi rimbombare nella stanza per tutta la notte. Voi non avete visto il suo cuore spezzato in tanti piccoli pezzi. Non avete sentito le sue parole disperate quando mi ha chiesto di aiutarla. Lei merita la sua nuova vita. Merita la sua felicità e voi non potete di certo togliergliela proprio ora che le cose stanno iniziando ad andarle davvero bene!», sbotta Lucy alzando la voce e scoppiando in lacrime.
In tutto questo, Tara continua a fissarmi con un ghigno divertito. Riesco a percepire i suoi stupidi pensieri. Sa che aprirò bocca, si aspetta una mossa simile da parte mia e di certo non la deluderò.
«Ma dovevi dirci dove stava andando! Avremmo potuto fermarla! Avremmo potuto...»
«Cosa? Farla stare maggiormente male? Credetemi, essersene andata da questo posto è stata la miglior cosa che potesse mai fare. Lo dico perché le voglio bene ma anche perché ho visto come lui, la stava distruggendo con le sue continue menzogne!»
Tony e Mark trascinano verso la sala privata le due che continuano ad urlarsi contro. Le seguiamo in silenzio.
«È la mia migliore amica Lucy! Sto male senza di lei! Voglio solo poterle parlare e chiedere scusa!», tira su con il naso Anya.
«È anche la mia migliore amica e so cosa è giusto per lei. Se ora ha una nuova vita, una nuova amica e forse anche un ragazzo è solo perché voi l'avete ridotta in frantumi costringendola a scappare!»
Quando sento quelle parole non riesco più a trattenermi. La mia bocca si apre in automatico. «Ha un ragazzo?»
In sala cala uno strano silenzio. Lucy asciuga le lacrime. Anya si appoggia a Mark. Tara ghigna sotto i baffi soddisfatta.
«Cosa ti aspetti? Che lei rimanga fedele solo perché le hai detto "ti amo"? Tu l'hai tradita Ethan! Ti ha lasciato! Se ora ha un ragazzo, sono felice per lei!»
È come se avessi appena ricevuto un colpo al cuore. Una stilettata potente che mi ha mozzato di netto il respiro. Tocco il petto e non riesco ad articolare nessuna frase di senso compiuto.
«Adesso basta! Emma sta bene, è quello che conta. Se ha una nuova vita, siamo felici per lei. Non possiamo riportarla in questo posto ma possiamo solo trovare un modo per non perderla del tutto!»
Solitamente Mark non parla mai. So quanto tiene ad Emma. L'ha sempre vista come una sorella minore. Come una di famiglia da proteggere. So quanto sia rimasto deluso da me quando ho dovuto mentire per proteggerla.
«Cosa pensi di fare?», domanda Tony rimasto in silenzio. I due si guardano per un lungo istante poi Lucy batte le mani con uno strano sorriso. Cosa avrà in mente?
«Lasciate fare a me. Spero funzioni!»
Detto ciò, usciamo dal locale. Io con il mio carico di dubbi, Anya con delle aspettative, Tara scura in volto.
Non so cosa mi aspetta da domani. So solo che voglio ritrovare il mio pezzetto di paradiso e se per farlo dovrò sopportare ancora questa situazione, proverò a lottare fino a raggiungere il mio obbiettivo.

N/A:
~ Spero che questo capitolo dedicato ad Ethan via sia piaciuto. Come sempre potete esprimere il vostro parere in merito. La canzone AMNESIA dei 5sos (spero si scriva così) la dedico a: piccolastella04  sei stata la prima a rivolgermi la parola qui dentro e ad instaurare un rapporto di "amicizia" sincero nei miei confronti. Grazie!!! ❤️
Voglio ringraziare anche queste personcine:
_Cameron-Dallas_
Reby_16
diluvioinmeeh
"GRAZIE PRINCIPESSE" per avermi supportata e sopportata in queste settimane. Siete delle persone meravigliose e divertenti ma soprattutto sincere e spontanee. Vi adoro!!! ❤️ (passate pure a Stalkerizzarle). Chiudo questo breve monologo ringraziando anche voi lettori e lettrici affezionate!!! Spero di potervi taggare una ad una nei prossimi capitoli! GRAZIE ❤️ ~

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