~ Another Love ~

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• Emma's POV:

Accendo la luce, non riesco più a dormire. Non riesco a dominare la paura che mi ha costretta a svegliarmi di soprassalto a causa dell'incubo. Per fortuna non ho gridato spaventando Parker, non saprei come spiegargli che soffro anche di terrori notturni. Se la darebbe a gambe levate. Era da mesi che non ne avevo uno. Stavo così bene e ora invece sembra tutto terribilmente rivolto al passato. Sono un disastro.
Passo la mano sul viso ancora dolorante. Sono passati altri tre giorni e tutto sembra essersi sistemato. Gli ematomi vanno sparendo ma la ferita interna, quella nel profondo del cuore, è ancora del tutto aperta ed esposta.
«Non riesci a dormire?»
Dimentico che Parker si alza spesso la notte per il suo bisogno di fare palestra. Quando c'è Lexa se ne va a casa e poi torna. Ho più volte detto di non avere bisogno che mi seguano ovunque, che so cavarmela da sola ma non sembrano volermi ascoltare perché sotto casa, è ancora assediato dai giornalisti. Quando Parker entra dalla porta principale molti chiedono una sua dichiarazione ma lui non si è mai fermato con nessuno. Ha perfino chiamato la polizia per farli andare via perché dovevo tornare dal medico per una visita. Lui e Lexa sembrano due genitori premurosi ma non hanno capito che ho bisogno dei miei spazi e mi sembra brutto dirlo ma credo sia anche necessario per stabilire certi limiti.
«Devo dirti una cosa», voglio essere sincera con lui.
«Dimmi», si alza a metà busto e appoggia la schiena alla testiera del letto. Mi fa cenno ed io mi lascio avvolgere dalle sue braccia.
Non è stato strano dormire con lui e non sfiorarsi in questi giorni. Non è stato imbarazzante risvegliarsi al suo fianco o tra le sue braccia. Con Parker sembra tutto così naturale, tutto così spontaneo nonostante le vicende che hanno creato un po' di scompiglio nella nostra storia.
«Dopo l'incidente... ho iniziato ad avere degli incubi, dei brutti incubi. Li hanno chiamati terrori notturni. Temo siano tornati... non voglio che tu... che tu ti ritrovi con me quando ne ho uno.»
Solleva il mio viso per costringermi a guardarlo. «Credi che questo mi possa fare allontanare da te? So cosa sono e li ho avuti anch'io.» Poggia le labbra sulla mia tempia. «Era sempre lo stesso. Mi ritrovavo nello stesso posto, succedeva sempre la stessa cosa ed io non ne avevo il controllo.»
Sembra che stia proprio parlando dei miei incubi. È davvero assurdo quanto possiamo essere simili e quanto abbiamo superato per ritrovarci qui, in questo posto nel tentativo di ricostruirci una vita migliore.
«Devo dirti anche un'altra cosa...», tentenno un momento.
«Emma, sai che puoi fidarti di me.»
«Ho bisogno che la smettiate di farmi da balia. Mi sento soffocare e ho bisogno dei miei spazi. Non fraintendermi, sono lusingata e mi piace averti in casa ma non posso accettare che voi mettiate tutto il resto in secondo piano per me.»
Parker attende un momento poi sorride. Uno di quei sorrisi che arriva dritto al cuore. «Anche se sarà difficile, ci proverò. Proverò a lasciarti tutto lo spazio di cui hai bisogno. Ma non ti libererai di me così facilmente.»
«Davvero?»
Annuisce. Istintivamente mi avvicino al suo viso prima di bloccarmi perché non so se posso. Arrossisco timidamente indecisa.
«Che aspetti? Baciami...», sussurra avvicinandomi a sé per i fianchi e dandomi la sicurezza di cui ho bisogno. Prendo il suo viso tra le mani e poggio la labbra sulle sue. Lo trascino su di me e lui cerca di fare attenzione a non farmi male alla costola ma continua a baciarmi con una certa foga, come se ne avesse bisogno.
«Andiamo a fare un giro?»
«Niente palestra?»
«Lexa non c'è, per oggi passo. Allora? Ti va?»
Ci penso su un momento. L'idea di uscire di casa di nuovo dopo giorni mi piace ma non so dove voglia portarmi. Mi guarda con occhi pieni di aspettativa, in attesa di una mia risposta che potrebbe migliorare o peggiorare il suo umore ed io voglio tornare a sorridere e a divertirmi. In più mi piace il Parker allegro e spensierato.
«Dove mi porti?», mi alzo dal letto.
Il suo viso si illumina e il suo meraviglioso sorriso rischia di farmi scoppiare il petto. Una sensazione che dopo... dopo mesi non ero sicura di potere riprovare per una persona diversa.
«Vestiti comoda.»
Mi richiudo in bagno, do una pettinata ai capelli che sono un disastro e li lego poi infilo una maglietta larga e dei legghings neri. Quando esco Parker mi sta aspettando seduto sulla sedia girevole. Fa un giro e sorride. Indossa un paio di jeans stretti neri e un maglioncino aderente grigio che gli sta proprio bene. Un berretto nero largo sul retro, lo rende davvero sexy. Vederlo con delle converse è veramente strano. Mi viene da ridere ma evito di prenderlo in giro. È umano anche lui ed è un ragazzo, un ragazzo di venticinque anni con tanto successo e gusto nel vestirsi.
Mi prende per mano e usiamo le scale secondarie per scendere in garage. Entriamo in macchina velocemente e in breve siamo per strada e lontano dalla calca di fotografi.
Guida tranquillo rispettando i limiti di velocità. Dopo circa mezz'ora, si ferma in un ampio posteggio e mi apre la portiera. Attraversiamo un vialetto illuminato da piccole lanterne e da un boschetto e ci ritroviamo dinanzi un custode in divisa da militare che ci saluta con un gran sorriso.
Siamo a Stanley Park: all'acquario. Sono emozionantissima ed elettrizzata. Era una delle cose che avevo aggiunto alla mia lista. Per un nano secondo, cerco di non ripensare al passato anche se è proprio difficile. Il custode ci da dei badge da appendere e ci lascia al nostro giro. Mi sento come una bambina al suo primo giorno di gita scolastica anzi come una ragazzina al suo primo, vero appuntamento. Non posso fare a meno di sorridere e trattenere uno strillo che sento gonfiarsi nel petto.
Parker si allontana due minuti poi lo vedo arrivare con un gran sorriso, mi passa un bastoncino di zucchero filato e un palloncino gonfiabile con un delfino che lego al polso mentre ci ritroviamo sulla piattaforma che si muove e ci porta nei vari reparti.
Mi fissa come se avesse di fronte una specie rara. Arrossisco e continuo a fissare tutti quei pesci dietro i vetri. Alcuni credo stiano dormendo mentre altro girovagano da una parte all'altra del loro piccolo oceano. Chissà se si sentono come me: fuori posto.
Offro un po' di zucchero filato a Parker e lui accetta aprendo la bocca. Ci ritroviamo così l'uno di fronte all'altra. Le sue mani si posano sui miei fianchi mentre lo imbocco e sorrido ancora come una stupida in punta di piedi. Credo mi abbia fatto qualche strano incantesimo. Non posso ancora credere che abbia fatto una cosa del genere per me. Porto le dita in bocca ma la sua mano mi frena pensandoci lui al posto mio lasciandomi inebetita ed elettrizzata. Fisso le sue labbra ebbra e vorrei sentirle ancora sulla pelle. Prima che possa rendermene conto, ci stiamo baciando in mezzo agli squali. Coincidenza? Non credo. Quando ci stacchiamo siamo entrambi a corto di fiato. Sorridiamo con i visi leggermente arrossati e continuiamo il nostro giro mano nella mano.
Ci sono tanti piccoli negozietti attorno pieni di souvenir. Di giorno questo posto deve essere spettacolare. Gli prendo un braccialetto con una piccola stella marina e glielo lego al polso accanto alla croce che non toglie mai. Mi fissa incredulo e anche un po' emozionato ma non gli do il tempo di ringraziare perché sono io quella a doverlo fare. Ha fatto una cosa davvero speciale per me. Mi alzo sulle punte e lo bacio tenendomi con le mani sulle sue spalle.
«Anch'io ne ho preso uno per te».
Al polso mi ritrovo un braccialetto nero con un delfino come pendente.
«Pensi sempre a tutto eh?», strofino il naso contro il suo.
«In realtà mi hai anticipato tu questa volta», sorride sulle mie labbra in modo dolce.
Abbasso il suo berretto tappandogli la visuale e gli stampo un piccolo bacio sulla guancia prima di correre verso la vasca delle tartarughe ridacchiando.
Mi cinge subito la vita da dietro e sorride raggiante sistemandosi il berretto sulla testa poi finiamo il nostro bellissimo giro turistico tra le varia vasche.
Sistemo il palloncino sui sedili posteriori e metto la cintura. È stata una bella nottata trascorsa in un posto meraviglioso. Direi un vero appuntamento con i fiocchi. Riesce sempre a stupirmi con così poco e non posso descrivere quello che sto provando. È in grado di farmi emozionare. Abbiamo anche scattato delle foto, alcune spero proprio di svilupparle. Mi piace averle nonostante tutto perché mi ricordano un momento felice che rimarrà immortalato per sempre.
Parker sembra molto rilassato e a suo agio. Si ferma in un Fastfood aperto 24 ore su 24 ed ordina degli hamburger e patatine. Ha proprio organizzato tutto. Come si fa a non amarlo?
Mangiamo in macchina in un posto isolato, in alto, dove la città è pazzesca vista di notte. Tante piccole luci, tanta vita.
«Hai del... ecco», tolgo con il polpastrello la salsa all'angolo della sua bocca incapace di trattenermi.
Parker si rilassa maggiormente mentre mangiamo lo spuntino notturno in totale tranquillità. Mi domando se abbia mai portato qualcuno qui sopra, spero di no. Mi piace essere la prima in tutto soprattutto per lui.
«Grazie», mi ritrovo a dire ad alta voce.
Si volta, il suo viso illuminato dalla luce della luna, dalle piccole e tante luci della città al di sotto. Il mio cuore, i battiti, iniziano a sovrastare ogni cosa dentro l'abitacolo. I suoi occhi riescono ad incatenarmi, ad incantarmi in un modo singolare e strano. Mi sento piacevolmente attraversata dai brividi quando le sue dita sfiorano la spalla e salgono su per il collo. Chiudo gli occhi concentrandomi su un solo senso e mi rilasso mentre la sua mano passa sul mio viso. Per la prima volta, non penso a niente.
Si sporge e le sue labbra si fanno vicine. Il suo profumo tenue e sensuale permanente, il suo calore avvolgente e confortevole riempie i miei polmoni.
«Non voglio perderti stellina...» Il suo fiato pizzica la mia gola. La mia pelle sensibile viene percossa da una nuova ondata di brividi e piacere.
Mi attira su di sé e poggio le mani sul suo petto facendo attenzione a non toccare il suo punto sensibile. Se ne accorge e mi fissa stranamente colpito. Solitamente mi piace stuzzicarlo ma in questo momento, voglio solo vedere ancora il suo sorriso e viverlo in modo tranquillo, lontano dai drammi. È stata davvero una bella serata per rovinarla con vecchi e brutti ricordi.
La sua mano si posa dietro la nuca mentre l'altra avvicina la mia schiena al suo petto. Le nostre labbra si toccano e si aprono leggermente. Sono persa nel suo sguardo, nella sua voglia, nella sua determinazione silenziosa.
Lo stuzzico per toglierlo dal dubbio e dall'insicurezza. Voglio tutto questo quanto lui. Mi bacia di nuovo con una disarmante dolcezza e mugolo tra la sue labbra. È strano ma mi è mancato potere stare con lui in questo modo. Non mi piace solo ricevere le sue coccole e premure, adoro anche litigare con lui perchè sa essere duro e diretto, sa come farsi valere ma sa anche come trovare il modo per farsi perdonare. Mi piacciono i suoi difetti più dei suoi pregi perché quelli lo rendono sincero e il vero Parker. Quello che piace a me.
«Torniamo a casa stellina?»
Gli stampo un ultimo bacio sulle labbra e mi risistemo sul sedile del passeggero pronta per tornare a casa.
Mentre guida, la sua mano prende la mia e la sistema sulla sua gamba stringendola ogni volta che non ha bisogno di cambiare marcia o tenere il volante con due mani. Un gesto apparentemente normale se non fosse per i piccoli baci che mi dà sul dorso. Mordo le labbra e trattengo ogni istinto che ho di chiedergli di fermarsi.
Arrivati sul retro del palazzo e dopo avere posteggiato l'auto in garage, mi aiuta a scendere e saliamo tranquilli in casa. Per fortuna nessuno si è piazzato lì sotto. Sistemo il palloncino accanto alla scrivania, tolgo le scarpe, acconcio i capelli in una crocchia e guardo timida Parker mentre toglie il berretto e sfila davanti a me il maglioncino rivelando la sua muscolatura perfetta.
Mi avvicino a lui mettendogli le braccia al collo. Le sue labbra si posano sulla mia fronte mentre oscilliamo come se stessimo ballando sul posto. Do un piccolo bacio sotto il suo orecchio e lo sento sussultare così continuo sul collo e do anche un piccolo morso. Si lascia scappare un piccolo gemito prima di impossessarsi della mia bocca e sollevarmi con le gambe attorno alla sua vita. Mi sistema sul letto e quando mi alzo a metà busto sfila la mia maglietta e riempie il mio corpo di baci.
Sbottono i suoi jeans e lui si occupa dei miei legghings definendoli "sexy e dannatamente attira sguardi". Ridacchio mentre si sistema tra le mie gambe e ci baciamo come due adolescenti in preda ad una crisi ormonale sotto effetto di sostanze pesanti. Inizia a mancarmi il fiato e lo perdo completamente quando si fa strada dentro me mentre ci guardiamo negli occhi. Sa essere dolce e deciso nello stesso momento e fare l'amore con lui è davvero emozionante. Mi porta in poco tempo al punto di non ritorno ed esplodo sotto il suo sguardo infuocato. Lui mi segue pochi secondi dopo e mi stringe a sè.
«Come stai?»
È quasi l'alba ed io sono totalmente rilassata. Credo sia stata l'uscita di notte o il solo lasciarmi amare da lui. «È chiedere troppo volere rimanere qui ancora un po'?», parlo lentamente e ancora stordita.
«Significa che stai bene? Sei sempre così ermetica Emma», scuote la testa.
«Si, sto bene.» Sorrido, «e voglio rimanere ancora un po' qui, tra le tue braccia», nascondo il viso tra il collo e la spalla e sento la sua pelle alzarsi lievemente al mio tocco. È piacevole sapere l'effetto che riesco a provocargli.
«Vediamo cosa possiamo fare...», ridacchia. «Prima voglio sapere una cosa», continua.
Alzo il viso. Cosa? Domando con gli occhi dubbiosa.
«Sei la mia ragazza?»
Arrossisco come un peperone. Tra tutte le cose che poteva chiedermi questa non me l'aspettavo. Metto il viso tra le mani per nascondere lo stupore e l'imbarazzo. Sono a cavalcioni su di lui mentre se ne sta appoggiato alla testiera del letto. Mi fa sollevare il viso. I suoi occhi chiari sono attenti, accesi, dolci e in attesa.
Mordo le labbra e mi avvicino alle sue stampandogli un bacio a fior di labbra. «Non credi sia ovvio?»
Le sue mani stringono i miei glutei. Gli metto le braccia al collo e poggio il mio corpo contro il suo. So l'effetto che gli fa.
Spalanca gli occhi e le sue pupille si dilatano. Mentre la sua bocca si impossessa della mia e le sue mani scendono lungo la schiena.
«Sei davvero la mia ragazza e non posso crederci...», sorride. Mordo e succhio le sue labbra per farlo smettere di gongolarsi. Questo gesto lo fa eccitare e inizia a stuzzicarmi per vendicarsi. Che bastardo!
«Dobbiamo scendere... a patti?», domando affannata ed eccitata.
«Le cose si fanno divertenti...», ridacchia.
«Che stronzo...», non riesco a parlare correttamente. Sono proprio andata.
«Chi è questo stronzo?», inizia a stuzzicarmi e farmi mugolare, contorcere dal piacere.
«Il mio ragazzo...», passo la lingua sulle sue labbra.
Entra dentro me emettendo un gemito sensuale. Getto la testa indietro e gemo anch'io mentre continua a muoversi dentro me. Stringe e spinge i miei glutei ad un ritmo intenso. Mi sento incendiare.
«Ohhh cazzo...», ringhia.
«Lo so che le pia...ce signore», mi esce un tono stridulo quando si sistema su di me e aumenta il ritmo delle spinte mordendo la mia pelle e spingendomi oltre i miei limiti, tappandomi la bocca quando tento di provocarlo. Si ferma mentre ci perdiamo totalmente entrambi. Mi bacia con delicatezza ancora affannato facendomi sentire sulle onde del mare e in pace con me stessa.
È stato: intenso.
Rannicchiata tra le sue braccia, tra le braccia del mio ragazzo, al sicuro, a casa, mi addormento nella quiete dell'alba.

N/A:
~ Buongiorno! Come va?
La canzone di oggi è quella di Tom Odell. Ho scelto proprio questo testo perché c'è un messaggio di fondo. "Andare avanti staccandosi dal passato". Spesso non riusciamo a riconoscere l'amore perché siamo intenti ad aspettare il ragazzo perfetto come quello che notiamo in tivù o leggiamo costantemente sui libri e non ci accorgiamo delle persone meravigliose che ci circondano. Come si dice spesso "la bellezza è negli occhi di chi guarda" quello che cerchiamo, potrebbe stare proprio davanti a noi, bisogna solo aprire un po' di più gli occhi. Emma sta facendo questo. Sta provando a superare il passato per vivere un presente tranquillo con una persona diversa, in questo caso Parker. Un ragazzo entrato in punta di piedi nella sua vita dopo mesi. Lui non è Ethan è vero ma ha un modo tutto suo di vedere le cose e di prendere Emma per il verso giusto.
So che magari non vi piacciono insieme ma provate a vederla da un punto di vista diverso. Mettetevi nei panni di Emma, cosa avreste fatto al suo posto? (Sincere eh). Avreste permesso ad uno come Ethan di distruggervi lentamente? Sareste riuscite a cambiare vita?
Adesso non voglio dilungarmi. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Come sempre sono bene accetti commenti e voti. Vi ringrazio per tutto il sostegno. Siete davvero tante e tanti e ci sono anche coloro che seppur non commentando sono presenti. Grazie anche a voi!!! Scusate per gli "orrori". Passate una buona giornata!!! ❤️ baci Giorgina ~

 Passate una buona giornata!!! ❤️ baci Giorgina ~

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