~ Freeze You Out ~

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• Attenzione •
Vi consiglio di ascoltare la canzone del titolo di oggi che è quella di Sia. (Si, sono innamorata di questa cantante) leggete se potete e se volete il testo per capire alcune cose!!! Buona lettura 💙
Ps: se qualcuno di voi vive nella zona dove c'è stato il terremoto, fatemi sapere come state!

~ Emma's POV:

Ed eccomi davanti allo specchio. Faccio un giro su me stessa e l'abito lungo rosso si apre leggermente lasciando scoperta la coscia. E' davvero strano indossarlo dopo mesi. Ho apportato delle modifiche mentre realizzavo quello color Tiffany per il matrimonio in spiaggia di Lucy.
Lo scollo alla Marilyn intrecciato dietro, la schiena nuda, i punti luce sulla vita, il tessuto liscio e facile da lavorare. Devo ammettere che non è male il risultato. Nonna sarebbe proprio orgogliosa in questo momento. Sorrido soddisfatta.
Lego i capelli acconciandoli per come li avevo immaginati su questo abito rosso e mi muovo leggermente sulle note di Body Talk un remix che in questo periodo ascolto mentre faccio le pulizie.
Mordo il labbro mentre continuo a fissarmi davanti allo specchio nella mia camera.
E' stata una settimana abbastanza impegnativa. Tra lavoro, università e impegni vari, non ho avuto molto tempo da dedicare al divertimento e alle distrazioni. Mi sono un pò chiusa nel mio rifugio, ho dovuto rifiutare delle uscite per potermi dedicare alla realizzazione di questi abiti che serviranno tra meno di un mese per le cerimonie. Lexa ancora non li ha visti e non sa a cosa sto lavorando da una settimana perchè ogni volta che mi avverte che sta per arrivare, tolgo tutto di mezzo e faccio finta di dare una pulita alla stanza o alla casa in generale. Lo so che sembrerò pazza, ma non credo di essere ancora pronta ad ammettere di sentirmi in ansia per quei grandi giorni che probabilmente cambieranno la mia vita.
Vedere la propria amica sposarsi e crearsi un nuovo presente, credo sia una cosa fantastica ed emozionante, ma vederne due a distanza di una settimana e dovere rimanere in un posto pieno di ricordi è una gran seccatura dal punto di vista emotivo. Non so se riuscirò a reggere ma lo spero, soprattutto perchè per il matrimonio di Anya avrò con me non solo Parker ma anche Lexa e Red che si sono offerti di accompagnarmi. Arriveranno il giorno prima del matrimonio e ce ne andremo due dopo.
Spero che in questo frangente di tempo il passato non torni per tormentarmi e soprattutto spero di non avere strani incontri.
Sento bussare alla porta e vado completamente nel panico. «Un attimo!», strillo sfilando l'abito, avvolgendomi in un asciugamano e sciogliendo i capelli. Chiudo la porta della camera e vado a vedere chi bussa a quest'ora.
«Momento sbagliato?», Parker mi fissa prima di stamparmi un bacio sulla tempia.
«No, siediti pure in soggiorno, arrivo subito», balbetto correndo in bagno. Trovo una tuta e la indosso velocemente con mani tremanti.
Quando arrivo in soggiorno, non c'è nessuno. «Parker?», il cuore inizia a battere forte, troppo. Sento proprio i battiti rimbalzare attraverso le pareti del piccolo corridoio mentre mi avvicino alla mia camera. La porta è aperta, la luce è accesa e Parker fissa gli abiti tenendo quello rosso tra le mani con sguardo insondabile.
«E' per questo che hai rifiutato le nostre uscite?», domanda in tono neutro. Non capisco se sia offeso o solo deluso dal mio comportamento poco maturo. Ha uno sguardo alquanto impenetrabile.
Deglutisco e tolgo dalle sue mani l'abito rosso. «Non volevo che lo sapessi così. Il fatto è che... non volevo ammettere di essere nel panico. Mi dispiace...», balbetto e improvvisamente le lacrime solcano le mie guance incontrollate.
Si avvicina e con i polpastrelli asciuga le guance e le bacia con una dolcezza straziante. Cosa ho fatto per meritarlo? Continuo a chiedermelo da un pò di tempo ormai. Come fa ad essere una roccia nonostante io gli stia gettando in faccia il fatto che il mio passato fa ancora male ed è a causa di un altro ragazzo che con ogni probabilità rivedrò tra meno di un mese? Come fa a reggere tutto questo?
«Posso vederli?», si siede sul bordo del letto e attende che li indossi per lui.
Mi incammino verso il bagno ma fa cenno di no divertito. Riesce sempre a trovare tutto divertente e a rivoltare una situazione a suo favore. Dovrei imparare dai suoi stessi trucchetti.
Tolgo la maglietta e i pantaloncini e glieli lancio facendolo ridere. Indosso l'abito Tiffany lego i capelli e attendo che esprima il suo parere facendo una giravolta. Rimane in silenzio a contemplarmi. Inizio a sentirmi ridicola e quindi sfilo l'abito e indosso quello rosso. Quando mi volto, i suoi occhi sono accessi e mi stanno scrutando attentamente. Ha l'indice sulle lebbra e un sorriso sotto che non riesco proprio a decifrare.
Tolgo l'abito e mi siedo accanto al lui sul letto abbracciandomi. «Non ti piacciono», la mia è un'affermazione più che una domanda. «Mi stanno così male? Ho sbagliato qualche rifinitura?», sono un pò confusa.
Parker si volta e mi bacia schiacciandomi contro il materasso. «Smettila di essere così insicura. Ti stanno benissimo e ho fatto fatica e rimanere zitto o a non alzarmi e...», sorride e morde le mie labbra.
Lascio uscire un sospiro di sollievo e lo abbraccio. «Oggi sei insondabile lo sai?»
Mi guarda come se avessi appena detto una brutta parola. «Insondabile?», mi passa la maglietta e i pantaloncini.
«Si, questa mattina in ufficio non hai aperto bocca. Di solito chiedi tre caffè mentre oggi hai fatto fatica a reggerne uno. In più sei stato un tantino freddo e distaccato.» Ci spostiamo in cucina dove mi metto ai fornelli.
Parker si sistema dietro cingendomi con le braccia attorno alla vita. Basta la sua vicinanza a rendermi imbranata e lo sa benissimo. «Ero solo preoccupato per te. E' da una settimana che rifiuti di vedermi dopo il lavoro e ti sei rinchiusa in casa per sistemare degli abiti. Non riuscivo a capire cosa stavo sbagliando. Sai che spesso mi chiudo anch'io. Come dovrei vedere tutto questo?», mi aiuta con gli involtini.
«Mi dispiace. Non volevo creare incomprensioni e non volevo ammettere di essere un pò agitata all'idea di tornare a New York perchè mi fa sentire debole. Lo so che ho sbagliato.» Gesticolo con il coltello tra le mani e lui me lo toglie prima che mi affetti qualche dito. Sempre previdente.
«Ci sarò io con te Emma. Qualunque cosa accada, ti starò accanto. Non sarai sola in quel posto!»
«Lo so ed è questo che mi preoccupa!», sbotto frustrata appoggiandomi al bancone mentre lui si blocca e mi guarda intontito.
«Cosa vuol dire?»
«Vuol dire che non voglio che tu assecondi ogni mio capriccio. Lo so che farà male anche a te tornare a New York. Voglio che tu sia solo sincero e mi dica come ti senti davvero anzichè incassare tutto come se per te fosse normale. Lo so che la pensi diversamente e questo mi fa agitare maggiormente, perchè la tua tranquillità non è mai un buon segno». Arrossisco sotto il suo sguardo chiaramente stupito. «Non sapevo come dirtelo. Sei sempre così buono con me e lo so quando qualcosa ti da fastidio. Sei un libro aperto il più delle volte per me anche se non te ne rendi conto». Porto i piatti a tavola e torno ad appoggiarmi al bancone mentre Parker continua a tagliare gli involtini.
«Vuoi davvero sapere cosa mi da fastidio?», alza il tono della voce ma capisco che lo fa più per abitudine che per altro. Di certo non vuole intimidirmi o farmi chiudere a riccio. Annuisco in silenzio preparandomi alle sue parole che con ogni probabilità mi feriranno. Poggia tutto dentro il vassoio, pulisce le mani e si avvicina inchiodandomi al bancone.
«Mi da fastidio che tu mi nasconda che stai realizzando un abito per il matrimonio. Sono il tuo ragazzo Emma, dovresti parlare con me di tutto e non nascondermi le cose anche se sono banali o stupide ai tuoi occhi. Dovresti dirmi come ti senti e non tenerlo per te. Mi da fastidio che tu sia agitata a causa di uno stronzo egoista che ti ha spezzato il cuore e più di tutto, mi da fastidio che tu ti senta ancora in dovere di mostrargli rispetto dopo che ti ha tradito. Capisco che sei ancora legata a lui, ma questo, non fa bene a noi...», si guarda attorno come se fosse appena stato colpito, come se si sentisse improvvisamente in gabbia. «Ho bisogno di un momento», mi stampa un bacio sulla fronte ed esce dall'appartamento.
Scoppio in lacrime. Parker ha ragione. Se continuo a rimanere ancorata al passato, non ci farà bene. Se continuo a rimanere legata a qualcuno che mi ha spezzato il cuore, non riuscirò ad amare qualcun altro totalmente. Sono davvero una stupida, me ne rendo conto. Sto gettando la mia nuova storia in pasto agli squali solo per una stupida paura, solo perchè ho paura di rivederlo e potere provare certe sensazioni che solo lui sapeva davvero darmi. Che casino. Ora cosa faccio?
Chiamo Lexa e le spiego ogni cosa in lacrime. Lexa mi rassicura come solo lei sa fare e mentre me ne sto rannicchiata contro il cassetto della cucina, sento la porta aprirsi, asciugo subito le lacrime. «Adesso devo andare...»
«Ricordati quello che ci siamo dette scoiattolina. Ti voglio bene»
«Grazie Lexa. Ti voglio bene.»
Mi rialzo e trovo Parker al centro tra il soggiorno e la cucina. Mi guarda ancora un pò scosso e tra le mani tiene qualcosa. Giro il bancone un pò traballante e mi avvicino a lui.
«Mi dispiace», diciamo all'unisono. Faccio cenno di continuare.
«Non avrei voluto farlo così ma voglio giocarmi il tutto e per tutto», si inginocchia e apre la scatolina. «Emma, vuoi essere la mia ragazza e futura fidanzata?»
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e scoppio a ridere con la mano sulla bocca per trattenere i singhiozzi. Questo ragazzo è proprio pazzo. Pochi minuti prima credevo mi stesse per lasciare mentre ora mi sta dichiarando il suo amore. Mi farà sempre sentire così?
«Mi hai comprato un braccialetto con una stella per chiedermi se voglio essere la tua ragazza?», lascio sfuggire un singhiozzo.
«In realtà era un regalo affinchè tu lo indossassi per il matrimonio ma si ho colto la palla al balzo», sorride in imbarazzo. «Ti decidi a dire di si o vuoi farmi rimanere in ginocchio solo per poterlo raccontare alla tua amica? Mi torturi di continuo, almeno questo risparmiamelo». Allaccia il braccialetto sul mio piccolo polso.
Lo fisso incredula mentre oscilla e la stella manda piccoli scintillii. Sull'altro polso tengo quello con il delfino. Sono regali che non butterò mai via. Regali che hanno una storia, regali che mi hanno regalato un'emozione. «Giusto qualche altro minuto», sorrido e quando si rialza gli getto le braccia al collo e lo bacio intensamente.
«Voglio essere la tua unica scelta Emma, non voglio condividerti con nessuno, neanche con il suo ricordo. Farò di tutto...»
Lo stringo con più forza e continuiamo a baciarci intensamente. «Non vuoi liberarti di me perchè non sono un'assistente accondiscendente eh?», lo punzecchio.
«So come controllarti, soprattutto a letto...», ridacchia.
Arrossisco e lo abbraccio nascondendo il viso sul suo petto. Adesso, credo di sapere cosa voglio veramente. Spero solo che vada tutto bene.

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